Se il mondo occidentale e democratico non dovesse agire subito e con forza per ristabilire almeno una certa equità sul piano delle armi, si rischierà di ‘riconsegnare’ la Libia a Gheddafi con gravissime ed evidenti conseguenze, peraltro già annunciate dal figlio Saif al Islam, sul piano umanitario e della sicurezza dell’intera area.
Le conseguenze saranno di una gravità inaudite maggiormente per l’Europa tra cui per prima l’Italia per la sua vicinanza geografica. Il tiranno preannuncia massacri di tutti gli oppositori, cioè in pratica del suo popolo ‘contro’ cui ‘vorrà’ continuare a ‘governare’ nonostante non ne abbia più la legittimità e quindi il consenso. Questo provocherà la ‘fuga’ in massa dal Paese, dalla repressione e dalla morte certa, generando una emigrazione questa si biblica verso di noi per asilo politico.
Se a questo si aggiunge che Gheddafi non si opporrà più né alla normale emigrazione né a quella terroristica di Al-Qaeda che dovessero transitare per la Libia, il quadro si aggraverà. Inoltre chiuderà tutti i rapporti di affari con le Compagnie Europee a favore di altri (es. cinesi e indiane). L’Italia né avrà un danno maggiore perché ne era il maggior partner.
Insomma una bella gatta da pelare, una questione che se non affrontata in modo deciso oggi, domani diventerà una nuova Afghanistan mediterranea di cui l’Europa e per prima l’Italia dovranno per forza occuparsene direttamente con altissimi costi umani ed economici come l’esperienza tuttora in corso insegna.
Soltanto la fine del regime di Gheddafi può ora scongiurare tutto questo. Ciò potrà portare la Libia alla democrazia ed alla stabilità dell’area con beneficio per tutti.
Al momento Gheddafi, anche se non dispone della superiorità numerica, appannaggio degli insorti, dispone però quella delle armi. Ha una aviazione ed armi pesanti che gli insorti non hanno. Egli, grazie a ingenti possibilità finanziarie (nonostante il blocco di tutti gli assets) dispone di numerosi mercenari africani professionali che usa per massacrare il suo popolo. Molti dell’esercito libico o è passato dalla parte degli insorti oppure uccisi perché rifiutavano di uccidere i propri fratelli.
Un tiranno così, se dovesse riconquistare malauguratamente il potere, non potrà che continuare a governare con il terrore e con il sangue del suo Popolo. Il peggio del peggio delle dittature più sanguinarie.
Ecco perché l’USA, l’Europa dovranno fare di tutto ed agire subito prima che sia troppo tardi. La Francia dimostra di avere capito la posta in gioco: si fa leader di questo processo, riconosce il governo provvisorio e promette di intervenire direttamente se l’ONU dovesse fallire con la NO FLY ZONE. Domani ne raccoglierà i frutti.
Gli USA invece continuano a dilungarsi nelle elaborazioni sul come intervenire, mentre l’Italia è perfino contraria all’intervento e non attivamente impegnata perché occupata su ben altre questioni interne che riguardano esclusivamente il presidente del consiglio Berlusconi, grande ex-amico di Gheddafi a cui ha baciato la mano poco tempo fa, non dimentichiamolo mai, ne oggi, ne domani qualunque sarà l’esito in Libia.
Raffaele B.