martedì, febbraio 27, 2007

UNA MAESTRA 'TAGLIA' LA LINGUA AD UN BAMBINO 'VIVACE'

È UNA STORIA ASSURDA QUELLA CHE APPRENDIAMO DAI GIORNALI E LA TV. UNA MAESTRA DI SOSTEGNO HA INFERTO UN TAGLIO ALLA LINGUA DI UN BAMBINO DI 7 ANNI SUTURATA POI CON 5 PUNTI AL PRONTO SOCCORSO.

LA MAESTRA PRONTAMENTE LICENZIATA SI “DIFENDE” AFFERMANDO CHE SI TRATTAVA DI UN “GIOCO” FINITO IN “INCIDENTE”.

MA CHE GIOCO È QUELLO FATTO CON LE FORBICI DAVANTI ALLA BOCCA DEL BAMBINO AL QUALE LA MAESTRA “INTIMAVA” CHE SE “PARLAVA ANCORA" GLI AVREBBE TAGLIATO LA LINGUA APPENA FUORIUSCISSE? È COSÌ È AVVENUTO, ALTRO CHE INCIDENTE!

CHE ALTRO SI PUÒ DIRE SE NON PER IL FATTO CHE SIAMO DI FRONTE A PERSONE “INQUIETE” E “INCOMPETENTI” E LA SCUOLA, IN PARTICOLARE TUTTI GLI ALTRI INSEGNANTI E I BAMBINI NON LI “MERITANO”.

LA “TOLLERANZA ZERO” VA BENE MA NON BASTA. CI VUOLE UNA “SELEZIONE SERIA” DI INSEGNANTI “DEGNA” E “COMPATIBILE” CON IL DELICATO RUOLO LORO AFFIDATO PERCHÈ DEVONO “INSEGNARE” SOPRATTUTTO CIVILTÀ E DIGNITÀ E A MAGGIOR RAGIONE SE SONO DI SOSTEGNO A BAMBINI VIVACI.
Raffaele B.

TGCOM
E' vivace, maestra gli taglia lingua
Milano, il bimbo ha sette anni
27/02/2007


Gli ha tagliato la lingua perché troppo vivace e "chiacchierino": è quanto successo in una scuola elementare di Milano dove una maestra di sostegno ha preso le forbici e ha fatto quanto minacciato più volte :"Tira fuori la lingua che te la taglio". Il piccolo è stato portato al pronto soccorso dove gli hanno dato cinque punti di sutura, mentre la maestra, che ora parla di un gioco finito in tragedia, è stata sospesa.

Il ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, ha intanto fatto sapere di aver avviato le procedure per il licenziamento in tronco dell'insegnante.

Tutto è successo in una giornata come tante. La maestra deve assentarsi qualche minuto e per questo si rivolge all'insegnante di sostegno,una 22enne. I bambini , come è normale, sono vivaci. Ma, evidentemente la maestra non gradisce e alla terza volta che un bimbo si alza per temperare la matita lei gli si avvicina e gli dice:"Tira fuori la lingua, forza..." Sembrerebbe uno scherzo, una minaccia per intimidire il bimbo, come tante. E invece... Invece la donna prende davvero le forbici e zac, taglia la lingua al bambino.

Subito il piccolo inizia a sanguinare moltissimo. La 22enne allora lo porta in bagno, gli fa sciacquare la bocca e cerca pure di convincerlo a raccontare alla mamma che la lingua se l'è tagliata da solo. Ma il piccolo, una volta sull'ambulanza cede e racconta tutto. La vicenda si conclude con 20 giorni di prognosi per il piccolo e la sospensione della maestra che è stata anche denunciata dai genitori del bambino.

Ma non è tutto. Il bambino, infatti, ora è terrorizzato: continua a ripetere di aver paura e di non voler più tornare a scuola. Ha gli incubi e scoppia a piangere in continuazione. Per questo la madre, che lavora in una cooperativa ha dovuto lasciare il lavoro per accudirlo.

La maestra continua a scusarsi e parla di incidente. Ma per la mamme il papà del piccolo non è sufficiente. Per questo hanno denunciato quanto accaduto. Non solo: anche dalla scuola hanno fatto sapere di voler andare fino in fondo e sono stati mandati gli ispettori, perché come ha detto il direttore scolastico regionale, Anna Maria Dominici:"Certe cose non devono succedere".

domenica, febbraio 25, 2007

IL FALSO MORALIZZATORE E I SENATORI A VITA

IL PRESIDENTE DI AN GIANFRANCO FINI, ATTRAVERSO L’ARTICOLO RIPORTATO DAL ILGIORNALE (PROPRIETÀ DI PAOLO BERLUSCONI) PRETENDE DI FARE LA MORALE A TUTTI “AFFERMANDO” CHE IL VOTO DEI SENATORI A VITA NON PUÒ ESSERE DETERMINANTE PER LA SOPRAVVIVENZA DI ALCUN GOVERNO E CHE IL LORO VOTO PUÒ VALERE SOLO PER QUESTIONI SPECIFICHE PERCHÉ ESSI RISPONDONO SOLO ALLA LORO COSCIENZA.

SAGGE PAROLE QUESTE!
PECCATO CHE NON SONO STATE APPLICATE PER LA FIDUCIA AL SENATO AL PRIMO GOVERNO BERLUSCONI NEL 1994:
<<AL SENATO ALLORA NESSUNA DELLE TRE COALIZIONI RIESCE AD AVERE LA MAGGIORANZA ASSOLUTA DEI SEGGI. SOLO COL PASSAGGIO AL “POLO DELLE LIBERTÀ” DEL SENATORE GRILLO, DAL PATTO CENTRISTA USCITO RIDIMENSIONATO DAL VOTO, E AL VOTO TECNICO DI ALCUNI SENATORI A VITA SI RIUSCÌ A VOTARE LA FIDUCIA AL GOVERNO>>.
WIKIPEDIA

AGGIUNGO CHE SE IL VOTO DEI SENATORI A VITA NON DEVE ESSERE DETERMINANTE PER SOSTENERE IL GOVERNO, NON LO DEVE ESSERE NEMMENO PER FARLO CADERE.

ANCHE IN QUESTO CASO SI SEGNALA UNA GRANDE CONTRADDIZIONE:
I SENATORI A VITA CHE VOTAVANO A FAVORE, ANDREOTTI, COSSIGA E PININFARINA, QUESTA VOLTA “ASTENENDOSI” (SI RICORDA CHE L’ASTENSIONE AL SENATO EQUIVALE AL VOTO CONTRARIO) FANNO CADERE IL GOVERNO PRODI SUSCITANDO L’ESULTANZA DA CURVA DA STADIO DEI SENATORI DEL CENTRODESTRA.

VEDO CHE LA MEMORIA FA BRUTTI SCHERZI. NON SAREBBE MALE CHE SPECIALMENTE I GIORNALISTI SE LA “RINFRESCASSERO” OGNI TANTO SE VOGLIONO FARE BENE IL LORO MESTIERE E POSSIBILMENTE “SMASCHERARE” I FALSI MORALIZZATORI DI TURNO.
Raffaele B.

ILGIORNALE
La ricetta di Fini: "I senatori a vita non siano decisivi"
di Anna Maria Greco - sabato 24 febbraio 2007, 07:00

Roma - Il governo Prodi non può riproporsi in Parlamento con la stampella dei senatori a vita. Gianfranco Fini lo dice chiaro e tondo a Giorgio Napolitano e lo ripete ai giornalisti, alla fine del colloquio al Quirinale con il capo dello Stato.

«L'Italia ha bisogno - afferma il leader di An - di un governo che sia guidato da una maggioranza politicamente coesa e numericamente autosufficiente». Vuol dire che a Palazzo Madama deve poter contare sui voti «unicamente dei senatori eletti», 158 per l’esattezza. Fini spiega di non contestare il diritto dei senatori a vita di votare, ma aggiunge che non possono essere determinanti per la sopravvivenza di un governo. Non lo dice anche, da costituzionalista, un Ds come Luciano Violante? «I senatori a vita - ricorda il numero uno della destra - non possono e non devono rispondere ad alcun patto politico o vincolo di programma, ma possono e devono esprimere un voto solo in base alle proprie valutazioni personali, alla loro coscienza»…
CONTINUA

venerdì, febbraio 23, 2007

IL RITORNO DI PRODI CON UN GOVERNO PIÙ STABILE

LE DIMISSIONI DI PRODI NELLE MANI DEL CAPO DELLO STATO (NON OBBLIGATORIE) SONO STATE A MIO AVVISO LA LEVA PER RIMETTERE IL MANDATO DEL GOVERNO A LUI MEDESIMO E NELLO STESSO TEMPO A FARE ASSUMERE A TUTTI I PARTITI DELLA COALIZIONE ED IN PARTICOLARE A QUELLI DELLA SINISTRA RADICALE RESPONSABILITÀ ED IMPEGNI IMPENSABILI FINORA.

CON L’ALLARGAMENTO ALLA PARTECIPAZIONE DI ALTRI SENATORI A TITOLO INDIVIDUALE E CON LA SOTTOSCRIZIONE DEI SUOI
DODICI PUNTI “NON NEGOZIABILI”, IN PRATICA “CARTA BIANCA”, IL NUOVO GOVERNO NASCEREBBE SOTTO I MIGLIORI AUSPICI DI STABILITÀ CHE LO PORTEREBBE A DURARE FINO ALLA FINE DELLA LEGISLATURA.

SE COSÌ FOSSE IL CAPO DELLO STATO NON AVREBBE ALCUNA DIFFICOLTÀ A RIDARGLI L’INCARICO E VERIFICARE DI FATTO CON I NUMERI IN PARLAMENTO LA NUOVA FIDUCIA.

E QUESTA VOLTA AVANTI SENZA SOSTA CON LE RIFORME PER FARE USCIRE QUESTO PAESE DALL’ARRETRATEZZA IN CUI VERSA IN EUROPA.
Raffaele B.

ANSA
UNIONE PUNTA A RINVIO GOVERNO A CAMERE E ALLARGAMENTO

ROMA, 23 FEB - L'Unione prova a ricompattarsi e conferma la strategia delle ultime ore: si punta a ottenere dal capo dello Stato il rinvio di questo stesso governo alle Camere per avere la fiducia. Nello stesso tempo, si continua a lavorare per allargare la maggioranza al Senato: Francesco Cossiga, Marco Follini e 'l'argentino Luigi Pallaro sono gli obiettivi di queste ore. Resta comunque il problema dei numeri al Senato, giacché i conti, nonostante l'ottimismo dei leader, ancora non tornano.

Questa sera Romano Prodi ottiene dagli alleati un impegno a sostenere il governo anche sui temi più spinosi, dall'Afghanistan alla Tav, fino ai rigassificatori. I segretari del centrosinistra, dopo alcune modifiche concordate, approvano il documento del premier, che non risparmia una severa critica agli alleati: il governo è stato logorato da litigiosità e contrapposizioni di ministri e partiti. D'ora in poi in caso di contrasto, l'unico ad avere l'autorità di parlare a nome del governo sarà lo stesso Prodi.

In sostanza, il Professore con le sue condizioni "prioritarie e non negoziabili" rilancia la sua leadership e chiede garanzie precise ai partiti. Anche sui numeri. Questa sera le ha ottenute. Alla fine, all'uscita da Palazzo Chigi, tutti i leader dell'Unione ostentano soddisfazione. Massimo D'Alema sottolinea che da questo momento Prodi ha un mandato più forte, mentre Piero Fassino parla di un accordo pieno che può consentire al premier di presentarsi alle Camere per ottenere la fiducia.

Contenti si dicono anche i segretari dei tre partiti della sinistra radicale che all'inizio del vertice avrebbero lasciato a Prodi carta bianca. Resta però la necessità di impegnarsi al massimo per recuperare tutti i dissensi che hanno messo in crisi il governo. Ancora nel tardo pomeriggio ambienti del centrosinistra a Palazzo Madama ammettevano che la situazione resta molto complicata. In ogni caso le diplomazie sono al lavoro.

Clemente Mastella ed Enrico Letta hanno incontrato Marco Follini ottenendo la sua disponibilità a discutere di un accordo sulla base del documento dell'Unione. Il vertice di questa sera è durato più a lungo del previsto, raccontano, per via del problema sollevato da Marco Pannella dell'applicazione della legge elettorale che consentirebbe alla Rosa nel Pugno di ottenere seggi al Senato. Ma il leader radicale non è riuscito a ottenere impegni precisi su questo punto.

Per il resto, la riunione viene descritta molto distesa, a tratti anche ridanciana grazie alle battute di Clemente Mastella: un indizio che i nodi più complicati erano stati sciolti nei colloqui preparatori del vertice a Palazzo Chigi. (ANSA).

I DODICI PUNTI DI PRODI
1. "Rispetto degli impegni internazionali e di pace.
Sostegno costante alle iniziative di politica estera e di difesa stabilite in ambito Onu ed ai nostri impegni internazionali, derivanti dall'appartenenza all'Unione Europea e all'Alleanza Atlantica, con riferimento anche al nostro attuale impegno nella missione in Afghanistan. Una incisiva azione per il sostegno e la valorizzazione del patrimonio rappresentato dalle comunità italiane all'estero".
2. "Impegno forte per la cultura, scuola, università, ricerca e innovazione".
3. "Rapida attuazione del piano infrastrutturale e in particolare ai corridoi europei (compresa la Torino-Lione).
Impegno sulla mobilita' sostenibile".
4. "Programma per l'efficienza e la diversificazione delle fonti energetiche: fonti rinnovabili e localizzazione e realizzazione rigassificatori".
5. "Prosecuzione dell'azione di liberalizzazioni e di tutela del cittadino consumatore nell'ambito dei servizi e delle professioni".
6. "Attenzione permanente e impegno concreto a favore del Mezzogiorno, a partire dalla sicurezza".
7. "Azione concreta e immediata di riduzione significativa della spesa pubblica e della spesa legata alle attività politiche e istituzionali (costi della politica)".
8. "Riordino del sistema previdenziale con grande attenzione alle compatibilità finanziarie e privilegiando le pensioni basse e i giovani. Con l'impegno a reperire una quota delle risorse necessarie attraverso una razionalizzazione della spesa che passa attraverso anche l'unificazione degli enti previdenziali".
9. "Rilancio delle politiche a sostegno della famiglia attraverso l'estensione universale di assegni familiari più corposi e un piano concreto di aumento significativo degli asili nido".
10. "Rapida soluzione della incompatibilità tra incarichi, di governo e parlamentari, secondo le modalità già concordate".
11. "Il portavoce del presidente, al fine di dare maggiore coerenza alla comunicazione, assume il ruolo di portavoce dell'esecutivo".
12. "In coerenza con tale principio, per assicurare piena efficacia all'azione di governo, al presidente del Consiglio e' riconosciuta l'autorità' di esprimere in maniera unitaria la posizione del governo stesso in caso di contrasto".

LA CADUTA DI PRODI E I CATTIVI MAESTRI

DOPO AVERE FATTO CADERE DI NUOVO IL GOVERNO PRODI (PRIMA VOLTA NEL 1998), I DIRIGENTI DI RIFONDAZIONE COMUNISTA PENSANO ORA DI CAVARSELA COMMINANDO UNA PUNIZIONE ESEMPLARE ALL' “INCOMPATIBILE” TURIGLIATTO E CON LA RIAFFERMAZIONE DEL SOSTEGNO DEL PARTITO A PRODI, SEPPURE CON UNA MANIFESTAZIONE DI PIAZZA.

IL SENATORE TURIGLIATTO HA PENSATO DI AGIRE IN MODO “INDIVIDUALE”, COSÌ COME FRANCESCO ROSSI DEI “COMUNISTI ITALIANI”, RIAFFERMANDO LA LORO PURE LEGITTIMA POSIZIONE SULLA BASE DI VICENZA E SULL’AFGHANISTAN, NE PIÙ E NÉ MENO COME AVEVANO FATTO I LORO STESSI LEADERS CHE PURE HANNO MANIFESTATO A VICENZA “CONTRO” GLI ATTI DEL LORO STESSO GOVERNO.

L’ESEMPIO SI DA CON L’AZIONE E NON CON LE PAROLE. I DIRIGENTI DI QUESTI PARTITI, SE FANNO PARTE DI UNA COALIZIONE DI GOVERNO INSIEME AD ALTRI PARTITI DEVONO STARE AI “PATTI” ED “ACCETTARE” LE NECESSARIE MEDIAZIONI E RESPONSABILITÀ, ALTRIMENTI NON POSSONO FARVI PARTE. O L’UNA O L’ALTRA OPZIONE, MAI AMBEDUE INSIEME. SI DEVE “SCEGLIERE” E NON “NAVIGARE” DENTRO E FUORI IL GOVERNO SE NO SI GENERA “CONFUSIONE” IN PARTICOLARE FRA LORO E I RISPETTIVI ELETTORI.

ESSI SONO STATI QUINDI CATTIVI MAESTRI E DOPO AVERLI “SCELTI” QUESTI “INCOMPATIBILI” PENSANO ORA DI CONSEGNARLI AL PUBBLICO LUDIBRIO DEL POPOLO INFURIATO DELLA SINISTRA COME NELLA PEGGIORE TRADIZIONE ROBESPIERRIANA. NO, NON VA BENE!

LA SINISTRA COSIDDETTA “RADICALE” SI DIMOSTRA COSÌ SEMPRE PIÙ “INAFFIDABILE” E PRODI SARÀ COSTRETTO A CHIEDERE NON SOLO MAGGIORI GARANZIE, MA AD IMBARCARE PERFINO QUALCHE MODERATO DEL SENATO (CON QUALCHE COSTO) PER TORNARE AL GOVERNO STABILMENTE, ALTRIMENTI DOVRÀ GETTARE LA SPUGNA RINUNCIANDO ALLA LEADERSHIP DEL CENTROSINISTRA PONENDO FINE COSÌ ALLE RIFORME APPENA INCOMINCIATE.
Raffaele B.

LASTAMPA
Rifondazione pensa di escludere Turigliatto dal partito
Dalla segreteria nazionale di Rifondazione Comunista: "Vorremmo far vedere a Franco Turigliatto le email arrivate in direzione nazionale"

ROMA - La direzione di Rifondazione comunista deciderà con ogni probabilità già nella giornata di domani l’esclusione dal partito di Franco Turigliatto, che ieri si era già dimesso come senatore.
La decisione sull’esclusione di Turigliatto, che fa parte della direzione per l’area trotzkista Sinistra critica, accreditata di un 7% circa all’ultimo congresso del partito, sarà determinata dal combinato disposto della decisione politica della direzione e di quella disciplinare del Collegio nazionale di garanzia del Prc, presieduto da Guido Cappelloni. Di fronte al Collegio pende già da qualche mese anche la posizione del portavoce di Sinistra critica, Salvatore Cannavò, che dichiarato la piena solidarietà nei confronti Turigliatto, per la sua decisione di non votare alla Camera la Finanziaria del governo Prodi. Continua intanto presso la sede centrale del Prc di viale del Policlinico il fuoco di fila delle telefonate e della e-mail contro la scelta di Turigliatto, contro la decisione del partito di candidarlo e di denuncia, da parte di elettori dell’Unione, della «inaffidabilità» del Prc, collegando la defezione di Turigliatto con il ritiro del sostegno di Rifondazione al primo governo Prodi nel 1998.
DE PALMA: VORREMMO FARGLI ASCOLTARE LA RABBIA DEI COMPAGNI
«Vorremmo far vedere a Franco Turigliatto le email arrivate in direzione nazionale subito dopo il voto del Senato, vorremmo fargli ascoltare la rabbia delle decine e decine di compagni ed elettori del centrosinistra che ci hanno telefonato. Forse solo così capirebbe che non doveva semplicemente annunciare oggi le sue dimissioni da senatore, ma scegliere già da tempo di lasciare la comunità politica del partito».
Lo afferma Michele De Palma della segreteria nazionale di Rifondazione Comunista. «Ci avrebbe così evitato - continua De Palma - le accuse che oggi il popolo dell’Unione ci rivolge, rievocando a torto il ’98. Viviamo nel 2007, Rifondazione ha scelto di andare al governo con Prodi, condividendo un programma sottoscritto da tutta la coalizione, un patto con il popolo dell’Unione che Turigliatto non ha rispettato, scegliendo di restare al suo posto pur nella evidente incompatibilità tra le sue scelte e quelle di tutti i compagni di Rifondazione Comunista».
DOMENICA IN PIAZZA PER PRODI
Rifondazione comunista lancia un appello a tutti i militanti a manifestare in piazza domenica «la propria determinazione affinché il governo Prodi vada avanti». L’iniziativa dovrebbe svilupparsi in tutta Italia per mettere il partito, si sottolinea a via del Policlinico, «in contatto con i cittadini, per parlare alla gente, al popolo dell’Unione e spiegare che Rifondazione non è Franco Turigliatto...». Per il fine settimana in molte città sono previste le conferenze di organizzazioni locali del partito, in vista dell’appuntamento nazionale di fine marzo, che dovrebbero trasformarsi in altrettante occasioni per manifestare il sostegno del Prc a Prodi.

lunedì, febbraio 19, 2007

DICO - IPOCRISIA DEL CATTOLICO CASINI

È IL CLASSICO CASO “FATE COME DICO MA NON COME FACCIO”. DAL SITO DI “PENSA LIBERO” TROVIAMO QUESTO ARTICOLO DI “STRENUA DIFESA” DELL’ONOREVOLE CASINI SULLE AFFERMAZIONI FATTE ALLA STAMPA “CONTRO” LA LEGGE SUI CONVIVENTI.

MESSO DI FRONTE ALLA PROFONDA “INCOERENZA” DI QUELLE AFFERMAZIONI E DEL SUO STATO DI “CONVIVENTE”, TENTA IN MODO PATETICO E CON UN RAGIONAMENTO CONTORTO, DI RIGIRARE LA COSIDDETTA PIZZA.

CON QUESTI TIPI DI RAGIONAMENTI SI POSSONO FARE VALERE TUTTO E L’INCONTRARIO DI TUTTO, TIPICO DEL VECCHIO STILE DEMOCRISTIANO.

CASINI DICE CHE LA “FAMIGLIA” VA DIFESA SEMPRE COME “VALORE” ANCHE SE LUI QUEL “VALORE” L’HA VIOLATO E CONTINUA A FARLO VISTO CHE “CONVIVE”.

NULLA DI MALE IN QUESTO VISTO CHE VI SONO TANTE COPPIE CHE CONVIVONO IN ITALIA (OLTRE 500.000 PERSONE). MA ALLORA PERCHÉ "OSTACOLARE" IL RICONOSCIMENTO DEI LORO E ANCHE “SUOI” DIRITTI “BRANDENDO” PROPRIO QUEL VALORE NEGATO DELLA FAMIGLIA FONDATA SUL MATRIMONIO?

IN FONDO ALL’ARTICOLO VI È UN COMMENTO MOLTO CRITICO DA PARTE DI UN LETTORE.
Raffaele B.

PENSA LIBERO
DICO: Casini, le opinioni e i fatti
Friday, February 16, 2007

Pier Ferdinando Casini, già presidente della Camera e leader dell’UDC, non pensa che ci debba essere coerenza fra affermazioni e fatti, fra dire e fare. Anzi: fra DICO e faccio.
Non altrimenti si può giudicare l’intervista rilasciata a
Repubblica, nella quale rivendica il diritto di esprimersi in favore della famiglia – e contro il disegno di legge sulle coppie di fatto (Dico).

"Perché non posso parlare contro i Dico? Perché sono divorziato e convivo? Non credo che questa battaglia civile e politica sia riservata solo a mogli e mariti felicemente sposati". Casini si preoccupa di contrastare le accuse di scarsa coerenza personale giocando d’anticipo:"Io, Pier Ferdinando Casini, posso sentirmi in colpa come uomo e come padre nei confronti di Benedetta e Maria Carolina, le mie prime due figlie ma non mi sento affatto in colpa come politico e come legislatore. Considero la famiglia la principale risorsa sociale ed etica di un paese e rivendico laicamente il mio diritto a parlare".

Altrettanto laicamente, noi non mettiamo minimamente in dubbio il diritto del Presidente dell’UDC a parlare sui DICO e sui problemi della famiglia, ci mancherebbe altro!
Ci aspetteremmo soltanto che non accusasse chi la pensa diversamente da lui su questi temi di voler distruggere l’istituto della famiglia. Non si tratta solo di un’accusa ingiusta. E’ anche una affermazione che offende milioni di italiani che ormai hanno accettato una concezione di famiglia diversa dal passato.

----- LASCIACI UN COMMENTO -----

2/19/2007 - 11:14
michele - napoli
Io mi sento un gran bastardo quando dico a mio nipote di non fumare spinelli quando io alla sua età lo facevo(un paio al mese non di più), chissà se l'on. Casini (e compagnia bella)ha la stessa sensazione quando dice: fate come dico io e non come faccio io"!Ma la contraddizione più profonda, a mio parere non è questa ma nel fatto che proprio i più strenui difensori della visione "fondamentalista cattolica" della famiglia sono coloro i quali dicono agli immigrati musulmani che per integrarsi dovrebbero laicizzarsi. Non è una contraddizione questa?

sabato, febbraio 17, 2007

ENERGIA – IL SOLARE TERMODINAMICO DI RUBBIA

IL PREMIO NOBEL CARLO RUBBIA NEL ORMAI GIÀ LONTANO 2004 EBBE A DICHIARARE IN UN INTERVISTA A REPUBBLICA SOTTO RIPORTATA CHE “LA QUANTITÀ DI ENERGIA CHE SI PUÒ PRODURRE CON LE CENTRALI SOLARI TERMODINAMICHE (CUI STA SVILUPPANDO) IN USO INDUSTRIALE SU LARGA SCALA, IN REGIONI CON UNA BUONA INSOLAZIONE COME IL SUD DELL'ITALIA, È TALE DA “SOSTITUIRE” SUFFICIENTEMENTE IL CARBONE, PETROLIO E METANO".
SI TRATTA SEMPLICEMENTE DI LAVORARCI SOPRA PER MIGLIORARNE LE PRESTAZIONI E I COSTI COME INVECE HA FATTO LA SPAGNA LA QUALE A DIFFERENZA DELL’ALLORA GOVERNO ITALIANO, VI INVESTÌ RACCOGLIENDO LE PROPOSTE DEL PROFESSORE.
Raffaele B.

INTERVISTA A REPUBBLICA IL 19 MAGGIO 2004
Rubbia e la centrale di Archimede "Così catturerò l'energia del sole"
Vicino a Siracusa un impianto all'avanguardia: oggi l'inaugurazione, parla il Nobel che lo ha progettato. È la terza via delle rinnovabili. Una fonte pulita perfettamente competitiva, abbondante e sicura.
DI ANTONIO CIANCIULLO
19 maggio 2004

ROMA - "Il nuovo solare termodinamico ad alta temperatura, l'energia catturata dagli specchi parabolici e immagazzinata da un fluido salino, è la terza via delle rinnovabili. Una fonte pulita, perfettamente competitiva, abbondante e sicura. Basta un quadrato di tre chilometri di lato, la lunghezza di una pista di aeroporto, per ottenere la stessa energia di una centrale nucleare. E per giunta è tecnologia italiana: una ricchezza che possiamo utilizzare direttamente ed esportare". E' un Carlo Rubbia in grande forma quello che si accinge a battezzare la fase uno del suo sogno. A meno di quattro anni dall'ideazione del progetto Archimede, il premio Nobel che guida l'Enea festeggerà oggi l'inaugurazione della nuova centrale elettrica di Priolo, in provincia di Siracusa, l'impianto Enel ristrutturato per far posto al sole. Si tratta della prima dimostrazione della realizzabilità del programma solare dell'Enea, un primo passo concreto che potrebbe aprire la strada a una filiera energetica made in Italy.
Eppure, dopo Archimede che l'aveva usata per altri scopi, questa forma di energia solare ha avuto poco successo. E l'esperienza della centrale siciliana a specchi di Adrano, che ha inghiottito molti fondi e prodotto poca energia, aveva indotto al pessimismo. Cosa è cambiato?
"Lasciando da parte Archimede, troviamo che il primo brevetto per gli specchi solari risale al 1860. Da allora è stato un succedersi di prove ed errori. Per esempio vent'anni fa, in California, avevano costruito centrali ibride che usavano il solare e il gas naturale, ma bastava una nuvoletta per bloccare il solare e far partire l'impianto a gas: il rendimento era scarso. E poi come fluido per accumulare il calore si usava un olio minerale poco sicuro e ad alto impatto ambientale. Oggi parliamo di una tecnologia completamente diversa".
Molto più affidabile?
"Non c'è paragone. Noi usiamo specchi di nuova progettazione che si muovono lungo l'arco della giornata seguendo il sole e quindi riescono a catturare più luce. Al posto del vecchio olio infiammabile abbiamo una miscela di sali fusi che non causa problemi e consente di accumulare l'energia in moda da renderla disponibile in ogni momento, anche quando non c'è il sole, in modo da ottenere la flessibilità richiesta dal mercato. E infine c'è il fattore temperatura che è fondamentale perché lo scopo finale è produrre vapore per far girare le turbine: la vecchia tecnologia solare non arrivava a superare i 350 gradi; ora raggiungiamo i 550 gradi, la stessa temperatura che si usa negli impianti a combustibili fossili".
Siamo comunque ancora alla fase di sperimentazione.
"Come esperimento pilota i 20 megawatt aggiunti dalle tecnologie solari alla centrale di Priolo non sono da buttar via: bastano a una città di 20 mila abitanti, consentono di risparmiare 12.500 tonnellate equivalenti di petrolio l'anno ed evitano l'emissione di 40 mila tonnellate l'anno di anidride carbonica. E il bello è che questo tipo di energia è conveniente: ai prezzi attuali l'impianto si ripaga in 6 anni e ne dura 30. Oltretutto, una volta avviata la produzione di massa, i prezzi di costruzione tenderanno al dimezzamento".
Quanto costa oggi un metro quadrato di specchi?
"Oggi, cioè in fase preindustriale, il costo complessivo dell'impianto oscilla tra i 100 e i 150 euro a metro quadrato. E da un metro quadrato si ricava ogni anno un'energia equivalente a quella di un barile di petrolio. Il che vuol dire che utilizzando un'area desertica o semidesertica di dieci chilometri quadrati si ottengono mille megawatt: la stessa energia che si ricava da un impianto nucleare o a combustibili fossili, ma con costi inferiori e con una lunga serie di problemi in meno".
Per esempio?
"Non si producono rifiuti né emissioni. L'energia è abbondante e rinnovabile. Non bisogna costruire sistemi di trasporto per i combustibili perché il sole arriva da solo. Gli investimenti e i costi sono più bassi rispetto alle centrali convenzionali. Il sistema è estremamente flessibile e si presta ad essere usato con impianti di piccola taglia in località isolate. I tempi di costruzione sono brevi, circa tre anni".
Ritiene che questa tecnologia cambi il ruolo delle rinnovabili?
"Secondo le previsioni dell'Iaea le rinnovabili di nuovo tipo, escludendo dunque l'idroelettrico e la biomassa tradizionale, non supereranno il 3,5 per cento del totale energetico nel 2030. Per andare oltre occorrono due condizioni. La prima è che i costi siano competitivi. La seconda è che il sistema sia flessibile: non a caso l'unica rinnovabile che ha mercato è l'idroelettrico perché le dighe consentono di usare l'acqua quando ce n'è bisogno. La tecnologia che si sperimenta a Priolo soddisfa entrambe queste condizioni".
Quanta energia si può produrre con questo tipo di centrali?
"In prospettiva, arrivando a un'applicazione industriale su larga scala, si può pensare che in regioni con una buona insolazione come il Sud dell'Italia si ricavi energia sufficiente a sostituire carbone, petrolio e metano".
Ma se la tecnologia è così semplice e i costi così bassi, perché il sistema non si è già imposto?
"Perché è un'idea nuova, e come tutte le idee nuove fatica ad essere assimilata. Noi stiamo aprendo un mercato dalle potenzialità enormi in un momento in cui c'è un disperato bisogno di un'energia non inquinante. Decidere tempi e modi spetta ai politici. Certo dal punto di vista scientifico una cosa va detta: o si lavora seriamente alla costruzione di un sistema energetico diverso da quello attuale, più pulito e in grado di ottenere più consenso, oppure si va avanti continuando a immettere gas serra nell'atmosfera e ci si assume il rischio dell'instabilità climatica legata a questo processo".

ENERGIA – MISURE SUL SOLARE E ALTRE FONTI PULITE

IL MINISTRO DELL’AMBIENTE PECORARO SCANIO ANNUNCIA UN PACCHETTO CONSISTENTE DI “FINANZIAMENTI” SULLE FONTI RINNOVABILI APPROVATE DAL GOVERNO CHE MOLTIPLICHERÀ PER CENTO IL SOLARE IN 10 ANNI NEL NOSTRO PAESE.

L’ITALIA DEVE AL PIÙ PRESTO RECUPERARE UN RITARDO CRONICO DI ALMENO DUE ANNI SUGLI ALTRI PAESI EUROPEI RISPETTO AL PROTOCOLLO DI KYOTO.

PER LA PRIMA VOLTA S’INCOMINCIA A “LEGIFERARE” IN MODO SERIO SULL’AMBIENTE E SUL SISTEMA ENERGETICO (ANCHE SUL LATO DELLE LIBERALIZZAZIONI) RISPETTO AL PASSATO.

LA OPINIONE PUBBLICA È ORA BEN COSCIENTE DELLA POSTA IN GIOCO NEI PROSSIMI ANNI, E COSÌ ANCHE I GOVERNI DI MOLTI PAESI AVANZATI COMINCIANO A RENDERSENE CONTO. LO SCONVOLGIMENTO DEL CLIMA STA PRODUCENDO COSTI SEMPRE PIÙ INSOSTENIBILI SIA UMANI CHE FINANZIARI.

LO STESSO MERCATO MONDIALE OGGI “INTRAVEDE” UN “GRANDE SVILUPPO” IN QUESTO CAMPO “SUSCETTIBILE” DI GENERARE MOLTA RICCHEZZA E POSTI DI LAVORO “POSITIVI” ALTAMENTE “QUALIFICATI” ALL’INTERNO DI UNA NUOVA CONCEZIONE DI SVILUPPO COSIDDETTO “COMPATIBILE” E NON PIÙ “INFINITO” COME TUTT’ORA ANCORA AVVIENE A “DANNO” DEL PIANETA E QUINDI DEI PROPRI ABITANTI.

TUTTI POTRANNO PRESENTARE DOMANDA PER USUFRUIRE DI QUESTI FINANZIAMENTI PER L’USO DI FONTI RINNOVABILI E SOLARE: LE FAMIGLIE, CONDOMINI, ENTI E IMPRESE I CUI COSTI SI PREVEDONO AMMORTIZZABILI IN 5-6 ANNI DI “RISPARMI” PERENNI.
Raffaele B.

ANSA
ECO-ENERGIA: ITALIA CENTUPLICHERA' SOLARE IN 10 ANNI /ANSA
(ANSA) - ROMA, 16 FEB - Dai penitenziari alle scuole, ai parchi, alle piccole e medie imprese: arrivano 60 milioni di euro per interventi sul solare e fonti di energia pulite. Questo il pacchetto messo a punto dal ministero dell'Ambiente e annunciato a Palazzo Chigi dal ministro Alfonso Pecoraro Scanio.

L'occasione, il secondo compleanno, oggi, dell'entrata in vigore del Protocollo di Kyoto. Obiettivo principale, ha detto Pecoraro Scanio, che ha anche distribuito lampadine a basso consumo davanti a Montecitorio, ''e' centuplicare il solare in 10 anni passando da 30 a 3.000 MW''. E per questo e' in arrivo, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale la prossima settimana, il nuovo decreto degli incentivi al fotovoltaico dopo l'ok della Conferenza Stato-Regioni. Intanto il Consiglio dei Ministri fa registrare una novita'. ''E' la prima volta in assoluto - ha riferito il ministro - che un Consiglio dei Ministri italiano fa una riflessione sul tema dei cambiamenti climatici'.

Alla riflessione seguira' un seminario del Governo ad hoc sul clima. ''Tre ore di riflessione coordinate con il contributo di autorevoli esperti'', ha detto Pecoraro Scanio. E per il compleanno di Kyoto arriva anche il messaggio del Presidente della Repubblica, letto dal ministro dell'Ambiente nella riunione dell'esecutivo. ''Il Governo va nella stessa direzione indicata dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano - ha detto Pecoraro Scanio - quella delle energie rinnovabili e di una politica sempre più attenta alle esigenze ambientali''.

Per quanto riguarda in particolare il piano d'azione da 60 milioni di euro su solare e rinnovabili, si tratta di 11 bandi. Il più consistente e' quello per le piccole e medie imprese con 25,8 milioni di euro. Per il sole negli enti pubblici ci sono 10,3 milioni di euro; altri 20 milioni riguardano le rinnovabili nelle città mentre per i parchi ci sono 1,2 milioni di euro.

Per il sole a scuola bando da 4,6 milioni di euro mentre per i penitenziari sono previsti 5.000 metri quadrati di impianti solari per acqua calda con oltre 700 mila euro di stanziamento. Interventi anche nell' architettura con 2,6 milioni di euro. Nel piano del ministero dell'Ambiente anche gli edifici pubblici con 1,5 milioni di euro per l'audit energetico.

Un milione di euro ciascuno per il capitoli della casa ecologica e per quello degli impianti sportivi. Infine ammonta a 900 mila euro il contributo del bando riferito a Università e associazioni per promuovere la formazione e l'informazione. Un'impronta sul solare che avrà il suo clou con il nuovo decreto di incentivi al fotovoltaico. ''L'obiettivo nazionale - ha detto Pecoraro Scanio - e' di 3.000 MW entro il 2016''. E l'Italia può farcela visto che, dicono i tecnici, l'Italia ha un'insolazione media di circa 125 ore l'anno, pari a quasi il doppio rispetto alle 72 ore l'anno della Germania.

Sul fronte del risparmio, il conto energia permette di rientrare nell'investimento in 5-6 anni con un bilancio in attivo negli anni successivi. Tutti possono presentare domanda; famiglie condomini, enti e imprese.

mercoledì, febbraio 14, 2007

ENERGIA SOLARE – IL RIENTRO IN ITALIA DI CARLO RUBBIA

È UNA BUONA NOTIZIA IL RIENTRO IN ITALIA DEL PREMIO NOBEL CARLO RUBBIA CHE ACCETTA DI DIVENTARE IL CONSIGLIERE DEL MINISTRO DELL’AMBIENTE PECORARO SCANIO.

LO SCIENZIATO COLLABORERÀ ALLA REALIZZAZIONE ED AL RILANCIO DELLE POLITICHE SULLE FONTI DI ENERGIA RINNOVABILI IN PARTICOLARE QUELLA SOLARE DI CUI L’ ITALIA NE È RICCA MA NON VIENE PERÒ UTILIZZATA!

IL RITORNO DEL PREMIO NOBEL ITALIANO “MARCA” UNA NOTEVOLE DIFFERENZA CON IL PRECEDENTE GOVERNO BERLUSCONI CHE INVECE AVEVA PENSATO DI FARE A MENO DELLA SUA COLLABORAZIONE (A DENUNCIA DELL’ASSENZA DI UNA POLITICA SULL’AMBIENTE) DI CUI GUARDA CASO INVECE SE NE È SUBITO SERVITA LA SPAGNA.

A SEGUITO DI CIÒ, QUESTO PAESE HA FATTO UN BALZO IN AVANTI SUL FOTOVOLTAICO, TECNOLOGIA D’AVANGUARDIA DI CUI RUBBIA SI OCCUPA IN PARTICOLARE.

CON QUESTA COLLABORAZIONE E CON LE NUOVE POLITCHE SULL’AMBIENTE ED ENERGIE RINNOVABILI POTREMO ALLO STESSO TEMPO “RIDURRE” IL CONSUMO DI PETROLIO, L’INQUINAMENTO, I SUOI COSTI SEMPRE CRESCENTI, E “RECUPERARE” POSIZIONI SULLE NUOVE ECO-TECNOLOGIE NEL MERCATO MONDIALE SU CUI È GIÀ INIZIATA LA CORSA.
Raffaele B.

ATENEONLINE
Il Nobel Rubbia torna in Italia "Il futuro è l'energia solare"
Mario Basile (12 feb 2007)
Lo scienziato rientra alle dipendenze del ministero dell'Ambiente, in qualità di collaboratore del ministro. Per Pecoraro Scanio, il ritorno del professore è l'occasione per promuovere lo sviluppo del fotovoltaico nel nostro Paese e dare un forte segnale di impegno nel tentativo di riportare in italia i grandi cervelli

Il premio Nobel Carlo Rubbia ritorna in Italia come consigliere del ministero dell’Ambiente per le energie rinnovabili. Il ministro Pecoraro Scanio ha mostrato la propria soddisfazione per l’accordo raggiunto: “Sono contento che il professore abbia accettato di dare un contributo al lavoro del ministero per rilanciare le nuove tecnologie nel settore delle fonti rinnovabili nel nostro Paese. Tutti si lamentavano che avevamo perso il professore Rubbia. Oggi lo riportiamo in Italia. L'obiettivo - per Pecoraro Scanio - è quello di acquisire e portare a collaborare con il governo italiano, e, in particolare, con il ministero dell'Ambiente, una personalità di grande prestigio e capacità internazionale come Rubbia che si era dovuto allontanare. Questo - ha proseguito il ministro - è importante per quella che viene chiamata la grande sfida per riportare in Italia i grandi cervelli. Bisogna ripulire l’ambiente, salvare il clima del mondo ma soprattutto dare all’Italia energia pulita, rinnovabile e disponibile”.

Lo scienziato ha da parte sua ribadito il suo impegno nell’adempimento del nuovo ruolo assegnatogli all’interno del ministero: “Ringrazio il ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio. Ho buttato la spugna un anno e mezzo fa, ora torno con lo spirito giusto. L’Italia è un Paese che ha una grande risorsa nel Sole e il Sole è qualcosa che noi dobbiamo poter utilizzare. E’ l’unica forma di energia indigena che abbiamo – ha aggiunto Rubbia – e quindi è giusto sviluppare una tecnologia di avanguardia ma anche una tecnologia di collaborazione con gli altri Paesi. Abbiamo assistito allo shock petrolifero e questo è solo l'inizio". Secondo il premio Nobel, "cosa farebbero i 10 miliardi di abitanti del Pianeta se non avessero un'energia disponibile a basso costo? Sarebbe la fine della civilizzazione umana. Abbiamo bisogno di preparare per il futuro”.

Le tappe verso la diffusione dell’utilizzo dell’energia solare prevedono già a marzo un incontro con il mondo imprenditoriale per incentivare gli investimenti nel settore. Per il ministro Pecoraro Scanio, bisogna prendere esempio dalla Spagna, evitando di puntare sul carbone: “In Spagna, non è il governo, ma sono gli imprenditori ad investire. Con il paese iberico, accettiamo la competizione e mettiamo in campo progetti comuni per vincere insieme. L'Italia può sfruttare questa tecnologia anche in iniziative di cooperazione internazionale perché si tratta di una tecnologia che può aiutare molti Paesi poveri che hanno tanto Sole ma, paradossalmente, devono abbattere le foreste per cucinare". Intanto, è stato già allestito un piano di incentivi per il fotovoltaico. Secondo il ministro dell’Ambiente, “ci saranno contributi e fondi per sbloccare in Italia non solo il fotovoltaico, il solare termico tradizionale, ma abbiamo anche previsto un sostegno per realizzare fino a 100 Megawatt di solare termodinamico”.

Si dovrebbe così arrivare a raddoppiare la produzione del volume di potenza fotovoltaica.

domenica, febbraio 11, 2007

ALITALIA – ALTRA LIQUIDAZIONE MILIONARIA A CIMOLI

ANCHE SE SI TRATTA DI UN CONTRATTO PRIVATO STIPULATO DAL PRECEDENTE GOVERNO BERLUSCONI, IL GOVERNO PRODI DEVE FARSI “CARICO” DI QUESTO “SCANDALO” PURTROPPO NON NUOVO NEL NOSTRO MARTORIATO PAESE.

NEL MOMENTO IN CUI SI RICHIEDONO “SACRIFICI” AI CITTADINI SEPPURE IN MISURA DEL PROPRIO REDDITO, NON SI PUÒ CERTO CONSENTIRE CHE UN MANAGER LICENZIATO QUALE È STATO CIMOLI, PRIMA DALLE FERROVIE CON PESSIMI RISULTATI E POI DALL’ALITALIA PER AVERLA PORTATA ALLA BANCAROTTA FINALE, SI PORTI VIA UNA UN’ALTRA LIQUIDAZIONE, DOPO QUELLA DELLE FFSS, DA 5 MILIONI DI EURO.

I MANAGERS DI STATO GODONO DI UN PRIVILEGIO ASSURDO: I LORO STIPENDI E LIQUIDAZIONI NON SONO LEGATI AI RISULTATI EFFETTIVAMENTE RAGGIUNTI. PER I LAVORATORI INVECE È SUFFICIENTE LO “SCARSO RENDIMENTO” PER ESSERE LICENZIATI, NONOSTANTE L’ART. 18 DELLA LEGGE 300.

LA CSIL DI BONANNO RILANCIA ORA LA SUA PROPOSTA PER CHIUDERE DEFINITIVAMENTE CON QUESTO ASSURDO “PRIVILEGIO” E CONSENTIRE IL RILANCIO DELLA COMPAGNIA DESTINANDO UNA PARTE DELLE AZIONI AI DIPENDENTI.
Raffaele B.
AGGIORNAMENTO: APPRENDIAMO DALL'ANSA LA SMENTITA DEL LEGALE DI CIMOLI.

ANSA
Legale Cimoli, nessuna buonuscita
2007-02-12 12:07
Non esiste clausola di 8 milioni per addio anticipato
(ANSA) - MILANO, 12 FEB - Cimoli non ricevera' alcuna buonuscita per l'addio anticipato dal vertice di Alitalia, afferma il legale del manager. Con riferimento alle notizie riportate dai media su un contratto tra Alitalia e Giancarlo Cimoli, l'avv.Trifiro' precisa che non vi e' alcun contratto che garantisca al manager 8 milioni di euro in caso di recesso anticipato: 'Ne' vi e' alcuna trattativa tra Cimoli e il ministero dell'Economia su una qualsiasi buonuscita'.

LA REPUBBLICA
ALITALIA: BONANNI, SCANDALOSA LA LIQUIDAZIONE DI CIMOLI
(AGI) - Roma, 11 Feb.
- "Cinque milioni di euro di liquidazione per due anni e mezzo alla guida dell'Alitalia, se rispondesse alla verità, sono una cifra scandalosa e inconcepibile per una compagnia aerea che perde un milione di euro al giorno". E' quanto sottolinea il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, riguardo le indiscrezioni sulla liquidazione che sarebbe stata concessa all'ex amministratore delegato dell'Alitalia, Giancarlo Cimoli.

"Nessuno vuole aprire processi o fare della inutile demagogia sulla discutibile gestione manageriale di Cimoli ma il Tesoro, in quanto azionista pubblico, ha il dovere di fare chiarezza su questa incredibile vicenda", sottolinea il leader della Cisl. "Non possono essere i contribuenti italiani ne' tantomeno i dipendenti dell'Alitalia a pagare il conto salato di una gestione fallimentare della nostra compagnia di bandiera in questi anni.

Non si possono chiedere sacrifici ai lavoratori e poi dare questi segnali in controtendenza. Occorre legare gli stipendi e le liquidazioni dei manager ai risultati effettivamente raggiunti, come il sindacato propone che si faccia anche per i lavoratori.

Per questo la Cisl rilancia la sua proposta: se il Tesoro vuole dare un segnale nuovo e di responsabilità, invece di elargire ingiustificate liquidazioni milionarie, destini una parte delle azioni in vendita dell'Alitalia ai dipendenti, con il vincolo della incedibilità per almeno dieci anni, in modo da affrontare il tema del risanamento e del rilancio della nostra compagnia aerea con la partecipazione dei lavoratori al capitale di rischio.

Questo sarebbe un segnale davvero riformatore ed innovativo in vista della cessione ai privati dell'Alitalia e per tutto il nostro sistema economico".

DICO – PIÙ DIRITTI MENO DISCRIMINAZIONI

FINALMENTE SI È RAGGIUNTO CON UNA CERTA FATICA UN “ACCORDO” TRA I LAICI E CATTOLICI DEL CENTROSINISTRA SULLA QUESTIONE DEI DIRITTI CIVILI DELLE COPPIE DI FATTO CHE PORTA LA NUOVA DENOMINAZIONE “DICO”.

AVVERSATO FORTEMENTE DALLA CHIESA, DAI “TEODEM” E DAI DIFENSORI DELLA “FAMIGLIA NATURALE” E “CATTOLICA” DA PARTE DI VECCHI E NUOVI “PALADINI” DI QUESTO FRONTE A COMINCIARE DA BERLUSCONI MEDESIMO (REDUCE DALLA STRIGLIATA DELLA MOGLIE), E DAI “CELODURISTI” DELLA LEGA DI BOSSI MAI TANTO TENERI CON LA “ROMA LADRONA” MA DEL “VATICANO” OVVIAMENTE SI.

CURIOSAMENTE LA CHIESA DI PAPA RATZINGER E QUESTI SIGNORI “AFFERMANO” SENZA “SPIEGARLO” CHE “ALLARGARE” I DIRITTI A NUOVE FORME DI COPPIA “CREA” LA FAMIGLIA DI SERIE B E SI METTE IN PERICOLO LA FAMIGLIA TRADIZIONALE DI SERIE A. COME PERÒ, NON È DATO SAPERLO!

NON SOLO, MA IL VATICANO, FACENDO “PERNO” SU COSTORO PUNTA AD “IMPEDIRE” ALLO STATO ITALIANO DI “LEGIFERARE” SULLA MATERIA PER VENIRE “INCONTRO” AD ALTRI CITTADINI CHE PER MOTIVI PERSONALI NON SI RICONOSCONO NEI PRECETTI “CATTOLICI”.

È CHIARO CHE QUI NON SI TRATTA PIÙ DI ESPRIMERE LA PROPRIA POSIZIONE COME CHIESA CATTOLICA CHE PARLA AI "CATTOLICI" COME PREVISTA DAL CONCORDATO ART.7, MA DI UNA PESANTE INGERENZA VERSO GLI ORGANI ISTITUZIONALI ED ELETTIVI DI UN ALTRO STATO CHE HA IL “DOVERE” DI “RIMUOVERE” TUTTE LE “DISCRIMINAZIONI” DI “RELIGIONE”, DI “SESSO” E DI “RAZZA” FRA I SUOI CITTADINI E CHE PER QUESTO DEVE ESSERE “LAICO” PER ASSOLVERE A TALE COMPITO, NO?
Raffaele B.
NB. COSA PREVEDE IL DDL, NELL’ARTICOLO DI SOTTO RIPORTATO
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Da Repubblica: Quei patti dimenticati tra Stato e Chiesa di E. Scalfari

REUTERS
Dico, Prodi "non vede" polemiche, Bossi sta col Papa
sabato, 10 febbraio 2007 4.20

CHENNAI, India/VICENZA (Reuters) - Il presidente del Consiglio Romano Prodi ha detto oggi di non vedere le polemiche divampate in Italia dopo che il governo ha approvato il ddl che regolamenta le unioni di fatto -- i cosiddetti "Dico" -- mentre il leader della Lega Nord Umberto Bossi ha dato sostegno alla posizione critica del Papa e della Chiesa Cattolica che si oppone fermamente alla legge che riconosce le convivenze anche fra due persone dello stesso sesso.

"Non le vedo", ha detto semplicemente oggi il premier nel primo giorno della sua visita ufficiale in India, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano un commento alle polemiche scatenate dall'approvazione del disegno di legge che ora deve affrontare l'iter di approvazione in Parlamento.

"Io penso che il Papa abbia ragione", ha invece detto Bossi oggi a Vicenza a margine dell'insediamento del nuovo Parlamento del Nord ideato dalla Lega.
Ieri il Papa ha lanciato un appello a politici e giudici perché le leggi siano conformi al "diritto naturale", mentre la Conferenza Episcopale Italiana ha espresso un giudizio "nettamente negativo", dicendo che "I cosiddetti Dico appaiano destinati a produrre problemi più gravi di quelli che ci si ripromette di affrontare".

"Si poteva fare una legge che dava dei vantaggi specifici invece di creare una nuova famiglia che crea confusione con la famiglia tradizionale - ha proseguito oggi Bossi - Così anche gli omosessuali avranno dei diritti. "Con questo ddl si crea una famiglia parallela a quella normale, con tutti i vantaggi di quella tradizionale, e ciò non va bene", ha concluso.

PECORARO SCANIO: STATO DEVE FARE LEGGI ANCHE PER I PECCATORI
Il disegno di legge varato dal governo, che ora dovrà passare l'esame del Parlamento, si chiama Dico -- sigla che sta per "diritti e doveri delle persone conviventi" -- ed è frutto di un faticoso compromesso fra la componente cattolica e quella laica della coalizione di centrosinistra.

Di parere diametralmente opposto a Bossi, il ministro dell'Ambiente e leader dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio che da Torino ha definito il ddl "un passo avanti", pur eccependo una certa dose di "ipocrisia" al suo interno.

"La Chiesa ha tutto il diritto di criticare - ha proseguito il ministro - La Chiesa dice anche di non usare i profilattici, ma non mi sembra che lo Stato abbia messo fuorilegge i preservativi. Io ritengo che chi ha profonde convinzioni religiose debba rispettarle e applicarle: quindi deve rimanere casto fino al matrimonio e deve sposarsi in chiesa. Ma lo Stato fa la legge anche per quei cittadini che non hanno convincimenti così profondi, o che sono peccatori".

COSA PREVEDE DDL
Il testo è stato votato all'unanimità dal Consiglio dei ministri, a cui però non partecipava il ministro della Giustizia Clemente Mastella, contrario al riconoscimento delle coppie di fatto.

La legge, recita l'articolo 1, si applica a "due persone maggiorenni e capaci, anche se dello stesso sesso, uniti da reciproco vincolo di affettività".
Dunque, non solo coppie eterosessuali od omosessuali, ma anche fratelli o altri parenti che si assistono. Sono invece esclusi i rapporti tra "persone legate da rapporti contrattuali", come ad esempio un anziano e il suo "badante". E sarà punito penalmente chi dichiarerà il falso.

Per la legge - che si scontra con l'opposizione dell'Udeur di Mastella e con le resistenze di alcuni deputati della Margherita, i cosiddetti "teodem" - l'importante è che le convivenze siano "stabili", non occasionali.

Il primo passo per i conviventi sarà una dichiarazione all'ufficio dell'anagrafe, che potrà essere contestuale per entrambi oppure in due tempi, col secondo convivente che invia una raccomandata successivamente.

Il testo attuale prevede tre anni di convivenza per subentrare in un contratto d'affitto. Tre anni anche per il ricongiungimento con il convivente (per esempio un insegnante trasferito in altra provincia), mentre per la successione occorrono 9 anni.
I doveri di assistenza nei confronti dell'ex convivente più debole scattano se il rapporto è durato almeno tre anni.

Dall'approvazione della legge varranno subito il diritto all'assistenza ospedaliera, alla casa popolare, alle visite in carcere.

Per le pensioni, invece, la legge non parla direttamente di reversibilità, ma rimanda al prossimo riordino della previdenza, che dovrà creare un istituto ad hoc.

giovedì, febbraio 08, 2007

CALIPARI – PER GLI AMERICANI IL CASO È CHIUSO

COME VOLEVASI DIMOSTRARE, NIENTE ESTRADIZIONE DEL SOLDATO USA LOZANO PER L’OMICIDIO DI CALIPARI E IL FERIMENTO DELLA SGRENA IN IRAQ.

SI PROSEGUE IL GIUDIZIO IN “CONTUMACIA” ANCHE SENZA LA PRESENZA DELL’IMPUTATO PERCHÉ È ACCERTATO DAI GIUDICI CHE SI È TRATTATO PROPRIO DI OMICIDIO POLITICO E CHE FU LESO, CON L’UCCISIONE DI UN AGENTE, GLI INTERESSI DELLO STATO ITALIANO.

SI È ACCERTATO ANCHE CHE SONO STATE FATTE “SPARIRE” MOLTE PROVE SUL POSTO PER RENDERE PIÙ DIFFICILE LA RICOSTRUZIONE DEI FATTI.

LO STESSO SOLDATO ORA CI FA SAPERE CHE “SI RICONOSCE COMPLETAMENTE” NEL RAPPORTO DEGLI INQUIRENTI. INSOMMA I NOSTRI GIUDICI HANNO RAGIONE!

GLI USA, COME È NOTO, NON HANNO ADERITO ALLA CORTE PENALE INTERNAZIONALE DELL’AJA PERCHÉ NON VOGLIONO CHE I LORO CITTADINI ED IN PARTICOLARE I LORO SOLDATI POSSANO ESSERE GIUDICATI DA ALTRI TRIBUNALI CHE NON SIANO I LORO.

QUESTA CONDIZIONE RENDE DI FATTO “PROBLEMATICA” L’ALLEANZA MILITARE CON LORO PERCHÉ A DIFFERENZA DEI NOSTRI SOLDATI, GLI AMERICANI SONO E RESTANO “IMMUNI E NON ESTRADABILI”. VI SONO NUMEROSI ESEMPI DI REATI ANCHE GRAVI COMMESSI DAI MILITARI AMERICANI IN ITALIA ED IN ALTRI PAESI CHE HANNO POTUTO “BENEFICIARE” DI “PROCESSI BENEVOLI” A CASA LORO CAVANDOSELA CON “CONDANNE” RIDICOLE, VEDI IL
MASSACRO DEL CERMIS NEL 1998.

VEDREMO COME ANDRÀ A FINIRE UNA VOLTA ACCERTATA L’INTERA VERITÀ E FINO A QUANDO GLI AMERICANI POTRANNO INSISTERE SULLA IMMUNITÀ DEI LORO SOLDATI SENZA INCIDERE GRAVEMENTE SUI LORO RAPPORTI CON GLI ALLEATI.

IL CENTRODESTRA NATURALMENTE NON PERDE NESSUNA OCCASIONE PER CHIEDERE LE DIMISSIONI DEL GOVERNO PRODI PERCHÉ CON LA SUA POLITICA ESTERA, NON PIÙ SUPINA E SUBALTERNA COME FU LA LORO, STANNO METTENDO, SECONDO LORO, IN SERIO PERICOLO LE NOSTRE RELAZIONI CON L’IMPORTANTE E POTENTE ALLEATO.
Raffaele B.

LASTAMPA
Il Pentagono: "Storia chiusa. Non vi daremo il soldato"
PAOLO MASTROLILLI
NEW YORK
8/2/2007 (7:15)


Il caso è chiuso e l'estradizione è esclusa. Così le autorità americane rispondono al rinvio a giudizio di Mario Lozano, mentre il soldato fa sapere che si riconosce «completamente nel rapporto degli inquirenti». A nome del Pentagono, ha parlato il comandante di Marina Joe Carpenter: «Il nostro governo ha espresso a suo tempo le condoglianze, che ribadiamo, per una morte tragica. Tuttavia noi restiamo ai risultati dell'inchiesta che fu condotta dalle forze della Coalizione nel 2005, incluse le conclusioni ufficiali che sottolineavano come nessuna ulteriore azione fosse richiesta contro i soldati di quel checkpoint». Carpenter ha detto che «non è utile aggiungere ulteriori commenti. Tocca ad altri elementi del governo Usa, in particolare il Dipartimento di Stato, discuterne con le autorità in Italia».
Ma la posizione del «ministero degli Esteri» non è diversa dal Pentagono. Secondo Terry Davidson, responsabile delle comunicazioni per l'Europa, il suo governo «è dispiaciuto per la tragica morte di Calipari, considerato un eroe dai funzionari americani che hanno lavorato con lui. Gli Stati Uniti e l'Italia hanno condotto insieme un'approfondita inchiesta congiunta su questo caso, che consideriamo chiuso». Davidson ha dichiarato di non poter commentare gli aspetti legali della vicenda, però una fonte anonima ha precisato all'Ansa che non c'è alcuna possibilità di estradizione. Il trattamento giuridico dei soldati americani all'estero, infatti, è un tema su cui Washington ha sempre avuto una posizione rigida, per evitare che possano essere portati in tribunale. Anche per questa ragione gli Usa non hanno aderito alla Corte penale internazionale dell'Aja. Il portavoce delle Casa Bianca Tony Snow ha evitato di commentare gli aspetti legali della vicenda: «Non intendo parlare di attività giudiziarie però intendo sottolineare che noi continueremo a lavorare molto strettamente con gli alleati degli Stati Uniti». Il colega del Dipartimento di Stato, Sean McCormack, ha aggiunto: «I soldati americani hanno agito in linea con le regole di ingaggio. Persone ragionevoli possono giungere a conclusioni diverse partendo dagli stessi fatti: penso che ciò sia accaduto in questo caso».
Il nome di Mario Lozano si è saputo solo per un errore nella criptazione dei documenti che lo citavano. Lui ha 35 anni, è originario del Bronx e ha due figlie, di 12 e 15 anni. Era andato in Iraq come specialist nel 69th Infantry Regiment della New York State National Guard. Secondo il tenente colonnello Paul Fanning, portavoce del reggimento, Lozano serve ancora nella sua unità. La Guardia Nazionale fa parte della riserva, e quindi i suoi membri non sono soldati a tempo pieno. Mario vive con la famiglia e lavora, e ogni tanto si addestra. Il portavoce non è sicuro, ma sarebbe stato promosso sergente. Lozano ha sempre rifiutato di parlare in pubblico della morte di Calipari, ma ieri Fanning lo ha sentito e ha raccolto questa dichiarazione: «Il rapporto frutto dell'investigazione è accurato». Dunque l'incidente, secondo il soldato di New York, è andato come ha scritto la commissione d'inchiesta.
Qualche tempo fa un suo compagno di reparto aveva detto al giornale Daily News che Mario era «devastato» dalla morte di Calipari. Fanning conferma che «tragedie così non le superi mai, anche perché il nostro reparto ha perso undici uomini in Iraq». Il tenente colonnello descrive Lozano come «una persona normalissima», al corrente degli sviluppi legali e politici del suo caso. Proprio perciò chiede di essere lasciato in pace. La questione dei grilletti facili in Iraq, però, sta avendo un impatto negli Usa. Secondo Marla Bertagnolli, direttrice associata della Campaign for Innocent Victims in Conflict, «il Pentagono tiene una statistica di questi casi, che sono molto più numerosi di quanto ammetta. Perciò in primavera verrà presentata una legge in Congresso, per ottenere almeno che i militari rivelino i loro errori e compensino i famigliari delle vittime».

martedì, febbraio 06, 2007

CALCIO – LA SICUREZZA INNANZITUTTO

SEMBRA PROPRIO CHE SI VOLTA PAGINA SU QUESTO FENOMENO A CUI CI ERAVAMO ORMAI ABITUATI. ANNI DI VIOLENZA GRATUITA CON MORTI E FERITI SENZA CHE POI ALLE “CONDANNE VERBALI” E “FUNERALI DI MASSA” SEGUISSERO MISURE EFFICACI CAPACI DI RISOLVERE IL PROBLEMA ALLA RADICE.

CI HA PROVATO L’EX-MINISTRO PISANU CON UNA NORMATIVA CHE PERÒ SI APPLICA SOLO AGLI STADI DA 10MILA POSTI IN SU. NATURALMENTE LA LEGGE VIENE “AGGIRATA" DECLASSANDOLI A 9999 POSTI. MA QUESTA VOLTA LA MORTE DELL’ AGENTE DI POLIZIA RACITI HA FATTO SCATTARE QUALCOSA CHE INVECE NON SCATTAVA PRIMA, CON ALTRE MORTI, PURE NUMEROSE.

IL GOVERNO SEMBRA DECISO AD ABBASSARE SENSIBILMENTE IL NUMERO DEI POSTI PER L’APPLICAZIONE DELLE NORME CON ULTERIORI MISURE TRA LE QUALI QUELLA DI “OBBLIGARE” LO STADIO “NON A NORMA” DI DISPUTARE LE PARTITE “SENZA PUBBLICO”. CIÒ COSTRINGERÀ LE SOCIETÀ A METTERLI A NORMA NEL PIÙ BREVE TEMPO POSSIBILE. ALTRE MISURE COSTRINGERANNO LE SOCIETÀ A “RECIDERE” UNA VOLTA PER TUTTE QUEI LEGAMI “PERVERSI” CON LE TIFOSERIE ESTREME (PAROLE DI PISANU).

LE SOCIETÀ INVECE PUNTANO A DARE BATTAGLIA AL GOVERNO PER FARE RIAPRIRE GLI STADI COMUNQUE! SI CAPISCE, CI SONO MOLTI “SOLDI” IN BALLO. ECCO PERCHÉ SIAMO A QUESTO PUNTO. MA ORA BASTA!

INFINE ALTRE MISURE RENDERANNO GLI STADI PIÙ GESTIBILI DAL PUNTO DI VISTA DELLA SICUREZZA IN MODO ANALOGO COME FATTO CON SUCCESSO IN INGHILTERRRA. ERA ORA!
Raffaele B.

L’UNITA
Calcio, Amato: stop alle pressioni I club: «Stadi aperti da subito»
Pubblicato il: 05.02.07
Modificato il: 06.02.07 alle ore 15.27

A Catania, intanto, gli arresti sono 34

Porte chiuse a tifosi e spettatori negli stadi non «a norma», le partite si giocheranno per ora senza pubblico. Il provvedimento - il primo di una serie d'interventi del governo contro la violenza negli stadi - riguarda più della metà degli impianti. Gli unici «sicuri», che sono completamente in regola, sono in tutto quattro: l'Olimpico di Roma (Roma e Lazio), l'Olimpico di Torino (Toro in A e Juve in B), Palermo e Siena. Dallo stop del calcio se ne esce con «misure severe», aveva detto il ministro dell'Interno Giuliano Amato dopo gli incidenti di venerdì durante la partita Catania-Palermo. E così è stato: niente più pubblico allo stadio, secondo il pacchetto di provvedimenti varato lunedì dal governo, la sicurezza degli impianti sarà valutata in base alla normativa-Pisanu. E ancora, 'no' alla vendita dei biglietti «a blocchi» alle tifoserie ospiti, stop ai rapporti tra i club e gli ultras. «Dovremo resistere alle pressioni del calcio», osserva il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, riguardo alla severità delle misure prese prima che il campionato possa ripartire. «Per Catania-Palermo fu segnato il livello 3, il rischio massimo», racconta in Parlamento il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, ricapitolando la dinamica dei tragici incidenti di venerdì: «teppisti hanno lanciato bulloni, pietre e bombe carta contro le forze dell´ordine. Ma è dopo la fine della partita che sono scoppiati gli incidenti più gravi - continua Amato - e viene colpito l´agente Raciti. Non sappiamo da chi. Sono state arrestate finora 34 persone e sono stati sequestrati bastoni, spranghe e stupefacenti. A Catania c´è un grave disagio». Domani, intanto, ci sarà la partita che inaugurerà il torneo giovanile di Viareggio, riservato alle squadre 'Primavera'. Con la Serie A che potrebbe riprendere, invece, già da domenica prossima. È questa la richiesta dei presidenti: «Il governo prima di prendere le decisioni dovrebbe consultarci - dice la Lega calcio - vogliamo giocare già domenica. No alle partite a porte chiuse si rientri in campo, ma siamo d'accordo nel vietare le trasferte». Ma il governo aspetta per vederci chiaro: «Ad oggi gli stadi a norma in serie A sono solo quattro - ha spiegato il sottosegretario alla Giustizia, Luigi Scotti, che ha partecipato alla riunione di ieri del governo - il decreto legge, eliminando la vendita in blocco di biglietti alle società in trasferta, toglierà per gli stadi l'obbligo di parcheggio riservato per i tifosi in trasferta. In questo modo gli stadi a norma sarano 7 o 10 per la Serie A». La decisione sulla ripresa del gioco, insomma, è rinviata alla riunione nel pomeriggio di martedì tra addetti ai lavori.
Il ministro Amato, per ora, lavora sul fronte della sicurezza: «occorrerà riestendere la norma della quasi flagranza tra coloro che saranno identificati attraverso le foto e i video - dice - trentasei ore non sono sufficienti e si potrà arrivare alle 48 ore». Inoltre, «dovremo rivedere la soglia delle misure di sicurezza, tornelli e quant'altro, che ora scatta negli stadi con 10.000 posti, ed è una beffa perché alcuni stadi denunciano 9.990 posti. Tra le altre misure, un «rafforzamento» delle sanzioni nei confronti di coloro che commettono violenza con lo sganciamento del 'Daspo', la diffida a partecipare a manifestazioni sportive, dal presupposto dell'accertamento del reato. Il Daspo, insomma, potrà diventare una misura anche di carattere preventivo. Il comportamento pericoloso sarà sufficiente per interdire l'accesso negli stadi. Il Daspo potrà essere esteso ai minori, senza che diventino penalmente perseguibili.
Il ministro Melandri ha poi delineato il «nuovo modello di governo del calcio»: gli stadi di proprietà delle società di calcio, la sicurezza interna affidata agli steward, il divieto di intrattenere rapporti tra società e gruppi di tifosi organizzati. «Nel medio periodo ci sarà una distribuzione delle responsabilità, degli onori e oneri» nella gestione della sicurezza insieme alle forze di polizia. A breve, però, bisogna capire quali stadi potranno ospitare il pubblico e quali no. «Verificheremo mese per mese l´effettività dell'applicazione dei biglietti nominali, della videosorveglianza e dei tornelli» ha spiegato la Melandri.
Mercoledì prossimo si svolgerà una riunione del Consiglio dei ministri per «decidere delle misure urgenti e immediate per l'ordine pubblico». Lo ha annunciato Enrico Letta. «Alcune norme saranno di conferma e rafforzamento del decreto Pisanu, altre avranno delle innovazioni. Ci sarà infine una proposta di legge delega sulla situazione a regime che il Governo proporrà al Parlamento in materia di rapporti tra società e budget di gestione e tifoserie».Il campionato di calcio, comunque, potrebbe riprendere già con gli anticipi di sabato prossimo. Lo ha annunciato il commissario straordinario della Figc Luca Pancalli: ci sono i tempi tecnici - ha detto - se il Consiglio de ministri approverà il Decreto legge mercoledì.

venerdì, febbraio 02, 2007

LE FARMACIE DIFENDONO L’ORARIO

ERA INEVITABILE CHE DOPO IL DECRETO BERSANI SULLA LIBERALIZZAZIONE DEI FARMACI DA BANCO “VENDIBILI” ANCHE NEI SUPERMERCATI, L’AUTHORITY CHIEDESSE ANCHE LA LIBERALIZZAZIONE DEGLI ORARI DELLE FARMACIE.

INFATTI I LIMITI DEGLI ORARI, CHIUSURA FESTIVA, INFRASETTIMANALE E FERIE NON AGEVOLANO CERTO LA “CONCORRENZA” A VANTAGGIO DEI CONSUMATORI. QUESTI LIMITI CONSENTONO ANCHE L’ESISTENZA DELLE COSIDDETTE FARMACIE NOTTURNE.

LA FARMACIA NOTTURNA È UNA VERA NICCHIA PRIVILEGIATA PERCHÉ DI NOTTE NON VI È CONCORRENZA E ALLORA SU CON I PREZZI E MAGGIORAZIONI A TUTTO SVANTAGGIO DEI CONSUMATORI.

RISULTA COSI OVVIO CHE LA RAPPRESENTANZA DEI FARMACISTI “FEDERFARMA” SIA CONTRARIO ANCHE A QUESTA LIBERALIZZAZIONE ADDUCENDO A FALSE RAGIONI SECONDO CUI LA SOPPRESSIONE DELLE FARMACIE NOTTURNE SI RISOLVEREBBE A DANNO DEI CONSUMATORI.

IN REALTÀ UNA VOLTA SOPPRESSO I LIMITI DEGLI ORARI SARÀ SOLO IL NOME “NOTTURNO” AD ESSERE SOPPRESSO E NON LE FARMACIE MEDESIME. QUESTE INVECE OPERERANNO COME NORMALI FARMACIE PERCHÉ ANCHE LE ALTRE POTRANNO ESSERE APERTI DI NOTTE. QUINDI SU CON LA “CONCORRENZA” E COSÌ GIU CON I PREZZI, NO?

INFINE MA NON MENO IMPORTANTE È LO STESSO “PRIVILEGIO” DELLA “COMPETENZA” DEGLI ORARI AGLI STESSI RAPPRESENTANTI DEI FARMACISTI CHE È INACCETTABILE PERCHÈ CONSENTE LORO DI “OSTACOLARE” LA “CONCORRENZA”.

RISULTA COSÌ EVIDENTE LA PERMANENENZA DI LEGGI “SUPERATE” CHE PERMETTONO “PRIVILEGI” ANCORA IN TANTI SETTORI DI MERCATO IN ITALIA. L’AUTHORITY DOVREBBE CHIEDERE ANCHE L’ABOLIZIONE DI QUELLE “LEGGI” E IL GOVERNO A SOPPRIMERLE IN TEMPI RAPIDI.
Raffaele B.

REPUBBLICA
"Liberalizzazione degli orari" L'Antitrust contro le limitazioni sui turni
L'Autorità chiede l'eliminazione dei vincoli sull'apertura: "Limitano la concorrenza"Il decreto Bersani aveva già esteso la possibilità di vendita ad altri esercizi commerciali
2 febbraio 2007
ROMA - Liberalizzazione degli orari delle farmacie. A chiederla è l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato in una segnalazione inviata al Governo, ai presidenti di Camera e Senato e alle Regioni. Nella nota si chiede che vengano liberalizzati orari, turni e ferie delle farmacie stabiliti su base regionale, per garantire maggiori opportunità di accesso ai farmaci da parte dei cittadini e offrire agli stessi farmacisti le armi necessarie per fronteggiare la concorrenza degli altri canali distributivi.
Secondo l'Antitrust è necessario puntare all'abbattimento dei limiti (e gli obblighi di uniformità) relativi all'orario di apertura giornaliero e settimanale, estendendo la facoltà di apertura degli esercizi al di là degli orari minimi previsti dalla normativa. Niente più giorni di chiusura obbligatoria domenicale, festiva e infrasettimanale, dunque, né limite minimo di ferie annuali.
L'Autorità sostiene infatti che "i vincoli che impediscono ai farmacisti di prestare i propri servizi oltre gli orari e i turni minimi appaiono restringere ingiustificatamente la concorrenza tra farmacie, impedendo l'ampliamento dell'offerta a beneficio dei consumatori''. L'abbattimento dei limiti sarebbe poi ''ancor più necessario'' alla luce del decreto Bersani che ha introdotto la possibilità di vendita dei farmaci senza obbligo di prescrizione da parte di esercizi commerciali diversi dalle farmacie.
L'Autorità segnala, infine, "gli aspetti problematici delle previsioni regionali che riconoscono competenze agli organismi rappresentativi dei farmacisti nella definizione dei limiti massimi di apertura al pubblico delle farmacie e delle relative deroghe". Se a decidere, dice l'Autorità guidata da Antonio Catricalà, "sono gli stessi rappresentanti dei farmacisti, c'è il rischio che si tenda ad uniformare l'attività degli associati limitando le loro autonome iniziative imprenditoriali"
Federfarma si dice invece contraria alla liberalizzazione degli orari. L'attuale turnazione, secondo il segretario nazionale della Federazione nazionale unitaria dei farmacisti italiani, Franco Caprino, "garantisce un migliore servizio, fornendo al cittadino una rete di farmacie omogenea sul territorio". "La liberalizzazione auspicata, senza turni e orari, porterebbe invece - aggiunge Caprino - solo ad un grande disordine e all'inevitabile chiusura delle farmacie notturne, a tutto danno dei cittadini".

giovedì, febbraio 01, 2007

SILVIO "PUNITO" DA VERONICA

LA SIGNORA VERONICA LARIO, MOGLIE DI SILVIO, QUESTA VOLTA NON È STATA ZITTA DI FRONTE ALL’ENNESIMA INFELICE BATTUTA PUBBLICA DEL MARITO. QUESTA VOLTA HA REAGITO IN MODO PESANTE! LO HA COLPITO LADDOVE IL PERSONAGGIO È PIÙ SENSIBILE, NEI MASS-MEDIA APPUNTO. L’HA VOLUTO COSTRINGERE A CHIEDERLE SCUSA. L’HA FATTO COINVOLGENDO LA PUBBLICA OPINIONE PROPRIO ATTRAVERSO UN GIORNALE “AVVERSARIO” QUALE È “REPUBBLICA”. LA RISPOSTA DI BERLUSCONI NON POTEVA FARSI ATTENDERE E COSÌ DOPO DIVERSE ORE È ARRIVATA CON BELLE E STRUGGENTI “PAROLE” SU CUI I SALOTTI A LUI FAVOREVOLI LO HANNO MOLTO LODATO.
SECONDO ME INVECE LA RISPOSTA PUNTA INNANZITUTTO AD "ATTUTIRE" IL DANNO ARRECATO ALLA SUA IMMAGINE PIÙ CHE A "SCUSARSI" VERAMENTE, TANT’È CHE ALLA FINE EGLI “NEGA” DI AVERE DETTO LA FRASE PER LA QUALE EGLI SI DOVEVA "SCUSARE".
A DIMOSTRAZIONE DELLA “INCONSISTENZA” DELLE SUE “PAROLE”, “PARLANO” INVECE TUTTE LE SUE ANALOGHE “BATTUTE” DETTE IN MOLTE OCCASIONI PUBBLICHE.
Raffaele B.

Cronistoria delle infelici 'battute' del presidente
1) Quella pronunciata in un consesso economico, secondo la quale "la competitività bisogna averla con le ragazze",
2) Quella su Cacciari. Nel 2002, nella conferenza stampa tenuta in occasione dell'incontro con premier danese Anders Fogh Rasmussen, uomo giovane e decisamente avvenente, Berlusconi afferma: "Rasmussen è il primo ministro più bello dell'Europa. Penso di presentarlo a mia moglie perchè è anche più bello di Cacciari. Con tutto quello che si dice in giro...Povera donna...".
3) Una volta di Alessandra Mussolini Berlusconi si lascia scappare: "Buttala via...". Alla Yespica già nel 2005, prima ancora del "Io con te andrei ovunque"
4) telefona in occasione di un incontro con il presidente venezuelano Hugo Chavez. "Caro Hugo, ti passo una tua ammiratrice..." (dimostrando a tutti di avere il numero cellulare della bella venezuelana).
5) All'allora cancelliere tedesco Schroeder chiede: "Parliamo di calcio e di donne...". E poi: "Tu, per esempio, Gerhard, che hai avuto quattro mogli, cosa ci puoi dire delle donne?".
6) A Brescia in occasione delle elezioni amministrative del 2003 afferma che "Viviana Beccalossi è più brava che bella. Il contrario di Rosi Bindi". Poi però, trascinato dall'entusiasmo, urla: "Forza Viviana, fagliela vedere".
7) In occasione di una visita ufficiale in Ungheria consiglia ai giornalisti di farsi dare dal premier ungherese "qualche buon indirizzo".
8) Dell'immobiliarista Stefano Ricucci dice: "Macchè povero Ricucci, ha una cosa che tutti gli invidiamo!", alludendo alla moglie Anna Falchi.
9) Quando da premier vota contro le quote rosa assicura di aver agito "per legittima difesa: alcuni deputati hanno fatto i calcoli: già rischiamo molto passando al proporzionale, se poi ogni tre di noi mettono una signora...". E d'altra parte non perde occasione per assicurare che "a noi le signore, soprattutto belle, in Parlamento ci piacciono molto".
10) Di Ombretta Colli dice: "Votate l'Ombretta: è brava, l'è una bela tusa e canta bene".
11) E alla Fao saluta in particolare "le belle delegate".
12) Con la presidente finlandese Tarja Halonen assicura di "aver rispolverato le doti di playboy" "per portare l'authority alimentare a Parma.
13) A Mosca nel 2004 in occasione di una visita ufficiale mette in imbarazzo Putin ostinandosi a baciare un'operaia della Merloni che aveva fatto di tutto per evitare le sue effusioni.
14) Non perde occasione per fare i complimenti ad attrici, conduttrici, veline. In occasione di una serata di gala di due anni fa con la moda italiana a Palazzo Chigi i giornali riportano una lista di frasi galanti: "Gli occhi ringraziano" a Debora Salvalaggio, seconda classificata a Miss Italia, "Bella, bellissima, che meraviglia, complimenti" a Miss Roma.
15) Fino alla serata dei Telegatti, e alle frasi rivolte a Micaela Biancofiore e Mara Carfagna, e che hanno offeso Veronica Lario: "Sono brave e belle, e la Carfagna... guardatela, se non fossi già sposato me la sposerei".

REPUBBLICA
Berlusconi chiede scusa alla moglie
"La tua dignità è un bene prezioso"

31 gennaio 2007
MILANO - "La tua dignità è un bene prezioso". Tanto tuonò che piovve e, alla fine, Silvio Berlusconi non ha potuto non farlo. Chiedere scusa alla moglie, Veronica Lario, che
dalle pagine di Repubblica ha chiesto al marito di cospargersi pubblicamente il capo di cenere dopo il comportamento tenuto durante la cena seguìta alla cerimonia di consegna dei Telegatti, lo scorso fine settimana. E allora, "Cara Veronica, eccoti le mie scuse". Lo fa divulgando una lettera alle agenzie e poi vola da lei e dai figli a Milano dove, l'entourage dell'ex premier, giura ceneranno insieme. La moglie però non commenta: "Non rilascio dichiarazioni", fa sapere.
Una battuta su quanto gli sarebbe piaciuto sposare la deputata azzurra ed ex soubrette Mara Carfagna, un'altra sull'abito generoso della velina di Striscia, Melissa Satta, i palpiti al cospetto della showgirl Aida Yespica, che per compiacerlo lo ha incoronato con un "Con lei andrei su un'isola deserta", al che lui ha replicato "Io con te andrei dappertutto". Gocce che hanno fatto traboccare un vaso già colmo da anni, fra gaffe e "piacionismi" da playboy incallito quale Berlusconi stesso si è sempre dichiarato…
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REPUBBLICA
Berlusconi e le donne, battute e gaffe
tra Veronica, Aida e le altre

31 gennaio 2007
ROMA - "Vedo laggiù in prima fila rappresentanti di notevole livello estetico. Sapete che sono innamorato di mia moglie, ma non ho perso il senso estetico e noto delle gambe straordinarie che circolano. E lei, presidente Fisichella, non faccia la spia". Una frase pronunciata da Silvio Berlusconi a un congresso di An, e che può essere considerata una efficace chiave d'interpretazione del suo pensiero sulle donne, e in particolare sulla moglie, Veronica Lario.
E alla luce della quale vanno pertanto lette tutte le gaffe celebri e meno celebri del presidente: da quella sulla presunta relazione della moglie con Massimo Cacciari, a quella "su Veronica che va al funerale di Silvio", alla 'confessione' sulla 'seduzione' della presidente finlandese. Che gli costò una protesta diplomatica ufficiale del governo di Helsinky, ma che importa? In un'intervista rilasciata nel 2004 a Laura Laurenzi su Repubblica alla domanda 'Lei pensa di piacere alle donne?' la risposta fu un classicissimo 'Lo chieda alle donne'. D'altra parte, la biografia ufficiale di Berlusconi sottolinea come da studente "suscitava qualche invidia il suo buon gusto nel vestire, la parola facile, l'aureola di successo con le ragazze"…
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