martedì, gennaio 19, 2010

ATTENTATO – DECISO ESAME MEDICO LEGALE A BERLUSCONI

Mi sembra una notizia importante che viene riportata per il momento dal Il Fatto Quotidiano, Julie News e anche dal Corriere della sera. Altri giornali seguiranno forse, ma la notizia della decisione del magistrato Spataro è stata una cattiva sorpresa per il PDL che chiede l’intervento di Mancino (vice-presidente del CSM) per bloccare tale decisione. In realtà anche se è una sorpresa difatti la decisione rientra negli obblighi del magistrato inquirente perché la perizia mira innanzitutto a stabilire l’entità del danno per valutare il reato da attribuire all’attentatore Tartaglia per il quale si dovrà istruire il processo.

È ovvio che se il Cavaliere e i suoi avessero qualcosa da nascondere, se l’attentato fosse stato in realtà una ‘sceneggiata’ come viene diffuso ogni giorno da i media stranieri e da moltissimi blogs in internet, questa visita medico-legale si rivelerebbe ‘pericolosa’ per il premier. Ecco che si tenta di correre ai ripari con la ‘solita solfa’ del rispetto della carica istituzionale contro l’arroganza delle toghe. Perché poi? Il PM Spataro non sta facendo altro che il suo mestiere che è quello di indagare sull’attentato a Berlusconi. Strano che le ‘vittime’ non vogliono che s’indaghi seriamente! Vigiliamo sugli sviluppi.
Raffaele B.

JULIE NEWS
Milano: PM Spataro decide esame medico-legale su Berlusconi
Di Antonio Rispoli
19/01/2010, ore 20:13

MILANO - Dopo
tanti dubbi espressi da molti sulla veridicità dell'aggressione del 13 dicembre scorso a piazza Duomo, quando Massimo Tartaglia ha lanciato - apparentemente - un souvenir in faccia al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, adesso il dubbio raggiunge anche la magistratura. Infatti il Pubblico Ministero milanese Armando Spataro, incaricato di investigare sull'accaduto, ha deciso di mandare una visita medico legale al premier, per valutare esattamente quali danni ha subito. Si tratta di un medico e di un esperto di chirurgia maxillo-facciale. Si tratta di mettere ordine tra i vari certificati medici del medico personale di Berlusconi che, partiti da una prognosi iniziale di 25 giorni, sono arrivati a 90 giorni. La differenza non è da poco: 25 giorni è il reato di lesioni; se sono più di 40, sono lesioni gravi, con una pena molto più elevata. Chissà se i medici hanno avuto l'incarico anche di verificare il mistero dei cerotti vaganti sul viso del Presidente del Consiglio.
Intanto, è stato deciso anche il trasferimento di Massimo Tartaglia in ospedale psichiatrico, per poter essere curato. Infatti una relazione dei medici che lo tengono in cura ha evidenziato che Tartaglia soffre di una psicopatologia che deve essere curata in ospedale. inoltre ultimamente ha mostrato anche segni di depressione. Per cui il Gip Di Censo ha autorizzato il trasferimento nel reparto psichiatrico dell'ospedale San Carlo.
La notizia ha scatenato l'ira del Pdl, espressa in una nota del vice-capogruppo dei senatori del Pdl, Francesco Casoli: "Quanto stabilito da Spataro è al limite di ogni buon senso istituzionale. Il Tribunale di Milano mette in dubbio lo stato di salute del premier tanto da stabilire una visita medica. I giudici della procura del capoluogo lombardo continuano a sentirsi superiori a qualsiasi legge e autorità eletta democraticamente dal popolo italiano. Chiediamo un intervento fermo di Mancino non solo a difesa della carica istituzionale che ricopre Berlusconi ma anche per difendere il premier dall'arroganza di alcune toghe".

Che sia un tentativo per impedire ai medici nominati dal Tribunale di investigare se per caso quella del 13 dicembre è stata solo una sceneggiata?

JULIENEWS
Ancora una prova che mostra la falsa aggressione a Berlusconi
di: Antonio Rispoli 09/01/2010, ore 18:42

Sarà che sono testardo, ma io non mi fermo. E se ci sono ulteriori prove che mostrano una certa cosa, io le condivido con voi. In questo caso non è una vera prova. E' un video già conosciuto (quello mostrato su RAI News 24), ma si tratta di guardarlo con attenzione. Permettete che vi guidi.

Le immagini del video all'inizio sono velocizzate, poi quando rallentano, si può notare Berlusconi che si gira verso la sua destra e dà un colpetto di gomito alla guardia del corpo dietro di sè. E' il classico gesto con cui si stabilisce il "contatto visivo". Cioè per dire: "Io ti vedo, tu mi vedi?". Pochi istanti dopo appare una persona di spalle che, a giudicare dalla struttura fisica e dalla barba che si vede sul volto, sembra essere il Ministro della Difesa Ignazio La Russa.

Quest'ultimo tocca la schiena di una delle guardie del corpo, che alza il braccio, come a chiamare qualcuno (Nel video esce scritto "Ehy, siamo qui", ed effettivamente è qualcosa del genere quel gesto). Dopo di che appare un gesto che mi è stato segnalato da tante persone ma a cui io finora non ho dato peso: il microfonista - che inspiegabilmente sta tra la gente, mai vista prima una cosa del genere - che fa un cenno del capo guardando verso Tartaglia.

A quel punto Tartaglia solleva qualcosa, lo tiene in bella vista per almeno 4-5 secondi e poi lo lancia. Ecc. ecc. Finora non avevo dato peso al gesto del microfonista perché è abbastanza impercettibile e può essere un gesto naturale. Inoltre non può essere delegato un segnale ad una persona lontana da Berlusconi, perché è evidente che il premier, nella mia idea di falsa aggressione, doveva essere necessariamente avvertito, concorde e pronto a fingere iin quel momento. Ma se è una catena partita da Berlusconi e di cui Tartaglia è l'ultimo anello, allora le cose cambiano. E tantissimo.

Sinceramente, mi piacerebbe che la magistratura, che sta indagando sui fatti, cominci a guardare le cose da tutti i punti di vista. Infatti Tartaglia è psicolabile, ma è una persona già conosciuta dal Giornale di Vittorio Feltri, che tempo fa fece un articolo su di lui nel suo ruolo di inventore un po' balzano.

Sia ben chiaro, le prove che ho, sono filmati presi da Internet, documenti ufficiali come il certificato medico e le foto scattate a Berlusconi; il tutto interpretato nella maniera più logica. Ma il fatto che Libero abbia messo un articolo in cui ammette che Berlusconi non ha un graffio 48 ore dopo l'uscita al centro commerciale, quando è uscito in giro con una benda che gli copriva mezza faccia, vuol dire che ci sono solo due ipotesi: o Berlusconi ha ritenuto che non ce ne fosse più bisogno; oppure ritiene gli italiani così idioti da credere a tutto. E a giudicare dai commenti che mi sono arrivati, propendo per la seconda.

GUARDA IL VIDEO
Berlusconi, al mio segnale... Chiamate Tartaglia! Lo Start!
Censurato video tagliati cut tagliato
Ecco come il nostro premier ha preso in giro gli Italiani!
Gomitata alla guardia del corpo che avverte La Russa, che a sua volta da "bussa" sulla spalla di una seconda guardia del corpo, che alza il braccio e ... chiama qualcuno! Avete mai visto guardie del corpo chiamare qualcuno???

FIRMA LA PETIZIONE http://www.petizionionline.it/petizio...

CORRIERE DELLA SERA
L'uomo che ha aggredito il premier si trovava a San Vittore: ora è nel reparto di psichiatria del San Carlo
Redazione Online 19 gennaio 2010

Tartaglia trasferito in ospedale. Spataro chiede perizia su Berlusconi. Il pm affida una consulenza per stabilire l'entità del danno. Il Pdl: intervenga Mancino

MILANO - Massimo Tartaglia,
l'uomo in carcere dallo scorso 13 dicembre per aver aggredito e ferito Silvio Berlusconi al termine di un comizio in Piazza Duomo, è stato trasferito da San Vittore al reparto di psichiatria dell'ospedale San Carlo.

LA RELAZIONE DEI MEDICI - Il trasferimento è stato deciso dal Gip Cristina Di Censo in base a una relazione dei medici psichiatri della casa circondariale milanese, dove Tartaglia è detenuto nel centro di osservazione neuropsichiatrica. L'uomo è arrivato nell'ospedale milanese intorno alle 15,30. Tartaglia, che è in stato di detenzione, si trova piantonato nel reparto di psichiatria dell'ospedale San Carlo. Il Gip Di Censo ha disposto il suo trasferimento in quanto nella loro relazione i medici di San Vittore hanno segnalato una condizione psicopatologica tale da dover essere curata in una struttura ospedaliera. Inoltre, i medici hanno rilevato che Tartaglia attualmente si trova in stato depressivo.

CONSULENZA SU PROGNOSI - Nel frattempo, il procuratore aggiunto di Milano, Armando Spataro, ha disposto una consulenza medico-legale per accertare la prognosi di Silvio Berlusconi dopo l'aggressione da parte di Massimo Tartaglia, l'uomo che ha ferito il premier al volto colpendolo con un souvenir lo scorso 13 dicembre in piazza Duomo dopo un comizio. La consulenza dovrà chiarire la durata della malattia e i tempi di guarigione del presidente del Consiglio oltre alla sussistenza di eventuali postumi permanenti per le ferite riportate al viso. Spataro, come ha pubblicato oggi «
Il Fatto Quotidiano», ha incaricato due esperti medico-legali che dovranno visitare Berlusconi.

LA REAZIONE DEL PDL - «Quanto stabilito da Spataro è al limite di ogni buon senso istituzionale. Il tribunale di Milano mette in dubbio lo stato di salute del premier tanto da stabilire una visita medica» ha sottolineato in una nota il vice-capogruppo dei senatori Pdl, Francesco Casoli. E ancora: «I giudici della procura del capoluogo lombardo continuano a sentirsi superiori a qualsiasi legge e autorità eletta democraticamente dal popolo italiano». «Chiediamo - si legge nella nota di Casoli - un intervento fermo di Mancino non solo a difesa della carica istituzionale che ricopre Berlusconi ma anche a difesa dell'arroganza di alcune toghe».

martedì, gennaio 12, 2010

LA FARSA ANTIRAZZISTA DI ROSARNO

Certo la manifestazione ‘antirazzista’ nel paese dove le famiglie mafiose della ‘Ndrangheta dei Pesce e dei Bellocco controllano tutto e tutti non può che essere una ‘farsa’. La cittadina aveva una necessità di rifarsi un’immagine buonista dopo i gravi fatti accaduti con la rivolta degli africani immigrati ora ‘mandati’ via altrove. Anche per il fatto che lo stesso consiglio comunale è stato commissariato per mafia.

Tant’è che si tratta solo ed esclusivamente di una manifestazione delle cosche locali e ne è la prova la vicenda inquietante degli studenti del liceo che ingenuamente volevano marciare con lo striscione intitolato “Speriamo di poter dire c’era una volta la mafia” a cui è stato ‘impedito’ di farlo e che però alla fine è stato loro concesso di esporre un altro striscione sull’antirazzismo dei cittadini. Lo striscione sulla mafia invece viene in ultimo “rinnegato” dalla stessa studentessa la quale afferma poi che la mafia su quei fatti non c’entra niente. Inquietante, chissà che cosa le hanno detto per farle cambiare idea così rapidamente. Il video qui sotto lo documenta in modo inequivocabile.

kobrakhan74
11 gennaio 2010
Rosarno:"C'era una volta la mafia?"

Per quanto riguarda la ragione vera dei fatti accaduti e poi sulla sorte dei tremila immigrati africani la spiegazione risiede nell’articolo di Roberto Rossi sull’Unità “GLI IMMIGRATI NON SERVONO”. Più semplicemente da quando nel 2007 l’Europa ha modificato il criterio dell’elargizione dei sussidi agricoli, non più sulla produzione ma sugli ettari coltivati. In altre parole non conviene più fare la raccolta che in base ai prezzi di mercato della frutta, costa tre centesimi in più al chilo di quanto si ottiene con l’aiuto europeo che arriva comunque anche se non si raccoglie. Questo però fino al 2013. Ma fino ad allora ‘gli schiavi’ non servono. Trattati alla stregua di ‘animali’ per anni è bastata, data la loro ingenuità, qualche ‘provocazione’ per farli ‘reagire’ con ‘rabbia’ in modo da ‘suscitare’ tanta ‘reazione’ e dai cittadini e dal Governo per mandarli via definitivamente. E così infatti è stato! Missione compiuta!

Nella manifestazione, Rosarno ha cercato di dimostrare a tutti che così non è, che i cittadini sono stati accoglienti mentre i ‘neri’ sono stati ‘ingrati’ e più importante di tutto, che la mafia non c’entra niente (forse per evitare le inchieste e il blocco dei sussidi?).

Non c’è manifestazione più ‘RAZZISTA’ e IPOCRITA di questa perché si ammanta di parole ‘antirazziste’ strumentalizzando gli ingenui (impauriti) studenti. Ecco dove siamo arrivati!
Raffaele B.

L’ANTEFATTO
Duemila persone in strada per dire “non siamo razzisti” In un paese dominato dalla criminalità organizzata.
12 gennaio 2010

Rosarno. La Calabria è una bomba pronta ad esplodere e la miccia è a Rosarno. Bisogna venire qui per toccare con mano le piaghe provocate dall’abbandono: disperazione, bisogni veri, impotenza, rabbia antica. Una miscela pericolosissima che qualcuno sta maneggiando con estrema raffinatezza. Bastava vedere la manifestazione di ieri. Duemila persone. I negozi del paese sbarrati. Un corteo silenzioso e rabbioso. Contro “lo Stato che ci ha abbandonato”, “i mass media che ci criminalizzano”. Noi che “non siamo razzisti”. Questo diceva l’unico striscione che gli organizzatori del “comitato spontaneo” hanno consentito di esporre. Severamente vietati gli altri. Lo si è capito a metà corteo quando tre ragazze-tre del locale liceo srotolano il loro. “Speriamo di poter dire c’era una volta la mafia”. Un oltraggio nel paese dei Pesce e dei Bellocco, capi di quella ’Ndrangheta che qui è padrona di tutto. Della vita dei rosarnesi e del loro futuro, delle arance che marciscono sugli alberi e del destino dei “negri”. “Chiudetelo”, impone uno degli organizzatori, “abbiamo dato direttive precise”. Le ragazze capiscono e lo arrotolano mestamente. Non c’è libertà nel paese dei signori della ‘Ndrangheta, dove il ricordo di Peppino Valarioti, consigliere comunale del Pci, ucciso la sera dell’11 giugno 1980 dalla mafia delle arance a trent’anni, è ormai sbiadito…
CONTINUA

L’UNITÀ
GLI IMMIGRATI NON SERVONO I SOLDI ARRIVANO LO STESSO
Di Roberto Rossi 12/01/2010

Nella Piana di Gioia Tauro, quella degli agrumeti, la differenza tra la vita o la morte, tra la permanenza o la fuga, per tremila immigrati africani la fanno tre centesimi di euro. È lo scarto che corre tra il costo e il ricavo nella produzione di arance e clementine. Tra quello che si spende di manodopera per la raccolta e quello che si guadagna, invece, con la trasformazione. Ed è la ragione ultima della caccia al nero, gestita e coordinata dalle famiglie mafiose locali, avvenuta per le strade e le campagne di Rosarno la scorsa settimana.

Per spiegare le origini di un linciaggio di massa bisogna partire dal lontano. Dal Lussemburgo, per la precisione, a 2000 chilometri dalla Calabria. Nel Granducato, nel giugno del 2003, la Commissione Ue decide di riformare la Politica agricola comune (o Pac). Si tratta del sistema con il quale l’Europa finanzia e aiuta il settore agricolo. È una delle politiche comunitarie più importanti, impegna il 44% del bilancio, prevede centinaia di miliardi in sussidi in tutto il continente, dei quali quasi trenta in Italia.

In questo quadro all’interno del pacchetto di «politica di sviluppo rurale per il periodo 2007-2013», l’Unione europea apporta alcune modifiche al sistema di aiuti all’agricoltura. Uno di questi è il sostegno agli agricoltori in base al numero di ettari coltivati e non in base alla produzione. In sostanza se prima si finanziavano i chili, oggi gli aiuti sono a metro quadro. La riforma entra a regime nel 2007. Nel caso di Rosarno, dove si coltivano agrumi, l’Europa concede 800-1200 euro per ogni ettaro di terreno. La differenza sta nel tipo di coltivazione. 800-1200 euro, dunque, vanno in mano all’agricoltore solo per il possesso del terreno. Non conta poi se quel terreno dà frutti. Conta l’estensione dell’appezzamento.

Fuori stagione A che servono allora gli immigrati che da oltre 20 anni stagionalmente arrivano in quelle terre? A nulla. Tanto più che produrre agrumi ora non conviene più. Se da una parte gli aiuti comunitari hanno impedito la ristrutturazione della filiera, dall’altra la frutta proveniente dal Marocco, Spagna, Brasile, ha fatto crollare il prezzo finale (a 25 centesimi). Il risultato? In Calabria per la trasformazione delle clementine i produttori prendono cinque centesimi. Per la raccolta ne spendono otto. Tre centesimi di differenza che segnano il destino degli immigrati.

«Gli africani un tempo - spiega Antonino Calogero della Flai Cgil locale - venivano tollerati anche se per pochi mesi. Poco dopo l’Epifania arrivava la solita retata della Polizia a sgomberare le baracche». Oggi, invece, non servono neanche per pochi mesi. E per questo gli sparano contro. «Lo scorso anno - dice Sergio Genco segretario regionale della Cgil - ci sono state sei persone “sparate”». Tutte africane. Due di queste in modo serio al braccio. «Li volevano cacciare per non farli tornare». E ci sono riusciti.

«Il ministro Maroni - spiega ancora Genco - porta addosso una grossa responsabilità. Con lo sgombero e la demolizione delle baracche si è piegato all’indirizzo delle cosche». Le quali stanno facendo incetta di terreni. «Produrre non conviene, il latifondo invece sì», chiosa Genco. Nella sola Piana di Gioia Tauro ci sono 29 famiglie appartenenti alle ‘ndrine. Alle quali, per rapporti di parentela, se ne collegano altre 70. In totale 100 famiglie controllano un territorio che ospita 180mila abitanti. E le famiglie possono decidere la vita o la morte di tremila braccianti africani. «Torneranno», dice Genco. Nel 2013 gli aiuti finiscono.