giovedì, giugno 16, 2011

I REFERENDUM E IL PATETICO EXPLOIT DI BRUNETTA

All’indomani della strepitosa vittoria dei 4 referendum andati ben oltre ogni aspettativa al 57% che segnala senza alcuna ombra di dubbio la bocciatura di Berlusconi, del suo governo e per una certa misura anche del PD riguardo alle politiche dell’acqua a livello locale fin qui seguite a cui ora il partito dichiara di adeguarsi alla lettera.

Il responso per il nucleare e per il legittimo impedimento, sui quali si era finora incentrata la politica del governo, costringerà quest’ultimo a cambiare politica diametralmente di 180°. Cosa impossibile per due ragioni:

1.  Sul nucleare il governo ha firmato molti contratti miliardari (ovviamente a spese dei contribuenti) con la Francia (fornitrici di impianti ‘obsoleti’ e con diversi privati). La rinuncia a tutti quegli affari miliardari provocherà molti mal di pancia e calo di consensi.

2. Sul legittimo impedimento, una legge ad personam che rientra fra quelle tese a salvaguardare il premier dai processi a suo carico. La sua abrogazione restaura il principio che la ‘legge è uguale per tutti’ che renderà difficile d’ora in avanti legiferare ad personam. Questo per Berlusconi è dirimente perché egli si serve della carica politica principalmente per sfuggire ai tribunali.

Ora, mentre tutti stanno ancora ‘digerendo’ i risultati referendari che, insieme a quelli delle amministrative parziali, ‘rivelano’ un Italia profondamente ‘diversa’ da quella che ha consegnato il governo a Berlusconi, il ministro Brunetta non trova di meglio che ‘offendere’ i ‘precari’ come mostra questo video di Youtube e poi con il video successivo sempre, il ministro ‘risponde’ mentendo in modo spudorato con una ricostruzione fantasiosa e patetica che rende l’idea di che livello di persona egli sia. Non tiene conto che il video del suo misfatto che lo smentisce è pubblico, è in rete e tutti possono vederlo.

Nell’articolo del Corriere della sera tenta addirittura una retromarcia dopo migliaia d’insulti ricevuti sul suo Facebook.

Come si può ben vedere, non esiste limite alla menzogna con questo personale politico senza etica né vergogna. Non possono essere più degni di governare questo paese. Devono andare via e finalmente il popolo l’ha detto il 13 giugno 2011.
Raffaele B.

Brunetta ai precari: "Siete la peggiore Italia"
Caricato da rai in data 15/06/2011 Tg3

I precari sono la parte peggiore dell'Italia. Parola del ministro della pubblica amministrazione, Renato Brunetta, che ha cosi apostrofato alcuni lavoratori appartenenti alla rete dei precari che hanno avuto l'ardire di volergli porre una domanda durante il Convegno Nazionale dell'Innovazione svoltosi a Roma.

Brunetta risponde ai precari su YouTube
Caricato da rai in data 15/giu/2011

La risposta del ministro Renato Brunetta dopo le polemiche scatenate dalla frase rivolta ai precari alla fine del convegno «I giovani innovatori», nell'ambito della Giornata nazionale dell'innovazione 2011.

Uno dei commenti:
Ma crede veramente che noi possiamo credere a queste parole? Il video è pubblico, chiunque può giudicare. Non mi capacito come possa mentire così spudoratamente

Brunetta e i precari, "the day after"
"Sul mio FB 10mila post insulti"
16 giugno 2011

Il ministro della Funzione pubblica ribadisce la sua versione dell'episodio. "Mica sono così stupido da attaccare tutti gli atipici". Poi il monito: "Attenti Bersani e Camusso, chi di agguato ferisce di agguato perisce". Il segretario Cgil: "Parole insopportabili". Bonanni: "Sgradevole". Landini: "Che decadenza". Avvenire: "Destinato ad altre sberle"…

La retromarcia di Brunetta: «I precari
sono vittime, io ce l'ho con casta romana»
16 giugno 2011
(IL MINISTRO DELLA FUNZIONE PUBBLICA A RADIO24 DOPO AVERLI DEFINITI «L'ITALIA PEGGIORE»)
«Privilegiati di cui Roma è piena. Io lavoro per precari veri. La contestatrice? Guadagna 1.800 euro al mese»
Nell'articolo:
AVVENIRE, CHI NON ASCOLTA PRENDE SBERLE - «Chi non sa ascoltare le persone - che non sono certo il Paese "peggiore" - oggi si candida solo a ricevere altre sberle…

mercoledì, giugno 08, 2011

I Referendum del 12 e 13 giugno 2011

Ecco cosa prevedono i quattro quesiti per cui gli italiani saranno chiamati alle urne il domenica 12 dalle 8 alle 22 e lunedì 13 giugno dalle 7 alle 15

1.  PRIVATIZZAZIONE DELL'ACQUA (SCHEDA ROSSA)
Il titolo completo del quesito è "Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica" e si riferisce all'abrogazione dell'art. 23 bis della Legge n. 133/2008. Sono le norme che permettono l'affidamento dei servizi idrici ai privati. Votando , si vota contro la privatizzazione dell'acqua. Votando No, si lascia intatta la possibilità di affidare i servizi idrici ai privati.

1.  OSSERVAZIONE:
Se l'acqua è per definizione un "bene comune" come lo è l'aria allora la gestione privata in qualunque forma è esclusa con la vittoria del SI. Se la gestione pubblica non funziona bisogna riformarla e renderla trasparente al controllo democratico, non vi sono altre vie. L'acqua è di tutti!

2. PROFITTI SULL'ACQUA (SCHEDA GIALLA)
Il secondo quesito propone l'abrogazione di una parte dell'art.154 del Decreto Legislativo n. 152/2006. Nello specifico, se vincessero i sarebbe abrogata la norma che prevede che i privati possano stabilire una tariffa per il servizio idrico tenendo conto dell'"adeguatezza della remunerazione del capitale investito", ovvero garantendosi un profitto. Votando No, la norma rimarrebbe valida.

2. OSSERVAZIONE:
Oltre a quanto detto prima, la vittoria del SI a questo altro quesito impedirà di trasferire sulla bolletta, oltre ai possibili investimenti di sicuro il profitto per i privati. Laddove ha operato e ancora opera il privato sono aumentate le bollette considerevolmente senza che siano mai stati fatti investimenti per migliorare gli impianti e la qualità dell'acqua. Molti comuni sono per questo sul lastrico. La legge non  obbliga il privato a fare investimenti. Infine la logica del profitto spingerebbe al massimo consumo (spreco) che invece bisogna evitare. Con la gestione pubblica il profitto non c'è perché verrebbe riutilizzato nell’acquedotto e per le tariffe si potrebbero prevederne due: una per chi consuma normalmente e l'altra per chi la spreca.

3. NUCLEARE (SCHEDA GRIGIA)
Il titolo del quesito, riformulato dalla Cassazione alla luce delle norme introdotte col decreto 'Omnibus', sarà "Abrogazione delle nuove norme che consentono la produzione nel territorio nazionale di energia elettrica nucleare". Per votare contro il nucleare in Italia, gli elettori dovranno scegliere il .

3. OSSERVAZIONE:
Senza entrare nel merito della sicurezza nostra e dei nostri posteri di cui non c'è più molto da dire, il cittadino deve rivendicare il diritto di decidere direttamente su questa questione (come per l'acqua) attraverso il referendum e non lasciare ad altri, chiunque sia, il potere di farlo in sua vece, perché è in gioco il suo futuro e quello dei suoi figli. La vittoria del SI impedirà di costruire centrali nucleari per almeno 5 anni. La ricerca sul nucleare invece non verrà toccata. Ciò costringerà ad attivare una politica energetica sulle rinnovabili e a ridurre gli sprechi.

4. LEGITTIMO IMPEDIMENTO (SCHEDA VERDE CHIARO)
Il quesito sul legittimo impedimento mira ad abrogare una parte della legge nr. 51 del 7 aprile 2010 dal titolo 'Disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza'. È la norma che introduce la possibilità per chi è impegnato in attività di governo di non comparire nelle aule di giustizia. Per abrogarla bisogna votare SI.

4. OSSERVAZIONE:
Questo è l'unico quesito "politico" dei tre precedenti. La vittoria del SI costringerà i membri del governo a comparire nelle aule di giustizia come avviene per tutti i cittadini. La riaffermazione del principio costituzionale della legge uguale per tutti.   


ESERCITIAMO TUTTI NOI IL DIRITTO DI DECIDERE ANDANDO A VOTARE E FAR VOTARE QUANTO PIÙ POSSIBILE I NOSTRI AMICI E PARENTI. 
Raffaele B.