domenica, gennaio 06, 2013

IL TRAMONTO DELL’EURO


‘Come e perché la fine della moneta unica salverebbe democrazia e benessere in Europa’

L’economista Alberto Bagnai ha scritto questo libro che sta attualmente spopolando, ha delle particolarità: quando espone la sua tesi, nelle varie conferenze e tavoli di confronto e persino nel libro, lo fa molte volte con punte di autoironia, ironia e comicità (intellettuale) per il livello di disarmante semplicità di alcuni concetti fondamentali ed importanti di economia che i politici disattendono o ignorano a seconda della loro onestà oppure ignoranza. E’ proprio un piacere ascoltarlo, fa anche ridere!


Il suo lavoro è convincente perché supportato da una logica disarmante, ricco di dati empirici e grafici disponibili in rete emessi da istituzioni nazionali e internazionali e da fatti storici tutti verificabili.

Ho letto la sua pubblicazione de “Il Tramonto dell’Euro” versione ebook scritto in modo chiaro, impeccabile ed assolutamente credibile. La riassumo in questi 14 punti (non difficili da capire):

1). la sua tesi non ha niente di nuovo e di trascendentale. Non si è inventato nulla. Si basa esclusivamente sull'economia ortodossa esistente e di assiomi enunciati (teorie) da altri autori del passato in tempi non sospetti e da dati storici inconfutabili (pratica) che suffragano ampiamente la sua chiave di lettura della crisi dell’euro. Essa è dovuta al “debito privato” e non come invece si vuol far credere al “debito pubblico” che invece è solo conseguente all'impoverimento dei privati.

2). Secondo il primo enunciato, la finanza è una promessa di pagamento e la crisi finanziaria succede quando “una promessa di pagamento non viene mantenuta”.

3). Inevitabilmente si va in crisi ogni volta che si “violano” i principi economici e queste “violazioni” sono di natura politica ed imposte dai partners forti a partners deboli in scambi commerciali squilibrati a vantaggio dei primi (crediti = esportazioni più dei debiti = importazioni).

4). Economie diverse che operano con un cambio fisso sulla moneta di quella più forte, producono sempre squilibri a vantaggio di quest’ultima. Invece se ogni economia adotta la sua moneta questa automaticamente fa da regolatore e si svaluta o si rivaluta riportando in equilibrio gli scambi (crediti = debiti).

5). Con l’adozione della moneta unica, in caso di deficit di scambio, la legge fisica dell’economia richiede una “svalutazione”, pena l’accumulo dell’indebitamento verso l’esterno. Non essendoci più la moneta locale che automaticamente si svaluta e allora bisogna operare una svalutazione interna e cioè ridurre il costo del lavoro.

6). La diminuzione dei salari, riflettendosi sui prodotti in esportazione ne fa recuperare competitività tendendo alla compensazione, comunque mai sufficiente se lo squilibrio persiste. Quindi oltre alla diminuzione dei salari si ha deficit commerciale che cresce e si accumula di anno in anno.

7). La disoccupazione cronica è il risultato classico perché costringe i sindacati e lavoratori ad accettare bassi salari e precariato (ciò già avviene effettivamente dall’inizio dell’euro).

8). Sono state violate le leggi dell’economia classica e si è voluto applicare una moneta unica tra economie diverse che inevitabilmente dopo dieci anni ha prodotto uno squilibrio enorme difficile da assorbire. Questo squilibrio continua purtroppo a crescere fino al punto inevitabile di rottura e fuori-uscita dall’euro. Lo Stato perde sempre più sovranità e a farne le spese in prima istanza è la DEMOCRAZIA.

9). L’uscita dall'euro sarà inevitabile se si vorrà evitare di essere “colonizzati” e/o “comprati a prezzi stracciati” dai partners che vantano i crediti dovuti allo squilibrio commerciale (Germania is n.1). I partiti che sostengono l’euro e l’unione europea così come sono, si vedono costretti a negare questa ovvia ‘verità’ fino all'ultimo istante possibile (quando diventerà ormai visibile a tutti) per non perdere tutti i consensi adesso! Sono di fatto prigionieri dell’euro. Sperano in una ripresa che non potrà mai venire a meno che i paesi creditori del nord rinuncino ai loro crediti! Impossibile! Nella lontanissima ipotesi che lo facessero, sarebbero quei governi e quei partiti a perdere tutto il consenso!

10). Uscire dall'euro si può e non significa uscire dalla unione europea, vedi l’Inghilterra che è in Europa con la sua moneta. L’uscita avverrà senza drammi al cambio iniziale 1:1 (1 euro = 1 nuova lira) per meglio gestire la transizione. Tutti i debiti e crediti saranno con il nuovo conio, anche i mutui. Il deprezzamento della nuova lira rispetto all’euro (supposto che rimarrà in piedi nel resto dell'Europa) si prevede non andrà oltre il 10-15% in un anno con il vantaggio che si riattiverà il lavoro, la produzione e si ridurrà considerevolmente il debito complessivo. (Previsione da crisi precedenti come quello dello SME nel 1992, Argentina con il dollaro, Bretton Woods con il dollaro, gruppo di paesi Asiatici con il dollaro...etc). Insomma è un evento già avvenuto e non è affatto drammatico come vogliono farci credere! In ultima analisi conviene anche ai paesi creditori perché in questo modo potranno riavere i loro crediti anche se svalutato, ma meglio questo che ridurre a zero un partner che poi non potrà più acquistare i loro prodotti! La somma delle importazioni dei PIIGS sono la somma delle esportazioni della Germania in massima parte e altri paesi creditori del nord.

11). Lo SME era un sistema pre-euro di cambi a fluttuazione limitata (3-5%) entro la quale le monete potevano aggiustarsi, eppure l’Italia non ce la fece e dovette uscire effettuando una svalutazione tra il 20-25% che produsse solo una inflazione interna del 5% in un anno ma recuperò l’intero deficit commerciale in un paio d’anni per poter tornare all’euro. L’euro invece è uno SME a cambio fisso 1:1 senza possibilità di fluttuazione, quindi più rigido e molto peggio!!!

12). Non ci potrà essere più Europa per risolvere la crisi perché non ci sono le volontà dei paesi creditori a volerla effettivamente. Negli accordi dell’unione vi sono articoli che stabiliscono che si possono attivare le camere di compensazione ma non sono mai state fatte. La Germania fece la riunificazione ottenendo però una compensazione che essa nega ai paesi del PIIGS. Quindi l’unione va rifondata su nuove basi altrimenti con più Europa di questa specie si produrrà l’esplosione dell’unione stessa aggravando i rapporti fra gli Stati.

13). In futuro, con l’armonizzazione dei mercati con le proprie monete, si potrà proporre una unione europea da fondarsi su principi giusti ed economicamente corretti. Il nuovo sistema dovrà essere basato sulla cooperazione e solidarietà fra Stati anziché sulla competizione e imposizione dei più forti ai più deboli. Dovranno essere stabilite in modo preciso i meccanismi di compensazione automatici così come avviene in USA più di quanto stabilite negli accordi di Maastricht e Schengen.

14). Solo seguendo questo percorso sarà possibile costruire una vera Unione Europea, d'altronde era quanto dicevano molti critici economisti al momento dell’applicazione dell’euro, ma non furono ascoltati. 12 anni dopo invece di essere avanti con una unione europea avanzata siamo alle prese con una crisi feroce e con una unione più divisa di prima.

Noi elettori e militanti abbiamo sempre creduto “ingenuamente” e purtroppo ancora tanti continuano a crederci, che la Unione Europea fosse quella giusta della cooperazione e della solidarietà e non quella che viene ora allo scoperto di una feroce competizione fra Stati forti e deboli che tanto ci nuoce! Naturalmente tutto questo cambia il quadro di riferimento e le nostre convinzioni. Grazie Alberto!

Consiglio
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Referenze

Prodotti della Ricerca di Alberto Bagnai