lunedì, aprile 28, 2008

BALLOTTAGGIO – ROMA VA AL PDL MA LA PROVINCIA AL PD

LA CAMPAGNA SPESA QUASI TUTTA SULLA “SICUREZZA” ALLA FINE HA PREMIATO LA DESTRA CHE HA “SOFFIATO” SULLA “PAURA” ANZICHÉ PUNTARE SULLA “SPERANZA” COME AVEVA FATTO RUTELLI E TUTTO IL PARTITO DEMOCRATICO.

A ROMA HA PREVALSO QUINDI LA “PAURA” CHE DI FATTO “CONSEGNA” LA CITTÀ, PROFONDAMENTE TRASFORMATA IN QUESTI ULTIMI 15 ANNI PRIMA DA RUTELLI STESSO POI DA VELTRONI, AD UN UOMO DI AN CON UN PASSATO MISSINO MA CHE PUR “RINNEGANDO” IL FASCISMO SI È ALLEATO CON FASCISTI DICHIARATI E MAI PENTITI.

DIVERSAMENTE NELLA PROVINCIA DI ROMA IL BALLOTTAGGIO VIENE VINTO DA ZINGARETTI DEL PD. A ROMA DEVE ESSERE SUCCESSO PER FORZA IL VOTO DISGIUNTO. MOLTI DI QUELLI CHE HANNO VOTATO PDL AL COMUNE HA VOTATO POI IL PD ALLA PROVINCIA. UN’ANOMALIA MERITEVOLE DI ATTENZIONE!

ADESSO, NONOSTANTE LA RETORICA TRANQUILLIZZANTE E POLITICAMENTE CORRETTO DEL NEOSINDACO, NON RESTA CHE ATTENDERLO ALL’OPERA NEL COSIDDETTO “RISANAMENTO” DELLA CITTÀ, NELLA SPERANZA CHE RIESCA A TENERE A FRENO LA BALDANZA DI TANTI “SQUADRISTI NERI” CHE NON VEDONO L’ORA DI PASSARE ALL’AZIONE. AD
OSTIA AD ESEMPIO HANNO GIÀ COMINCIATO, PURTROPPO!
Raffaele B.

ADNKRONOS
Alemanno: ''Sarò il sindaco di tutti''. Rutelli: ''Sconfitto sulla sicurezza''
Il neo primo cittadino della capitale: ''Senza divisioni o pregiudizi''. E sottolinea: ''Non so se questa vittoria sia più importante delle politiche, ma è di certo una svolta'' (guarda il
video).
Fini: ''Vittoria storica''. Il vicepremier uscente chiama l'esponente del Pdl: ''Grande amarezza ma ho fatto il mio dovere''. Il
neo presidente della Provincia di Roma, Zingaretti: ''Da parte mia ci sarà collaborazione''. Al Pd i comuni di Pisa, Sondrio, Udine e Vicenza. Al Pdl 3 Province su 5
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Roma, 28 apr. (Adnkronos) - "Garantisco che sarò il sindaco di tutti senza divisioni o pregiudizi". Così Gianni Alemanno(nella foto) ha parlato durante la conferenza stampa nel suo comitato in via Salandra. "La lunga battaglia si è conclusa con la nostra vittoria. Dedico - ha aggiunto - questa vittoria anche a Gianfranco Fini perché abbiamo chiuso dopo 15 anni la partita. Ringrazio coloro che mi hanno votato e anche coloro che non mi hanno votato".
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"Non sta a me dirlo. Certamente è un risultato che va al di là degli schieramenti tradizionali e che apre una fase nuova che archivia almeno gli ultimi venti anni di contrapposizioni", aggiunge l'esponente di An rispondendo alla domanda se ritenga questo risultato più importante della vittoria del Pdl alle ultime elezioni politiche.
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Poi passa alla sua priorità, la sicurezza. ''Dopo essere andato a trovare il marito della signora Reggiani per dirgli 'mai più' una cosa simile, andrò dal prefetto. Il mio primo impegno sar la lotta al degrado''. ''Voglio portare Roma dentro l'Europa e al centro del Mediterraneo'', ha detto Alemanno.
"L'aggettivo 'storico' viene spesso abusato, ma in questo caso lo possiamo davvero usare". Così il presidente di Alleanza nazionale Gianfranco Fini commentando, al comitato elettorale di Gianni Alemanno, la vittoria dell'esponente Pdl.
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"Oggi ho avuto una sconfitta e provo un'amarezza grande", ha confessato Francesco Rutelli, parlando nella sede del suo comitato elettorale dopo il risultato negativo delle elezioni. "Da parte mia - tiene a sottolineare - penso di aver fatto il mio dovere e nella mia vita pubblica ho avuto tante soddisfazioni e anche successi". Quanto al domani immediato, "so che abbiamo importanti energie in campo nel Partito democratico, in cui ho creduto e continuo a credere; e nel centrosinistra romano, nel quale ho fiducia che abbia le risorse per guardare al suo futuro". Quindi sottolinea: "Mi sono messo a disposizione della mia coalizione e di Roma e sapete quanto io ami la mia città. Mi sono lanciato in questa campagna elettorale con passione e senza risparmio, pur sapendo che c'erano molte difficoltà da superare".
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"L'elemento decisivo di questa sfida per il Campidoglio - ha poi voluto sottolineare Rutelli che ha chiamato Alemanno per fargli gli auguri - è stata la ventata di destra che, per il Comune di Roma, si è riassunta nella questione della sicurezza". "Ci sono state strumentalizzazioni anche pesanti - accusa il vice-premier uscente - ma occorre anche riflettere bene sui limiti del centrosinistra circa il tema della sicurezza".
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Quando il dato del voto per il Comune di Roma e per la sua Provincia si è oramai delineato, Rutelli ha individuato un elemento particolare che ha giocato a suo sfavore: "Tutti quegli elettori che hanno votato per il nostro candidato Zingaretti alla Provincia e per il candidato del centrodestra Alemanno al Comune di Roma. Questo dato andrà analizzato molto bene". "Almeno, Zingaretti ha vinto...Questa è una notizia positiva. Spero che si vinca anche in diversi Municipi che sono in ballottaggio, dopo i 10 che il centrosinistra ha già vinto al primo turno".

ILMESSAGGERO
Ostia, distrutta targa in memoria Fosse Ardeatine:
al suo posto una scritta inneggiante al Duce

ROMA (28 aprile) - La targa commemorativa delle vittime delle Fosse Ardeatine è stata fatta a pezzi e sostituita con la scritta: «Il popolo di Ostia inneggia al Duce». L'iscrizione era collocata in piazza della Stazione vecchia ad Ostia, quartiere del litorale di Roma.

«Si tratta di un gesto di inaudita barbarie, uno scempio gratuito e ingiustificato alla memoria dei nostri concittadini che hanno trovato la morte in uno degli episodi più cupi della storia contemporanea di Roma - ha affermato il presidente del XIII municipio Paolo Orneli -. Sono fiducioso che le forze dell'ordine sappiamo quanto prima individuare gli autori di questo gesto barbarico. Non appena saranno concluse le indagini provvederemo a ripristinare la targa e alla pulizia del muro».

«Esprimo la mia ferma condanna - ha commentato il candidato al XIII municipio per An-Popolo della Libertà Giacomo Vizzani - per questo oltraggioso gesto compiuto ad Ostia contro la memoria delle vittime delle Fosse Ardeatine».

Per il consigliere regionale del Pd Alessio D'Amato, «la distruzione della targa è l'ennesima azione di violenza di stampo nazi-fascista. Occorre punire i responsabili e tenere alto il livello di attenzione». Secondo il capogruppo municipale uscente di An Amerigo Olive è «un gesto da condannare, ancor più meschino se si considera che sulla targa era stata appena collocata la corona in occasione della ricorrenza del 25 aprile, Festa della liberazione. Occorre adesso che vengano fatte indagini in tempi brevi per risalire rapidamente agli autori del danneggiamento».

venerdì, aprile 25, 2008

BALLOTTAGGIO - COLPO DI SCENA SULLO STUPRO A ROMA

VI SONO ANCORA PUNTI DA CHIARIRE NELLA VICENDA TANTO CHE NE È STATA ORDINATA LA SECRETAZIONE E ULTERIORI APPROFONDIMENTI.

SI SA PER ADESSO CHE UNO DEGLI "ANGELI CUSTODI" CHE SALVARONO LA STUDENTESSA DEL LESOTHO, BRUNO MUSCI, RISULTEREBBE ESSERE UN SOSTENITORE ATTIVO AL PIANO DELLA SICUREZZA DEL CANDIDATO SINDACO GIANNI ALEMANNO.

QUESTO FATTO DA SOLO PONE L'INTERA VICENDA SOTTO UNA DIVERSA LUCE.
LA NOTIZIA DATA POI DAL MESSAGGERO IN "
Abbracci e lacrime" IN CUI BRUNO MUSCI VIENE INTERVISTATO COME "EROE" AL TERMINE, GUARDA CASO, DELLA PRESENTAZIONE DEL PATTO ELETTORALE TRA ALEMANNO E BACCINI, DIVENTA COME MINIMO "SOSPETTA".
INFINE LA NOTIZIA RIFERITA DA REUTERS IN "
Premier romeno chiama Berlusconi su ultimi casi cronaca" DICE CHE "il nome di Bruno Masci non era stato rivelato agli inizi della vicenda per suo stesso volere - ha partecipato a una manifestazione pubblica di sostegno alla candidatura di Alemanno", DIVENTA INQUIETANTE.

VI SONO ABBASTANZA ELEMENTI PER DIRE CHE LA VICENDA DIVENTA COME MINIMO "SOSPETTA" PER DIVERSE RAGIONI OGGETTIVE E PER QUESTO LA MAGISTRATURA È IMPEGNATA A FAR PIENA LUCE. NON SI TRATTA DI "DIETROLOGIA" BASATA SUL NIENTE. GLI ELEMENTI COINCIDENTI CI SONO TUTTI E SOLO UN CIECO NON PUÒ VEDERLI.

MA È CHIARO CHE PERFINO ALEMANNO DOVREBBE “CONVENIRE” CHE ANCHE SOLO CON QUESTI ELEMENTI L'INTERA VICENDA DIVENTA “SOSPETTA”!

IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, LA VICENDA "AVVANTAGGIA" LA SUA PROPOSTA POLITICA SULLA SICUREZZA CONTRO GLI IMMIGRATI. SI È PRODOTTO COSÌ GRANDE RISALTO ALLA NOTIZIA SU TUTTI I MEDIA E SI È POI VOLUTO TENERE “NASCOSTO” IL NOME DI MUSCI PER I SUOI RAPPORTI CON ALEMANNO E LA SUA CAMPAGNA ELETTORALE. PERCHÈ?
È QUANTO DOVRANNO ACCERTARE I MAGISTRATI.
Raffaele B.

ANSA
Violenza Roma: punti da chiarire, secretati verbali
2008-04-25 12:31

ROMA - Non sarebbe ancora tutto chiaro nella vicenda della studentessa originaria del Lesotho, di 31 anni, violentata ed accoltellata dal romeno Joan Rus la sera del 17 aprile scorso a Roma. La procura ha intanto deciso di affiancare al pm titolare degli accertamenti, Erminio Amelio, la collega Maria Monteleone. Alcuni aspetti riguardanti la ricostruzione dei fatti devono essere approfonditi, e tra questi l'orario in cui è avvenuta la violenza ed il momento in cui sono stati allertati i carabinieri, ma a piazzale Clodio c'é un grande riserbo tanto che è stata disposta la secretazione dei verbali di audizione. L'ultimo ad essere sentito, ieri, è stato Bruno Musci, testimone del fatto insieme con Massimo Crepas. L'uomo, sentito per circa quattro ore dal pm Monteleone, ha ribadito quanto già raccontato ai carabinieri la sera del 17 aprile, ossia di essersi fermato con la sua auto in luogo appartato nei pressi della stazione ferroviaria La Storta per fare un bisogno fisico e di aver notato Rus che violentava la studentessa. Solo dopo aver incrociato una pattuglia dei carabinieri, è la versione del teste, è stato dato l'allarme. Non è escluso che durante l'atto istruttorio siano state fatte domande a Musci sui suoi rapporti con Gianni Alemanno alla luce del suo sostegno al piano di sicurezza del candidato sindaco di Roma per il Pdl.

ILMESSAGGERO
Abbracci e lacrime nell'incontro con uno degli "angeli"

ROMA (21 aprile) - Tra le visite che la studentessa ha ricevuto oggi all'ospedale San Filippo Neri anche quella di Bruno Musci, uno dei due "angeli" che l'hanno salvata. Abbracci e lacrime tra i due. Musci ha raccontato che l'incontro è stato «molto emozionante. È stato bellissimo, stupendo, rivederla così che sta bene. All'inizio non ha capito subito chi fossi, così per farmi riconoscere ho ripetuto istintivamente il gesto fatto quella sera, alla stazione della Storta. Le ho cinto la fronte e l'addome». Lo stesso gesto fatto «per non farle guardare la ferita, per non farla impressionare. Quando l'ho ripetuto questa sera, lei mi ha subito riconosciuto». Musci ha riferito che la donna lo ha più volte ringraziato anche «se - ha detto - non si trovano mai parole sufficienti per dire grazie in certe situazioni» e ha annunciato che tornerà a trovarla nei prossimi giorni, in compagnia dell'amico, il secondo "angelo". Bruno Musci all'uscita dell'ospedale ha raccontato di aver visto la giovane mentre si dimenava, a quel punto è salito in macchina e ha avvertito i carabinieri sulla via Cassia. «Lo rifarei - ha detto Musci - farei le stesse cose per aiutare altre persone ». «Dopo l' intervento dei carabinieri - ha raccontato Musci al termine della presentazione del patto elettorale tra il candidato sindaco di Roma del Pdl Gianni Alemanno e il segretario nazionale della Rosa per l'Italia Mario Baccini.- io e l'amico che era con me abbiamo tranquillizzato la studentessa e, in attesa dell' arrivo dell' ambulanza, l'abbiamo distratta per non farle vedere la ferita che aveva all'addome».

REUTERS
Premier romeno chiama Berlusconi su ultimi casi cronaca
venerdì, 25 aprile 2008 3.53

…Ieri, uno dei due uomini che hanno avvertito i carabinieri consentendo la cattura di Rus è stato ascoltato per circa 4 ore dai magistrati, dicono sempre le fonti. Nei giorni scorsi l'uomo, Bruno Musci - il cui nome all'inizio non era stato rivelato anche per suo stesso volere - ha partecipato a una manifestazione pubblica di sostegno alla candidatura di Alemanno...
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REPUBBLICA
Violenza sessuale a La Storta
Dinamica dubbia, verbali secretati

25 aprile 2008

La procura affianca un altro magistrato al pm Amelio: "Bisogna chiarire gli orari"
Interrogato l'uomo che salvò la ragazza. Domande sui suoi rapporti con Alemanno


ROMA - Non tutto è chiaro nella vicenda della studentessa originaria del Lesotho, violentata ed accoltellata dal romeno Joan Rus la sera del 17 aprile scorso a Roma. La ricostruzione dei fatti deve essere approfondita. L'orario in cui è avvenuta la violenza ad esempio, e il momento in cui sono stati avvisati i carabinieri. Ci sono ancora dubbi da sciogliere…
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giovedì, aprile 24, 2008

IL 25 APRILE DI BEPPE GRILLO

LE MANIFESTAZIONI DEL VAFFA2 DAY PER DOMANI 25 APRILE DI BEPPE GRILLO ALL'INSEGNA DELLA “LIBERTÀ D'INFORMAZIONE”, ARGOMENTO PURE IMPORTANTE E STRATEGICO PER LA DEMOCRAZIA, "PROVOCA" DI FATTO UNA "SOVRAPPOSIZIONE" CHE NON FA CERTO BENE A QUELLA PARTE DELL'ELETTORATO CHE NON VOTA BERLUSCONI AND COMPANY.

IL NOSTRO AMATO COMICO FORSE NON SI RENDE CONTO CHE IL SUO MODO DI FARE "POLITICA" DANNEGGIA PROPRIO LA SUA "SINISTRA" A TUTTO VANTAGGIO DELLA DESTRA BERLUSCONIANA CHE PIÙ DI TUTTI RAPPRESENTA UNA MINACCIA ALLA LIBERTÀ D'INFORMAZIONE. GLI ELETTORI DI SINISTRA SONO MOLTO PIÙ SENSIBILI A QUESTO PROBLEMA PIÙ DI QUANTO LO SIANO QUELLI DI DESTRA.

VIENE DA CHIEDERSI COME MAI, NONOSTANTE LA FRENETICA ATTIVITÀ DI BEPPE IN QUESTI MESI, LA DESTRA HA RIPORTATO UN SUCCESSO COSÌ SCHIACCIANTE. SE LO DOVREBBE CHIEDERE GRILLO PER PRIMA E POI TUTTI QUELLI CHE LO SEGUONO. IO ERO UNO DI QUELLI. MI SONO PERÒ RESO CONTO PRIMA DELLE ELEZIONI DELLA SUA DERIVA "POPULISTA" E "CONCORRENZIALE".

SCATENARE QUESTI “SCONTRI” PERFINO FEROCI FRA CHI NON VOTA BERLUSCONI SIGNIFICA UNA COSA SOLA: AVANTAGGIARE E FARE ELEGGERE IL CAVALIERE, IL SUO PRINCIPALE AVVERSARIO, COME DI FATTO È AVVENUTO!

DOMANI È LA FESTA DI LIBERAZIONE DAL "NAZI-FASCISMO", UNA RICORRENZA CHE FA PARTE DEL PATRIMONIO DI TUTTI GLI ITALIANI PER LA RICONQUISTA DELLA LIBERTÀ E DEMOCRAZIA. GLI ANTIFASCISTI DI QUESTO PAESE NON POSSONO "DIVIDERSI" ANCHE SU QUESTO MENTRE DA PARTE DEL NUOVO GOVERNO BERLUSCONI PARTONO PROPOSTE PER ABOLIRE QUESTA FESTIVITÀ. È UN ASSURDO ED È UNA IRRESPONSABILITÀ GRAVE DA PARTE DI UN ANTIFASCISTA QUALE BEPPE GRILLO È!

LE DIVISIONI NELL'AMBITO DELLA SINISTRA E NEL CAMPO ANTIFASCISTA HANNO PRODOTTO INEVITABILMENTE UN RECUPERO PREOCCUPANTE DELLA DESTRA "FASCISTA" PRESSO GLI ITALIANI IN PARTICOLARE DELLE CATEGORIE PIÙ IN DIFFICOLTÀ.

È UN FENOMENO GRAVE CHE ALLA LUNGA OLTRE ALLA INFORMAZIONE POTREBBE "DISTRUGGERE" QUEL CHE ANCORA RESTA DI DEMOCRATICO IN QUESTO PAESE, CON BUONA PACE DI CHI CREDE DI POTER CONTINUARE CON QUESTE "BATTAGLIE SOLITARIE" CHE PORTANO SOLO "CONFUSIONE" A SINISTRA DISORIENTANDONE GLI ELETTORI.

ALTRO CHE REFERENDUM PER ABROGARE LEGGI INFAMI CHE POI IL GOVERNO ELETTO REINTRODURREBBE! SE GLI ANTIFASCISTI E LA SINISTRA TUTTA NON DOVESSERO RITROVARE UNA UNITÀ D'INTENTI AL PIÙ PRESTO E LA SMETTESSERO UNA VOLTA PER TUTTE CON I "PERSONALISMI" E "POPULISMI VARI" CI SARÀ POCO DA STARE ALLEGRI NEL PROSSIMO FUTURO IMMINENTE.

Raffaele B.

REPUBBLICA
Domani in tutta Italia il V2 di Grillo
polemica con le piazze del 25 aprile

24 aprile 2008
Il comico genovese torna a chiamare a raccolta i suoi fan sul tema dell'informazione
"Abroghiamo l'ordine dei giornalisti, la Gasparri e i finanziamenti pubblici alla stampa"
A Torino, dove è previsto il comizio principale, contro-mobilitazione degli intellettuali


ROMA - All'indomani della prima vittoria elettorale di Silvio Berlusconi nel 1994, le celebrazioni del 25 aprile furono segnate dalla tensione per l'arrivo al governo, per la prima volta nella storia italiana, dei postfascisti di An. Le celebrazioni di domani si annunciano altrettanto tese, ma questa volta il motivo principale non è il trionfo del Pdl. A creare un clima conflittuale è stata la scelta di Beppe Grillo di organizzare il suo secondo Vaffa Day proprio in concomitanza con l'anniversario della Liberazione dal nazifascismo.

Un'altra data fortemente simbolica dopo quella dell'8 settembre scelta lo scorso anno dal comico genovese per sferrare il suo attacco al sistema politico, raccogliendo in piazza nella sola Bologna oltre duecentomila persone. Ora i toni della manifestazione convocata da Grillo a Torino, una delle città simbolo della Resistenza, si annunciano del tutto simili a quelli della scorsa estate, ma il tema al centro della giornata sarà il sistema dell'informazione, con la proposta di abrogare l'ordine dei giornalisti, la legge Gasparri sul sistema televisivo e la legge sull'editoria che garantisce ricchi finanziamenti e agevolazioni fiscali a tutti i principali giornali italiani.

Come accadde per la prima versione dell'8 settembre, il Vaffa-2 Day, oltre all'appuntamento principale in programma a piazza San Carlo con la presenza sul palco dello stesso Grillo, l'iniziativa prevede una mobilitazione in molte altre città, dove anche nei prossimi giorni saranno raccolte le firme per ottenere i tre obiettivi del programma "grillino" sulla stampa. Con il risultato che ovunque si fronteggeranno le folle chiamate a raccolta dal comico genovese con quelle che intendono ricordare la Liberazione. Una coincidenza che a molti è sembrata l'ennesima provocazione.

Per questo a Torino un folto gruppo di intellettuali ha sottoscritto l'appello anti-Grillo promosso dal deputato Ds Stefano Esposito. Tra le adesioni, quelle del professore-avvocato Carlo Federico Grosso, dell'ex presidente della Corte Costituzionale Gustavo Zagrebelsky, dell vicepresidente della Consulta Guido Beppi Modona, dello storico Giovanni De Luna. Costituzionalisti, storici, docenti, amministratori locali chiedono ai torinesi di partecipare all'appuntamento istituzionale dedicato alla Resistenza organizzato dal consiglio regionale del Piemonte, dalla Città di Torino, dalla Provincia e dalle associazioni partigiane sempre in piazza Castello.

BEPPEGRILLO
Il fascismo dell'informazione
24 Aprile 2008
La
Repubblica di oggi si è accorta del V2 day. Il giornale di De Benedetti scrive che la scelta del 25 aprile per il V2-day è “l’ennesima provocazione” nei confronti della Resistenza e che “ovunque si fronteggeranno le folle chiamate a raccolta dal comico genovese con quelle che intendono ricordare la Liberazione”.
Lo dico in termini metaforici: sono stronzate dettate dalla paura e dagli interessi di bottega. Il V2 day è la continuazione della Liberazione e non vuole fronteggiare proprio nessuno che si ispiri a quella data. I partigiani, gli operai, gli uomini liberi del 25 aprile sono nostri fratelli.
Il 25 aprile non è di proprietà degli intellettuali di sinistra, una definizione corrispondente a un vuoto pneumatico.
Non è di proprietà dei partiti che hanno venduto i lavoratori e la libertà di informazione per un piatto di lenticchie cucinate ad Arcore. E’ la festa di tutti gli italiani che vogliono un Paese libero. L’Italia va liberata di nuovo, è una ex democrazia. Come altro si può chiamare un Paese in cui l’informazione è nelle mani dei gruppi di potere. In cui Silvio Berlusconi è presidente del Consiglio grazie al controllo di tre televisioni e del gruppo Mondadori. Le prime regalate dal latitante Craxi. Il secondo frutto di corruzione di giudici.
Il 25 aprile non è di proprietà di chi parla con i banchieri e non con gli operai che gli hanno dato il voto, di chi ha rassicurato Testa d’Asfalto sull’impunità e con lui vuole fare la Bicamerale, la Costituente, la nuova legge elettorale e qualunque altro atto osceno in luogo pubblico.
Il V2 Day vuole restituire l’informazione ai legittimi proprietari: ai cittadini italiani. I nostri padri e nonni hanno ripulito l’Italia, ma non hanno finito il lavoro.
Il nuovo fascismo è il controllo dell’informazione. I nuovi fascisti sono coloro che controllano l'informazione.
Firmate i tre referendum: abolizione dell'ordine dei giornalisti, abolizione dei finanziamenti pubblici di un miliardo di euro all'anno all'editoria, abolizione della legge Gasparri e del duopolio Partiti-Mediaset.

mercoledì, aprile 23, 2008

ALITALIA – PRIMA PATATA BOLLENTE DEL CAVALIERE

ALL'INDOMANI DEL FALLIMENTO DELLA TRATTATIVA DI AIR-FRANCE-KLM, IL CAVALIERE DIMOSTRA UNA NOTEVOLE FACCIA TOSTA DI ATTRIBUIRLA CANDIDAMENTE E PER INTERO AI SINDACATI ANCHE SE A RAGION VEDUTA. È EVIDENTE CHE IL NUOVO CAPO DEL GOVERNO ITALIANO "CONTA" MOLTO SULLA MEMORIA CORTA DEGLI ITALIANI CUI I SUOI MEZZI DI COMUNICAZIONE CONTRIBUISCONO SIGNIFICATIVAMENTE.

BERLUSCONI È STATO SEMPRE CONTRARIO AD AIR-FRANCE E NON L'HA MAI NASCOSTO. ANZI COME SI LEGGE NELL'ARTICOLO SULL'ANSA
DELLO SCORSO 7 APRILE, EGLI AFFERMÒ:<<''…c'e' una compagine molto allargata di imprenditori italiani che si fara' avanti non appena finirà questa sciagurata trattativa con air france, che ci ha fatto perdere mesi di tempo...>>E COME PROSSIMO CAPO DEL GOVERNO RAPPRESENTAVA PER AIR-FRANCE-KLM UNA PORTA CHIUSA. I FRANCESI ALLORA HANNO GIOCATO D'ANTICIPO. LEGGI RISPOSTA DI VELTRONI IL 9 APRILE.

IL CAVALIERE PORTA LA MASSIMA RESPONSABILITÀ DEL FALLIMENTO DELLA TRATTATIVA PERCHÈ SE NE È SERVITA PER MOTIVI ELETTORALI PER LA PROPRIA BOTTEGA POLITICA, RILANCIANDO LA FAMOSA “CORDATA”. NON SE N'ERA MAI PRIMA INTERESSATO NEI SUOI 5 ANNI DI GOVERNO.

POI NON È UN MISTERO CHE L'ALITALIA NON INTERESSA ALLA LEGA DI BOSSI TANTO CHE ORA SONO PER IL COMMISSARIAMENTO E QUINDI CONTRO IL PRESTITO DI SALVATAGGIO CONCESSO DA PRODI PER DARE TEMPO ALLA "CORDATA" DI CONCRETIZZARSI E SALVARE COSÌ LA COMPAGNIA DI BANDIERA. ALLA LEGA INTERESSA SOLO LA LOMBARDA MALPENSA.

LA PATATA BOLLENTE PASSA DAL CAVALIERE IN PECTORE AL CAVALIERE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO (SE L'È PREPARATA DA SOLO). SARÀ IL SUO PRIMO BANCO DI PROVA "RISOLVERE" LA SUA STESSA "FRITTATA" PERCHÈ AVRÀ CONTRO IL SUO ALLEATO PIÙ IMPORTANTE: LA LEGA DI BOSSI.

QUESTA VOLTA NON POTRÀ "SCARICARE" TUTTA LA COLPA SUL GOVERNO PRODI COME HA TENTATO CON I SINDACATI, PERCHÈ PRODI HA CONCESSO QUANTO DA LUI RICHIESTO (3 VOLTE IL LIMITE) SALVO OTTENERE L'OK DA BRUSSELLES. ORA IL PROBLEMA È TUTTO SUO! E GIÀ COMINCIA A METTERE LE MANI DAVANTI SU I SACRIFICI DA FARE CIRCA LE DOLOROSI ED INEVITABILI "RIDUZIONI DI PERSONALE". (COME DICEVANO I FRANCESI, D'ALTRONDE).

CERTO CHE IL "COMMISSARIAMENTO" DELL'ALITALIA (FALLIMENTO E CHIUSURA) PER L'ITALIA SARÀ UN VERO SHOCK E PER ROMA-FIUMICINO UNA CATASTROFE! NON C'È CHE DIRE IL NUOVO GOVERNO NON SI È ANCORA INSEDIATO E GIÀ SIAMO SULL'ORLO DI UN “PROBLEMA EPICALE” PER IL NOSTRO PAESE.

LA DOMANDA DA PORSI A QUESTO PUNTO È: CE LA FARANNO BERLUSCONI AND COMPANY A SALVARCI DAI LORO STESSI MALI?
Raffaele B.

ILMESSAGGERO
Braccio di ferro tra il Cavaliere e la Lega
di Marco Conti

ROMA (23 aprile 2008) - Il prestito di 300 milioni di euro deciso ieri sera dal consiglio dei ministri, consegna la grana-Alitalia nelle mani del nuovo presidente del Consiglio. L’ossigeno basterà per un paio di mesi, un tempo ridotto ma sufficiente, come ha spiegato Berlusconi, «affinché i partecipanti alla compagine di chi vuole partecipare ad Alitalia si facciano avanti e chiedano di poter verificare i conti per presentare al più presto una offerta impegnativa».

Evitare il commissariamento è il primo obiettivo di Berlusconi, ma parlando stamane dai microfoni di ”Nuova spazio radio” ha anche attribuito ai sindacati la responsabilità di aver fatto fuggire Air-France. Una dichiarazione che non promette nulla di buono nei rapporti con le parti sociali, anche perché il Cavaliere ha anche promesso «dolorose riduzioni di personale». Comunque sia la cordata alternativa dovrà ora materializzarsi e si può essere sicuri che il prossimo premier seguirà personalmente la faccenda, anche perché ne ha fatto un perno della campagna elettorale e della sua credibilità.

Proprio il promesso attivismo del Cavaliere potrebbe però entrare molto presto in collisione con la Lega che invece preferisce consegnare «alle dinamiche del mercato», come sostiene Roberto Maroni, la Compagnia di bandiera. In altre parole lasciare che alla Magliana arrivi un commissario e che si ricominci tutto daccapo applicando la legge Marzano.

Un primo braccio di ferro si è avuto ieri mattina quando il Carroccio ha fatto sapere di essere contrario al prestito ponte e si è lasciata mani libere sulla conversione del decreto. Tanto più ferma era la posizione della Lega, quanto più bassa la cifra del prestito. I cento milioni di euro inizialmente proposti da Prodi avrebbero infatti costretto il nuovo governo a rimodulare il decreto in brevissimo tempo, impegnando Berlusconi da subito in un duro scontro con l’alleato...
CONTINUA

AGI
ALITALIA: 2300 DIPENDENTI SCRIVONO: TORNI AIR FRANCE
AGI) - Roma, 23 apr. - Far saltare l'accordo con Air France-Klm e' stato un atto "irresponsabile, di pura convenienza politica". Lo scrivono in una "lettera aperta ai sindacati, a Spinetta, al Governo e agli Italiani" 2.300 dipendenti di Alitalia, che "fino ad ora non hanno potuto dire la loro". I 2.300 lavoratori della compagnia di bandiera esprimono vicinanza al management di Alitalia, che "con grande serietà" ha sostenuto la fusione con il colosso franco-olandese, "unica soluzione industrialmente e finanziariamente solida e credibile". Mentre giudicano "alquanto sospetto" il comportamento dei sindacati, da cui, scrivono, non si sentono più rappresentati. "Questo non e' mercato - si legge ancora nella lettera - e' giocare con la pelle dei dipendenti Alitalia e di tutti gli Italiani, che giustamente non vogliono pagare per una italianità solo speculare e presunta". Ora, "il prestito ponte, 300 milioni di euro degli Italiani, saranno bruciati in pochi mesi".(AGI)

martedì, aprile 22, 2008

ALITALIA E LA DEMAGOGIA ELETTORALE DELLA DESTRA

COME ERA PREVEDIBILE, DOPO I CLAMORI E LE INTERFERENZE DEMAGOGICHE IN QUESTI GIORNI, AIR FRANCE-KLM SI “RITIRA” DALLA PARTITA E “DICHIARA” DI NON ESSERE PIÙ INTERESSATA AD ACQUISTARE ALITALIA ORMAI A QUESTO PUNTO MORIBONDA.

CERTO NON È PENSABILE CHE DOPO LA PERDITA DEL MIGLIORE POSSIBILE ACQUIRENTE LA QUOTAZIONE DELLA COMPAGNIA POSSA AUMENTARE, AL CONTRARIO “DIMINUISCE” COME ANCHE LA BORSA DIMOSTRA. DI CONSEGUENZA, L'OFFERTA DI UN IMPROBABILE E NUOVO ACQUIRENTE NON POTRÀ CHE ESSERE “INFERIORE”, SE VERRÀ FUORI, PERCHÈ NON È DETTO CHE VERRÀ FUORI.

LA STESSA AEROFLOT RUSSA È RESTIA AD ACQUISTARLA E RIMANE SOSPESA SULL'OFFERTA, NONOSTANTE GLI ORDINI DI PUTIN. LA BANCA SAN PAOLO INTESA INTERVERREBBE SE "CI FOSSE UN PIANO INDUSTRIALE" PER FARE DECOLLARE LA COMPAGNIA, COSA CHE SOLO UN GRANDE GRUPPO DEL SETTORE A LIVELLO MONDIALE PUÒ DARE. SENZA DI CIÒ SI FINIREBBE PER DARE SOLDI A “FONDO PERDUTO” SOLO PER PROCASTINARE IL PROBLEMA E FARLO DIVENTARE ANCORA PIÙ GRANDE. IN FONDO È CIÒ DI CUI ALITALIA HA GODUTO FINORA.

ORA PERÒ NON È PIÙ POSSIBILE L'AIUTO DI STATO PERCHÈ LO IMPEDISCONO LE REGOLE DI MERCATO EUROPEE . ALLORA CHE SI FA? ALLA LEGA NON INTERESSA LA COMPAGNIA DI BANDIERA (ALLA BANDIERA, DICONO, CI SPUTANO SOPRA), A LORO INTERESSA SALVARE "MALPENSA" PERCHÈ SE NON ALTRO È LOMBARDA.

SE LE FAMOSE "CORDATE" TANTO ANNUNCIATE DA BERLUSCONI NON DOVESSERO "CONCRETIZZARSI" IN MODO FATTIBILE E SODDISFACENTE, AL NUOVO GOVERNO NON RESTA CHE CELEBRARE I “FUNERALI” DELLA COMPAGNIA E CON ESSA ANCHE QUELLI DELLA LOMBARDA MALPENSA, CON BUONA PACE DI TUTTI COLORO CHE AVEVANO RIPOSTO TUTTE LE LORO SPERANZE NELLA SPICCIOLA ED IRRESPONSABILE "DEMAGOGIA" TESA A TENERE FUORI I FRANCESI, FATTA PROPRIA DALLA DESTRA DI BERLUSCONI E DALLA LEGA DI BOSSI.

UNA PARTE DELLE RESPONSABILITÀ CE L'HANNO ANCHE I SINDACATI CONFEDERALI PERCHÈ SPOSANDO LA LINEA CORPORATIVA DELL'ANPAC DELL'AQUILA SELVAGGIA HANNO FINITO PER DARE UNA MANO A QUELLA DEMAGOGIA.
Raffaele B.

REPUBBLICA
Alitalia, Air France abbandona
"Ritiriamo la nostra offerta"
21 aprile 2008

Il vettore franco-olandese rinuncia: "Gli accordi contrattuali non sono più validi"
No comment da Palazzo Chigi. Il Pd: "Effetto di comportamenti irresponsabili"
IntesaSanPaolo potrebbe riesaminare il dossier sulla compagnia

ROMA - Una brusca frenata sulla strada del risanamento e un piccolo spiraglio di luce. Mentre Air France-Klm annuncia il ritiro della sua offerta, IntesaSanPaolo riapre il dossier Alitalia. "Accordi contrattuali non più validi", dice la compagnia franco-olandese. Nessun commento da Palazzo Chigi. Il Pd attacca Berlusconi: "La rottura è conseguenza di comportamenti irresponsabili".

Alitalia, adieu. La lunga, estenuante trattativa con Air France-Klm sembra giunta alla fine. Il vettore franco-olandese, con un comunicato, ha annunciato il ritiro della propria offerta. "A seguito della richiesta di Alitalia di chiarire la situazione legale successiva alla rottura delle negoziazioni fra Air France-Klm e Alitalia - si legge - Air France-Klm ha comunicato ad Alitalia che gli accordi contrattuali annunciati il 14 marzo scorso con l'obiettivo di lanciare un'offerta pubblica di scambio su Alitalia non sono più validi dal momento che non sono state soddisfatte le condizioni preliminari al lancio dell'offerta".

I motivi. La decisione del cda di Air France è stata presa in seguito al "cambiamento del quadro macro-economico": lo precisano fonti vicine alla compagnia, che tra i fattori sottolineano "l'aumento sensibile del greggio, nelle ultime settimane lievitato fino al 22% in più". Insomma, la situazione attuale "non consente di applicare nei tempi previsti il piano industriale". Vale a dire, "il ritorno alla redditività di Alitalia richiederebbe tempi molto più lunghi". Altre fonti vicine al management di Parigi rilevano che è improbabile che vi siano ripensamenti, visto che i vertici della compagnia sono sembrati perentori e decisi.

Palazzo Chigi non commenta. La prima reazione di Palazzo Chigi alla rinuncia di Air France - Klm è un "no comment". Mercoledì mattina si dovrebbe svolgere una riunione del Consiglio dei ministri per decidere quale strada seguire. Prima, secondo fonti del governo, l'esecutivo si attende quella che viene definita come una chiara assunzione di responsabilità politica da parte della nuova maggioranza sulle decisioni da prendere. La riunione del Cdm servirebbe infatti a varare il decreto per il prestito ponte, misura che dovrebbe assicurare la liquidità necessaria per la continuità di esercizio della compagnia aerea in attesa delle decisioni che dovranno essere assunte dal nuovo governo. Per avviare il commissariamento secondo le procedure della legge Marzano, invece, la riunione del Cdm non sarebbe necessaria. L'iniziativa dovrebbe essere presa direttamente dal Cda di Alitalia, che lo chiederebbe al ministero per lo Sviluppo Economico.

Fonti del ministero del Tesoro, invece, fanno sapere che "quello che Tommaso Padoa-Schioppa poteva dire su Alitalia, lo ha già detto a Brdo, in occasione dell'Ecofin". In quell'occasione, il ministro aveva sollecitato un'iniziativa da parte dei sindacati per riprendere la trattativa con il gruppo franco-olandese. In caso contrario, aveva sottolineato, le conseguenze sarebbero state "estremamente negative" e "irreparabili".

Il Pd: "Effetto di comportamenti irresponsabili". "Come avevamo previsto - scrive in un comunicato il Partito democratico - dichiarazioni avventate e comportamenti non responsabili hanno fatto naufragare la trattativa con Air France, mettendo a repentaglio il destino di Alitalia e di decine di migliaia di lavoratori". "Si è finito col creare una situazione che ora pesa sull'occupazione di decine di migliaia di persone che lavorano nella compagnia italiana, a Fiumicino, a Malpensa e nell'indotto", continua la nota. "Una situazione drammatica - conclude il Pd - che pesa anche sull'immagine dell'Italia, che subisce un colpo consistente. Il governo attuale e quello che verrà devono cercare di operare per garantire la continuazione dell'attività di Alitalia per aprire nuove e reali trattative".

L'apertura di IntesaSanPaolo. Per una porta che sembra chiudersi, un'altra che forse si apre: appena qualche ora prima, IntesaSanPaolo si era mostrata interessata a un intervento per salvare la compagnia di bandiera. "Se l'operazione Alitalia fosse di respiro internazionale saremmo interessati, sotto varie forme". A chiarire la posizione dell'istituto di credito, era stato Enrico Salza, presidente del consiglio di gestione della banca. "Al momento siamo fuori - aveva aggiunto - ma potremmo essere interessati a un'operazione che non sia di piccolo cabotaggio provinciale: non è questione del nuovo governo, ma bisogna che si decidano perché non è accettabile che questa situazione continui così". "Ancora non abbiamo esaminato nessun nuovo piano - aveva concluso Salza - ma siamo pronti a farlo se ci verrà richiesto, con un piano industriale".


REPUBBLICA
Alitalia, i nomi dei colpevoli
22/04/2008 - 07:45
Commento dii Di Massimo Giannini

ORA saranno soddisfatti. I "difensori della nazione" e i "paladini dell'occupazione". Il Pdl che ha appena vinto le elezioni e il sindacato che ha appena perso la faccia. Il ritiro di Air France significa la fine dell'Alitalia e certifica la sconfitta dell'Italia.

Si compie il destino di un'azienda depauperata e depredata da decenni di cattiva gestione finanziaria e di pervasiva "usucapione" politica. Si chiude nel peggiore dei modi un "buco nero" costato alla collettività 15 miliardi in 15 anni, 270 euro per ogni cittadino, neonati compresi.

Solo le false anime belle, adesso, possono far finta di meravigliarsi per la rottura decisa dai francesi. Cosa si aspettavano, dopo che una partita strategica come Alitalia è stata giocata strumentalmente in un'ottusa campagna elettorale, come un derby pecoreccio tra Malpensa e Fiumicino? Cosa speravano, dopo che il futuro industriale del nostro vettore aereo è stato consumato inopinatamente in un assurdo negoziato "peronista", come una banale vertenza sui taxi? In questo sciagurato Paese, purtroppo, funziona così. Ma nel resto d'Europa, evidentemente, il mercato ha ancora le sue regole, i suoi tempi, i suoi effetti.

Ci sono nomi e cognomi, nell'elenco dei colpevoli di questo bruciante fallimento del Sistema-Paese. Sul fronte politico, Berlusconi ha brillato per l'insostenibile leggerezza con la quale ha maneggiato l'affare Ali-France, e per l'insopportabile cinismo con il quale ha sventolato il pretestuoso vessillo dell'"italianità" a fini di marketing elettorale. La sua crociata anti-francese non ha conosciuto confini diplomatici né limiti etici. In un vortice di annunci auto-smentiti, ha posto veti impropri. Ha inventato cordate improbabili, a metà tra il pubblicistico e il familistico. Ha messo in pista concorrenti immaginari, come l'Aeroflot dell'amico Putin, che gentilmente si è prestato al gioco nella ridente cornice sarda di Villa Certosa, dove il luogo della vacanza personale si traveste da sede della rappresentanza istituzionale. Jean-Cyrill Spinetta ha sopportato anche troppo le intemperanze del premier in pectore. Piuttosto che perdere altro tempo e farsi dire no dal nuovo governo, ha preferito giocare d'anticipo.

Sul fronte sindacale le colpe sono anche più gravi. Epifani, Bonanni e Angeletti, e con loro la colorita galassia degli "autonomi", hanno brillato per l'inaccettabile miopia con la quale hanno affrontato la drammatica crisi dell'Alitalia, alla quale hanno dato da sempre il loro fattivo contributo. Per troppi anni, dai tempi di Aquila Selvaggia, le confederazioni e i mille cobas sparsi nei nostri cieli hanno usato la compagnia come una zona franca, nella quale i livelli retributivi e le quote occupazionali erano le sole "variabili indipendenti" da tutti gli altri parametri aziendali: dall'efficienza del servizio alla produttività del lavoro. Cgil, Cisl e Uil si sono distinte per l'intollerabile demagogia con la quale hanno cercato fino all'ultimo di intralciare il piano industriale dell'unico partner di livello mondiale che aveva accettato di sporcarsi le mani nel disastro dell'Alitalia. All'insegna della più insensata difesa corporativa. Dal cargo, da salvare nonostante abbia 5 aerei con un organico di 135 piloti e fatturi 260 milioni con una perdita di 74 milioni. Ad Alitalia Servizi, da salvare grazie a Fintecna in un'operazione impensabile perfino al tempo dell'Efim e degli altri carrozzoni pubblici delle PpSs. Anche in questo caso, Spinetta non poteva continuare con questo indecoroso tira e molla. Ha preferito anticipare i tempi, con tanti saluti alla gloriosa Triplice.

Il governo Prodi non ha gestito al meglio questa privatizzazione. Ma Tommaso Padoa-Schioppa ha avuto almeno il merito di aprire la "pratica", dopo un'intera legislatura nella quale il vecchio governo della Cdl si era ben guardato dal farlo. E di avvisare tutti una settimana prima del voto: "Serve un segnale immediato - aveva detto all'Ecofin in Slovenia - perché se la decisione sull'offerta Air France viene rimandata a dopo le elezioni il commissario sarà inevitabile". Così è stato. Così sarà. Ora l'Alitalia svola verso il baratro. In cassa ci sono soldi per un altro mese, non di più. Il Consiglio dei ministri che si riunirà oggi può fare solo due cose: approvare il prestito-ponte da 100 milioni, e decidere il commissariamento della compagnia. In ogni caso, è una lezione amarissima per tutti. Per il leader del centrodestra che ora dovrà evitare almeno il fallimento, dopo aver dimostrato tutta la sua improvvisazione politica e il suo ritardo di fronte alle sfide del libero mercato. E per i leader confederali, che non sono stati capaci di cogliere "l'ultima chiamata" e hanno mostrato tutto il loro incolmabile deficit culturale rispetto alle logiche della globalizzazione.

In questa fiera delle irresponsabilità, ancora una volta, le due "caste" hanno dato il peggio di sé. Sulle spalle dell'Italia, che vorrebbero "rialzare". E sulla pelle dei lavoratori, che dovrebbero tutelare.

domenica, aprile 20, 2008

BALLOTTAGGI E STRUMENTALIZZAZIONI SULLA SICUREZZA

L’ENNESIMO E TERRIBILE FATTO DI VIOLENZA A ROMA CONTRO UNA RAGAZZA STRANIERA HA “SCATENATO” TUTTA LA DESTRA ED IL CANDIDATO DELLA PDL ALEMANNO CHE “CORRE” PER LA POLTRONA DEL SINDACO DI ROMA A “PROFITTARE” A MAN BASSA DELL’EVENTO PUNTANDO SULLA PAURA CON LA SOLITA STRUMENTALIZZAZIONE E SPICCIOLA PROPAGANDA CONTRO GLI IMMIGRATI, I ROM E LE “INADEMPIENZE” DEL COMUNE.

UN FATTO ANALOGO È SUCCESSO ANCHE MILANO EPPURE L’OPPOSIZIONE NON SE L’È PRESA CON IL SINDACO MORATTI. QUESTI PERÒ HA ACCUSATO LO STATO DI ESSERE LATITANTE.

AD ALEMANNO RISPONDE FRANCESCO RUTELLI CHE ESORTA A NON FARE STRUMENTALIZZAZIONI PERCHÉ NON AIUTA LA LOTTA AL CRIMINE E PROPONENDO NUOVE ED ULTERIORI MISURE PER FRONTEGGIARE IL TERRIBILE FENOMENO OLTRE A QUELLE GIÀ FATTE. NON SI FA MAI ABBASTANZA PERCHÉ IL CRIMINE AGISCE SEMPRE IN MODO IMPREVEDIBILE.

ALLA MORATTI RISPONDE IL MINISTRO DEGLI INTERNI AMATO CHE “RESPINGE” L’ACCUSA DI LATITANZA DELLO STATO PERCHÉ IL PRONTO INTERVENTO DELLE FORZE DELL’ORDINE HA ASSICURATO I COLPEVOLI ALLA GIUSTIZIA IN ENTRAMBI I CASI SALVANDO LA VITA DELLE VITTIME. INFINE, CONTRARIAMENTE A QUANTO AVVENNE CON IL PRECEDENTE GOVERNO DI CENTRODESTRA, I DELITTI SONO COMPLESSIVAMENTE DIMINUITI DOPO I PATTI SULLA SICUREZZA.

LA BATTAGLIA CONTRO IL CRIMINE È DIFFICILE E RICHIEDE MOLTI MEZZI. NON PUÒ ESSERE NÉ DI DESTRA NÉ DI SINISTRA PERCHÉ APPARTIENE ALLE ISTITUZIONI E DEVE ESSERE SOSTENUTA DA TUTTI I CITTADINI ONESTI DI QUALUNQUE PARTITO E NON.

SE CI SI DIVIDE ANCHE SU QUESTO È PROPRIO FINITA PER TUTTI FUORCHÉ PER I CRIMINALI, BENINTESO!
Raffaele B.

CORRIERE DELLA SERA
Violenza a Roma, è scontro sulla sicurezza
19 aprile 2008
Lega: «Fermare i barbari». Alemanno accusa la sinistra: «Troppo campi rom». Rutelli: «No strumentalizzazioni»
il ministro amato: «Episodi gravi ma lo stato non è latitante»


ROMA - La violenza sessuale compiuta da un romeno su una ragazza straniera all'uscita della stazione romana La Storta scatena la polemica sulla sicurezza, a pochi giorni dal ballottaggio per l'elezione del nuovo sindaco della capitale. Ed è proprio il candidato del Pdl, Gianni Alemanno, a recarsi sul luogo dove è avvenuta l'aggressione, ricordando la violenza su Giovanna Reggiani, uccisa a Tor di Quinto nel novembre 2007 e accusando la sinistra.
CAMPI NOMADI - Dunque secondo Alemanno «l'aggressione alla ragazza, così drammaticamente simile a quella che ha visto vittima la signora Reggiani, riporta in primo piano il problema della sicurezza a Roma, ignorato dall'amministrazione di centrosinistra. Fortunatamente l'esito in questo caso è stato diverso ma non per questo si è trattato di qualcosa di meno grave e violento. Veltroni e Rutelli, invece di offendere chi si candida con un progetto diverso dal loro a guidare Roma, farebbero bene a interrogarsi sulle loro responsabilità in merito al proliferare dei campi nomadi».
«DENUNCIA A COMUNE» - «Ci sono gli elementi per citare in giudizio per danni l'amministrazione comunale o le Ferrovie dello Stato per la mancanza di sicurezza - attacca ancora Alemanno -. La stazione è totalmente incustodita, non vi è nessuna forma di vigilanza, non si vede personale ferroviario, non ci sono videocamere, l'illuminazione è incerta: la situazione è evidente priva di qualsiasi forma di sicurezza. Il 10 dicembre il Consiglio straordinario del XX Municipio aveva chiesto all'unanimità che venissero fatti degli interventi presso la stazione. Il Campidoglio si era impegnato a garantire la sicurezza, ma non è stato fatto nulla». Alemanno ha detto che in segno di lutto è stata sospesa la musica nelle piazze, organizzata per i festeggiamenti in vista del ballottaggio.
RUTELLI: «NO STRUMENTALIZZAZIONI» - Replica a breve giro il candidato sindaco del Pd. Rutelli parla di «un episodio terribile» ma esorta a evitare «strumentalizzazioni e propagande che non aiutano la lotta al crimine». «Nella conclusiva legislatura avevo proposto, ed è passato, un Ddl sull’istituzione della Banca del Dna; purtroppo, la conclusione della legislatura non ha reso esecutivo il provvedimento che, in altri Paesi come la Gran Bretagna, ha permesso di risolvere moltissimi casi. Si tratta di una modalità decisiva per il contrasto e l’identificazione dei responsabili». «A Milano, l’opposizione non se l’è presa col sindaco. Cerchiamo di guardare un po' oltre» ha concluso Rutelli. Per il futuro, parla di «un impegno fortissimo per la tutela della sicurezza in questa città. Credo che sia prioritaria difendere le donne da questa escalation di violenza». Tra i provvedimenti concerti, Rutelli cita maggiore sicurezza nel trasporto pubblico, una rete di «colonnine Sos» per lanciare l'allarme nelle aree più isolate e a rischio, il potenziamento della copertura della rete dei cellulari nelle stazioni (e in tutti i tragitti di metro e treni) e una «sperimentazione calibrata» di «braccialetti di segnalazione del pericolo destinati a donne che percorrono da sole zone isolate»...
CONTINUA

CORRIERE DELLA SERA
Americana violentata fuori dalla discoteca
19 aprile 2008
Lo stupratore, un egiziano 25enne, è stato arrestato
Una studentessa di 21 anni, alla Bocconi con il progetto Erasmus, è stata aggredita giovedì notte da un ragazzo appena conosciuto
MILANO - Un'americana di 21 anni è stata violentata giovedì sera fuori dalla discoteca «The Club», in Largo la Foppa a Milano. La ragazza era in Italia per un periodo di studio: frequentava la Bocconi, con il progetto Erasmus. La polizia ha arrestato un egiziano, Mohammed El Sheimi, 25 anni, clandestino e già noto alle forze dell'ordine per violazione della legge sull'immigrazione. Si tratta della terza violenza in pochi giorni: una decina di giorni fa un minorenne disabile era stato stuprato in Stazione Centrale da un algerino, poi arrestato, e pochi giorni dopo un italiano di 38 anni avrebbe tentato di violentare una minorenne, salvata dall'intervento di un clochard...
CONTINUA

venerdì, aprile 18, 2008

IL CAVALIERE E LA GAFFE INQUIETANTE

SI SONO SUBITO AFFRETTATI A MINIMIZZARE IL "GESTO" COME UN “INNOQUO” SCHERZO CUI "CERTI" GIORNALISTI AVREBBERO TRASFORMATO IN UNO "SCOOP" DATO SUBITO IN PASTO ALLA "OPINIONE PUBBLICA".
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NOI ITALIANI SIAMO ABITUATI AGLI "SCHERZI" DEL CAVALIERE, TANT'È CHE L'OPINIONE PUBBLICA DA NOI NON CI FA PIÙ TANTO CASO. MA CIÒ NON TOGLIE CHE IL FATTO IN SÈ SIA DI UNA INAUDITA GRAVITÀ!

PENSATE, UN CAPO DI UN GOVERNO, SEBBENE DI UNO STATO PICCOLO COME IL NOSTRO, SI "PERMETTE" DI "MIMARE" IL MITRA CONTRO UNA COMUNE GIORNALISTA RUSSA SOLO PER AVERE FATTO UNA DOMANDA A PUTIN SULLA SUA VITA PRIVATA.
DI PER SÈ NON È AFFATTO "SCHERZOSA", È SEMPLICEMENTE " GROTTESCO".

SE AGGIUNGIAMO POI CHE IN RUSSIA I GIORNALISTI LI AMMAZZANO "DAVVERO" TANTO CHE VE NE SONO STATI 200 NEGLI ULTIMI DIECI ANNI E 15 UCCISI DAL 2002 FRA CUI LA PIÙ FAMOSA "ANNA POLITKOVSKAYA" TANTO ODIATA DA PUTIN STESSO. GLI ASSASSINI RESTANO TUTTORA SCONOSCIUTI!

IL SIFFATTO "SCHERZO" DEVE AVERE ASSUNTO UN SIGNIFICATO DI UNA INQUIETANTE E DEVASTANTE "GAFFE" AGLI OCCHI DELLA GIORNALISTA CHE È POI SCOPPIATA A PIANGERE!

NON PAGO DI CIÒ IL CAVALIERE HA POI "CONTINUATO" CON LE SUE "BATTUTE" SULLA STAMPA E SUI GIORNALISTI CHE NON DEPONGONO A FAVORE DI UN CAPO DI GOVERNO DI UN PAESE CHE SI DEFINISCE LIBERO E DEMOCRATICO.

E NON SIAMO NEMMENO AGLI INIZI! DOPO LA GAFFE SUL "TROPPO ROSA" DEL GOVERNO ZAPATERO, IL CAVALIERE NON SI SMENTISCE E "SUPERA" SE STESSO!

NON SI È ANCORA INSEDIATO AL GOVERNO CHE GIÀ NE HA COMBINATE "DUE" DI FRONTE ALLA OPINIONE PUBBLICA INTERNAZIONALE CHE RICOMINCIA QUESTO SI, A "RIDERE" DI NOI!
Raffaele B.

UNITA
Russia, 15 giornalisti assassinati dal 2002
Pubblicato il: 21.03.08
Modificato il: 18.04.08 alle ore 15.12

L'elenco dei giornalisti uccisi in Russia dal 2002 ad oggi

26 September 2002 - Roderick John Scott, Free lance
2 April 2002 - Serge Kalinovski, Moskovski Komsomolets
29 April 2002 - Valery Ivanov, Toliatinskoie oborosrenie / Lada TV
8 March 2002 - Natalia Skryl, Nashe Vremia
9 July 2004 - Paul Khlebnikov , Forbes
9 May 2004 - Adlan Khassanov, Reuters
21 May 2005 - Pavel Makeev, Puls d’Azov
28 June 2005 - Magomedzagid Varisov, Novoe delo
26 July 2006 - Yevgeny Gerasimenko, Saratovski Rasklad weekly
7 October 2006 - Anna Politkovskaya, Novaya Gazeta
26 February 2006 - Ilia Zimine, Correspondent of the chain of television NTV
21 marzo 2008 - Gaji Abashilov
21 marzo 2008 - Ilya Shurpaev, reportorter della televisione di Stato

INSTABLOG
Bonaiuti: Gesto mitraglietta di Berlusconi era solo scherzo
18 Aprile 2008
ROMA - "Un gesto scherzoso e niente più". Così il portavoce di Silvio Berlusconi, Paolo Bonaiuti, facendo riferimento al gesto della ‘mitraglietta’ compiuto dal leader del Pdl nei confronti di una giornalista russa. La reporter aveva chiesto al presidente russo Vladimir Putin di parlare della presunta fidanzata-modella. ''Ci dispiace che ancora una volta - ha detto Bonaiuti - certe agenzie di stampa abbiamo forzato i toni per creare un caso che non c'è all'interno di una conferenza stampa distesa e cordiale come il vertice che l'ha preceduta. (Agr)

AUDIONEWS
Gesto mitra, Fnsi: scherzo imbarazzante
18 Aprile 2008
19.08: Fa discutere il gesto della 'mitraglietta' compiuto da Berlusconi nei confronti di una giornalista russa che ha rivolto a Putin una domanda sul suo privato; il suo portavoce Bonaiuti lo ha definito un semplice "scherzo". Di battuta imbarazzante parla il segretario dell'Fnsi Siddi che ha ricordato i più di 200 reporter uccisi in Russia negli ultimi 10 anni.

martedì, aprile 15, 2008

ELEZIONI 2008 - SI RICOMINCIA DA BERLUSCONI

APPENA È APPARSA INEVITABILE LA “SCONFITTA”, COME DI PRASSI AVVIENE NELLE NAZIONI DEMOCRATICHE AVANZATE IN EUROPA ED IN AMERICA, VELTRONI HA CHIAMATO BERLUSCONI AL TELEFONO PER “RICONOSCERGLI” LA VITTORIA E PER FARGLI GLI AUGURI DI BUON LAVORO.

IL NOTEVOLE RECUPERO DI “CONSENSI“ NELL’’ELETTORATO DI CENTROSINISTRA “DELUSI” DALLA “SCARSA” PRESTAZIONE DEL GOVERNO PRODI PER LA SUA LITIGIOSA COALIZIONE, DAL PROBLEMA DELL’IMMONDIZIA IN CAMPANIA DI CUI BERLUSCONI HA SAPUTO TRARNE VANTAGGIO (PUR AVENDONE GRAN PARTE DI RESPONSABILITÀ) NON È STATO SUFFICIENTE AL PARTITO DEMOCRATICO PER “VINCERE” QUESTE “DIFFICILI” ELEZIONI.

IL GAP ERA GRANDE E IL PD SI È PRESENTATO PER LA PRIMA VOLTA AL CORPO ELETTORALE E SEBBENE NON ABBIA VINTO HA PERÒ “CONQUISTATO” UNA POSIZIONE DI GRANDE PARTITO DI OPPOSIZIONE “SUSCETTIBILE” DI CONQUISTARE IL GOVERNO ALLA PROSSIMA TORNATA.

LA SINISTRA RADICALE NEL SUO INSIEME NON SUPERA LE SOGLIE NÉ ALLA CAMERA E NÉ AL SENATO A CAUSA DEL FATTO CHE PIÙ DELLA METÀ DEL SUO ELETTORATO HA PREFERITO SPOSTARSI SUL PD PERCHÈ L’UNICO CHE POTEVA BATTERE BERLUSCONI E PERTANTO “SCOMPARE” PER LA PRIMA VOLTA DAL PARLAMENTO.

IL CARTELLO ELETTORALE NEL PDL DI BERLUSCONI “VINCE” QUASI DAPPERTUTTO E SOPRATTUTTO GRAZIE AL GRANDE SUCCESSO DELLA LEGA NORD DI BOSSI CHE RAPPRESENTA UNA GROSSA IPOTECA PER LA RICHIESTA DI “SECESSIONE” SEPPURE MASCHERATA DI UN “FEDERALISMO” CONTRO ROMA PER I SUOI VOTI DETERMINANTI.

IL FENOMENO DELLA CRESCITA DELLA LEGA NEL NORD PRODUTTIVO È UN VOTO DI PROTESTA INQUIETANTE PERCHÉ RAPPRESENTA UN FORTE INTERESSE TERRITORIALE, DI CULTURA ANTIEUROPEA E CON FORTI PUNTE RAZZISTICHE CHE SPINGERÀ L’ITALIA FUORI DALL’EUROPA.

GRAN PARTE DELLA BORGHESIA E DEI CETI POPOLARI NON HANNO “CREDUTO” AL PD E AL SUO MESSAGGIO DI “CAMBIAMENTO” PER IL “FUTURO” PREFERENDO INVECE TORNARE AL “PASSATO” ED ALLE “SUGGESTIONI” DEL VECCHIO PADRONE DELLE TV.

ORA NON CI RESTA CHE ATTENDERE IL NUOVO GOVERNO BERLUSCONI ALL’OPERA CON I SOLITI PERSONAGGI GIÀ ANNUNCIATI E GIÀ TRISTEMENTE SPERIMENTATI.
Raffaele B.

REPUBBLICA
Veltroni ammette la sconfitta
"Ma sarà un governo targato Lega
Il leader del Pd: "Siamo una grande forza riformista"
Lungo applauso, lui si emoziona. "Grazie a chi ci ha dato fiducia"

di ALESSANDRA VITALI
14 aprile 2008


REPUBBLICA
IL COMMENTO
Terza Repubblica, stesso cavaliere
di MASSIMO GIANNINI
15 aprile 2008
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UNITA
Veltroni ammette la sconfitta: «Ma il Pd è la più grande forza riformista»
14.04.08 alle ore 22.39
Un ringraziamento ai «milioni di elettori che hanno dato fiducia alla novità del Partito Democratico» e una telefonata al «principale esponente dello schieramento avversario», che per la prima volta, a scrutinio ormai quasi ultimato, riacquista un nome. «Come è buona prassi in tutte le democrazie, ho telefonato al leader del Popolo delle Libertà Silvio Berlusconi per dargli atto della vittoria ed esprimergli l'augurio di un buon lavoro». Con queste due mosse, il leader del Partito Democratico Walter Veltroni fa quello che il suo avversario non fece due anni fa: ammettere la sconfitta. E si prepara, ferma restando la disponibilità a «scrivere insieme le regole del gioco», ad una stagione di opposizione.

«La destra governerà questo Paese – osserva Veltroni - ma c’è stato un riequilibrio dei rapporti di forza a favore della Lega. Ci auguriamo governino nell’interesse dell’Italia e nel rispetto dei valori fondamentali». Certo, aggiunge rinunciando per un attimo al fair play, «non so dire quanto questa maggioranza potrà durare nel tempo». Per il Pd, Veltroni parla di una «grande rimonta», con «un incremento al Senato di 6 - 7 punti e alla Camera forse ancora migliore grazie al voto giovanile ma ammette che «ci consente di insediare la più grande forza riformista che questo paese avuto». «Da qui in avanti – aggiunge - lavoreremo per creare le condizioni di una sfida riformista al governo. Sarà questo il nostro impegno, il nostro lavoro, quello a cui dedicheremo tutte le nostre energie».

Erano le sei e mezza di sera quando Ermete Realacci, responsabile comunicazione del Pd aveva riconosciuto un «distacco notevole, difficile da colmare». A governare saranno altri. Anche se «confrontando i risultati con le elezioni precedenti», da parte dei democratici «è chiaro che c'è stato un recupero fortissimo». Per il sindaco di Torino Sergio Chiamparino, il Pd «ha perso, ma ha posto le basi per diventare, in un futuro anche abbastanza prossimo, una forza di governo»

Dagli exit poll favorevoli, alle prime, pesantissime, proiezioni, gli umori del loft sono progressivamente passati dalla speranza alla rassegnazione. Dallo studio di Walter Veltroni, per tutto il pomeriggio, nessuna dichiarazione. «C'è stato un recupero clamoroso ma non sufficiente», commenta Antonello Soro, capogruppo uscente del Pd alla Camera.

Al di là delle percentuali del Partito Democratico, l’analisi del voto si appunta su due dati. In molti, a cominciare dal ministro delle comunicazioni Paolo Gentiloni, evidenziano l’ipoteca della Lega sul futuro governo: «È un risultato che sorprende. Un risultato che sarà certamente molto condizionante nella prossima fase politica». L’altro elemento di riflessione è la sconfitta della Sinistra Arcobaleno. Di «un assurdo tracollo della sinistra» parla Alessandro Bianchi, ex Pdci, mentre Realacci a chi gli chiede se intende fare autocritica, replica: «Se c'è qualcuno che deve domandarsi se la proposta che ha avanzato al Paese era o meno accettabile per gli italiani e se aveva sufficiente mordente, forse non siamo noi». Secca Rosy Bindi: «Dispiace per i risultati della Sinistra radicale, che non sono attribuibili alle nostre scelte ma alla ripetitività della loro proposta». Più ecumenico Piero Fassino: «Ora per il Pd si pone il problema di rappresentare in parlamento istanze di esigenze larghe tenendo conto che non c'è una rappresentanza della sinistra radicale. Dovremmo farci carico anche di questo

domenica, aprile 13, 2008

DELL'UTRI E LE INTERCETTAZIONI SUI BROGLI

NON SORPRENDE UNA SIMILE NOTIZIA DI UN MOLTO “PROBABILE” COINVOLGIMENTO DI MARCELLO DELL'UTRI, SENATORE DI FI E BRACCIO DESTRO DEL CAVALIERE, DI AVERE COMMISSIONATO ALLA MAFIA DEI PIROMALLI LA “MANIPOLAZIONE” DI 50.000 VOTI DALL'AMERICA LATINA PER SOSTENERE LA SUA LISTA ALLE ELEZIONI.

SI TRATTA DI UNA FUGA DI NOTIZIE DI INTERCETTAZIONI FATTE DALLA MAGISTRATURA CALABRESE TRA L'ALTRO RIPORTATA DA MOLTI GIORNALI IMPORTANTI TRA CUI
LASTAMPA.

NATURALMENTE IL SENATORE DELL'UTRI "SMENTISCE" MA “AMMETTE” DI AVER DIALOGATO AL TELEFONO CON MICCICHÈ CHE AFFERMA DI NON CONOSCERE. VEDEREMO QUALI SARANNO GLI SVILUPPI DELL’INCHIESTA NATURALMENTE SE I NUOVI GOVERNANTI LO CONSENTIRANNO!

I SUOI PRECEDENTI PERÒ NON DEPONGONO A SUO FAVORE. ALCUNI GIORNI FA TRA LO STUPORE GENERALE - HA ESALTATO COME «EROE» VITTORIO MANGANO, MAFIOSO CONDANNATO ALL’ERGASTOLO. PROPRIO QUESTA DICHIARAZIONE È CONSIDERATA DA MOLTI OSSERVATORI COME UN “SEGNALE” ATTINENTE PROPRIO A QUESTI FATTI.

EGLI STESSO È STATO “CONDANNATO” PER MAFIA IN PRIMO GRADO, SENTENZA PERÒ “ANNULLATA” CON RINVIO DALLA CASSAZIONE VEDI
ANSA. IL POTERE E LA RICCHEZZA GLI CONSENTE DI TENERE TESTA ALLA MAGISTRATURA CON STUOLI DI AVVOCATI “SPECIALIZZATI” AD UTILIZZARE CON PROFITTO IL NOSTRO MACCHINOSO E COMPLESSO CODICE DI PROCEDURA UNICO IN EUROPA!

MA NON È ANCORA FINITA. HO TROVATO SU YOUTUBE UN VIDEO DELL’ULTIMA INTERVISTA AL GIUDICE BORSELLINO PRIMA CHE VENISSE FATTO “SALTARE” IN ARIA INSIEME ALLA SUA SCORTA DAVANTI CASA. IN QUELLA INTERVISTA PARLA DI BERLUSCONI E CIÒ CHE DICE È “AGGHIACCIANTE”.
Raffaele B.

Clicca qui per vedere il video
BORSELLINO PARLA DI BERLUSCONI PRIMA DI MORIRE (AGGHIACCANTE)

LASTAMPA
Sospetti e veleni
FEDERICO GEREMICCA
12/4/2008

Evocati già da giorni da Silvio Berlusconi come possibile «variante criminale» del risultato elettorale, i brogli hanno fatto concretamente irruzione nella contesa tra i partiti a 48 ore dall’apertura dei seggi. I fatti - anticipati ieri da questo giornale - sono ormai più o meno ufficialmente noti: indagando sugli affari della cosca Piromalli, gli investigatori hanno intercettato una telefonata nella quale il senatore Marcello Dell’Utri e un imprenditore pregiudicato emigrato in Venezuela discutevano di come «segnare» e attribuire al Pdl alcune decine di migliaia di schede bianche o nemmeno ritirate nelle circoscrizioni estere. L’imprenditore è Aldo Miccichè, ex dc, latitante dal 1988 al 1990, arrestato poi a Torino. Condannato per bancarotta e precedentemente indagato per truffa, tangenti e finanziamenti illeciti, Micciché sarebbe appunto il curatore, secondo la Dda di Reggio Calabria, degli affari illegali dei Piromalli in Venezuela.

Il senatore Dell’Utri, interpellato dall’agenzia Ansa, ha negato di aver ricevuto avvisi di garanzia per questa vicenda, pur ammettendo di aver parlato al telefono con Aldo Miccichè: «Si è offerto di occuparsi dei voti degli italiani all’estero e l’ho messo in contatto con la nostra rappresentante, Barbara Contini», ha spiegato Dell’Utri. E ha aggiunto: «E’ una persona con la quale ho avuto rapporti per ragioni di energia: lui in Venezuela si occupa di forniture di petrolio, io ero in contatto con una società russa per cui, conoscendo questi russi, ho fatto da tramite». Degli affari russo-venezuelani nulla si sa, e dunque nulla può esser obiettato: ma è certamente prova di un labile senso della legalità accettare l’offerta di un pregiudicato - per di più in odore di ’ndrangheta - «di occuparsi dei voti degli italiani all’estero». Ma tant’è. E il senatore Dell’Utri, in fondo, è la stessa persona che a pochi giorni dal voto - e tra lo stupore generale - ha esaltato come «eroe» Vittorio Mangano, mafioso condannato all’ergastolo (e la sortita, purtroppo, è stata intesa come un «segnale» in molte regioni meridionali soffocate dalla criminalità organizzata).

La vicenda è imbarazzante, e certo poco edificante. Le indagini vanno avanti, l’esistenza dell’intercettazione è stata confermata sia dalla Dda di Reggio Calabria sia dal ministro Amato e quel che qui si vorrebbe chiedere è che si faccia chiarezza il più rapidamente possibile. È del tutto inconcepibile, infatti, che in un Paese occidentale a solida democrazia, le elezioni possano essere condizionate da sospetti di brogli veri e da evocazione di brogli presunti. L’invito, naturalmente, è rivolto innanzitutto alla magistratura, ma anche i leader in campo farebbero bene a ponderare parole e toni. Berlusconi prima di ogni altro. È stato il leader del Pdl, infatti - a cinquant’anni di distanza dal referendum repubblica-monarchia - a tirar fuori l’accusa di brogli dopo le elezioni del 2006, a rilanciarla più volte nei venti mesi del governo Prodi ed a rievocarla ripetutamente in questa campagna elettorale.

L’interrogativo che è infatti lecito porsi, è più o meno il seguente: è un comportamento politicamente responsabile evocare lo spettro di brogli alla vigilia di un voto che potrebbe decidersi - in particolare per quel che riguarda il Senato - sul filo di lana? Non lo è, naturalmente. E allora qual è lo scopo dell’allarme brogli? Prepararsi, forse, a contestare l’esito del voto, se non pienamente gradito, proprio con l’argomento che sarebbe stato determinato da illegalità nei seggi? E che pensare, infine, di fronte alla circostanza che a lavorare a possibili irregolarità - secondo i magistrati - sarebbero proprio esponenti del partito che invece denuncia di esser sul punto di subirli? Il dopo elezioni potrebbe rivelarsi già di per sé confuso e delicato, senza bisogno di avvelenarlo col sospetto di «brogli italiani» e tentativi di «brogli esteri». Del resto, il Pdl ieri ha annunciato che saranno 118 mila i «difensori della libertà» schierati nei seggi a garanzia della regolarità delle operazioni di voto. Se l’ex premier non si fida del Viminale e nemmeno della magistratura, abbia fiducia almeno nei suoi «combattenti».

ANSA
DELL'UTRI: CASSAZIONE ANNULLA CONDANNA CON RINVIO
2008-04-10 19:20
ROMA - Ci sarà un nuovo processo d'appello, per tentata estorsione, nei confronti del parlamentare di Forza Italia Marcello Dell'Utri e del boss Vincenzo Virga: la II Sezione penale della Cassazione ha, infatti, annullato con rinvio per nuovo esame ad altra sezione della Corte d'appello di Milano la condanna a due anni di recluisione inflitta al parlamentare e a Virga dalla Corte d'appello di Milano il 15 maggio 2007. Evidentemente, nel verdetto c'era qualcosa che non ha convinto i supremi giudici: nella sua requisitoria, stamani, il pg Antonio Gialanella aveva chiesto anche lui l'annullamento con rinvio ritenendo inutilizzabile buona parte delle dichiarazioni accusatorie...
CONTINUA

venerdì, aprile 11, 2008

IL CAVALIERE E LE DISCARICHE FUORI NORMA

LA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA HA DICHIARATO FUORILEGGE IL DECRETO LEGISLATIVO 36/2003 VARATO DAL GOVERNO BERLUSCONI CHE DOVEVA APPLICARE LA NORMA UE 1999/31/CE.

NON C'È CHE DIRE, È UNA BELLA "BOTTA" PER IL CAVALIERE CHE SI È FATTO "PALADINO" PER LA SOLUZIONE DEL PROBLEMA DELL'IMMONDIZIA A NAPOLI CHE TANTO L'APPASSIONA.

CHI AVESSE AVUTO ANCORA DEI DUBBI SULLA TOTALE INAFFIDABILITÀ DEL EX-PRESIDENTE DEL CONSIGLIO CHE VARÒ QUEL DECRETO "SBAGLIATO" ORA SI DOVRÀ RICREDERE PERFINO SU QUESTO FATTO.

SUCCESSIVAMENTE ALLA SUA ELEZIONE IL GOVERNO PRODI LA "CORRESSE" MA POTREBBE NON ESSERE SUFFICIENTE PER EVITARE UNA GROSSA MULTA A CARICO DELL'ITALIA PERCHÈ NEL FRATTEMPO TRASCORSERO BEN DUE ANNI, FORSE TEMPO SCADUTO.
Raffaele B.

LASTAMPA
Rifiuti tossici, l’Ue condanna l’Italia
Venerdì 11/4/08 14:36
PER LE DISCARICHE FUORILEGGE POTREBBE ARRIVARE UNA MULTA SALATA
D’Alema: ma adesso siamo in regola


MARCO ZATTERIN - CORRISPONDENTE DA BRUXELLES

Discariche fuori norma e, dunque, fuorilegge. La Corte di Giustizia europea accoglie i rilievi della Commissione e semina nuovi veleni nella campagna elettorale. I magistrati di Lussemburgo, con una sentenza pronunciata ieri, hanno condannato l'Italia per la tardiva e non corretta applicazione della direttiva comunitaria mirata a scongiurare le ripercussioni negative sull'ambiente del trattamento dei rifiuti tossici. La norma Ue, varata nel 1999 con obbligo di recepimento entro il 16 luglio 2001, è stata inserita - e in modo inesatto - nel nostro quadro legislativo solo nel 2003. «E' chiara la colpa del governo Berlusconi», attacca il centrosinistra che, comunque, afferma che la situazione è stata sanata con un provvedimento varato il primo aprile.

Niente a che fare con la mondezza napoletana. L'offensiva della Corte di Lussemburgo ha obiettivi strutturali, mette in dubbio l'intero sistema del trattamento dei rifiuti. Ad aprire il procedimento è stata la Commissione, convinta che il decreto legislativo (il 36/2003) di applicazione della norma Ue (la 1999/31/CE) violasse alcuni articoli della direttiva che definisce la nozione di rifiuti e di discariche. Il testo impone fra l'altro agli Stati di elaborare una strategia nazionale per la riduzione dei rifiuti e stabilisce regole sui costi dello smaltimento. Inoltre prevede il rispetto di una procedura di autorizzazione per la costruzione di nuove discariche e sottopone le preesistenti a misure particolari, soprattutto per separare i rifiuti tossici dai «normali».
Bruxelles ci ha accusato di aver applicato la direttiva in modo non conforme. La Corte ha fatto sue le argomentazioni e ha condannato Roma a pagare le spese del procedimento. Il decreto italiano, precisa la Corte, prevede che le Regioni elaborino un programma per la riduzione di rifiuti biodegradabili presenti nelle discariche e fissa le scadenze da rispettare per la riduzione graduale dei rifiuti destinati ai centri di smaltimento. Il governo Berlusconi, precisano i magistrati del Granducato, non ha previsto l'applicazione del quadro Ue alle discariche autorizzate tra il termine di trasposizione della direttiva (luglio 2001) e l'entrata in vigore del decreto stesso, ma si è occupato solo degli impianti preesistenti. La condanna non ha effetti pratici se non quello di dare il via ad una seconda procedura che, se conclusa, potrebbe comminare un multa salata al Bel Paese.

La responsabilità è del centrodestra, attacca il ministro degli Esteri Massimo D'Alema. «Berlusconi si candida a risolvere il problema dei rifiuti - ha detto ieri a Napoli -, ma nel frattempo noi ci siamo beccati la condanna Ue per la sua gestione delle discariche». Si tratta, ha aggiunto, di «provvedimenti sbagliati che il governo Prodi ha corretto». Il presidente dei senatori di An, Altero Matteoli, rimanda la palla agli avversari: «Hanno avuto due anni per modificare la direttiva, ma non hanno fatto nulla».

IL CAVALIERE INSULTA E ATTACCA TUTTI

NON PAGO DI AVERE DICHIARATO A PORTA A PORTA E NEI COMIZI CHE DI PIETRO È UN FALSO LAUREATO E CHE NON È STATO MAI DA LUI PROPOSTO MINISTRO NEL SUO PRIMO GOVERNO, HA DATO MANDATO AL SUO AVVOCATO GHEDINI DI AGIRE IN SEDE LEGALE PER LE DICHIARAZIONI "DIFFAMATORIE" FATTE IN "RISPOSTA" DA DI PIETRO.

CURIOSO! SE SI "RISPONDE" ALLE SUE "DIFFAMAZIONI" SI VIENE “DENUNCIATO” PER DIFFAMAZIONE! MA IL MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE HA GIÀ "DENUNCIATO" IL CAVALIERE PER QUELLE PROVOCAZIONI ED ORA SI ATTENDE DI ANDARE IN TRIBUNALE. IL MINISTRO HA TUTTE LE PROVE, DICHIARA, PER INCHIODARE BERLUSCONI ALLE SUE RESPONSABILITÀ, SIA PER LA FALSA LAUREA CHE PER LA MANCATA OFFERTA DEL MINISTERO. DOBBIAMO PERÒ ASPETTARE I TEMPI DELLA GIUSTIZIA E QUINDI SE NE RIPARLERÀ A DOPO LE ELEZIONI (SIC.)

NON SI PUÒ CERTO DIRE CHE IL MODO DI CONDURRE LA CAMPAGNA ELETTORALE DA PARTE DEL CAVALIERE SIA PACATA E RISPETTOSA DEGLI AVVERSARI. EGLI "PROCEDE" CON L'INSULTO CONTINUO VERSO NON SOLO I SUOI AVVERSARI POLITICI MA ANCHE VERSO GLI ELETTORI “REI” DI VOTARE PER LA PARTE AVVERSA, PERFINO PER TOTTI PERCHÈ VOTA RUTELLI AL COMUNE DI ROMA. PROCEDE CON LE DICHIARAZIONI “DIFFAMATORIE” TACCIANDO DI ESSERE FALSI E BUGIARDI SIA VELTRONI CHE DI PIETRO. NEMMENO IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA E I GIUDICI SONO STATI RISPARMIATI.

VERREBBE DA CHIEDERSI PERCHÈ LO FA, VISTO CHE NON POTRÀ PRODURRE NESSUN TIPO DI RICHIAMO PER I VOTI "MODERATI DEL CENTRO" DI CUI AVREBBE ASSOLUTAMENTE “BISOGNO” PER VINCERE! ATTIRA SOLO IL VOTO PIÙ ESTREMISTA DELLA DESTRA FASCISTA!

IL CAVALIERE HA DECISAMENTE PERSO IL CONTROLLO DEI SUOI NERVI E PARLA SENZA FRENI. PER UN POLITICO CANDIDATO AL GOVERNO È GRAVE E VA TUTTO A SUO "SVANTAGGIO". MA SE LUI È CONTENTO, ANCHE NOI LO SIAMO!

LE PIAZZE DOVE VA LA DESTRA DI BERLUSCONI NON SONO MAI PIENE A DIFFERENZA DI QUELLE DOVE VA VELTRONI, PERSINO A NAPOLI E A MILANO.

QUESTO, LA TV E LA RADIO NON LO DICE. PER ESEMPIO ALL'ULTIMO COMIZIO DI BERLUSCONI AL COLOSSEO, ESSI STESSI DICHIARANO UNA PARTECIPAZIONE DALLE 30-40.000 PERSONE (ANCHE SE LA CAPACITÀ DELLA PIAZZA È VALUTATA TRA 6000-7000 E NON ERA PIENA), IN QUELLI DI VELTRONI INVECE SUI 100.000 SIA A NAPOLI CHE A MILANO ED IN ALTRE CITTÀ CAPOLUOGO E IN TUTTE LE ALTRE HA FATTO SEMPRE IL PIENO, ANCHE SOTTO LA PIOGGIA A MILANO ED IN UN COMIZIO A MEZZANOTTE IN UN'ALTRA CITTÀ.

QUESTO VORRÀ PURE DIRE QUALCOSA, NO?
Raffaele B.

REUTERS
Voto, Berlusconi querela per diffamazione Di Pietro
venerdì, 11 aprile 2008 12.54
MILANO (Reuters) - Il candidato premier del Pdl Silvio Berlusconi ha dato mandato ai suoi avvocati di agire in sede legale contro il ministro uscente delle Infrastrutture Antonio Di Pietro, per varie dichiarazioni ritenute diffamatorie.

Lo riferisce il senatore Niccolò Ghedini, avvocato di Berlusconi e per tutta risposta Di Pietro ha annunciato di "avere già citato in giudizio Berlusconi per le mascalzonate che ha detto su di me e continua a ripetere".

In una nota, Ghedini spiega che "il ministro Di Pietro, che Veltroni si è scelto come alleato privilegiato, nel corso dell'intera campagna elettorale, ha insistentemente continuato ad aggredire verbalmente il presidente Berlusconi, offendendolo ed ingiuriandolo o minacciando ritorsioni legislative su Mediaset, creando altresì grave nocumento alla credibilità internazionale del nostro mercato azionario".

"Ancora oggi sulla stampa si possono rinvenire le ennesime esternazioni del ministro Di Pietro, che sono ad ogni evidenza diffamatorie. Berlusconi mi ha conferito esplicito mandato di esperire ogni opportuna azione giudiziaria in tal senso", conclude Ghedini.

In risposta al legale, Di Pietro -- annunciando a sua volta la querela -- in un comunicato si augura che Berlusconi non voglia "avvalersi dell'immunità parlamentare, come io non me ne avvarrò"

"Questo perché solo un mascalzone può insultare il sacrificio che ho fatto per laurearmi mentre lavoravo", ha detto l'ex-magistrato, in riferimento alle parole di Berlusconi che ieri ha detto di non aver mai offerto un ministero a Di Pietro, che non avrebbe una laurea valida. "E solo un mascalzone può mentire fino al punto di dire che non mi ha mai proposto l'incarico di ministro nel suo governo quando ci sono testimoni, fotografie e registrazioni che attestano il contrario".

Di Pietro, che con il suo partito Italia dei valori è alleato del Partito democratico che candida premier Walter Veltroni, durante la campagna elettorale ha proposto di togliere due reti a Mediaset, mentre oggi in una intervista alla Stampa l'ex-pm di Mani Pulite ha detto di temere una "dittature dolce" in caso di vittoria del Pdl, con "il controllo dell'informazione, un conflitto di interessi destabilizzante, l'utilizzo strumentale delle leggi".

giovedì, aprile 10, 2008

L’IMPORTANZA DEL VOTO AL PD DI VELTRONI

DOMENICA E LUNEDI PROSSIMI SI ANDRÀ A VOTARE PER “DECIDERE” NON SOLO CHI CI DOVRÀ RAPPRESENTARE MA ANCHE E SOPRATTUTTO CHI CI DOVRÀ GOVERNARE.

L’ASTENSIONE O SCHEDA BIANCA SIGNIFICA SOLO “RIFIUTO” DI DECIDERE E DI CONTARE NELLE SCELTE E LASCIARE AGLI ALTRI QUESTO COMPITO.

TUTTI I VOTI SONO “DEGNI” E “RISPETTABILI” MA OGNUNO DI NOI NE HA SOLO UNO E BISOGNA TENERE CONTO DELLA ATTUALE LEGGE ELETTORALE “PORCATA” DI CALDEROLI DELLA LEGA MAI VOLUTA MODIFICARE.

QUESTA LEGGE STABILISCE LA PROPORZIONALITÀ DEL VOTO ED ASSEGNA IL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA FORMAZIONE CHE RIPORTA UN VOTO IN PIÙ DELLE ALTRE. INOLTRE PONE DUE SBARRAMENTI: IL 4% ALLA CAMERA A LIVELLO NAZIONALE E L’8% AL SENATO A QUELLO REGIONALE.

LA DECISIONE DI VELTRONI DI CORRERE DA SOLO SENZA LA COALIZIONE A LIVELLO NAZIONALE HA “SCOMPAGINATO” TUTTO IL PANORAMA POLITICO PERCHÉ TUTTI GLI ALTRI HANNO “SEGUITO” A COMINCIARE DA BERLUSCONI CON IL PDL.

IN BASE ALLA LEGGE ED AI NUMERI CHE TUTTE LE FORMAZIONI HANNO IN DOTE DI PARTENZA, RISULTA CHE SOLO DUE FORMAZIONI SI “CONTENDONO” IL GOVERNO DEL PAESE LE ALTRE INVECE POSSONO SOLO ASPIRARE ALLA “RAPPRESENTATIVITÀ” CIOÈ UN POSTO IN PARLAMENTO SE SUPERANO LE SOGLIE DI SBARRAMENTO.

VIENE DA SE CHE IL NOSTRO VOTO PER QUANTO DEGNO E RISPETTABILE AVRÀ UN “VALORE” SOLO DI “RAPPRESENTATIVITÀ” SE DATO ALLE PICCOLE FORMAZIONI CON IL PARADOSSO CHE FARÀ “MANCARE” QUEL VOTO IN PIÙ ALLA FORMAZIONE PIÙ GRANDE PER LA CONQUISTA DEL GOVERNO.

ESEMPIO: SE UN ELETTORE DI SINISTRA VOTA UNA PICCOLA FORMAZIONE DI SINISTRA ANZICHÈ VELTRONI, “SOTTRARRÀ” QUEL VOTO AL PD “FACILITANDO” COSÌ LA VITTORIA DEL PDL DI BERLUSCONI. A QUESTO PUNTO PRIMA DI VOTARE L’ELETTORE SI DOVRÀ CHIEDERE COSA È PIÙ IMPORTANTE PER LUI.

QUINDI INVITO TUTTI AD ESPRIMERE IL VOTO PER IL “PAESE” SCEGLIENDO IL PD DI VELTRONI PER IL SUO PROGRAMMA DI SVOLTA E DI CRESCITA PER L’INTERA NAZIONE ITALIANA ANZICHÉ IL PROPRIO SPECIFICO PARTITO SOLO PER SODDISFARE LA PROPRIA ESIGENZA DI RAPPRESENTATIVITÀ PERSONALE, ALTRIMENTI “VINCERA” PARADOSSALMENTE PROPRIO IL “LEADER” DELLA PARTE AVVERSA!

SI “VINCE” SE GRAN PARTE DELL’ELETTORATO DEL CENTRO-SINISTRA SI “CONCENTRA” SUL PD, AL CONTRARIO SI “PERDE” SE UNA PARTE "CONSIDEREVOLE" DI QUELL’ELETTORATO SI DOVESSE “DISPERDERE” FRA LE PICCOLE FORMAZIONI O PARTITI IDENTITARI.

ALLORA COMINCIAMO TUTTI NOI A CAMBIARE L’ITALIA PER DAVVERO! VOTIAMO E FACCIAMO VOTARE TUTTI QUELLI CHE CONOSCIAMO PER IL PARTITO DEMOCRATICO.
Raffaele B.

lunedì, aprile 07, 2008

IL CAVALIERE E LA DICHIARAZIONE EVERSIVA DI BOSSI

LA MINACCIA DI IMBRACCIARE I FUCILI CONTRO LA "CANAGLIA ROMANA" PER AVERE APPLICATO LA “SUA” LEGGE ELETTORALE, RAPPRESENTA UN OFFESA ALLA MEMORIA DEGLI ITALIANI CHE NON HANNO DIMENTICATO IL SUO EX-MINISTRO CALDEROLI, PADRE DI QUELLA LEGGE CHE LUI STESSO HA DEFINITO "PORCATA" E ALLO STESSO TEMPO UN ATTACCO ALLA COSTITUZIONE, ALLE ISTITUZIONI DELLO STATO E ALLA NAZIONE INTERA.

DICHIARAZIONI "EVERSIVE" DI QUESTA GRAVITÀ NON SONO STATE FATTE DA UN TIZIO QUALSIASI MA DA UN EX-MINISTRO E DI NUOVO CANDIDATO A MINISTRO DI QUESTO STATO SE BERLUSCONI DOVESSE VINCERE. UN FATTO UNICO NELLA NOSTRA STORIA FATTA ECCEZIONE DEL PASSATO FASCISTA.

NON SI TRATTA QUI DEL "DIRITTO” DI AVERE OPINIONI DIVERSE E DI DIRE QUELLO CHE SI VUOLE, PERCHÈ QUI SI È VIOLATO CON LA MINACCIA IL DIRITTO DI TUTTI I CITTADINI A VIVERE IN PACE ED IN CIVILTÀ INCUTENDO LORO IL "TIMORE" DI FARE “SPROFONDARE” IL PAESE IN GUERRA CIVILE. QUANTO DICHIARATO DA BOSSI NON È REATO DI OPINIONE MA È REATO DI "EVERSIONE" PREVISTO DALLA NOSTRA COSTITUZIONE CUI TUTTI SONO TENUTI A RISPETTARE PENA LA FINE DELLA CONVIVENZA CIVILE!

A QUESTO PUNTO C'È SOLO DA CHIEDERSI COSA FARÀ BERLUSCONI RISPETTO A QUESTE MINACCE. NELLE PROSSIME ORE VEDREMO QUALI SARANNO LE SUE DICHIARAZIONI. NON PUÒ ESSERE CERTO AUSPICABILE CHE SE ELETTO EGLI POSSA PORTARE UN SIMILE PERSONAGGIO NEL CONSIGLIO DEI MINISTRI? SAREBBE UN PERICOLO PER TUTTI.

Raffaele B.

CORRIERE DELLA SERA
Bossi: «Per fermare queste schede-porcheria potremmo prendere i fucili»
06 aprile 2008
«Imbracceremo le armi contro la canaglia romana comunista che sta facendo apposta per impedire il voto»

VERBANIA - «Se necessario, per fermare i romani che hanno stampato queste schede elettorali che sono una vera porcata, e non permettono di votare in semplicità e chiarezza, potremmo anche imbracciare i fucili». Lo ha dichiarato Umberto Bossi in un comizio a Verbania. «I veneti, i piemontesi, i lombardi non permetteranno questo imbroglio. Il ministro dell'Interno ha fatto stampare schede in cui di fatto non si può votare. Con due simboli collegati, in cui chi vota per uno vota per due e quindi crea confusione», ha aggiunto il leader della Lega Nord. «Fate tutti molta, molta attenzione e mettete una croce al centro del simbolo giusto. Noi comunque terremmo le cose sotto controllo. Se necessario imbracceremo i fucili contro la canaglia centralista romana che sta facendo apposta a impedire il voto». Le affermazioni di leader del Carroccio sono forti e i giornalisti al seguito gli chiedono di chiarirle. «La rabbia della gente è tanta per questa schifezza che è un vero attentato alla libertà», spiega Bossi. «Volevo dire che noi alla democrazia ci teniamo e che democraticamente reagiremo a ogni tentativo di impedire la chiarezza e la regolarità in cabina elettorale. Non è infatti pensabile che si possa vedere annullato il voto solo perché facendo una croce si va a sbattere su un altro simbolo».

VITTORIA A MANI BASSE - Bossi ha ribadito la sua certezza «in una vittoria a mani basse anche se i romani, i comunisti, stanno facendo di tutto per impedire il voto, con queste schede tranello. I comunisti non sono cambiati - ha aggiunto - sono canaglie antidemocratiche, abbiamo anche mandato a dire al presidente della Repubblica di darci un'occhiata».

REPLICHE - Immediata le repliche. Walter Veltroni, candidato premier del Partito democratico: «Voglio sapere da chi si candida a governare questo Paese, se uno che dice queste parole può essere chiamato a fare il ministro delle Riforme. Ma dove viviamo, dove siamo? Imbracciare i fucili? Con queste parole il Paese non reggerà, la destra è solo capace di seminare odio e paura. Giurano sulla Costituzione solo per avere le auto blu e un posto da ministro». A Veltroni risponde il leghista Roberto Calderoli: «Veltroni se è ancora uomo e non ha svenduto i propri attributi come pegno da pagare per entrare nella Banda Bassotti, si rivolga al suo ministro Amato e al suo governo. Se non intervengono le istituzioni a difendere la democrazia e la Costituzione, questa difesa passerà al popolo». Il segretario nazionale della Destra, Francesco Storace: «A Bossi qualcuno dovrebbe ricordare che in Parlamento hanno votato la legge che loro stessi hanno definito porcata. A Milano fanno la faccia feroce, a Roma stanno a tavola con i loro padroni». Giuseppe Giulietti, portavoce del movimento Articolo 21: «Berlusconi ora il dovere morale di prendere le distanze e di rompere l'alleanza con Bossi». In precedenza aveva detto Silvio Berlusconi a Palermo: « Ciò che lega me e Bossi è un'autentica amicizia fraterna. Noi consideriamo i nostri alleati carne della nostra carne e sangue del nostro sangue». Angelo Bonelli (Sinistra arcobaleno): «Berlusconi è alleato di chi incita all'insurrezione armata. Siamo in presenza di parole pericolose e vergognose».

domenica, aprile 06, 2008

IL CAVALIERE ORA VUOLE ‘RIFARE’ LE SCHEDE

È PIUTTOSTO STRANO CHE BERLUSCONI VOGLIA ADESSO LA RISTAMPA DELLE SCHEDE ELETTORALI PER INCLUDERVI IL SIMBOLO DELLA DC DEL SUO ALLEATO “PIZZA”.

COSA SUCCEDEREBBE NEL CASO NON SI FACESSE? CHE IL CAVALIERE PORREBBE DI “INVALIDARE” LE ELEZIONI? IN FONDO GIÀ PARLA DI POSSIBILI BROGLI E SU COME CERCARE DI PORVI RIMEDIO! VEDI SUL SITO
PDL SU SCRUTINIO.

SE FOSSE COSÌ ALLORA SI DESUME CHE IL CAVALIERE HA LA CERTEZZA DI PERDERE LE ELEZIONI, PERCHÉ IN CASO CONTRARIO NON AVREBBE ALCUN INTERESSE A SOLLEVARE IL PROBLEMA, NON CREDETE?

VI SONO ALMENO QUATTRO RAGIONI CHE NE ESCLUDONO LA RISTAMPA:
1. IL FORMATO DELLE SCHEDE È STATO STABILITO DA UN DECRETO DEL MARZO 2006 FIRMATO DA BERLUSCONI STESSO.
2. ANCHE SE IL CAVALIERE VOLESSE ORA “CAMBIARLA” SAREBBE “TARDIVA” E QUINDI “IMPOSSIBILE” PERCHÉ DALL’ESTERO HANNO GIÀ VOTATO CON LA SCHEDA CONTESTATA I NOSTRI MILITARI.
3. LA CORTE DI CASSAZIONE DEVE ANCORA PRONUNCIARSI PER UNA DEFINITIVA SENTENZA L’8 DI APRILE, CIOÈ DOPODOMANI.
4. INFINE LA RISTAMPA DI 40 MILIONI DI SCHEDE PRESENTA UN PROBLEMA DI COSTI NON INDIFFERENTE SPECIALMENTE PER CHI “PRETENDE” DI RIDURRE I COSTI DELLA “POLITICA”.

A MENO CHE BERLUSCONI NON VOGLIA “GARANTIRSI” UNA POSSIBILITÀ DI INVALIDARE LE ELEZIONI IN CASO DI SCONFITTA NON SI CAPISCE PERCHÉ NON POSSA “SOPRASSEDERE” AD UN PROBLEMA SOLO TECNICO PRODOTTO DAL SUO STESSO DECRETO!
Raffaele B.

DA REPUBBLICASCHEDE A CONFRONTO
Questa era la scheda elettorale del 2006
La contestata scheda elettorale per le prossime consultazioni

LIBERTÀONLINE
Pdl: schede confuse
Amato: è tutto regolare
«Macchina conforme a legge vigente»
6 aprile 2008
ROMA - Le schede elettorali, così come sono state fatte, non vanno bene. Possono alimentare confusione e causare errori. Silvio Berlusconi ieri mattina lancia un clamoroso appello direttamente al capo dello Stato Giorgio Napolitano: «Intervenga per garantire la regolarità del voto». Nel pomeriggio Napolitano fa sapere che il Quirinale non ha alcun potere sulle procedure elettorali, ma invita anche il ministro competente, quello dell'Interno, a dare tutte le informazioni necessarie alle forze politiche e agli italiani.
Ieri sera, in una conferenza stampa al Viminale, Giuliano Amato svela però la nuova gaffe del Cavaliere. Le schede elettorali, spiega infatti, sono state stampate come previsto dal decreto dell'8 marzo 2006 «che reca la firma dell'allora presidente Berlusconi e del mio predecessore al ministero dell'Interno».
Sul fronte del Pd Walter Veltroni promette l'assicurazione gratuita alle casalinghe e crede nella rimonta.

UNIONESARDA
Schede elettorali, Berlusconi vuole rivederle
Domenica 6 Aprile 2008
Il Cavaliere: "Questa questione non l'ho sollevata io. Non è una mia iniziativa. Sono stati loro, quelli del Pd. Due giorni fa è stato Dario Franceschini a chiamare Gianni Letta per avvisarlo del problema"

Berlusconi non demorde e ritorna sulla questione della schede elettorali lanciata ieri. "Sarebbe più saggio procedere alla ristampa delle schede", ribadisce il Cavaliere nel corso di “No stop news” su Rtl 102.5. Secondo Berlusconi il tempo non manca, "basta avere la volontà". Ma il Cavaliere oggi precisa che non è stato lui o il Pdl a sollevare il problema: "Questa questione delle schede elettorali non l'ho sollevata io. Non è una mia iniziativa. Sono stati loro, quelli del Pd. Due giorni fa è stato Dario Franceschini a chiamare Gianni Letta per avvisarlo del problema", ha detto.
A una settimana dal voto scoppia quindi la polemica sulle leggibilità della schede elettorali, con il leader del Pdl che ieri aveva chiesto l’intervento del Capo dello Stato affinché si intervenisse prima del 13 e 14 aprile.
Ieri aveva parlato il ministro dell’Interno Giuliano Amato, su invito del presidente Napolitano, per chiarire che simili questioni non spettano al Capo dello Stato. In ogni caso per Amato sarebbe troppo tardi apportare una modifica alle schede elettorali perché i militari all’estero avrebbero già votato con le schede già esistenti. Ma Berlusconi aveva replicato di essersi dovuto appellare a Napolitano proprio perché non ascoltato da Amato e aveva anche sottolineato come ancora si possa, a suo avviso, intervenire con un decreto legge d’urgenza.
Amato aveva anche precisato di aver rispettato la legge nel redigere le schede, e in particolare la legge varata dal governo di centro destra.
Ma a vedere le schede elettorali poco leggibili e a chiedere la ristampa non è solo il candidato premier del Pdl, è anche Antonio Di Pietro dell’Italia dei Valori: “La scheda - dice - non evidenzia bene le coalizioni dai partiti che si presentano da soli”.
A sostenere che si dovrà votare con queste schede, anche se non sono il massimo della chiarezza, è ufficiosamente anche l'entourage del candidato premier del Pd Walter Veltroni. Il Pd non è d'accordo con la ristampa: è vero, spiegano in ambienti del partito, che le schede non siano il massimo della chiarezza, ma se sono state fatte così male la colpa è di Berlusconi che le cambiò due anni fa quando fece la nuova legge elettorale. Ora, a una settimana dal voto, sostengono, il “ripensamento” grafico è davvero impensabile. E poi, affermano con forza Rosi Bindi e Antonello Soro, non è più accettabile che il leader del Pdl evochi sempre lo spettro dei brogli. "È fastidioso" attacca Soro. "Così scredita le istituzioni" gli fa eco la Bindi.

sabato, aprile 05, 2008

ELEZIONI E I CANDIDATI PER L'OPPOSIZIONE

APPRENDIAMO DALLE NOTIZIE CHE I DUE LEADERS DEI MAGGIORI PARTITI RINUNCIANO AD ANDARE A “PORTA A PORTA” DA VESPA IL PROSSIMO 11 APRILE PER CONFRONTARSI CON GLI ALTRI 14 CANDIDATI PREMIER CHE IN TEORIA SI CONTENDONO LA CARICA A PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEL PROSSIMO GOVERNO.

IN PRATICA PERÒ TUTTI SANNO, A MENO CHE NON LO SI VOGLIA SAPERE, I LEADERS DI PICCOLE FORMAZIONI NON HANNO ALCUNA POSSIBILITÀ DI GUADAGNARE IL GOVERNO DEL PAESE, AL MASSIMO, SE SUPERANO LE SOGLIE DI ELEGGIBILITÀ, POTRANNO OTTENERE QUALCHE SEGGIO ALLA CAMERA E/O AL SENATO SENZA CHE CIÒ POSSA SERVIRE ALCUNCHÈ AL PAESE PER RISOLVERE I SUOI GRANDI PROBLEMI. L'UNICA COSA CHE OTTERRANNO SARÀ UN LAUTO STIPENDIO DA PARLAMENTARE E I RIMBORSI DELLE SPESE ELETTORALI, PUNTO.

TUTTO IL RESTO SONO SOLO "BELLE PAROLE", CIBO PER INGENUI ELETTORI "AFFAMATI" CHE POTREBBERO PER QUESTO ESSERE “CONVINTI” DI VOTARLI. SENZA TENERE CONTO CHE SONO "PROGRAMMI" PER ANDARE ALL'OPPOSIZIONE, NON AL GOVERNO PER POTERLI ATTUARE!

COSTORO SONO CANDIDATI ALL'OPPOSIZIONE PER LORO STESSA AMMISSIONE! SE VOLEVANO ASPIRARE ALLA VITTORIA DOVEVANO AVERE ALMENO LA CAPACITÀ AD UNIRSI CHE INVECE NON HANNO AVUTO, FIGURIAMOCI A GOVERNARE IL PAESE! NIENTE DI PIÙ LONTANO!

QUINDI PERCHÈ VOTARLI? A MENO CHE SI VOGLIA CONTINUARE A MANTENERE QUESTO COSTOSO ED INIQUO SISTEMA POLITICO DA “CARNEVALE” DEL TUTTI “CONTRO” TUTTI CHE NESSUNO C'INVIDIA E CHE L'ITALIA NON SI PUÒ PIÙ PERMETTERE!

IL COMMENTO SU “
Le tribune tv dei panda” DI MARIA NOVELLA OPPO SU L’UNITÀ DESCRIVE CON GRANDE EFFICACIA E SENSO DELLO HUMOR LE ASSURDE PROPOSTE SENZA SPERANZA DI QUESTE FORMAZIONI.
Raffaele B.

UNITA
Le tribune tv dei panda
Maria Novella Oppo
05.04.08
La democrazia dovrebbe tutelare le minoranze come i panda, per consentire loro, eventualmente, di crescere e moltiplicarsi. Perciò, ben venga lo spazio dato in tv ai tanti (troppi!) candidati premier e ai loro argomenti. Ascoltarli non può farci che bene, se ci costringe a scompaginare le nostre idee, per poi rimetterle in sesto con maggiore convinzione. Con questi buoni propositi, ogni giorno ascoltiamo i programmi dei candidati che non hanno nessuna possibilità di vincere. A parte la inascoltabile Santanchè, che propone una specie di berlusconismo inferocito e di fascismo chirurgicamente plastificato. D’altra parte, anche sentire Marco Ferrando è doloroso. Infatti, se avesse ragione lui, gli ultimi secoli sarebbero solo lotte e sangue sprecati. Come diceva Bartali: tutto da rifare. Il futuro è un cimitero sul quale costruire daccapo, sapendo che tutti i tentativi precedenti sono falliti e i possibili alleati sono dei traditori. E come affrontare questa impresa titanica, sapendo che Carlo Marx è morto e anche Ferrando non si sente tanto bene?

REPUBBLICA
CONFRONTO TV DA VESPA: BERLUSCONI E VELTRONI NON CI VANNO
05/25/2008
"Non partecipero', dico di no. Secondo me e' controproducente per chi partecipera'". Cosi' Silvio Berlusconi sulla possibilita' di un confronto multiplo in tv. Il candidato premier del Pd, Walter Veltroni, a quanto si apprende, sarebbe orientato a non partecipare alla Tribuna elettorale finale dell'11 aprile, che sara' condotta da Bruno Vespa e alla quale dovrebbero partecipare tutti i candidati premier dei vari schieramenti politici. Il no - spiegano nel Pd - sarebbe dovuto al fatto che un confronto fra 15 candidati non consentirebbe un vero confronto sui programmi.