sabato, settembre 30, 2006

LA GUERRA SBAGLIATA ALL’IRAQ

ORA PERSINO I SERVIZI SEGRETI AMERICANI “DENUNCIANO”, SMENTENDO BUSH, DEI TERRIBILI “RISULTATI” OTTENUTI CON L’INTERVENTO MILITARE IN IRAQ ALL’INSEGNA DELLA GUERRA CONTRO IL TERRORISMO. IN REALTÀ, DICONO TUTTI I SERVIZI D’INTELLIGENCE, SI STA OTTENENDO L’ESATTO CONTRARIO, CIOÈ LA SUA ESPANSIONE SU LARGA SCALA AUMENTANDONE I RISCHI ANCHE LADDOVE NON ESISTEVANO. L’IRAQ DI SADDAM ERA PRIVO DI “FONDAMENTALISTI” ORA INVECE IL PAESE NE È DIVENTATO UN GROSSO VIVAIO.
IL PRESIDENTE BUSH NEL GOFFO TENTATIVO DI SMENTIRE IL RAPPORTO NON FA CHE CONFERMARLO. UN’ALTRA UNA BRUTTA PAGINA PER LA STORIA DI QUESTO GRANDE PAESE DOPO QUELLA DEL VIETNAM.
Raffaele B.


CORRIERE DELLA SERA
Pubblicato il rapporto sulla guerra in Iraq
Nel testo dei servizi segreti Usa: «I terroristi si espandono: se la tendenza continua ci saranno più attentati nel mondo» di Ennio Caretto.
27 settembre 2006

WASHINGTON — La guerra in Iraq ha contribuito a rafforzare il terrorismo globale «forgiando una nuova generazione di leader e di combattenti», e ha esposto l'Europa a maggiori pericoli: è divenuta una «cause célèbre» che alimenta il risentimento contro gli Usa. I jihadisti «si stanno espandendo e adattando alle nostre strategie e se questa tendenza continuerà la minaccia agli interessi americani aumenterà e produrrà più attentati in tutto il mondo». L'Ue — Italia inclusa — è tra le aree più a rischio perché «la diaspora musulmana facilita il terrorismo».
A sorpresa, per smentire le rivelazioni del New York Times, George Bush martedì ha fatto pubblicare tre pagine e mezzo del rapporto riservato dei servizi, il National Intelligence estimate. Ma i passi scelti dal presidente confermano più che smentire. Dicono sì che se i jihadisti lasciassero l'Iraq sconfitti «meno combattenti ne abbraccerebbero la causa» e che l'uccisione di Bin Laden «porterebbe allo sgretolamento di Al Qaeda». Ma nel complesso il rapporto è molto negativo. Due punti cruciali: «La comunanza di obbiettivi e la disparità dei protagonisti rendono più arduo neutralizzare i vari gruppi». E questi gruppi «potrebbero compiere stragi fuori dell'area tradizionale delle loro operazioni».

MARIA – PRELEVATA E RIMPATRIATA

CIÒ CHE SI TEMEVA PURTROPPO È AVVENUTO CON IL COMPLICE SILENZIO DELLA STAMPA E DELLA TV TESI IN GENERALE A RASSICURARE LA OPINIONE PUBBLICA ITALIANA SENSIBILE AL CASO, CON UN SERVIZIO DI CONFERENZA STAMPA DEL NOTEVOLE AMBASCIATORE DELLA BIELORUSSIA. È STATA QUI VIOLATA IN MODO EVIDENTE ANCHE LA LEGGE PERCHÉ LA BAMBINA È STATA SOTTRATTA ALLA DECISIONE DEI GIUDICI DELLA CORTE DI APPELLO CHE A QUESTO PUNTO DIVENTA ININFLUENTE.
COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI SENTENZA FAVOREVOLE AI GENITORI AFFIDATARI PREVISTA LA PROSSIMA SETTIMANA VISTO CHE ORMAI LA BAMBINA È STATA FATTA TORNARE IN PATRIA? INTERVERRÀ ANCHE IL GOVERNO ITALIANO OLTRE ALLA CORTE DI STRASBURGO?
IL CASO APPRODA A STRASBURGO INFATTI E IL PRESIDENTE DEL COMITATO INTERNAZIONALE DEI DIRITTI UMANI, YASMIN VON HOHENSTAUFEN, SI È RIVOLTA ALL'AJA, ALL'UNICEF E AL TRIBUNALE DI STRASBURGO PER DENUNCIARE LA BIELORUSSIA PER ABUSO DI POTERE E DI CRUDELTÀ MENTALE E ASSOCIAZIONE A DELINQUERE IN OMISSIONE DI PRESUNTI ABUSI CONTRO L'INFANZIA.
Raffaele B.


RAINEWS24
Cronaca. Rimpatriata la bambina bielorussa
Genova, 30 settembre 2006
Maria la bambina bambina bielorussa di 10 anni e' stata rimpatriata. I carabinieri hanno accompagnato la bambina all'areoporto dopo la sentenza del tribunale dei minori.
La bambina, che ha denunciato di aver subito violenze fisiche e psicologiche, era accompagnata da due psicologi, uno italiano e uno bielorusso che resteranno con lei per un po di tempo.
La struttura dove ora si trova la piccola, a quanto assicurano le autorita' locali, non e' la stessa dove la piccola avrebbe subito violenze.
I coniugi Giusto, la famiglia affidataria della bambina, ha duramente criticato l'azione «E' una vergogna - ha dichiarato Alessandro Giusto - ha 10 anni, ha subito violenze e ha tentato il suicidio, ma che democrazia siamo se non riusciamo a difendere una bambina di 10 anni?"
Si attende ora la sentenza della Corte di appello di Genova, sentenza che se fosse favorevole ai coniugi Giusto sarebbe difficilmente eseguibile.


ADN KRONOS - SAB 30 SET, 12:53
La piccola Maria torna in Bielorussia. Alessandro Giusto: ''Me l'avete uccisa''
Roma, 30 set . (Ign) - Prelevata al buio per volare verso l'inferno dal quale non voleva più tornare. Si è chiuso così il caso della piccola Maria, tornata in Bielorussia. In gran segreto un areo lha riportata a casa ieri sera verso le 21. La bambina, 10 anni, ora dovrà tornare nell'istituto del suo Paese dove - è stata lei stessa a denunciarlo - avrebbe subito violenze.
La decisione ha colto tutti di sorpresa, perché sul caso della bambina contesa divenuto ormai internazionale si attendeva il verdetto dei giudici della Corte dappello di Genova , chiamati lunedì a deciderne il rimpatrio. E invece una macchina con i vetri scuri lha scortata in aeroporto, fino alla conferma arrivata verso le 22: Maria è in volo per Minsk…CONTINUA

venerdì, settembre 29, 2006

ASILO IN ITALIA PER MARIA

NON HA VOCE IN CAPITOLO MARIA, LA BAMBINA DELLA BIELORUSSIA DI 10 ANNI CHE “RACCONTA” DI AVERE SUBITO VIOLENZE NELL’0RFANATOFRIO DEL SUO PAESE. L’AMBASCIATORE BIELORUSSO NON RISULTA AFFATTO CREDIBILE QUANDO PROMETTE CON FINTA BONARIETÀ CHE LA BAMBINA NON SARÀ RICONSEGNATA ALLO STESSO ISTITUTO PERCHÉ NON HA PROCEDUTO A METTERLO SOTTO INCHIESTA DOPO LE GRAVISSIME ACCUSE. CIÒ DIMOSTRA CHE LA VERITÀ NON FA PARTE DEL SUO INTERESSE NÉ TANTOMENO QUELLA DELLA BAMBINA.

NEL NOSTRO PAESE NON È ANCORA PREVISTA, IN CASO DI CONTROVERSIA, LA NOMINA DI UN LEGALE CHE RAPPRESENTI IL BAMBINO COME AUSPICHEREBBE LA CONVENZIONE DI NEW YORK SUI DIRITTI DEL FANCIULLO. QUESTA LEGGE È GIÀ STATA PROPOSTA E RESPINTA FIN DALLA TREDICESIMA LEGISLATURA.

CIÒ CHE DICE MARIA, CHE SE SI ESPRIME BENISSIMO E CON PUNTUALE PRECISIONE ANCHE IN ITALIANO, NON VIENE TENUTO IN CONTO E, FORSE BONTÀ LORO, QUESTA VOLTA I GIUDICI “POTREBBERO” SENTIRLA FINALMENTE PRIMA DI DECIDERE SE RISPEDIRLA ALL’ORFANATOFRIO DEL SUO PAESE STRAPPANDOLA ALL’AFFETTO DAI SUOI GENITORI “ADOTTIVI”. COSTORO HANNO AVUTO IL SOLO TORTO DI “ASCOLTARLA” E QUINDI “AGITO DI CONSEGUENZA COME AVREBBE FATTO CHIUNQUE.

SE MARIA FOSSE STATA UN’ADULTA AVREBBE “BENEFICIATO” DEL DIRITTO DI ASILO COME PREVEDE LA LEGGE. L’INTERESSE DEL FANCIULLO È PRIORITARIO E PREMINENTE RISPETTO AD ALTRI INTERESSI, LO PREVEDONO TUTTE LE CONVENZIONI E LEGGI DI PAESI CIVILI E DEMOCRATICI. IN QUESTO CASO PERÒ NON È ANCORA AVVENUTO.

SI VUOLE FORSE “RECUPERARE” I BUONI RAPPORTI CON LA GIÀ “IRRITATA” BIELORUSSIA E IL SUO ATTIVISSIMO AMBASCIATORE CHE HANNO PER QUESTO SOSPESO TUTTE LE ADOZIONI? SE FOSSE COSÌ MARIA DIVENTEREBBE UNA “MERCE DI SCAMBIO”, INDEGNO PER UN PAESE CIVILE COME IL NOSTRO.

APPRENDIAMO CHE LA BIELORUSSIA NON È FIRMATARIA, COME INVECE È L'ITALIA, DELLA CONVENZIONE DELL'AJA DEL 5 OTTOBRE DEL 1961, UNO DEI FONDAMENTI DELLE GARANZIE STABILITE PER IL FANCIULLO DAL TRIBUNALE PER I MINORI».

SPERIAMO SOLO CHE I GIUDICI “DECIDANO” IN FAVORE DI MARIA PERCHÈ RESTI IN ITALIA CON I SUOI GENITORI ADOTTIVI ANZICHÉ TORNARE IN UN ORFANATROFIO IN BIELORUSSIA SENZA ALCUNA GARANZIA.
Raffaele B.


IL TEMPO
Maria non partirà per la Bielorussia
venerdì 29 settembre 2006

GENOVA — Il destino di Maria si saprà tra qualche giorno. I giudici della Corte d'appello di Genova, dopo un'ora di dibattimento, si sono infatti riservati di decidere. L'udienza, che si è tenuta ieri mattina, davanti al collegio presieduto da Luigi Rovelli, era incentrata sul reclamo dei coniugi Giusto-Bornacin contro il provvedimento del tribunale per i minori che ordinava il ritorno in patria di Maria. Maria è la bambina bielorussa, di 10 anni, ritrovata due giorni fa dai carabinieri in Valle d'Aosta dopo una ventina di giorni di «latitanza» insieme alle due «nonne».
La bambina potrebbe anche venire sentita dai giudici, come hanno chiesto i difensori della famiglia, avvocato Giovanni Ricco e avvocato Alberto Figone nel corso del dibattimento. I legali hanno sostenuto infatti la mancata osservanza dei principi fondamentali previsti dalla convenzione di New York sui diritti del fanciullo. «Nella decisione del Tribunale per i minorenni - hanno commentato - non è stato tenuto adeguatamente in considerazione l'interesse preminente del fanciullo, nella fattispecie di Maria, e soprattutto non è stato dato modo alla bambina di far sentire la sua voce».
«Maria deve ascoltata, curata e seguita laddove chiede di stare, così come avverrebbe per un adulto straniero, che avesse denunciato sofferenza, violenza e abusi e chiedesse asilo nel nostro Paese», ha sostenuto ieri la psicologa Maria Rita Parsi insieme con la Fondazione Movimento Bambino…
CONTINUA

sabato, settembre 16, 2006

L’INFELICE CITAZIONE DI PAPA RATZINGER

È STATA PROPRIO LA CITAZIONE DEL PAPA DELLE PAROLE DELL’IMPERATORE BIZANTINO MANUELE II PALEOLOGO A SCATENARE LA REAZIONE DEL MONDO ISLAMICO. L'IMPERATORE DURANTE L'ASSEDIO DI COSTANTINOPOLI TRA IL 1394 E IL 1402 IN UN DIALOGO SU ISLAM E CRISTIANESIMO SI RIVOLGE AL SUO INTERLOCUTORE SEMPLICEMENTE CON LA DOMANDA CENTRALE SUL RAPPORTO TRA RELIGIONE E VIOLENZA IN GENERE, DICENDO: "MOSTRAMI PURE CIÒ CHE MAOMETTO HA PORTATO DI NUOVO, E VI TROVERAI SOLTANTO DELLE COSE CATTIVE E DISUMANE, COME LA SUA DIRETTIVA DI DIFFONDERE PER MEZZO DELLA SPADA LA FEDE CHE EGLI PREDICAVA". L'IMPERATORE, DOPO ESSERSI PRONUNCIATO IN MODO COSÌ PESANTE, SPIEGA POI MINUZIOSAMENTE LE RAGIONI PER CUI LA DIFFUSIONE DELLA FEDE MEDIANTE LA VIOLENZA È COSA IRRAGIONEVOLE. LA VIOLENZA È IN CONTRASTO CON LA NATURA DI DIO E LA NATURA DELL'ANIMA.

INSOMMA, LA VIOLENZA IRRAGIONEVOLE DELL´ISLAM CONTRO LA RAGIONE DELLA FEDE CRISTIANA. UN TEMA SU CUI BENEDETTO XVI INSISTE, CITANDO IL COMMENTO DEL PROFESSORE THEODORE KHOURY, EDITORE DEL TESTO SOTTO RIPORTATO.

LA GAFFE DIVENTA ANCORA PIÙ GRAVE SE SI CONSIDERA POI LA SUA PRECEDENTE PRESA DI POSIZIONE NEL 2004(QUANDO NON ERA ANCORA PAPA) CONTRO L'INGRESSO DELLA TURCHIA IN EUROPA PERCHÈ "PAESE A MAGGIORANZA ISLAMICO E QUINDI IN CONTRASTO CON L'EUROPA".

PER QUESTO MOTIVO NOI TUTTI CI AUGURIAMO CHE IL PAPA "CORRA SUBITO AI RIPARI" NON RICONOSCENDOSI PUBBLICAMENTE CON QUELLA CITAZIONE CONTRO L'ISLAM FATTA IN PIENA EPOCA DI CROCIATE “SCONFESSATE” ORMAI DALLA CHIESA DI PAPA WOYTILA CHE AVEVA L'UMILTÀ DI CONSIDERARE TUTTE LE RELIGIONI CON RISPETTO ED ALLO STESSO LIVELLO PER POTERCI DIALOGARE IN MODO EFFETTIVO E PROFIQUO PER IL BENE DELL'UMANITÀ.
Raffaele B.


CORRIERE DELLA SERA
16 set 08:02
Papa: New York Times, "Dichiarazioni tragiche e pericolose"
NEW YORK - Anche il New York Times, nell'editoriale pubblicato oggi, critica le dichiarazioni del Papa contro il mondo islamico definendole "tragiche e pericolose". Il quotidiano Usa invita il
pontefice a chiedere scusa: "Non e' la prima volta che il Papa ha fomentato la discordia tra cristiani e musulmani". Il Nyt cita la presa di posizione di Ratzinger nel 2004, quando ancora non era salito alla cattedra di Pietro, che si pronuncio' contro l'ingresso della Turchia nell'Unione Europea, paese a maggioranza islamico e quindi "in perenne contrasto" con l'Europa. (Agr)
(VEDERE SOTTO LA VERSIONE ORIGINALE)
NYTIMES
Editorial
The Pope’s Words
Published: September 16, 2006
There is more than enough religious anger in the world. So it is particularly disturbing that Pope Benedict XVI has insulted Muslims, quoting a 14th-century description of Islam as “evil and inhuman.”
In the most provocative part of a speech this week on “faith and reason,” the pontiff recounted a conversation between an “erudite” Byzantine Christian emperor and a “learned” Muslim Persian circa 1391. The pope quoted the emperor saying, “Show me just what Muhammad brought that was new, and there you will find things only evil and inhuman, such as his command to spread by the sword the faith he preached.”
Muslim leaders the world over have demanded apologies and threatened to recall their ambassadors from the Vatican, warning that the pope’s words dangerously reinforce a false and biased view of Islam.
CONTINUE


REPUBBLICA
sabato 16.09.2006 ore 13.57
Il Cairo, 22:27
PAPA: OIC, PROFETA MAOMETTO E' STATO DIPINTO COME UN ASSASSINO
L'Organizzazione per la conferenza islamica (Oic) e' scesa in campo contro il Papa per le parole pronunciate su Islam e violenza. Le dichiarazioni del pontefice, hanno detto i vertici
dell'organizzazione piu' grande del mondo musulmano, hanno rappresentato il Profeta Maometto "nel ruolo dell'assassino" e costituiscono una "campagna di denigrazione". L'Oic "spera che questa campagna non preluda a una nuova politica del Vaticano nei confronti dell'Islam... e che dal Vaticano giunga una dichiarazione che rispecchi la sua vera posizione e il modo in cui vede l'Islam e i suoi precetti".


CORRIERE DELLA SERA
Esteri
16 set 03:12
Papa: ministro egiziano, "Ratzinger si spieghi"
IL CAIRO - Anche il governo egiziano reagisce alle parole di Papa Benedetto XVI sulla Jihad e Maometto, ma con minore sdegno di altri. Il ministro degli Esteri, Ahmed Aboul Gheit, ha dichiarato che il pontefice deve spiegare cosa intendeva dire a Ratisbona. "Sono dichiarazioni - ha detto – che mostrano che c'e' una mancanza di comprensione del vero Islam" ha affermato il ministro durante una sua missione a Cuba. (Agr)


DAL SITO DEL VATICANO
VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI
A MÜNCHEN, ALTÖTTING E REGENSBURG
(9-14 SETTEMBRE 2006)
INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DELLA SCIENZA

DISCORSO DEL SANTO PADRE

Aula Magna dell’Università di Regensburg
Martedì, 12 settembre 2006

TRATTO DEL DISCORSO DEL PAPA

…Tutto ciò mi tornò in mente, quando recentemente lessi la parte edita dal professore Theodore Khoury (Münster) del dialogo che il dotto imperatore bizantino Manuele II Paleologo, forse durante i quartieri d'inverno del 1391 presso Ankara, ebbe con un persiano colto su cristianesimo e islam e sulla verità di ambedue. Fu poi presumibilmente l'imperatore stesso ad annotare, durante l'assedio di Costantinopoli tra il 1394 e il 1402, questo dialogo; si spiega così perché i suoi ragionamenti siano riportati in modo molto più dettagliato che non quelli del suo interlocutore persiano…

Nel settimo colloquio (διάλεξις – controversia)) edito dal prof. Khoury, l'imperatore tocca il tema della jihad, della guerra santa. Sicuramente l'imperatore sapeva che nella sura 2, 256 si legge: "Nessuna costrizione nelle cose di fede". È una delle sure del periodo iniziale, dicono gli esperti, in cui Maometto stesso era ancora senza potere e minacciato. Ma, naturalmente, l'imperatore conosceva anche le disposizioni, sviluppate successivamente e fissate nel Corano, circa la guerra santa. Senza soffermarsi sui particolari, come la differenza di trattamento tra coloro che possiedono il "Libro" e gli "increduli", egli, in modo sorprendentemente brusco che ci stupisce, si rivolge al suo interlocutore semplicemente con la domanda centrale sul rapporto tra religione e violenza in genere, dicendo: "Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo, e vi troverai soltanto delle cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava". L'imperatore, dopo essersi pronunciato in modo così pesante, spiega poi minuziosamente le ragioni per cui la diffusione della fede mediante la violenza è cosa irragionevole. La violenza è in contrasto con la natura di Dio e la natura dell'anima…
CONTINUA

mercoledì, settembre 13, 2006

ISRAELE E LE BOMBE A GRAPPOLO

LA SUPERIORITÀ MILITARE DI ISRAELE RISPETTO AI LIBANESI E PALESTINESI SI RIVELA CATTIVA CONSIGLIERA TANTO DA SPINGERE ALL’USO DELLE CLUSTER BOMBS, LE COSIDDETTE BOMBE A GRAPPOLO MESSE AL BANDO DALL’ONU CONTRO I CIVILI.
CHI NE FA USO COMMETTE CRIMINE DI GUERRA CONTRO L’UMANITÀ. DA ISRAELE QUESTO NON CE LO SAREMMO MAI ASPETTATO, UNA VERA SORPRESA CHOCK.
IL GOVERNO ISRAELIANO HA "SMENTITO" LE ACCUSE DEL SEGRETARIO DELL’ONU LO SCORSO 01/09/2006. MA ORA TALE "SMENTITA" PERDE DI CREDIBILITÀ A SEGUITO DELLA DENUNCIA DELL’UFFICIALE ISRAELIANO RIPORTATA IERI SUL SITO SVIZZERO TICINONLINE E RIFERITA ANCHE DA DIVERSI MEDIA.
Raffaele B.

TICINONLINE
Libano: ufficiale Israele denuncia ampio uso bombe a grappolo
12/09/2006 - 16:00

TEL AVIV - "Abbiamo coperto villaggi interi in Libano sparando bombe a grappolo. Quello che abbiamo fatto è stato pazzesco, mostruoso": con queste parole un ufficiale israeliano della riserva ha descritto al quotidiano Haaretz le proprie attività nella unità per il lancio multiplo di razzi Mlrs durante il recente conflitto con gli Hezbollah libanesi. Il giornale tuttavia non fornisce la sua identità, né precisa quali località siano state colpite dal fuoco della unità dell'ufficiale.
CONTINUA

CENTOMOVIMENTI
Bombe a grappolo: Israele respinge le accuse
01/09/2006

"In Libano abbiamo agito nel rispetto del diritto internazionale e abbiamo utilizzato armi conformi alle norme internazionali".
Lo ha assicurato il Governo dello stato ebraico, che ha così respinto le accuse lanciate dal segretario generale dell'Onu Kofi Annan. Il numero uno del Palazzo di Vetro aveva parlato ieri di un ingente utilizzo, durante la "guerra di agosto", di bombe a grappolo, anche su zone abitate da civili.
"Tutte le armi e tutte le munizioni usate dall'esercito sono legali dal punto di vista del diritto internazionale - ha tagliato corto un portavoce dell'esercito - il loro uso è conforme agli standard internazionali".

martedì, settembre 12, 2006

LIBANO – IL CAPRICCIO DEL CAVALIERE

IL VOLTAFACCIA DEL CAVALIERE SUL LIBANO RASENTA IL RIDICOLO PERCHÉ SEMBRA DETTATO PIÙ DAL CAPRICCIO CHE DA UN VERO PIANO POLITICO ALTERNATIVO. EGLI PRETENDEREBBE CHE I NOSTRI SOLDATI ANDASSERO A “DISARMARE” GLI HEZBOLLAH E QUINDI MUOVERE DI FATTO “CONTRO” UNA DELLE PARTI IN GUERRA.
IN QUESTO MODO L’ITALIA NON SVOLGEREBBE PIÙ UNA MISSIONE DI PACE COME PARTE TERZA. INOLTRE EGLI VORREBBE EQUIPARARE L’INTERVENTO IN IRAQ A QUELLO DEL LIBANO. NIENTE DI PIÙ INSANAMENTE ERRATO.
IN IRAQ GLI ITALIANI CI SONO ANDATI SENZA MANDATO ONU E AGLI ORDINI DEGLI OCCUPANTI ANCHE SE POI È ARRIVATA LA RISOLUZIONE ONU DIVERSI MESI DOPO. LÌ I NOSTRI SOLDATI NON HANNO MAI POTUTO SVOLGERE UNA FUNZIONE TERZA E AUTONOMA.
IN LIBANO INVECE AVVIENE L’ESATTO CONTRARIO: LI GLI ITALIANI CI VANNO INSIEME AD ALTRE FORZE MILITARI CON L’ONU E L’APPROCAZIONE DEI BELLIGERANTI, ASSUMENDONE PERSINO IL COMANDO DELL’INTERA OPERAZIONE.
IL CAVALIERE, NON REGGENDO LA SUA PESSIMA FIGURA DI FRONTE AL SUCCESSO POLITICO E DIPLOMATICO DEL GOVERNO PRODI SI VUOLE METTERE DI TRAVERSO. IN QUESTO MODO PERÒ PEGGIORA I RAPPORTI TRA I SUOI ALLEATI.
Raffaele B.

ANSA
Libano:Napolitano, sia voto unanime
Presidente incontra Chirac e poi telefona a Prodi
2006-09-12 18:54
(ANSA) - PARIGI, 12 SET - Da Parigi, Giorgio Napolitano ribadisce la richiesta di un voto parlamentare pressoché unanime sulla missione in Libano. "Qualche segno di preoccupazione c'e', ma resto fiducioso finché non avrò battuto la testa contro il muro. Qui in Francia si farebbe molta fatica a capire", dice il presidente della Repubblica al termine di un colloquio all'Eliseo con il presidente francese Jacques Chirac. Subito dopo, Napolitano ha riferito telefonicamente l'esito dell'incontro a Prodi.

ANSA
Libano: Casini, 'no' non ha ragioni
Leader Udc conferma posizione diversa da Berlusconi
2006-09-09 21:13
(ANSA) - TEHERAN, 9 SET - Pier Ferdinando Casini ha detto di 'non vedere le ragioni' per le quali il centrodestra dovrebbe cambiare idea sulla missione in Libano. Casini ha sottolineato che 'gli italiani sono in Libano non solo in adempimento di una risoluzione dell'Onu, ma anche con il chiaro beneplacito di Israele e Usa'. L'annuncio di Berlusconi di votare no apre una frattura nell'opposizione. Se la Lega plaude entusiasta e An preferisce sorvolare, con l'Udc si registra l'ennesima rottura.

ANSA
Libano: Berlusconi ritira il si'
Invita elettori a scendere in campo contro occupazione Rai
2006-09-09 18:12
(ANSA) - GUBBIO, 9 SET - Silvio Berlusconi, dal seminario Fi di Gubbio, annuncia che non c'é più un accordo con la maggioranza sulla missione in Libano. 'La missione sta cambiando rispetto a quando abbiamo detto si'', ha spiegato. Il leader ha confermato una opposizione 'inflessibile', anche nelle piazze e sottolineato che 'il vero conflitto di interessi e' quello tra cooperative rosse e giunte rosse. Infine, ha invitato gli elettori a scendere in campo contro chi vuole 'mettere le mani sulla Rai'.

giovedì, settembre 07, 2006

CHI LAVORA PER LA PACE E CHI PER LA GUERRA

DAI DUE ARTICOLI DELLA STAMPA RISULTA EVIDENTE LA DIFFERENZA FRA CHI PUNTA ALLO SCONTRO E CHI INVECE ALLA PACE. LA DIFFERENZA SI MANIFESTA IN MODO CHIARO. L’EX-MINISTRO CALDEROLI SI ABBANDONA AD UNA ENNESIMA ESTERNAZIONE GUERRAFONDAIA E NUCLEARE CONTRO L’IRAN, MENTRE L’ATTUALE MINISTRO DEGLI ESTERI LAVORA PER COSTRUIRE LA PACE IN LIBANO PROPRIO NEL MOMENTO IN CUI EGLI RICHIEDE AD ISRAELE DI RIMUOVERE IL BLOCCO AEREONAVALE PER FAVORIRE PROPRIO LA MISSIONE DI PACE. ALLO STESSO MODO LE PAROLE DI UN CALDEROLI IRRESPONSABILE NON FACILITANO CERTO IL LAVORO DI CHI IN QUESTO MOMENTO SI ADOPERA PER LA PACE E LA COOPERAZIONE FRA LE NAZIONI. PER FORTUNA NON È PIÙ AL GOVERNO!
Raffaele B.


LASTAMPA
Calderoli scatenato: bomba atomica sull'Iran
«Manderò al presidente Usa una delle mie maglie con vignette»
6/9/2006

ROMA. Il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli condivide «completamente le valutazioni del presidente Bush su Ahmadinejad, perchè è evidente che il successore, ammesso che l'interessato non sia già morto, di Osama Bin Laden non può che essere lui. Ma comunque, se fossi Bush, tenterei l'ultima azioni diplomatica: non so quando Ahmadinejad compie gli anni ma se è così appassionato del nucleare perchè gli Stati Uniti non gli mandano un'atomica per il suo compleanno? Magari innescata per posta aerea? Allah sarà grande - scrive l'ex ministro - avrà le fatwe a disposizione, ma l'atomica non ce l'ha, mentre Bush l'atomica ce l'ha e ne ha tante...»CONTINUA


LASTAMPA
D'Alema: Israele tolga il blocco aeronavale
Il vicepremier lo chiederà a Olmert nella missione in M.O.
6/9/2006

ROMA. Israele deve revocare al più presto il blocco aeronavale, per favorire lo spiegamento e il successo della missione Unifil. Lo ha chiesto il ministro degli Esteri Massimo D'Alema, parlando di fronte alle commissioni Esteri e Difesa della Camera impegnate nell'esame del decreto legge sulla missione militare italiana in Libano.

«Lo spiegamento di Unifil - ha spiegato il vicepremier - verrà accompagnato dal ritiro progressivo delle Forze isreaeliane dal Libano meridionale. Secondo quanto ci ha comunicato nella sua visita a Roma il vice primo ministro israeliano Shimon Peres, il ritiro israeliano verrà completato quando saranno spiegati sul terreno 5mila soldati dell'Unifil». «La nostra opinione - ha proseguito D'Alema - è che questo risultato sarebbe molto facilitato dall'abolizione immediata del blocco aeronavale israeliano, che rende più difficile lo spiegamento di Unifil stessa, che complica gli sforzi di ricostruzione, e che sembra dimostrare un persistente grado di sfiducia di Israele nella garanzia internazionale della propria sicurezza»...CONTINUA

domenica, settembre 03, 2006

I NOSTRI SOLDATI SI RITIRANO DALL’IRAQ

GLI ARTICOLI RIPORTATI CONFERMANO IL RITIRO DEI NOSTRI SOLDATI DALL’IRAQ. L’UNITÀ COMUNICA PERFINO LA DATA DEL 10 OTTOBRE MENTRE GLI ALTRI GIORNALI NON SI SBILANCIANO MA DICONO ALLA METÀ DI OTTOBRE CON LA FIRMA DEL MEMORANDUM.
SI STA QUINDI PER CHIUDERE QUESTA VICENDA NEGATIVA CHE HA VISTO I NOSTRI SOLDATI SOSTENERE DI FATTO L’OCCUPAZIONE DELL’IRAQ DA PARTE DEGLI AMERICANI ED INGLESI. GLI ITALIANI OPERAVANO SOTTO QUEST'ULTIMI CHE A LORO VOLTA PRENDEVANO ORDINI DAGLI AMERICANI.
GLI ITALIANI ORA VANNO IN LIBANO INSIEME AD ALTRI COME “CASCHI BLU” COME “VERA” FORZA DI PACE PERCHÉ VANNO A FRAPPORSI FRA I BELLIGERANTI ISRAELIANI E HERZBOLLAH LIBANESI PER GARANTIRE LA TREGUA CONDIZIONE NECESSARIA PER FARE LA PACE.
Raffaele B.
(Appena rientrato da una lunga vacanza all’estero e senza computer)

L’UNITÀ
Iniziato il ritiro italiano. Il 10 ottobre via dall'Iraq
Pubblicato il: 01.09.06 Modificato il: 02.09.06 alle ore 14.27
Adesso c´è una data per il ritiro: il 10 ottobre. Entro quel giorno la responsabilità militare della provincia irachena di Dhi Qar passerà dalle forze armate italiane a quelle irachene. E con l´atto formale della sigla di un protocollo di intesa tra il comando britannico e il governatore della provincia, il lavoro delle truppe italiane sarà terminato. E i nostri soldati potranno rientrare definitivamente, come annunciato dal Governo quando è stato votato il decreto sulle missioni. Il processo di trasferimento della responsabilità dall'Italia all'Iraq è iniziato ufficialmente il 1° settembre e dovrà concludersi entro 45 giorni. Da metà ottobre circa gli italiani, dunque, non saranno più Iraq. CONTINUA

LA STAMPA WEB
IL PRIMO MINISTRO DELL'IRAQ «INIZIATO IL RITIRO ITALIANO»
L’annuncio e’ il primo atto formale verso la fine dell’operazione antica babilonia. previsto anche il passaggio dei poteri di polizia nelle mani del nuovo esecutivo.
E domani i nostri «caschi blu» sbarcheranno in Libano
01/09/2006
di Francesco Grignetti

ROMA. E’ iniziato ieri il ritiro dall’Iraq. Con un annuncio ufficiale del premier iracheno Al Maliki, s’è dato avvio a un processo formale che nel giro di quarantacinque giorni vedrà passare la responsabilità della sicurezza dagli italiani alle forze locali. Non soltanto uomini e mezzi si vanno trasferendo a plotoni verso l’Italia, quindi, ma le cose stanno evolvendo anche dal punto di vista giuridico. Il trasferimento delle consegne si concluderà con la firma di un memorandum tra il comandante della divisione britannica, sotto il cui comando opera il contingente italiano, e il governatore della provincia del Dhi Qar, a metà ottobre. Per l’occasione ci sarà a Nassiriya una solenne cerimonia che sancirà l’uscita di scena dall’esercito italiano. CONTINUA