martedì, novembre 24, 2009

IL CAVALIERE E IL SUO GOVERNO PERSONALE

Con il “processo breve”, dopo l’annullamento del lodo Alfano, siamo all’ennesimo tentativo di ‘salvare’ il Presidente del Consiglio dai ‘processi’ che lo riguardano. Per Berlusconi contano solo i suoi interessi economici e l’impunità (o immunità che è lo stesso) dalla giustizia. Ha fatto finora 17 leggi per non farsi processare e per avere vantaggi economici per le sue aziende. La 18ma legge sul ‘processo breve’ ancora in corso, persegue lo stesso scopo. Leggi Ecco le leggi che hanno aiutato Berlusconi sotto riportato.

Il resto, cioè il Paese, non gli riguarda più di tanto. Per fare questo, piega tutti al suo volere, il suo stesso governo, il parlamento ed è disposto a ‘sacrificare’ molti processi pur di salvare se stesso. Leggi
Anm, riforma processi prescrive 50%. Eccolo con questo breve filmato:
http://www.youtube.com/watch?v=ZRWH5HakXqc
NOSTRESSILVIO
22 novembre 2009
Prescrizione breve, ecco i processi a rischio
Parmalat, Cirio, Santa Rita, Antonveneta, Thyssen e gli altri: soprattutto i procedimenti contro i colletti bianchi rischiano di saltare se le norme proposte dal Pdl sul processo breve dovessero di... Parmalat, Cirio, Santa Rita, Antonveneta, Thyssen e gli altri: soprattutto i procedimenti contro i colletti bianchi rischiano di saltare se le norme proposte dal Pdl sul processo breve dovessero diventare legge.

Invece di rimuovere gli ostacoli che impediscono processi rapidi si vuole ‘imporre’ una scadenza più breve per invalidarli. Ormai è evidente anche ai suoi ‘sostenitori’ che il premier ha decisamente imposto un’accelerazione di linea d’azione al suo governo e alla sua maggioranza puramente ‘personale’.

Non persegue nessuna linea politica di destra o di centrodestra ma una semplice azione ‘demolitrice’ di leggi a colpi di decreti per ottenere solo ‘vantaggi economici’ ed ‘impunità’ a ‘discapito’ di tutto il Paese. Insomma egli agisce come capo di un’azienda che ‘ordina’ ai propri dipendenti (la sua maggioranza) di approvare le ‘sue leggi’ senza perdere tempo in ‘inutili discussioni’ attraverso il ‘ricatto’ del ‘voto di fiducia’ posto ormai continuamente. A sua volta però egli stesso è sotto ‘ricatto’ dalla Lega per reggersi al potere. Una situazione ‘insostenibile’ per le istituzioni democratiche e nessun governo può resistere a lungo così.

Senza una linea politica organica che ingloba e concilia gli interessi al potere il governo è destinato ad ‘esplodere’ al proprio interno per ‘spinte’ tutte personali e particolaristiche che non potranno mai ‘convergere’ fra loro. Da tempo si fatica a nascondere i ‘contrasti’ e per quanto si faccia per ‘minimizzare’ essi si fanno sempre più frequenti e per questioni non di poco conto.

Perfino la ‘minaccia’ della crisi di governo per andare ad elezioni anticipate sarebbe per il Cavaliere un’arma spuntata perché in tal caso la ‘decisione’ passa al Presidente della Repubblica che potrebbe nominare un altro al posto suo. Il Cavaliere infatti conterebbe solo sul ‘consenso degli elettori’ per ‘liberarsi’ dei suoi alleati ‘scomodi’ e ‘recalcitranti’.

In Francia, molti lustri fa, il generale De Gaulle poté farlo ma nonostante il carisma e la popolarità venne ‘sconfitto’ ugualmente e uscì di scena per sempre. Chissà se avremo la stessa fortuna!
Raffaele B.

ANSA
Anm, riforma processi prescrive 50%
Alfano:un abbaglio, danno i numeri. Berlusconi, parlerò agli italiani
23 novembre 2009

(ANSA) - ROMA, 23 NOV - Per l'Anm col ddl sul processo breve il 50% dei procedimenti va prescritto a Roma, Bologna,Torino. Ma Alfano:'Chiarisca,cosi' da'numeri'.Il ministro critica la stima (per l'Anm vanno prescritti invece il 20-30% dei processi a Firenze, Napoli e Palermo) ma l'Associazione ribadisce i dati che ''smentiscono le rosee previsioni del ministro che aveva parlato dell'1%''.Questi ribatte:''Anm sia chiara,non giochi con parole e numeri. Ha preso un abbaglio ''.

REPUBBLICA
Ecco le leggi che hanno aiutato Berlusconi
23 novembre 2009

Qui di seguito tutte le leggi approvate dal 2001 ad oggi dai governi di centrodestra che hanno prodotto benefici effetti per Berlusconi e le sue società.

1 Legge n. 367/2001. Rogatorie internazionali. Limita l'utilizzabilità delle prove acquisite attraverso una rogatoria. La nuova disciplina ha lo scopo di coprire i movimenti illeciti sui conti svizzeri effettuati da Cesare Previti e Renato Squillante, al centro del processo "Sme-Ariosto 1" (corruzione in atti giudiziari).

2 Legge n. 383/2001 (cosiddetta "Tremonti bis"). Abolizione dell'imposta su successioni e donazioni per grandi patrimoni. (Il governo dell'Ulivo l'aveva abolita per patrimoni fino a 350 milioni di lire).

3 Legge n.61/2001 (Riforma del diritto societario). Depenalizzazione del falso in bilancio. La nuova disciplina del falso in bilancio consente a Berlusconi di essere assolto perché "il fatto non è più previsto dalla legge come reato" nei processi "All Iberian 2" e "Sme-Ariosto2".

4 Legge 248/2002 (cosiddetta "legge Cirami sul legittimo sospetto"). Introduce il "legittimo sospetto" sull'imparzialità del giudice, quale causa di ricusazione e trasferimento del processo ("In ogni stato e grado del processo di merito, quando gravi situazioni locali, tali da turbare lo svolgimento del processo e non altrimenti eliminabili, pregiudicano la libera determinazione delle persone che partecipano al processo ovvero la sicurezza o l'incolumità pubblica, o determinano motivi di legittimo sospetto, la Corte di cassazione, su richiesta motivata del procuratore generale presso la Corte di appello o del pubblico ministero presso il giudice che procede o dell'imputato, rimette il processo ad altro giudice"). La norma è sistematicamente invocata dagli avvocati di Berlusconi e Previti nei processi che li vedono imputati.

5 Decreto legge n. 282/2002 (cosiddetto "decreto salva-calcio"). Introduce una norma che consente alle società sportive (tra cui il Milan) di diluire le svalutazioni dei giocatori sui bilanci in un arco di dieci anni, con importanti benefici economici in termini fiscali.

6 Legge n. 289/2002 (Legge finanziaria 2003). Condono fiscale. A beneficiare del condono "tombale" anche le imprese del gruppo Mediaset.

7 Legge n.140/2003 (cosiddetto "Lodo Schifani"). E' il primo tentativo per rendere immune Silvio Berlusconi. Introduce il divieto di sottomissione a processi delle cinque più altre cariche dello Stato (presidenti della Repubblica, della Corte Costituzionale, del Senato, della Camera, del Consiglio). La legge è dichiarata incostituzionale dalla sentenza della Consulta n. 13 del 2004.

8 Decreto-legge n.352/2003 (cosiddetto "Decreto-salva Rete 4"). Introduce una norma ad hoc per consentire a rete 4 di continuare a trasmettere in analogico.

9 Legge n.350/2003 (Finanziaria 2004). Legge 311/2004 (Finanziaria 2005). Nelle norme sul digitale terrestre, è introdotto un incentivo statale all'acquisto di decoder. A beneficiare in forma prevalente dell'incentivo è la società Solari.com, il principale distributore in Italia dei decoder digitali Amstrad del tipo "Mhp". La società controllata al 51 per cento da Paolo e Alessia Berlusconi.

10 Legge 112/2004 (cosiddetta "Legge Gasparri"). Riordino del sistema radiotelevisivo e delle comunicazioni. Introduce il Sistema integrato delle comunicazioni. Scriverà il capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi: "Il sistema integrato delle comunicazioni (Sic) - assunto dalla legge in esame come base di riferimento per il calcolo dei ricavi dei singoli operatori di comunicazione - potrebbe consentire, a causa della sua dimensione, a chi ne detenga il 20% di disporre di strumenti di comunicazione in misura tale da dar luogo alla formazione di posizioni dominanti".

11 Legge n.308/2004. Estensione del condono edilizio alle aree protette. Nella scia del condono edilizio introdotto dal decreto legge n. 269/2003, la nuova disciplina ammette le zone protette tra le aree condonabili. E quindi anche alle aree di Villa Certosa di proprietà della famiglia Berlusconi.

12 Legge n. 251/2005 (cosiddetta "ex Cirielli"). Introduce una riduzione dei termini di prescrizione. La norma consente l'estinzione per prescrizione dei reati di corruzione in atti giudiziari e falso in bilancio nei processi "Lodo Mondadori", "Lentini", "Diritti tv Mediaset".

13 Decreto legislativo n. 252 del 2005 (Testo unico della previdenza complementare). Nella scia della riforma della previdenza complementare, si inseriscono norme che favoriscono fiscalmente la previdenza integrativa individuale, a beneficio anche della società assicurative di proprietà della famiglia Berlusconi.

14 Legge 46/2006 (cosiddetta "legge Pecorella"). Introduce l'inappellabilità da parte del pubblico ministero per le sole sentenze di proscioglimento. La Corte Costituzionale la dichiara parzialmente incostituzionale con la sentenza n. 26 del 2007.

15 Legge n.124/2008 (cosiddetto "lodo Alfano"). Ripropone i contenuti del 2lodo Schifani". Sospende il processo penale per le alte cariche dello Stato. La nuova disciplina è emanata poco prima delle ultime udienze del processo per corruzione dell'avvocato inglese Davis Mills (testimone corrotto), in cui Berlusconi (corruttore) è coimputato. Mills sarà condannato in primo grado e in appello a quattro anni e sei mesi di carcere. La Consulta, sentenza n. 262 del 2009, dichiara l'illegittimità costituzionale dell'art. 1 della legge per violazione degli articoli 3 e 138 della Costituzione.

16 Decreto legge n. 185/2008. Aumentata dal 10 al 20 per cento l'IVA sulla pay tv "Sky Italia", il principale competitore privato del gruppo Mediaset.

17 Aumento dal 10 al 20 per cento della quota di azione proprie che ogni società può acquistare e detenere in portafoglio. La disposizione è stata immediatamente utilizzata dalla Fininvest per aumentare il controllo su Mediaset.

18 Disegno di legge sul "processo breve". Per l'imputato incensurato, il processo non può durare più di sei anni (due anni per grado e due anni per il giudizio di legittimità). Una norma transitoria applica le nuove norme anche i processi di primo grado in corso. Berlusconi ne beneficerebbe nei processi per corruzione in atti giudiziari dell'avvocato David Mills e per reati societari nella compravendita di diritti tv Mediaset.

venerdì, novembre 06, 2009

STATO LAICO E I CROCIFISSI

Dopo la sentenza della Corte Europea su ‘via i crocifissi dalle scuole italiane’, unanime la reazione sdegnata del Vaticano, del Governo, dei politici di estrazione cattolica ed in ultimo della stessa sinistra che in questo momento non vuole una ‘guerra di religione’ che dividerebbe l’opposizione in questa difficile situazione che attraversa il Paese.
girmawinetwo
03 novembre 2009
Sentenza UE: Via il Crocefisso dalle Scuole
Corte Ue: no al crocefisso a scuola. Governo: faremo ricorso:Secondo Strasburgo rappresenta "una violazione della libertà religiosa". Sconcerto in Vaticano. Il ministro dell'Istruzione Gelmini bestemmia: "Fa parte delle nostre tradizioni"

Quello che colpisce di più è la reazione del Vaticano che in teoria non c’entra nulla poiché la sentenza riguarda solo lo Stato Italiano. La giustificazione più usata è che il crocifisso rappresenta la nostra ‘tradizione’ e ‘cultura’ e che è presente ovunque nelle nostre piazze e nei nostri monumenti e perfino nelle bandiere di molti stati europei e non. Un ragionamento che mentre ‘svaluta’ il simbolo di religione è di ‘facile’ lettura per quei cittadini ‘sprovveduti’ sulla differenza fra ’diritto’ e ‘fede’ e dei fatti storici alla base di tutto questo.

Intanto diciamo che il crocifisso di cui si parla è senza dubbio un simbolo della religione cattolica. Inoltre la sentenza della Corte riguarda solo i crocifissi nelle aule scolastiche e non le ‘croci’ in altri luoghi. Poi quale tradizione? Quale cultura? I crocifissi nelle scuole furono introdotti obbligatoriamente con regi decreti (fascisti) nel 1924 e poi negli altri luoghi pubblici nel 1929. Prima i crocifissi non c'erano!

Con il primo Concordato tra Mussolini (FASCISMO) e il Vaticano la religione cattolica veniva elevata a Religione di Stato. Poi ci fu un nuovo Concordato nel 1984 tra Craxi e il Vaticano con il quale venne annullata quella norma. Modifica che adeguò il Concordato alla Costituzione sulla eguaglianza di tutte le religioni e non. Da quel momento in poi il simbolo religioso doveva essere ‘rimosso’ da tutti i luoghi pubblici, ma così non fu! Se si fosse fatto allora, ora il problema non esisterebbe.

Lo Stato confessionale che ‘consente’ solo una religione imposta per legge a tutti è un residuo medioevale superato. Il predominio di una religione sulle altre è uno stadio di poco più evoluto, ma anche questo è superato! Rifiutiamo però lo Stato laicista perché ‘negherebbe’ la religione a tutti.

Lo Stato può essere ‘solo laico’ perché deve garantire la libertà di tutte le religioni e non. La sentenza quindi non è contro la religione cattolica ma è a favore di tutte le religioni senza più alcun predominio dell’una sulle altre. Da molti lustri il nostro Paese è diventato multietnico e multireligioso.

I simboli religiosi hanno la loro casa naturale nei luoghi di culto e nelle case dei credenti. In più si possono pure indossare se si vuole e questo non viene impedito. Ma più di tutto la fede deve stare nel cuore del credente e nelle azioni coerenti.

Invito al leggere ‘
Povero Cristo in mano a Berlusconi di un prete famoso Paolo Farinella con la sua Lettera aperta al Cardinale Bagnasco sotto riportati.
Raffaele B.

ANTIMAFIA
Altrachiesa
Povero Cristo in mano a Berlusconi
di Paolo Farinella, (prete)
5 novembre 2009

I giornali del giorno 5 novembre 2009, riportano la foto di Berlusconi che tiene in mano un Crocifisso, abbastanza grande. Le cronache dicono che glielo abbia dato il prete di Fossa, nell’ambito della consegna delle case. Se c’è una immagine blasfema è appunto questa: colui che ha varato una legge incivile contro i «cristi immigrati», che parla di «difesa dei valori cristiani». Un prete che consegna il crocifisso a Berlusconi è uno spergiuro come e peggio di lui. Povero Cristo! Difeso da una massa di ladroni che non solo lo beffeggiano, ma lo crocifiggono di nuovo con la benedizione del Vaticano, che per bocca del suo esimio segretario di Stato, ringrazia il governo per il ricorso che presenterà alla Corte di appello di Strasburgo.

Possiamo dire che c’è una nuova «Compagnia di Gesù» fatta di corrotti, di corruttori, di ladri, di evasori, di mafiosi, di alti prelati correi di blasfemia e di indecenza, di atei opportunisti, di cultori di valori e radic(ch)i(o) cristiani … chi prepara la croce, chi le fune, chi i chiodi, chi le spine, chi l’aceto … e i sommi sacerdoti a fare spettacolo ad applaudire. Intanto sul «povero Cristo» di nome Stefano Cucchi, morto per mancanza di «nutrizione e idratazione», da nessuno è venuta una parola di condanna verso i colpevoli di omicidio, nemmeno dai monsignori che hanno gridato «assassino» al papà di Eluana Englaro.

Povero Cristo, difeso dai preti come suppellettile e raccoglitore di polvere nei luoghi pubblici e da tutti dimenticato come Uomo-Dio che accoglie tutti e dichiara che sono beati i poveri, i miti, coloro che piangono, i costruttori di pace, i perseguitati, gli affamati! Povero Cristo, difeso dagli adoratori del dio Po e di Odino che ne fanno un segno di civiltà, mentre lasciano morire di fame e di freddo poveri sventurati in cerca di uno scampolo di vita. Povero Cristo, difeso dalla “ministra” Gelmini che trasforma il Crocifisso in un pezzo di tradizione “de noantri”, esattamente come la pizza, il pecorino, i tortellini. Povero Cristo, difeso da Bertone che lo mette sullo stesso piano delle zucche traforate.

Povero Cristo! Gli tocca ringraziare la Corte di Strasburgo, l’unica che si sia alzata in piedi per difenderlo dagli insulti di chi fa finta di onorarlo. Signore, pietà!
Guardando a quel Cristo che è il senso della mia vita di uomo e di prete, ho la netta sensazione che dalla sua comoda posizione di inchiodato alla croce, dica: Beati voi, difensori d’ufficio... beati voi che ho i piedi inchiodati, perché se fossi libero, un calcio ben assestato non ve lo leverebbe nessuno.

Don Paolo Farinella, lauree in Teologia Biblica e Scienze Bibliche e Archeologiche. Ha studiato lingue orientali all’Università di Gerusalemme: ebraico, aramaico, greco. I suoi ultimi libri: ”Bibbia, parole, segreti, misteri” e ”Ritorno all’antica Messa“, sempre editore Gabrielli. La sua lettera denuncia contro i vescovi, la chiesa, gli interessi superiori, il governo, lo sfruttamento di minori,non so perché ma difficilmente si avrà notizia di questa lettera sui vari organi ufficiali,allora facciamola girare noi....
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Lettera aperta al cardinale Bagnasco (alcuni stralci).
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Lei e il segretario della Cei avete stemperato le parole fino a diluirle in brodino bevibile anche dalle novizie di un convento. Eppure le accuse sono gravi e le fonti certe: la moglie accusa pubblicamente il marito presidente del consiglio di «frequentare minorenni», dichiara che deve essere trattato «come un malato», lo descrive come il «drago al quale vanno offerte vergini in sacrificio». Le interviste pubblicate da un solo (sic!) quotidiano italiano nel deserto dell’omertà di tutti gli altri e da quasi tutta la stampa estera, hanno confermato, oltre ogni dubbio, che il presidente del consiglio ha mentito spudoratamente alla Nazione e continua a mentire sui suoi processi giudiziari, sull’inazione del suo governo e sulla sua pedofilia. Una sentenza di tribunale di 1° grado ha certificato che egli è corruttore di testimoni chiamati in giudizio e usa la bugia come strumento ordinario di vita e di governo. Eppure si fa vanto della morale cattolica: Dio, Patria, Famiglia. In una tv compiacente ha trasformato in suo privato in un affaire pubblico per utilizzarlo a scopi elettorali, senza alcun ritegno etico e istituzionale.

Lei, sig. Cardinale, presenta il magistero dei vescovi (e del papa) come garante della Morale, centrata sulla persona e sui valori della famiglia, eppure né lei né i vescovi avete detto una parola inequivocabile su un uomo, capo del governo, che ha portato il nostro popolo al livello più basso del degrado morale, valorizzando gli istinti di seduzione, di forza/furbizia e di egoismo individuale. I vescovi assistono allo sfacelo morale del Paese ciechi e muti, afoni, sepolti in una cortina di incenso che impedisce loro di vedere la «verità» che è la nuda «realtà». Il vostro atteggiamento è recidivo perché avete usato lo stesso innocuo linguaggio con i respingimenti degli immigrati in violazione di tutti i dettami del diritto e dell’Etica e della Dottrina sociale della Chiesa cattolica, con cui il governo è solito fare i gargarismi a vostro compiacimento e per vostra presa in giro…
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lunedì, novembre 02, 2009

BERLUSCONI AL DI SOPRA DELLA LEGGE

Il cavaliere, con questa ‘dichiarazione’ comunque ‘giustificata’ con la quale annuncia che ‘non si dimetterà nemmeno se condannato commette un atto di una gravità inaudita, contrario alla Costituzione, su cui pure ha giurato, e contro tutti i cittadini!

In nessun Paese, nemmeno in quelli ‘scarsamente’ democratici potrebbe ‘resistere’ un minuto dopo alla carica di Capo di Governo!

Berlusconi in questo modo fa un salto di ‘qualità’. Finora ha ‘agito’ nella ‘sostanza’ e preservato la ‘forma’ ricorrendo ai vari lodi incostituzionali per non farsi processare. Ora decide di ‘attaccare’ anche la ‘forma’ della democrazia sul concetto della indipendenza e del rispetto dei poteri dello Stato. Ci sta dicendo che non serve più nessun lodo o legge speciale per ‘evitare i processi’, semplicemente non né ‘rispetterà gli ‘esiti’ (ovviamente se negativi per lui) e pertanto nemmeno si ‘dimetterà’. Grandioso!

Da ora in poi tutti i condannati passati in giudicato dall’ergastolo in giù potranno dire la stessa cosa! Potranno tutti ‘rivendicare’ la propria ‘innocenza’ e non tenere conto delle sentenze comminate da giudici ‘inaffidabili di ‘sinistra’ o di ‘destra’ che siano!

Con questo atto il capo del governo ‘depotenzia’ la Magistratura a tutti i livelli e rende la ‘Giustizia’ da ‘inefficiente’ e ‘pedante’ per ragioni storiche ad un ente ‘inutile’.
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Ma guarda caso, di fronte ai processi che lo aspettano ora vuole procedere di nuovo alla ‘riforma’ della giustizia ed è chiara la ragione! Non sarà certo per ‘migliorarla’ per i tutti cittadini ma solo per ‘proteggere se stesso’ qualora dovesse essere costretto, nonostante tutto, a rispettare le sentenze. Tant’è che sono pronti a farla da soli (non avevamo dubbi) altro che insieme alle opposizioni.
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Ad ogni modo non sarà facile cambiare la Costituzione da soli visto le complesse e lunghe procedure. Vedremo se ne sarà capace e se per questo non vorrà occuparsi della crisi economica.

Quello che impressiona di più a questo punto è la blanda ‘reazione’ dei media contro un sostegno fideistico del popolo della destra che dimostra così una evidente ‘deriva’ populistica ed antidemocratica che mal si coniuga con la nostra storia e con l’Europa alla quale apparteniamo.
Raffaele B.

http://www.youtube.com/watch?v=V3VtOETnuTI
NOSTRESSILVIO
31 ottobre 2009
Berlusconi anche Se condannato non mi dimetto


ANSA
Alfano sulla giustizia: "Dialogo o avanti soli"
"Sulla riforma non so se c'è possibilità di intesa con l'opposizione ma non staremo fermi".
02 novembre, 12:21


ROMA - "Non so se c'é la possibilità di trovare un'intesa con l'opposizione ma sulla riforma della giustizia: noi non la rifiutiamo ma anzi la ricerchiamo" tuttavia in caso contrario il governo non resterà fermo ma andrà avanti anche da solo. Lo afferma il ministro della Giustizia Angelino Alfano intervistato a Mattino 5 da Maurizio Belpietro. "Abbiamo anche un dovere etico - sottolinea il ministro - che nasce dalla nuova fase democratica che consegna al governo uomini votati direttamente dal popolo: cioé l'obbligo di fare quello che abbiamo promesso in campagna elettorale".

"Quindi - aggiunge - di fronte al bivio tra la paralisi perché l'opposizione non vuole la riforma e quanto proposto agli elettori noi sceglieremo non di restare fermi ma di procedere alle riforme". Altrimenti, conclude, "a chi ci chiederà, alla fine della legislatura, 'avete fatto la riforma della giustizia?' noi non possiamo dire 'non l'abbiamo fatta ma abbiamo dialogato benissimo".

CORRIEREWEB
Berlusconi, resto al governo anche se condannato

INTERVISTA
LASTAMPA
Violante: "Un premier condannato non può restare al suo posto"
GUIDO RUOTOLO
2/11/2009 (8:0)

ROMA
Onorevole Luciano Violante, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha annunciato che, se condannato, resisterà al suo posto, «per difendere la democrazia e lo Stato di diritto». Al di là della vicenda processuale, l'affermazione di Berlusconi solleva un tema più generale, che è quello del rapporto tra politica e magistratura. Un nodo irrisolto ormai da tre lustri...

«In tutto il mondo si moltiplicano le decisioni giudiziarie che intervengono nella vita politica. L’elezione di Bush nel 2000 è stata decisa dalla Corte Suprema. La Corte costituzionale thailandese nel 2008 ha interdetto dall’attività politica il primo ministro per ben 5 anni. Sentenze "pesanti" sono state emesse in molte parti del mondo, dalla Turchia alla Colombia. Quella che cambia è la reazione dei politici. Musharraf, quando era premier pachistano, destituì alcuni giudici della Corte Suprema che avevano pronunciato sentenze a lui sgradite. Ehud Olmert, nell’annunciare le dimissioni dopo una incriminazione, dichiarò: "Sono fiero di essere il primo ministro di un Paese la cui magistratura mette sotto inchiesta il capo del governo". Il problema italiano sta nel fatto che la politica in genere non rispetta l’etica pubblica. Restano solo le regole giuridiche e perciò aumenta a dismisura il peso della magistratura. Detto questo, è evidente che un presidente del Consiglio condannato per un grave reato non può restare al suo posto in nessun Paese democratico. Nell'interesse del Paese è auspicabile che Silvio Berlusconi sia scagionato dall'accusa».
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Il professore De Rita denuncia, in una intervista alla Stampa, che nella vita pubblica si è abbassata la soglia etica. Ricorda, De Rita, che il presidente della Repubblica Giovanni Leone si dimise solo per un «sospetto», mentre Silvio Berlusconi non considera sufficiente neppure una sentenza di condanna...

«De Rita ha svolto un’argomentazione di particolare finezza intellettuale. Io credo, seguendo le sue argomentazioni, che la politica si è separata dall’etica pubblica. Peraltro la "dottrina Berlusconi", se mi è permessa questa espressione, è il primato assoluto dell’investitura popolare su ogni altro potere. Ma questa tesi incontra due ostacoli. Il primo è nella Costituzione, che nell’articolo 1 stabilisce che il popolo esercita la sua sovranità "nelle forme e nei limiti previsti dalla Costituzione". La Costituzione non prevede l’elezione diretta del presidente del Consiglio e stabilisce che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge. Questa è la nostra Costituzione, finché non la si cambia bisogna rispettarla. Il secondo ostacolo è di tipo statistico: la maggioranza assoluta degli italiani ha scelto il centrodestra nel 2008, come non scelse il centrosinistra nel 2006».

Berlusconi non riconosce la legittimità di parte della magistratura («in gioco è la democrazia e lo Stato di diritto»). Siamo di fronte a un autoritarismo «dolce», come sostiene più di un esponente dell'opposizione?

«Siamo di fronte a una teoria politica, quella che ho chiamato "dottrina Berlusconi", incompatibile con le nostre regole costituzionali. Ma non basta fermarci qui. Una parte del sistema politico funziona già oggi più nel senso di quella dottrina che secondo le regole della Costituzione. Quante delle deviazioni sono dovute ad abuso e quante a oggettive necessità di governo? E come si corrisponde a quelle necessità in modo costituzionalmente corretto? Questo è il tema, a mio avviso».
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In questo clima, come si può affrontare la sfida di una riforma della giustizia condivisa? Come possono trovare un meccanismo virtuoso di confronto maggioranza e opposizione?

«Una buona ed efficiente giustizia è un servizio per il Paese, non per il governo, non per l’opposizione. Per questo a mio avviso bisogna andare avanti chiudendo gli spazi ad ogni estremismo. Altrimenti diamo un potere di veto a chi preferisce la crisi alle riforme».
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Negli ultimi tempi lei, onorevole Violante, ha accennato a possibili riforme che rompono antichi tabù di una certa sinistra giustizialista. Per esempio, la riforma del Csm.
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«Sono convinto che deve cambiare il sistema di governo della magistratura. E quindi il Csm, rispettando in ogni caso l’assoluta indipendenza di pm e giudici. Occorre una nuova legittimazione di tutti i poteri dello Stato, Parlamento, governo e anche magistratura».

BERLUSCONI Vs MARRAZZO E ANONIMA ESTORSIONI

Da questa vicenda che ha dell’incredibile e che ancora deve dipanarsi tutta, emerge in tutta evidenza, la differenza di comportamenti fra i due uomini politici. Beninteso, anche l’ex-presidente Marrazzo aveva tutte le intenzioni di rimanere ‘attaccato alla poltrona’ della Regione Lazio, imperterrito e sprezzante della ‘verità’ circa il suo comportamento ‘indegno’ per la sua carica istituzionale.

Ma il partito e il popolo della sinistra non gli ha ‘concesso’ tale ‘privilegio’ e pertanto ha dovuto ‘dimettersi’ e ‘chiudere’ per sempre con la politica comunque sarà l’esito dell’inchiesta.

Mentre il partito e il popolo della destra sembra ‘concedere’ a Berlusconi quel ‘privilegio’ di rimanere attaccato alla poltrona del Governo del Paese non solo per fatti di cronaca di costume con le escort, sufficiente per sé, ma anche per avere molti conti con la giustizia penale a cui non vuole ‘sottomettersi’ prima perché i giudici non sono affidabili’ e poi perché essendo ‘eletto dal popolo’ pensa di essere al di sopra della legge.

Comunque l’inchiesta sul caso Marrazzo dovrà accertare tutte le responsabilità penali di attori ‘inquietanti’ quali quei ‘carabinieri infedeli’ ed altri estorsori, ricettatori e si spera fino ai ‘mandanti’ dentro un altrettanto inquietante sistema ‘estorsivo’ (vedi, Boffi, giudice Mesiano, etc..) che non lesina mezzi e che gode di una certa ‘impunità’ facili da ‘immaginare’ ma purtroppo difficili da ‘assicurare’ alla giustizia. Non ci facciamo illusioni!

Su
Rainews vi è un articolo nel quale si ‘teorizza’ in modo argomentato, addirittura il ‘reato di ricettazione’ commesso proprio da Berlusconi con il ‘trattenimento’ per alcuni giorni del video incriminato prima e dopo per avere ‘informato’ Marrazzo chi ‘pagare’ e ‘dove’ andare a ‘prenderlo’ per ritirarlo dal ‘mercato’, ‘favore’ che lui vanta di aver fatto, il cosiddetto metodo Corona (‘pagare’ per il ‘favore’ di ritirarlo dal ‘mercato’, anziché ‘pagare’ per non ‘divulgarlo’ = di fatto stessa cosa). Inoltre nel filmato, lo stesso Corona ‘afferma’ ad Annozero che il valore del video di Marrazzo sulla piazza vale qualcosa, solo a ‘politici’ ma rischioso da piazzare! Ma allora perché l’estorsione in ‘proprio’ da parte dei carabinieri infedeli? A meno che essi non siano stati ‘pilotati’ da ‘mandanti’ con interessi ‘politici’. Vedremo se i prossimi sviluppi andranno in questa direzione.
Raffaele B.


http://www.youtube.com/watch?v=OCLAq3WKaVo
Stracultista
31 ottobre 2009
Fabrizio Corona sul caso Marrazzo - Intervista tratta da AnnoZero - 29/10/2009

RAINEWS24
Video su Marrazzo, per Repubblica Berlusconi è ricettatore
Roma, 30-10-2009

Per Giuseppe D'Avanzo non ci sono dubbi: "Quel che è avvenuto è chiaro alla luce del codice penale. Articolo 640, ricettazione". Il video compromettente che ritraeva il presidente del Lazio Piero Marrazzo con un trans è stato nelle mani del premier Silvio Berlusconi per "troppo tempo", e ora la magistratura deve agire di conseguenza. Con una incriminazione per ricettazione.


Cosa dice il codice penale
E' passibile di ricettazione, per il nostro codice penale, "chi, al fine di procurare a sé o ad altri un profitto, acquista, riceve o occulta cose provenienti da un qualsiasi delitto o comunque s'intromette nel farli acquistare, ricevere od occultare, è punito con la reclusione da due a otto anni". .

Le certezze di Repubblica
"È indubbio - scrive D'Avanzo -che Signorini, Marina Berlusconi e Maurizio Costa, per procurarsi un profitto, hanno ricevuto quel video palesemente ottenuto con un delitto (con la violenza e la violazione del domicilio). È indubbio che Silvio Berlusconi si sia intromesso per far acquistare, prima, e occultare, poi, quella "cosa proveniente da un delitto". Se la legge è uguale per tutti, è ragionevole pensare che la procura di Roma cercherà di capire chi ha "pilotato" i falsi ricattatori mentre invierà a Milano, per competenza, le carte di una ipotetica ricettazione".
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Le premesse di Anno Zero
La lettura dei fatti di Repubblica oggi in edicola era stata in buona parte anticipata dalla puntata di ieri sera di Anno Zero. Ospiti in studio, l'ex presidente della Regione Lazio Francesco Storace, l'eurodeputata del Pd Deborah Serracchiani, il direttore del Riformista, Antonio Polito, e il direttore di Libero, Maurizio Belpietro. La puntata - seguita da oltre 6 milioni di spettatori con il 24,5% di share per RaiDue - ha ricostruito dal 3 luglio ad oggi il percorso del video incriminato, visionato da diversi giornalisti, direttori di giornali e da Berlusconi in persona con un incessante interrogativo: perche' nessuno ha denunciato l'evidente ricatto?
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Da Giangavino Sulas, giornalista di Oggi, a due croniste di Libero con Vittorio Feltri direttore, fino ad arrivare a Belpietro che fa sapere di aver visto il filmato solo a fine settembre ad Alfonso Signorini, direttore di 'Chi', che il video lo vede il 5 ottobre: nessuno lo ritiene pubblicabile.

Due i filmati
Il video originale che ha messo nei guai Piero Marrazzo è molto più lungo di quello messo in vendita. A confessarlo, scrive il Corriere della Sera, è stato il ca­rabiniere Nicola Testini, "durante la perquisizione effettuata nel suo appartamento il giorno prima di essere arrestato: 'Quello che ho visionato io aveva una durata di circa 13 minuti. Non so chi l’abbia fatto, so soltanto che era a spezzoni, molto mosso. Noi lo abbiamo avuto da un confidente che poi è morto e volevamo farci almeno 60 mila euro'. Il re­sto lo aggiunge il suo collega Carlo Tagliente rive­lando di custodirlo nel computer: 'D’accordo con i miei colleghi feci una copia del video attraverso il masterizzatore del mio pc portatile che ho tuttora a casa mia e vi consegnerò spontaneamente. Le al­tre due copie sono state invece distrutte da me e Testini'. Lo stesso Tagliente avrebbe confidato al fotografo Max Scarfone che nel filmato 'ci sono vo­ci e volti che non possono essere visti' ".
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Come andarono le cose il pomeriggio del 3 luglio?
E' piena estate quando i carabinieri entrano nell'appartamento di via Gradoli dove Piero Marrazzo si intrattiene con un transessuale. Annozero cerca di ricostruire i fatti di quel giorno, in un video con attori che hanno recitato sulla base dei documenti a disposizione dei magistrati romani e delle informazioni raccolte dai giornalisti che compongono la redazione. In particolare, Sandro Ruotolo fornisce elementi nuovi grazie a fonti vicine alla famiglia Marrazzo.
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Nella prima ricostruzione, quella basata sugli atti giudiziari, i carabinieri bussano alla porta dell'appartamento di via Gradoli, entrano e con modi ruvidi intimano a Marrazzo di pagare senza fare resistenza.
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Ma c'è anche una seconda versione dei fatti, e va in scena un'irruzione violenta: i carabinieri sono armati di pistola e minacciano brutalmente l'allora governatore del Lazio.Nella puntata di Anno zero è stata anche eseguita una simulazione del video fatto con il telefonino, quello che ritrae Marrazzo nell'appartamento di via Gradoli. Poche immagini, anche un po' sgranate, e una voce: "Ci sono giornalisti la' fuori? Non mi rovinate ragazzi...". Nelle immagini, riprese con un telefonino, si vedono in successione il pavimento dell'appartamento, le gambe nude di un uomo in piedi, quindi l'obiettivo si sposta in un altro ambiente dove su un tavolino ci sono tre strisce di polvere bianca e che si ritiene fosse cocaina ed anche due cannule per aspirare.

Capolinea
Il percorso di interrogativi sollevati da Michele Santoro porta inevitabilmente a Palazzo Chigi: perché una volta che Signorini ha avvertito Marina Berlusconi e quest'ultima il padre dell'esistenza di tale video, la telefonata di Berlusconi è arrivata solo il 19 ottobre e perché il presidente del Consiglio non ha denunciato il ricatto?
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Conflitto di interessi
"E' la prova che c'è enorme conflitto di interessi", dichiara l'europarlamentare Pd Debora Serracchiani, ospite di Annozero. "Berlusconi ha ripetuto che non sa nemmeno cosa fanno le sue aziende - ha detto Serracchiani - e poi viene fuori che le sue aziende lo informano di fatti riservati".
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Prime reazioni
"Anche questa sera abbiamo dovuto assistere ad una puntata di Annozero, durante la quale una trasmissione dedicata alle dimissioni del presidente della Regione Lazio viene trasformata, con un impressionante cinismo nei confronti del caso Marrazzo, nell`ennesima occasione per attaccare il Presidente del Consiglio", denuncia in una nota Bondi.
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L'esperto
Interpellato sul caso, Fabrizio Corona dice la sua: "In Italia un video del genere non l'avrebbe comprato nessuno perché Marrazzo non lo conosce nessuno, non ha vendita. Chi ha portato quel video a Signorini lo ha fatto perché sa che il direttore di Chi prende il materiale e lo da a chi lo deve dare. Berlusconi ha fatto un gesto d'amicizia. E' una questione di favori, in Italia funziona così: la libertà di stampa non esiste".