lunedì, febbraio 25, 2008

ACQUISTO DI DE GREGORIO - ATTO SOLENNE O CORRUZIONE?

PARE CHE NON SIANO SOLO VOCI DI POPOLO, MA CHE VI SAREBBERO INVECE VERE E SOLIDE PROVE DI UNA "COMPRAVENDITA" DEL SENATORE DE GREGORIO EX-IDV ELETTO NEL CENTROSINISTRA A PASSARE NEL CENTRODESTRA, FATTA DA BERLUSCONI E SUGGELLATO PERFINO DA UN "CONTRATTO" FINITO NELLE MANI DEI MAGISTRATI.

ANZI POSSIAMO DIRE DI PIÙ. LO STESSO DE GREGORIO LO "AMMETTE" CANDIDAMENTE E LO "RIVENDICA" COME ATTO SOLENNE E DI ALTO VALORE POLITICO DEL TUTTO TRASPARENTE E REGOLARMENTE DICHIARATO.

CON QUELL'ATTO, FORZA ITALIA SI È IMPEGNATO A "FINANZIARE" IL SUO GRUPPO DEGLI "ITALIANI NEL MONDO" CON DIVERSI MILIONI DI EURO IN CAMBIO DEL QUALE LUI CAMBIAVA “CASACCA” ASSOTTIGLIANDO LA ESIGUA MAGGIORANZA DI PRODI AL SENATO.

NEL CASO CI FOSSERO ANCORA DEI DUBBI, BERLUSCONI È ANCHE INDAGATO PER UNA PRESUNTA "CORRUZIONE" (CIOÈ ALTRA COMPRAVENDITA) NEI CONFRONTI DI ALTRI DUE SENATORI DEL CENTROSINISTRA NELL'INCHIESTA SULLE SEGNALAZIONI A
FAVORE DI 5 ATTRICI FATTE DAL LEADER DI FI AL PRESIDENTE DI RAI FICTION SACCÀ PER LO STESSO SCOPO.

NATURALMENTE LA MAGISTRATURA DOVRÀ ACCERTARE TUTTA LA VERITÀ E STABILIRE LE RESPONSABILITÀ PENALI DI QUESTI FATTI. MA VI SONO AMPLISSSIME POSSIBILITÀ CHE TALI FATTI SIANO AVVENUTI E CHE QUESTE “COMPRAVENDITE” GETTANO UN'OMBRA CUPA ED INQUIETANTE SUL MODO DI CONCEPIRE LA POLITICA DA PARTE DI QUESTI PERSONAGGI A CAPO DEI QUALI VI È UN POLITICO, LA CUI IMMENSA RICCHEZZA PERSONALE GLI DA UN GRANDE "POTERE CORRUTTORE" A SUON DI MILIONI DIFFICILE DA RESISTERE!

NEL TENTATIVO DI MINIMIZZARE LA RESPONSABILITÀ IL NOSTRO "TRASFUGO" DE GREGORIO CI DICE ANCHE CHE QUESTE COSE LO HA FATTO ANCHE L'ULIVO FINANZIANDO I "DEMOCRATICI" (CHI?) ED ALTRE PICCOLE FORMAZIONI (QUALI?)

ORA AMMESSO E NON CONCESSO CHE CIÒ SIA VERO (L'ACCUSA È GENERICA E NON VI SONO PROVE DOCUMENTALI), NON PUÒ TRATTARSI IN OGNI CASO DI "CORRUZIONE" PERCHÈ PRECEDENTE ALLE ELEZIONI E POI PERCHÈ NON DICE CHE QUEI "FINANZIAMENTI" ERANO PER CAMBIARE CASACCA, COME INVECE NEL SUO CASO E FORSE DI ALTRI SENATORI AL SOLO SCOPO DI FAR CADERE IL GOVERNO PRODI.
Raffaele B.

CORRIERE DELLA SERA
Roma, indagato il senatore De Gregorio
25 febbraio 2008
Iscritto nel registro degli indagati per il reato di corruzione: «un atto dovuto»
L'inchiesta sul presunto accordo con Berlusconi. Lui: «Veleni ad arte ma sono sereno»


ROMA - Il senatore Sergio De Gregorio (ex Idv poi passato nel gruppo Italiani nel mondo) risulta iscritto nel registro degli indagati della Procura di Roma per il reato di corruzione. Il procedimento è stato avviato dopo l'arrivo nella Capitale del fascicolo inviato da Napoli sul presunto accordo tra il leader del movimento degli italiani nel mondo e il leader del Pdl, Silvio Berlusconi. Gli inquirenti partenopei hanno inserito questo accertamento nell'ambito della più vasta inchiesta sull'ipotesi di "compravendita" di senatori tesa a far cadere il governo Prodi in occasione della discussione della finanziaria a Palazzo Madama. L'inchiesta a carico di De Gregorio è - si specifica - un atto dovuto». Il procuratore capo Giovanni Ferrara ha delegato le indagini al pm Giancarlo Amato.

RINVIO A GIUDIZIO - Berlusconi è già indagato a Roma per una
presunta corruzione che avrebbe tentato nei confronti di due senatori del centrosinistra allo scopo di portarli dalla sua parte e mandare in minoranza il governo a Palazzo Madama. Per il capo di Forza Italia e candidato leader del Pdl alle elezioni politiche di aprile è già stato chiesto il rinvio a giudizio assieme ad Agostino Saccà, direttore sospeso di Rai Fiction, dalla procura di Napoli per una presunta corruzione finalizzata all'inserimento in produzioni Rai di cinque attrici.

«VELENI AD ARTE» - Si tratta di «veleni indirizzati ad arte per indebolire la posizione politica di questo o quel parlamentare», ha commentato De Gregorio, il quale ha aggiunto che sull'argomento per il quale è indagato «ho già rilasciato interrogatorio spontaneo alla procura di Napoli, segnalando l'altissimo valore politico dell'accordo federativo tra Forza Italia e Italiani nel mondo. Non si tratta di un finanziamento all'associazione Italiani nel mondo, ma al movimento politico; accordo peraltro regolarmente dichiarato alla presidenza della Camera».

«ANCHE L'ULIVO FINANZIÒ I PARTITI MINORI» - «Ho prodotto al magistrato di Napoli, durante un interrogatorio avvenuto prima del Natale scorso, i tabulati dei finanziamenti erogati dai partiti alle formazioni minori e ho avuto l'impressione che si stupisse rispetto a questa consuetudine - spiega in una nota De Gregorio - assolutamente regolare e consentita dalla legge». «Forza Italia ha finanziato Italiani nel mondo, perchè producesse l'importante risultato di consensi conseguito alle ultime elezioni amministrative e perchè si impegnasse, quale alleato della CdL, nelle elezioni politiche all'estero e in Italia. Tutti questi tabulati sono pubblici e depositati presso la Presidenza della Camera dei deputati». «Se ne evince, ad esempio - prosegue il presidente della commissione Difesa del Senato e leader nazionale del movimento politico Italiani nel mondo - che l'Ulivo ha finanziato i Democratici, della cui esistenza in vita non si avevano tracce, e che l'abitudine di sostenere le piccole formazioni è in essere da sempre, anche nello schieramento avversario».

sabato, febbraio 23, 2008

PD - NO A LARGHE INTESE PER GOVERNARE

A SEGUITO DELLE DICHIARAZIONI DEL CAVALIERE A MATRIX (POI INCREDIBILMENTE SMENTITE) CHE IN CASO DI PAREGGIO, IN PARTICOLARE AL SENATO, SI DOVRÀ FARE LA “GRANDE COALIZIONE”, VELTRONI RISPONDE «LARGHE INTESE? È STATO UN ERRORE NON FARLE PRIMA, ORA NON CI SONO PIÙ» E DI PIETRO SI FA GARANTE!

AD ONOR DEL VERO, IL PDL AVEVA TALMENTE FRETTA DI ANDARE AL VOTO CHE HA RIFIUTATO DI CONFLUIRE IN UN GOVERNO DI LARGHE INTESE CON IL CENTROSINISTRA, CAPEGGIATO DA MARINI CHE DOVEVA FARE SOLO LA LEGGE ELETTORALE AD ALCUNE ALTRE RIFORME INDISPENSABILI PRIMA DELLE ELEZIONI.

ECCO, CON QUESTE DICHIARAZIONI E PRESE DI POSIZIONI IL PD ESCLUDE QUALSIASI POSSIBILITÀ DI LARGHE INTESE CON IL PARTITO DI BERLUSCONI.

CON QUESTO SI DEPOTENZIA ANCHE AL CAMPAGNA ELETTORALE DELLA SINISTRA ARCOBALENO CHE PUNTA PROPRIO SULLA QUELLA POSSIBILITÀ RIVENDICANDO COSÌ IL MONOPOLIO DELLA SINISTRA AL SOLO TENTATIVO DI PORTARE VIA VOTI AL PD.

È EVIDENTE CHE PER FARE LE RIFORME ISTITUZIONALI (LE REGOLE DEL GIOCO) CI VUOLE OBBLIGATORIAMENTE UN MAGGIORANZA QUALIFICATA DA LARGHE INTESE, POI, SULLA BASE DI QUELLE REGOLE RICONOSCIUTE DA TUTTI, SI VA A VOTARE E CHI VINCE GOVERNA E CHI PERDE VA ALL'OPPOSIZIONE COME AVVIENE I TUTTI PAESI DEMOCRATICI AVANZATI.

PER DISTINGUERE IL GOVERNO DALLE ISTITUZIONI SI PUÒ RIASSUMERE COSÌ:
NO A LARGHE INTESE PER GOVERNARE (INCIUCIO) E SI A LARGHE INTESE PER FARE LE RIFORME ISTITUZIONALI TANTE NECESSARIE PER QUESTO PAESE.
Raffaele B.

CORRIERE DELLA SERA
DI PIETRO: «No A INCIUCI CON SILVIO»
Veltroni a Berlusconi: «Larghe intese? Un errore non averle fatte prima»
23 febbraio 2008
Il segretario del Pd: «Sono loro che si sono rifiutati». Poi il leader del Pdl precisa: «Lavoriamo solo per vincere»

ROMA - Le larghe intese non ci sono più. I due principali contendenti di questa tornata elettorale dicono chiaramente che non sono più una strada percorribile, al di là di quello che potrebbero fare apparire il fair play e della pacatezza di toni della campagna elettorale.
Ad aprire alla
possibilità di accordi tra i Poli, in caso di pareggio alle elezioni, era stato Silvio Berlusconi a Matrix. Ma all'indomani delle dichiarazioni del leader del Pdl, arriva la replica di Walter Veltroni: «Larghe intese? È stato un errore non farle prima». Riferendosi poi al leader dell'opposizione di centrodestra, pur senza mai citarlo, Veltroni lamenta una chiusura nelle settimane passate proprio da parte sua e del resto del centrodestra. «Prima dice che non c'è bisogno di fare campagna elettorale perché convinto che loro hanno già vinto, poi in tv aggiunge che in caso di pareggio si dovranno fare larghe intese. Allora c'è qualcosa che non funziona. La campagna elettorale non è un giro per raccogliere pubblicità, è un dovere farla. Nelle settimane scorse più volte abbiamo rivolto un appello a scrivere insieme le regole del gioco ma si sono rifiutati». «Chi dice di no - aggiunge Veltroni - non rischia mai. Bisogna avere la capacità di dire sì anche quando è difficile dirlo. Se fosse stato detto sì quando noi abbiamo chiesto di farlo e quando Marini ha tentato di fare un governo» probabilmente adesso le riforme sarebbero più vicine. A questo punto, dopo le elezioni, «le riforme istituzionali si devono comunque fare insieme, mentre i governi devono restare separati».

NESSUN VOTO INUTILE - Ma l'obiettivo del Pd, precisa Veltroni, «è lavorare per avere una maggioranza solida alla Camera e al Senato. È evidente che se ci fosse un pareggio tornare a votare con questa legge elettorale sarebbe come sbattere di nuovo la testa contro il muro». «Ma il Senato - aggiunge l'ex sindaco - è un terno al lotto, è un po' come il poker texano che ogni tanto vedo in televisione e di cui non capisco nulla: può venir fuori ogni cosa. È una delle stranezze di questo Paese». Meglio comunque concentrare il voto sui partiti maggiori? «Non esistono voti inutili - riponde Veltroni - Ci sono due partiti che si candidano a governare e chi fra i due vince governerà, anche per effetto di questa legge elettorale folle con la quale siamo costretti a votare. Ma io non derubrico a voto inutile quello dato agli altri».

DI PIETRO - Sull'argomento delle larghe intese interviene anche Antonio Di Pietro.- «Noi di Italia dei Valori assicuriamo agli elettori che non faremo mai inciuci col governo Berlusconi» afferma il ministro per le infrastrutture e leader dell'Idv. «Vogliamo vincere le elezioni per garantire il rispetto del programma sottoscritto col PD. Votare noi significa scongiurare le larghe intese».

BERLUSCONI: SMENTISCO - Dopo le affermazioni di Veltroni e Di Pietro, Berlusconi precisa: «Venerdì sera sono rimasto fino a tardi per vedere 'Matrix'. Poi sabato mattina ho letto i giornali e viene fuori che io avrei detto di voler lavorare per larghe intese. Voglio smentire, io sono qui per vincere e avere una larga maggioranza e ottenere il diritto e il dovere di governare l'Italia».

«FA L'ATTRICE? VADA DA VELTRONI» - In serata, il Cavaliere, partecipando ad una convention romana di Forza Italia ha lanciato battute all'indirizzo dei suoi avversari. Rivolgendosi ad una donna che si era qualificata come attrice e che gli aveva chiesto un impiego, Berlusconi ha replicato suggerendole di farsi «assumere da Veltroni, è lui che si occupa di cinema. Io non posso più telefonare a Saccà». «Le prometto - ha aggiunto Berlusconi tra le risate del pubblico - che andrò a casa di Saccà e suonerò il citofono».

SFIDA TV - Intanto tiene banco l'ipotesi di un confronto tv tra i principali leader. Silvio Berlusconi accetta la sfida di Pier Ferdinando Casini e dice sì ad un confronto in tv: «Abbiamo avuto tanto tempo per chiarirci - dice il leader del Pdl - ma per me va benissimo». Walter Veltroni non vuole restare fuori: «Per quanto mi riguarda io sono pronto. Si possono trovare diverse formule, ma la mia impressione è che non ci sia tanta voglia dall'altra parte».

venerdì, febbraio 22, 2008

PDL - CODICE ETICO E PERSEGUITATI POLITICI

NEL ARTICOLO DE “ILGIORNALE” DI FAMIGLIA DEL CAVALIERE, IL SOLERTE BONDI ANNUNCIA UN “CODICE ETICO” CHE DOVREBBE TENERE FUORI DALLE CANDIDATURE TUTTI COLORO CHE HANNO PROCEDIMENTI PENALI IN CORSO ESCLUSI PERÒ QUELLI DI ORIGINE "POLITICA". INOLTRE TANTO PER STARE NEL TEMA, VERSO LA FINE DELL'ARTICOLO, EGLI PROPONE, FRA LE ALTRE COSE, LA REINTRODUZIONE DELLA FAMIGERATA IMMUNITÀ PARLAMENTARE CUI NESSUNO VUOLE PIÙ.

A PARTE IL RIDICOLO, VIENE DA CHIEDERSI COSA VOGLIA SIGNIFICARE L'ORIGINE "POLITICA" DEI PROCEDIMENTI PENALI? DOVE COMINCIA E DOVE FINISCE? RISULTA CHIARO ANCHE AI PIÙ SPROVVEDUTI CHE QUESTO "ESPEDIENTE" NON POSSA ESSERE ALTRO CHE LA CLASSICA "SCAPPATOIA" PER BERLUSCONI, DELL'UTRI ED ALTRI, TANTO PER CITARE I PIÙ IMPORTANTI CANDIDATI.

INFATTI NON PUÒ CHE TRATTARSI DI UN ESPEDIENTE PIÙ PATETICO CHE FURBESCO PERCHÈ INTANTO, SE SIAMO D'ACCORDO CHE SIAMO IN DEMOCRAZIA, NON POSSONO ESISTERE "TRIBUNALI POLITICI" E CHE LE "TOGHE ROSSE" NON SONO ALTRO CHE UNA ETICHETTA POSTA SU QUEI MAGISTRATI CHE FANNO IL LORO DOVERE DI PERSEGUIRE I REATI ANCHE SE COMMESSI DA POTENTI PERSONAGGI.

NEGLI USA SUCCEDE DI PIÙ, PER EVASIONE FISCALE E IRREGOLARITÀ FINANZIARIE (TIPICI CRIMINI DI PERSONAGGI ALTOLOCATI), SI VA IN GALERA PER MOLTI ANNI, QUI IN ITALIA QUESTI SIGNORI NON FANNO UN MINUTO DI GALERA, ALTRO CHE PROCEDIMENTI "POLITICI". SE A QUESTO AGGIUNGIAMO LA REINTRODUZIONE DELL'IMMUNITÀ PARLAMENTARE, IL CERCHIO SI CHIUDE IN BELLEZZA CON BUONA PACE DI CHI CREDE ALL'ETICA DEL PDL.

IL GOFFO TENTATIVO DI BONDI DI "INSEGUIRE" IL "CODICE ETICO" DEL PD DI VELTRONI, SI RIVELA MOLTO "CONTROPRODUCENTE" PER IL PARTITO DEL CAVALIERE ESPONENDOLO ALLA PUBBLICA ILARITÀ PERCHÈ SU QUESTO PUNTO È IL PIÙ DEBOLE DI TUTTI GLI ALTRI.
Raffaele B.

ILGIORNALE
Pdl: niente indagati in lista tranne i perseguitati politici
venerdì 22 febbraio 2008

Roma - Sono due i coordinatori regionali di Forza Italia seduti sui divanetti del Transatlantico quando le agenzie di stampa danno notizia della lettera inviata a tutti i vertici azzurri da Bondi. «Eventuali procedimenti penali che riguardano nostri parlamentari o eventuali candidati, esclusi naturalmente quelli che hanno un’origine politica, costituiscono - si legge nella missiva del coordinatore nazionale - un motivo sufficiente di esclusione dalle liste». Dire che i due saltano sulla poltrona è poco. Perché, spiegano, la nostra linea in materia è sempre stata chiara: «Non può essere la magistratura a dirci chi candidare». Un concetto su cui mercoledì era stato netto pure il vice-coordinatore azzurro Cicchitto: «Ho grandi dubbi a lasciare che siano le procure a fare le liste elettorali con i loro avvisi di garanzia o altre iniziative giudiziarie».
Eppoi, è il ragionamento che fanno in privato molti dirigenti azzurri, così «rischiamo di metterci a inseguire una campagna che non è nel nostro dna» e sulla quale si è già esposto Fini (d’accordo sul non candidare «indagati o condannati per reati odiosi come corruzione o mafia»). La lettera di Bondi, dunque, un po’ di acque in Forza Italia ne agita. Anche perché, davvero si applicasse il criterio in questione, a rischiare il seggio ci sarebbe più di un parlamentare di peso. Da via dell’Umiltà, però, assicurano che «non c’è niente di strano perché simili indicazioni, peraltro destinate a restare riservate, vengono date a ogni tornata elettorale». Vero fino a un certo punto, se a fine giornata Bondi torna sulla querelle spiegando che «i criteri indicati» sono «contenuti in una bozza provvisoria» e «non hanno carattere di definitività» perché devono essere discussi con tutto il Pdl.

Da giorni, intanto, si lavora sul programma. Su due tavoli diversi: uno che si occupa di quello di legislatura (a cui stanno lavorando Tremonti e Brancher per Forza Italia, Alemanno e Gasparri per An, Calderoli e Maroni per la Lega) e uno più concentrato su quello dei primi cento giorni su cui Berlusconi punta anche dal punto di vista mediatico. Si tratterà, infatti, di una serie di disegni di legge (dieci, dodici) già sottoscritti dai leader della coalizione e destinati ad essere approvati nei primi Consigli dei ministri. Si punterà soprattutto su riduzione delle tasse e aumento dei salari, perché uno dei leit motiv della campagna elettorale - spiega il Cavaliere nelle sue conversazioni private - «dovrà essere l’impoverimento del Paese causato dal governo Prodi». E ci si concentrerà soprattutto sulla cosiddetta «quarta settimana», quella in cui molte famiglie si ritrovano con lo stipendio agli sgoccioli. In questo senso, dunque, la detassazione degli straordinari e delle tredicesime e la proposta di pagare l’Iva solo al momento dell’incasso della fattura. E, sempre in questa direzione, il Cavaliere è deciso a varare un piano-casa per le famiglie in difficoltà, sul quale però si sta ancora lavorando. Tutte le proposte, infatti, soprattutto quelle che hanno un riflesso diretto sulle casse dello Stato, sono all’esame di Tremonti che nei colloqui di questi giorni predica «prudenza» perché «la situazione economica resta difficile». E, dunque, ancora in fase di esame (anche se il Cavaliere difficilmente ci rinuncerà) l’abolizione delle tasse di successione e donazione reintrodotte da Prodi.

Si lavora poi alla «bonifica» delle spese inutili. Il Pdl, per esempio, sarebbe favorevole all’abolizione delle Provincie, ma sul punto la Lega sembra frenare. Tutti d’accordo, invece, sulla riduzione dei costi della politica con un taglio al numero e agli stipendi di parlamentari, consiglieri regionali e provinciali. Sul fronte del pubblico impiego, invece, spazio alla meritocrazia con un disegno di legge che riguarda anche scuola e università di cui si sta occupando la Gelmini. Mentre la questione Mezzogiorno è stata girata ad Alfano e Fitto.

Sul tavolo del Cavaliere - ieri ancora alle prese con il nodo siciliano, visto che Micciché ha ribadito il suo sì a Lombardo solo se «rompe» con Cuffaro - oggi dovrebbe arrivare anche un corposo dossier giustizia: separazione delle carriere, modifica della composizione del Csm, reintroduzione dell’immunità parlamentare, uso delle intercettazioni solo per i reati più gravi, aumento delle pene per i recidivi. Sul fronte riforme, invece, via al federalismo fiscale, alla modifica dei regolamenti parlamentari e maggiori poteri al premier. Capitolo a parte, invece, la questione del nucleare che il Pdl potrebbe decidere di rilanciare. Tutte proposte, queste, che il Cavaliere studierà con attenzione nei prossimi giorni.

PDL E L'AUTOGOL SUL CODICE ETICO

NEL ARTICOLO DE “ILGIORNALE” DI FAMIGLIA DEL CAVALIERE, IL SOLERTE BONDI ANNUNCIA UN “CODICE ETICO” CHE DOVREBBE TENERE FUORI DALLE CANDIDATURE TUTTI COLORO CHE HANNO PROCEDIMENTI PENALI IN CORSO ESCLUSI PERÒ QUELLI DI ORIGINE "POLITICA". INOLTRE TANTO PER STARE NEL TEMA, VERSO LA FINE DELL'ARTICOLO, EGLI PROPONE, FRA LE ALTRE COSE, LA REINTRODUZIONE DELLA FAMIGERATA IMMUNITÀ PARLAMENTARE CUI NESSUNO VUOLE PIÙ.
A PARTE IL RIDICOLO, VIENE DA CHIEDERSI COSA VOGLIA SIGNIFICARE L'ORIGINE "POLITICA" DEI PROCEDIMENTI PENALI? DOVE COMINCIA E DOVE FINISCE? RISULTA CHIARO ANCHE AI PIÙ SPROVVEDUTI CHE QUESTO "ESPEDIENTE" NON POSSA ESSERE ALTRO CHE LA CLASSICA "SCAPPATOIA" PER BERLUSCONI, DELL'UTRI ED ALTRI, TANTO PER CITARE I PIÙ IMPORTANTI CANDIDATI.

INFATTI NON PUÒ CHE TRATTARSI DI UN ESPEDIENTE PIÙ PATETICO CHE FURBESCO PERCHÈ INTANTO, SE SIAMO D'ACCORDO CHE SIAMO IN DEMOCRAZIA, NON POSSONO ESISTERE "TRIBUNALI POLITICI" E CHE LE "TOGHE ROSSE" NON SONO ALTRO CHE UNA ETICHETTA POSTA SU QUEI MAGISTRATI CHE FANNO IL LORO DOVERE DI PERSEGUIRE I REATI ANCHE SE COMMESSI DA POTENTI PERSONAGGI.

NEGLI USA SUCCEDE DI PIÙ, PER EVASIONE FISCALE E IRREGOLARITÀ FINANZIARIE (TIPICI CRIMINI DI PERSONAGGI ALTOLOCATI), SI VA IN GALERA PER MOLTI ANNI, QUI IN ITALIA QUESTI SIGNORI NON FANNO UN MINUTO DI GALERA, ALTRO CHE PROCEDIMENTI "POLITICI". SE A QUESTO AGGIUNGIAMO LA REINTRODUZIONE DELL'IMMUNITÀ PARLAMENTARE, IL CERCHIO SI CHIUDE IN BELLEZZA CON BUONA PACE DI CHI CREDE ALL'ETICA DEL PDL.

IL GOFFO TENTATIVO DI BONDI DI "INSEGUIRE" IL "CODICE ETICO" DEL PD DI VELTRONI, SI RIVELA MOLTO "CONTROPRODUCENTE" PER IL PARTITO DEL CAVALIERE CHE SI ESPONE COSÌ ALLA PUBBLICA ILARITÀ, PERCHÈ SU QUESTO PUNTO È IL PIÙ DEBOLE DI TUTTI GLI ALTRI. UNA SORTA DI AUTOGOL IN PIENA REGOLA!
Raffaele B.

ILGIORNALE
Pdl: niente indagati in lista tranne i perseguitati politici
venerdì 22 febbraio 2008

Roma - Sono due i coordinatori regionali di Forza Italia seduti sui divanetti del Transatlantico quando le agenzie di stampa danno notizia della lettera inviata a tutti i vertici azzurri da Bondi. «Eventuali procedimenti penali che riguardano nostri parlamentari o eventuali candidati, esclusi naturalmente quelli che hanno un’origine politica, costituiscono - si legge nella missiva del coordinatore nazionale - un motivo sufficiente di esclusione dalle liste». Dire che i due saltano sulla poltrona è poco. Perché, spiegano, la nostra linea in materia è sempre stata chiara: «Non può essere la magistratura a dirci chi candidare». Un concetto su cui mercoledì era stato netto pure il vice-coordinatore azzurro Cicchitto: «Ho grandi dubbi a lasciare che siano le procure a fare le liste elettorali con i loro avvisi di garanzia o altre iniziative giudiziarie».
Eppoi, è il ragionamento che fanno in privato molti dirigenti azzurri, così «rischiamo di metterci a inseguire una campagna che non è nel nostro dna» e sulla quale si è già esposto Fini (d’accordo sul non candidare «indagati o condannati per reati odiosi come corruzione o mafia»). La lettera di Bondi, dunque, un po’ di acque in Forza Italia ne agita. Anche perché, davvero si applicasse il criterio in questione, a rischiare il seggio ci sarebbe più di un parlamentare di peso. Da via dell’Umiltà, però, assicurano che «non c’è niente di strano perché simili indicazioni, peraltro destinate a restare riservate, vengono date a ogni tornata elettorale». Vero fino a un certo punto, se a fine giornata Bondi torna sulla querelle spiegando che «i criteri indicati» sono «contenuti in una bozza provvisoria» e «non hanno carattere di definitività» perché devono essere discussi con tutto il Pdl.

Da giorni, intanto, si lavora sul programma. Su due tavoli diversi: uno che si occupa di quello di legislatura (a cui stanno lavorando Tremonti e Brancher per Forza Italia, Alemanno e Gasparri per An, Calderoli e Maroni per la Lega) e uno più concentrato su quello dei primi cento giorni su cui Berlusconi punta anche dal punto di vista mediatico. Si tratterà, infatti, di una serie di disegni di legge (dieci, dodici) già sottoscritti dai leader della coalizione e destinati ad essere approvati nei primi Consigli dei ministri. Si punterà soprattutto su riduzione delle tasse e aumento dei salari, perché uno dei leit motiv della campagna elettorale - spiega il Cavaliere nelle sue conversazioni private - «dovrà essere l’impoverimento del Paese causato dal governo Prodi». E ci si concentrerà soprattutto sulla cosiddetta «quarta settimana», quella in cui molte famiglie si ritrovano con lo stipendio agli sgoccioli. In questo senso, dunque, la detassazione degli straordinari e delle tredicesime e la proposta di pagare l’Iva solo al momento dell’incasso della fattura. E, sempre in questa direzione, il Cavaliere è deciso a varare un piano-casa per le famiglie in difficoltà, sul quale però si sta ancora lavorando. Tutte le proposte, infatti, soprattutto quelle che hanno un riflesso diretto sulle casse dello Stato, sono all’esame di Tremonti che nei colloqui di questi giorni predica «prudenza» perché «la situazione economica resta difficile». E, dunque, ancora in fase di esame (anche se il Cavaliere difficilmente ci rinuncerà) l’abolizione delle tasse di successione e donazione reintrodotte da Prodi.

Si lavora poi alla «bonifica» delle spese inutili. Il Pdl, per esempio, sarebbe favorevole all’abolizione delle Provincie, ma sul punto la Lega sembra frenare. Tutti d’accordo, invece, sulla riduzione dei costi della politica con un taglio al numero e agli stipendi di parlamentari, consiglieri regionali e provinciali. Sul fronte del pubblico impiego, invece, spazio alla meritocrazia con un disegno di legge che riguarda anche scuola e università di cui si sta occupando la Gelmini. Mentre la questione Mezzogiorno è stata girata ad Alfano e Fitto.

Sul tavolo del Cavaliere - ieri ancora alle prese con il nodo siciliano, visto che Micciché ha ribadito il suo sì a Lombardo solo se «rompe» con Cuffaro - oggi dovrebbe arrivare anche un corposo dossier giustizia: separazione delle carriere, modifica della composizione del Csm, reintroduzione dell’immunità parlamentare, uso delle intercettazioni solo per i reati più gravi, aumento delle pene per i recidivi. Sul fronte riforme, invece, via al federalismo fiscale, alla modifica dei regolamenti parlamentari e maggiori poteri al premier. Capitolo a parte, invece, la questione del nucleare che il Pdl potrebbe decidere di rilanciare. Tutte proposte, queste, che il Cavaliere studierà con attenzione nei prossimi giorni.

giovedì, febbraio 21, 2008

LA LEGA E L'INDIPENDENZA DELLA PADANIA

CI RISIAMO! STAVOLTA È DI TURNO MARIO BORGHEZIO EUROPARLAMENTARE E CAPO DELLA DELEGAZIONE DELLA LEGA. COSTUI HA SALUTATO L'INDIPENDENZA DEL KOSOVO ACCOSTANDOLA ALLA PADANIA E POI ALLO STESSO TEMPO ESPRESSO PREOCCUPAZIONE PERCHÈ IL KOSOVO DIVIENE IL PRIMO STATO ISLAMICO IN EUROPA!

QUI S'INCROCIANO DUE QUESTIONI, UNA DI POLITICA INTERNA E L'ALTRA INTERNAZIONALE. QUELLA INTERNA RIGUARDA LE REALI INTENZIONI DELLA LEGA CIRCA IL DESTINO DELLA PADANIA E LA SUA TANTO AGOGNATA “SECESSIONE” DALL'ITALIA. È INQUIETANTE PERCHÈ QUESTO PARTITO È UN IMPORTANTE ALLEATO DEL PDL ED HA GIA GOVERNATO CON BERLUSCONI.

QUELLO INTERNAZIONALE RIGUARDA IL RICONOSCIMENTO DELL'ITALIA DEL NUOVO STATO INDIPENDENTE DEL KOSOVO.

NELL'ARTICOLO IN FONDO IL MINISTRO DEGLI ESTERI D'ALEMA SPIEGA CHE NON CI SONO ALTERNATIVE PERCHÈ O LO SI RICONOSCE OPPURE I NOSTRI SOLDATI E TUTTO IL PERSONALE CIVILE DEVONO VENIR VIA DA QUEL PAESE. INOLTRE L'INDIPENDENZA SI RENDE NECESSARIO DOPO UN DECENNIO DALL'INTERVENTO DELLA NATO CHE HA FERMATO LA PULIZIA ETNICA DEI KOSOVARI-ALBANESI DA PARTE DELLA SERBIA. DOPO DI CIÒ ERA CHIARO CHE IL KOSOVO NON POTEVA CONTINUARE A STARE NELLA SERBIA PER CUI È ESISTITO IN TUTTI QUESTI ANNI IN UN "PROTETTORATO" GARANTITO DALL'EUROPA.

NATURALMENTE L'ANALOGIA CON LA PADANIA NON C'ENTRA NULLA, È SOLO PROPAGANDA CUI SIAMO ABITUATI DA TEMPO ORMAI!
Raffaele B.

AGI
VELTRONI, NELLA LEGA C'E' CHI VUOLE STATO PADANIA
(AGI) - Roma, 20 feb. - "In campagna elettorale se ne sentono tante... oggi c'e' stato un esponente della Lega che ha detto che bisogna rendere la Padania indipendente come e' successo in Kosovo. Che facciamo, ci mettiamo a discutere se Berlusconi e Fini sono d'accordo con quello che ha detto Borghezio? Do per scontato che non lo siano, ma cerchiamo di uscire da questa commedia dell'arte degli ultimi 15 anni. Cerchiamo di uscirne insieme". Cosi' il segretario del Pd, Walter Veltroni, ai microfoni del Tg5, in merito alle polemiche dopo l'uscita di Di Pietro su Rai e Mediaset

ANSA
kosovo: Borghezio, importante per Padania
2008-02-20 20:46
STRASBURGO - Il Kosovo come la Padania. E' il parallelo fatto in aula al Parlamento europeo da Mario Borghezio, capo delegazione della Lega, secondo il quale l'indipendenza del Kosovo è "una concreta applicazione in Europa del principio di autodeterminazione dei popoli, sancito dalla Carta dell'Onu". "Certo, desta seria preoccupazione la creazione del primo Stato islamico in Europa, salutato già da tutta la stampa jihadista e la sorte della minoranza cristiana ortodossa serba", ha osservato l'eurodeputato del Carroccio, secondo il quale "é e resta innegabilmente un precedente giuridico e politico". "Molto importante per chi, in Europa, dalla Corsica alle Fiandre, dalla Sardegna a Euskadi e alla nostra Padania, ora ancora nazioni senza Stato, aspira all'indipendenza. Viva l'Europa dei popoli! Padania libera!", ha esclamato Borghezio. Il suo intervento è stato subito criticato da Roberto Musacchio (Prc), Monica Frassoni (Verdi), Pasqualina Napoletano (Sd) i quali hanno rilevato come le affermazioni di Borghezio, sono "inquietanti e richiedono un immediato chiarimento da parte della forza politica di cui fa parte e di quelle alleate".

REUTERS
Kosovo, nessuna alternativa a riconoscimento - D'Alema
mercoledì, 20 febbraio 2008 9.35
ROMA (Reuters) - Il ministro degli Esteri uscente, Massimo D'Alema, ha detto oggi che il riconoscimento da parte dell'Italia del Kosovo è inevitabile.
"E' ora interesse dell'Italia procedere ad un rapido riconoscimento del Kosovo", ha detto D'Alema alle commissioni Esteri e Difesa della Camera. "Non abbiamo alternative all'assunzione di responsabilità per assolvere il nostro ruolo necessario e utile".
Il riconoscimento ufficiale del Kosovo sarà deliberato domani durante il Consiglio dei ministri, ha detto il ministro
"C'è in gioco un evidente interesse nazionale", ha aggiunto D'Alema.
Il capo della Farnesina ha ricordato l'impegno che il nostro paese si è assunto a livello civile e militare in Kosovo, schierando un contingente di circa 2600 uomini nel quadro della missione Kfor, e apprestandosi ad inviare più di 200 tra funzionari civili, carabinieri e agenti della Guardia di finanza nel contesto di una missione Ue.
"Se non riconoscessimo sollecitamente il Kosovo, questi uomini non avrebbero la necessaria copertura politica e diplomatica per operare sul terreno. Li esporremmo a dei rischi evidenti e dovremmo ritirarli, il che non gioverebbe a nessuno", ha detto il responsabile della Farnesina.
Mentre il ministro degli Esteri difendeva la scelta italiana di riconoscere il Kosovo, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano inviava una lettera al Presidente della Repubblica di Serbia Boris Tadic, ribadendo l'amicizia tra i due Paesi.
La missiva, che risponde ad una lettera sulla situazione in Kosovo inviata da Tadic al capo dello Stato il 17 febbraio scorso, esprime "sentimenti di profonda e antica amicizia verso la Serbia e conferma l'impegno dell'Italia a sostenere la prospettiva europea di tutti i Paesi dei Balcani occidentali", secondo quanto riferito da una nota diffusa dal Quirinale.
Francia, Gran Bretagna e Germania hanno già riconosciuto il Kosovo o stanno per farlo. Assieme all'Italia sono paesi già impegnati nelle missioni nel territorio a maggioranza albanese che ha fatto secessione dalla Serbia.
"In questa fase bisogna mantenere i nervi saldi", ha aggiunto D'Alema riferendosi ai paesi membri della Ue impegnati nel Kosovo. "Serve molta saggezza, calma e lungimiranza ... Sia sul terreno, a nord di Mitrovica, cercando di evitare atteggiamenti aggressivi, sia nei rapporti con la Serbia, facendo di tutto per mantenere aperto un canale di comunicazione con Belgrado che consenta di superare le inevitabili attuali tensioni".

sabato, febbraio 16, 2008

L'ASSURDA CONDANNA A MORTE PER STREGONERIA

CI GIUNGE ORA DALL'ARABIA SAUDITA LA INCREDIBILE NOTIZIA DI UNA CONDANNA A MORTE PER UNA POVERA DONNA ANALFABETA FAWZA FALIH ACCUSATA DI "STREGONERIA". UN REATO QUESTO CONSIDERATO TALE SOLO NEL MEDIOEVO E POI GRADUALMENTE ABBANDONATO DA TUTTI GLI STATI INCLUSO L'ARABIA SAUDITA PERCHÈ "INDIMOSTRABILE" PER DEFINIZIONE. NONOSTANTE CIÒ, ORA SI RENDE NECESSARIA LA GRAZIA DEL SOVRANO, RE ABDULLAH PER FERMARE LA SCIMITARRA DEL BOIA.

IN ARABIA SAUDITA NON ESISTE INFATTI IL CODICE PENALE SCRITTO PER CUI IL TRIBUNALE È ARRIVATO ALLA CONDANNA SU BASE "DISCREZIONALE" E CON LE ASSURDE MOTIVAZIONI DELL'INTERESSE COLLETTIVO E PROTEZIONE DELLE ANIME E BENI DEL PAESE.

LA CORTE D'APPELLO SENTENZIÒ LO SCORSO SETTEMBRE 2006 CHE FAWZA FALIH NON POTEVA ESSERE CONDANNATA PER "STREGONERIA" PERCHÈ RITENUTO UN CRIMINE CONTRO DIO E PERCHÈ AVEVA RITRATTATO LA SUA CONFESSIONE, PERALTRO ESTORTA CON LA TORTURA DA PARTE DELLA POLIZIA RELIGIOSA SINISTRAMENTE NOTA CON IL NOME DI "MUTAWEEN", CHE LE FECE APPORRE L'IMPRONTA DEL POLLICE SUL DOCUMENTO DI CONFESSIONE CHE NON POTEVA LEGGERE!
NON RESTA ORA CHE SPERARE NELLA CLEMENZA DEL SOVRANO.
Raffaele B.

QUOTIDIANO
MEDIOEVO IN ARABIA SAUDITA
Una donna è stata condannata a morte per stregoneria

La Ong, Human Rights Watch ha scritto al re saudita perché conceda la grazia a Fawza Falih. E' stata arrestata e interrogata dalla polizia religiosa e processata, senza mai avere diritto a provare la sua innocenza contro un accusa che non ha alcuna base giuridica.

Roma, 15 febbraio 2008 - Human Rights Watch scrive al re saudita perché conceda la grazia a Fawza Falih, condannata a morte per "stregoneria". La donna, denuncia l'ong, è stata arrestata e interrogata dalla polizia religiosa del Regno wahabita e poi processata nella città settentrionale di Quraiyat, senza mai avere diritto a provare la sua innocenza contro un accusa che non ha alcuna base giuridica.

"Il fatto che i giudici sauditi portino ancora avanti processi per crimini che non possono essere provati come la 'stregoneria', mette in evidenza la loro incapacità di condurre indagini penali obiettive" commenta Joe Stork, direttore per il Medio Oriente di Human Rights Watch. "Il caso di Fawza Falih è un esempio dell'impossibilità dei magistrati di fare il loro dovere, nonostante le tutele del quadro giuridico saudita".

Per arrivare alla sua condanna, nell'aprile 2006, i giudici si sono basati solo su una confessione estorta all'imputata con la forza e sulle dichiarazioni di testimoni che l'hanno accusata di averli "stregati". Falih ha ritrattato la sua confessione in tribunale, spiegando che le è stata estorta con la forza, e che essendo analfabeta non è nemmeno riuscita a leggere il documento che le è stato fatto firmare.

Nella sua testimonianza, ha anche denunciato percosse e maltrattamenti durante la detenzione di 35 giorni nelle mani della polizia religiosa; per questo, a un certo punto è stata anche ricoverata. I giudici non hanno mai indagato sull'attendibilità della sua confessione, né sui presunti poteri paranormali che avrebbero portato, per esempio, all'impotenza di un uomo, convinto di esserne stato "stregato". Stando alla ricostruzione fornita da Human Rights Watch, avrebbero anche infranto la legge a diverse riprese, ignorando le regole fondamentali di un giusto processo.

Oltretutto, una corte d'appello aveva stabilito nel settembre 2006 che Fawza Falih non poteva essere condannata a morte per "stregoneria", ritenuta un crimine contro dio, perché ha ritirato la sua confessione: e nonostante ciò, i giudici del tribunale hanno deciso di procedere con la condanna a morte su base "discrezionale", motivandola con l'"interesse collettivo" e la necessità di "proteggere le anime e i beni di questo paese".

"La condotta dei magistrati nel processo di Fawza Falih dimostra che erano interessati a tutto salvo che alla ricerca della verità" fa notare Stork. "Hanno calpestato ogni tutela legale che avrebbe potuto dimostrare l'assurdità dell'intero caso" ha aggiunto. Il 2 novembre, l'Arabia saudita aveva già condannato a morte per stregoneria Mustafa Ibrahim, un farmacista egiziano che abitava nella città settentrionale di Ar'ar, accusato di aver "usato i suoi poteri" per fare separare una coppia sposata, secondo un comunicato del ministero dell'Interno.

LASTAMPA
LA STORIA, UNA SENTENZA DA MEDIOEVO NEL REGNO SAUDITA
16/2/2008 (7:41)
Choc a Riad: "E' una strega decapitatela"
IBRAHIM REFAT
L'hanno picchiata a sangue Analfabeta, ha siglato il verbale con l'impronta del pollice

IL CAIRO
L’Arabia Saudita è di nuovo nell’occhio del ciclone per un altro caso di violazione dei diritti umani. Fawaza Falih, una donna analfabeta, condannata a morte due anni fa per stregoneria, rischia di essere decapitata. La sentenza potrebbe essere eseguita da un momento all’altro e l’organizzazione per i diritti umani Human Rights Watch, con sede a New York, si è appellata a re Abdullah affinché sospenda l’esecuzione del verdetto definito «assurdo e privo di fondamenti giuridici». La donna, residente in un piccolo paese nel Nord del regno, era stata arrestata nel 2005 con l’accusa di esercitare la stregoneria. Alcune persone l’avevano denunciata dicendo che aveva attirato influssi malefici su di loro. Un uomo aveva addirittura affermato di essere stato stregato fino a diventare impotente. Una donna le ha attribuito invece la responsabilità del suo divorzio...
CONTINUA

giovedì, febbraio 14, 2008

PENTAGON SEEKS DEATH PENALTY AFTER TORTURE

Khalid Shaikh Mohammed, the alleged Sept. 11 mastermind, is seen shortly after his capture during a raid in Pakistan Saturday March 1, 2003
REMEMBER THIS 9/11 ALLEGED TERRORIST? HIS NAME IS KHALID SHAIKH MOHAMMED SEE IN THIS VERY BLOG 911-CONVENIENT-GUANTANAMO-CONFESSION ISSUED LAST MARCH 16, 2007.

NOW THE PENTAGON WANTS TO TRIAL HIM AND 5 OTHERS ALLEGED FOR DEATH PENALTY IN THE MILITARY TRIBUNAL UPON EVIDENCES AND CONFESSIONS OBTAINED THROUGH SO CALLED "ENHANCED INTERROGATION TECHNIQUES" WITH “WATERBOARDING” AS ADMITTED BY GEN. THOMAS HARTMAN, IN SIMPLE WORD: TORTURE.

SO FAR GUANTÁNAMO, THAT IS FACING CLOSURE, HAD 778 PRISONERS, MORE THAN 400 HAVE BEEN REPATRIATED AFTER LONG DETENTION WITH NO CHARGES. ONLY ONE MAN, THE AUSTRIALIAN DAVID HICKS HAS BEEN CONVICTED SINCE THE CREATION OF THE MILITARY COMMISSION SOLELY UPON A PLEA-BARGAIN. THIS SHOWS NOTHING BUT LACK OF LEGAL PROOFS ALL ALONG!

IT IS OBVIOUS THAT THIS CASE WITH THESE “ILLEGAL” AND “EMBARRASSING” PROOFS AND VIOLATIONS OF HUMAN RIGHTS “FACES” A PROCEEDING REJECTION ON U.S. COSTITUTIONAL BASIS AND THE MILITARY JUDGE WILL EITHER STOP IT OR THE CASE BECOMES VERY COMPLEX SO THAT WILL DRAG ON FOR QUITE A WHILE.

BOTH MR BUSH AND THE PENTAGON NEED TO KEEP PUBBLIC ATTENTION ON MEDIA FOR SOME TIME ON A DESPERATE EFFORT TO REGAIN SOMEWHAT LEGALITY AND CREDIBILITY AFTER THEIR SERIES OF FAILURES IN THEIR “WAR ON TERROR”. OTHERWISE WHY SEEK TRIAL THEN?
Raffaele B.

AMNESTY INTERNATIONAL
US seeks death penalty for Guantánamo detainees
12 February 2008
The Pentagon announced on Monday that it has charged six “high-value” detainees at Guantánamo Bay. The US government is seeking the death penalty against the six men.
A spokesperson for Amnesty International condemned the move, saying the charges raise yet more questions about the USA’s conduct in the “war on terror”.
“A matter of weeks after the United Nations General Assembly voted for an end to executions, the USA is raising the spectre of death sentences after fundamentally flawed trials in Guantánamo. The international community must challenge the USA to drop these military commissions and conduct trials in front of independent and impartial courts, without resort to the death penalty,” said Rob Freer, Amnesty International’s researcher on USA. Five of the six men charged were held for more than three years in secret CIA custody at unknown locations before being transferred to Guantánamo in September 2006. The CIA has also confirmed that at least one of the men charged, Khalid Sheikh Mohammed, was subjected to “waterboarding” – simulated drowning.
“Waterboarding is torture, and torture is an international crime. No one has been held accountable for such crimes. Impunity in relation to the CIA program remains a hallmark of the USA’s conduct in the ‘war on terror,’” said Rob Freer.
“Ever since the crime against humanity that was committed on 11 September 2001, Amnesty International has called on the USA to pursue justice and security within a framework of respect for human rights and the rule of law. The US government’s systematic failure to do this is illustrated not only by the treatment of these six detainees over the past five years or more, but also by the military commissions before which they are set to appear.”
The sixth man charged is Mohamed al-Qahtani, who was subjected to torture and other ill-treatment in Guantánamo in late 2002. Despite suffering sexual and other humiliation, sleep deprivation, hooding, stripping, loud music, white noise, and extremes of heat and cold, the Pentagon concluded that his treatment did not amount to inhumane treatment. “The Pentagon, along with the President, has overarching influence over the operation of the military commissions,” said Rob Freer. “In other words, these sub-standard tribunals lack independence from the same executive branch that has authorized and condoned systematic human rights violations committed against these detainees.”

NYDAILYNEWS
Pentagon seeks death penalty against six detainees in Sept. 11 attacks
By RICHARD SISK
DAILY NEWS WASHINGTON BUREAU
Monday, February 11th 2008, 12:15 PM
WASHINGTON - The Pentagon Monday brought mass murder and war crimes charges that carry the death penalty against 9/11 mastermind Khalid Sheikh Mohammed and five others in cases that will rise or fall on the admissibility of "waterboarding" evidence.
"The military judge will decide if this evidence is admitted," Air Force Brig. Gen. Thomas Hartman said of the "enhanced interrogation techniques" including waterboarding that the CIA used on the accused.

President Bush and Vice President Cheney have repeatedly said that the CIA's techniques helped to prevent additional attacks on the U.S.
Hartman, a Pentagon legal adviser, said preliminary legal proceedings in the cases were not likely to begin before May or June, and it was not immediately clear whether 9/11 families would be able to attend the proceedings or watch on closed-circuit TV.
Hartman also said that the defendants would have the right to appeal verdicts through the civil appeals process all the way to the U.S. Supreme Court.

Hartman stressed that the charges "are only allegations," and the defendants "are and will remain innocent unless proven guilty beyond a reasonable doubt."
Although Sheikh Mohammed and the others allegedly have admitted to other crimes, Hartman said the cases wold be limited to 9/11 acts. He said the murder of Wall Street Journal correspondent Daniel Pearl was not part of the case.

Much of the responsibility for deciding how the cases proceed and what evidence is admitted will fall to Susan J. Crawford, a former judge on the U.S. Court of Appeals for the Armed Services and a general counsel to the Army.
Last week, Crawford was named the "convening authority" for the military commissions in the terror cases, with wide-ranging powers to decide matters of law.

mercoledì, febbraio 13, 2008

ELECTION DAY - IL ‘SI’ SOFFERTO DEL CAVALIERE

ALLA FINE ANCHE BERLUSCONI HA DOVUTO DIRE SI AL TANTO VITURPATO "ELECTION DAY" (ACCORPAMENTO DELLE ELEZIONI POLITICHE ED AMMINISTRATIVE) RICHIESTO DAL GOVERNO IN CARICA E SOSTENUTO DALLO STESSO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA PER DUE MOTIVI IMPORTANTI:

1. RIDUZIONE DEI COSTI PER LE ELEZIONI TRA I 300/400 MILIONI DI EURO
2. RISCHIO DELL'INVALIDAZIONE DELL'ANNO SCOLASTICO

IN TEMPI DI VACCHE MAGRE, IL PRIMO MOTIVO DA SOLO SAREBBE SUFFICIENTE. SE AGGIUNGIAMO ANCHE IL SECONDO, CREDO CHE LA SCELTA SIA OBBLIGATORIA E SENZA INDUGI PERCHÈ VIENE PRIMA LA NAZIONE POI LE NECESSITÀ DEI PARTITI.

I CITTADINI NON SONO “STUPIDI” E SI FARANNO GIUSTAMENTE "CARICO" DELL'ONERE DI AFFRONTARE UNA GIORNATA IN CUI CI SARÀ UNA CERTA "CONFUSIONE" PER POTER ESPRIMERE PIÙ VOTI, MA CREDO LO FARANNO VOLENTIERI PER SALVAGUARDARE QUELLE RAGIONI.

QUINDI SIN DAI PRIMI GIORNI IL "DINIEGO" DI BERLUSCONI CON LA SUA FRASE SULL'ELECTION DAY "PESSIMO INIZIO DI DIALOGO" APPARIVA "INSOSTENIBILE" A TUTTE LE PERSONE RESPONSABILI E CHE PERÒ "DENUNCIAVA" IN MODO CHIARO CHE AL CAVALIERE NON INTERESSA IL BENE DELLA NAZIONE MA SOLO QUELLO DEL SUO NEONATO E PERSONALISSIMO PARTITO DEL "POPOLO DELLE LIBERTÀ".

SI È CONVINTO PERCHÈ È RIMASTO “ISOLATO” DAI SUOI ALLEATI E HA DOVUTO ACCETTARE SUO MALGRADO PERCHÈ METTE LE MANI DAVANTI AVVERTENDO CHE SARÀ UNA “GRANDE CONFUSIONE” COME SE FOSSE LA COSA PIÙ IMPORTANTE!
Raffaele B.

UNITA
Sarà Election Day Anche il centrodestra si convince
12.02.08
Spendere il doppio quando si potrebbe risparmiare la metà. Il no del centrodestra all’election day rischiava di diventare una mannaia sui conti pubblici italiani. E di far finire smozzicato pure l'anno scolastico. Ma alla fine, anche An, Lega e Forza Italia hanno ceduto alla responsabilità nazionale.

La spiegazione ufficiale sui pro e i contro dell’accorpamento delle tornate elettorali la dà il ministro per le Riforme Vannino Chiti: il governo, ha spiegato, «auspica che possa esserci l'intesa» con l'opposizione per arrivare all'election day, nel caso invece non ci sia «dovrà risultare chiaro ai cittadini che il Governo intendeva farlo per due motivi: perché ci sarebbe un risparmio di risorse non banale e perché si eviterebbe il disagio nelle scuole». È quello che hanno fatto in Friuli Venezia Giulia, la regione a statuto autonomo che ha già approvato l’accorpamento di comunali, regionali e politiche, risparmiando circa due milioni e mezzo di soldi pubblici.

Il centrodestra aveva detto no, facendone più che altro una questione di principio: «Imporre l'Election day – aveva
spiegato Berlusconi – è un pessimo inizio di dialogo». «Noi siamo contrari all'Election day – aveva detto invece il leghista Castelli – perché crea confusione nell'elettorato».

«Secondo un calcolo fatto da Beppe Pisanu, quando era al governo», aveva ricordato il ministro Chiti, i risparmi ammonterebbero all'incirca a «400 milioni euro». «Questi soldi potrebbero essere usati per cose serie – gli fa eco il ministro della solidarietà sociale, Paolo Ferrero – come le spese sociali o la riduzione delle tasse sulle pensioni».

REPUBBLICA
"Senza intesa salta l'election day" no di Fi, governo verso la rinuncia
di ALBERTO CUSTODERO
(12 febbraio 2008)
Chiti: il Quirinale vuole l'accordo, ma il Cavaliere è contrario: "Un pessimo inizio di dialogo"
An possibilista. Giovedì Palazzo Chigi deciderà sull'accorpamento politiche-amministrative

ROMA - L'election day, l'accorpamento di elezioni politiche e amministrative il 13 e 14 aprile, potrebbe saltare. Silvio Berlusconi è contrario e giudica l'eventualità che venga "imposto dal governo un pessimo inizio di dialogo". Il senatore Altero Matteoli, capogruppo di An - mediatore, insieme a Gianni Letta, fra il ministero dell'Interno e l'opposizione - s'è detto invece possibilista: "Non siamo contrari a unificare le date delle elezioni politiche e amministrative - ha dichiarato - siamo perplessi, però, sulla confusione che potrebbe ingenerarsi nell'elettore in alcune grandi città, come Roma, dove nell'urna ci sarebbero 5 o 6 schede". "Favorevolissimo" all'election day, infine, Francesco Storace, leader della Destra e candidato alla poltrona di sindaco di Roma.

Sulle polemiche che si sono scatenate in questi giorni sul giorno delle amministrative (la mancata unificazione delle date potrebbe costare, secondo una stima del Viminale, circa 400 milioni di euro), è intervenuto, ieri, Vannino Chiti, ministro per i Rapporti con il Parlamento. Dopo aver precisato che "i contatti con la Cdl sono in corso da giorni", Chiti, riferendosi anche alle preoccupazioni del presidente della Repubblica, ha annunciato che "il governo non potrà adottare il decreto sull'unificazione della data elettorale in assenza di un'intesa su questo punto con l'opposizione"...
CONTINUA

AGORANEWS
Election day, pessimo dialogo
(12-02-2008) -
Così Berlusconi bolla l’abbinamento di politiche e amministrative nell’election day del 13 e 14 aprile. Sull’Udc: “dipende da loro”. Nessun accordo a sinistra tra Pd e ex rosa nel pugno “Un pessimo inizio di dialogo”. Ha commentato così Silvio Berlusconi l’imposizione per decreto dell’election day, ossia l’abbinamento di politiche e amministrative. “Una mossa per confondere le acque e nascondere le difficoltà tra Pd e sinistra”, secondo l’ex premier, che, intervistato dal settimanale “Tempi” lascia aperto uno spiraglio a ipotesi di larghe intese dopo il voto. Poi sull’Udc: “dipende da loro, la gente è stanca delle divisioni e dei giochetti politici di palazzo”…CONTINUA

lunedì, febbraio 11, 2008

IL RAZZISMO BIECO CONTRO I BAMBINI

IL SINDACO DI MILANO E CON ESSA TUTTO IL CENTRODESTRA SONO SERVITI:
IL GIUDICE DEL TRIBUNALE DI MILANO HA SENTENZIATO CHE LA CIRCOLARE DELLA SIGNORA MORATTI SULLA “ESCLUSIONE AGLI ASILI PER GLI IRREGOLARI” È “DISCRIMINATORIA” PERCHÉ L'ISTRUZIONE È UN DIRITTO FONDAMENTALE E INALIENABILE E PRESCINDE DALLE CONDIZIONI CULTURALI, ECONOMICHE, RELIGIOSE E SOCIALI DELLE FAMIGLIE.

L’ART.34 DELLA NOSTRA COSTITUZIONE RECITA: LA SCUOLA È APERTA A TUTTI. L'ISTRUZIONE INFERIORE, IMPARTITA PER ALMENO OTTO ANNI, È OBBLIGATORIA E GRATUITA. I CAPACI E MERITEVOLI, ANCHE SE PRIVI DI MEZZI, HANNO DIRITTO DI RAGGIUNGERE I GRADI PIÙ ALTI DEGLI STUDI…

NATURALMENTE PER IL CENTRODESTRA E PER LA LEGA DI BOSSI QUESTA SENTENZA È VISTA COME UN SEGNALE “DEVASTANTE” CONTRO CHI TENTA DI FARE OSSERVARE LA LEGGE (QUELLA CONTRO I CLANDESTINI) E CHE “IMPEDIRE” L’AMMISSIONE ALLE SCUOLE AI BAMBINI FIGLI DI CLANDESTINI RIENTREREBBE IN QUESTA AZIONE. MA IL DIRITTO ALL’ISTRUZIONE VIENE PRIMA!

IN REALTÀ SI TRATTA PIÙ SEMPLICEMENTE DI UN ORDINANZA ILLEGGITTIMA DETTATA DAL PIÙ BIECO ED ODIOSO “RAZZISMO” PERCHÉ COLPISCE I BAMBINI CHE NON POSSONO AVERE NESSUNA COLPA.

QUESTA VICENDA LA DICE LUNGA SULLA “CULTURA” DI CIVILTÀ DI QUESTO PERSONALE POLITICO CONSERVATORE, TANTO PRONTO A “DISCRIMINARE” I BAMBINI QUANTO A “DIFENDERE” IL FETO O L’EMBRIONE CONTRO I DIRITTI DELLE DONNE PER UNA MATERNITÀ CONSAPEVOLE E SICURA.

UNA IPOCRITA CONTRADDIZIONE CHE SI SPIEGA SOLO CON LA "CONVENIENZA" POLITICA DI ACCATTIVARSI IL SOSTEGNO DELLA CHIESA CATTOLICA E QUINDI DI CONSENSI DI QUELL’ELETTORATO CHE SI RICHIAMA AD ESSA.
Raffaele B.

ADNKRONOS
Esclude le iscrizioni agli asili per gli irregolari

Milano, 11 feb. (Adnkronos/Ign) - Il giudice della prima sezione civile di Milano, Claudio Marangoni, ha accolto il ricorso presentato nelle settimane scorse da un'immigrata marocchina contro la circolare emessa dal Comune di Milano, nella quale si escludono le iscrizioni agli asili per i figli degli immigrati irregolari. La donna ora potrà iscrivere la propria figlia a una scuola materna.

Su quella circolare si era già abbattuto il 'pugno' del governo che aveva revocato la parità scolastica 2008-2009 alle scuole d'infanzia del Comune meneghino. E ora nell'ordinanza di poco più di una ventina di pagine, il giudice ha dichiarato ''il carattere discriminatorio posto in essere dal Comune di Milano, mediante l'emanazione della circolare n. 20 del 17 dicembre 2007 del settore Servizi all'infanzia, nella parte in cui subordina l'iscrizione del minore extracomunitario all'ottenimento da parte della famiglia del medesimo del permesso di soggiorno entro la data del 29 febbraio 2008, a pena di non formalizzazione della domanda di iscrizione''.

Nel medesimo dispositivo, inoltre, il giudice ''ordina al Comune di Milano la cessazione del suddetto comportamento discriminatorio e la rimozione dei suoi effetti''. Nelle motivazioni dell'ordinanza emessa con giudizio d'urgenza (la causa verrà discussa il 15 maggio prossimo, ndr), il giudice Marangoni sottolinea inoltre che ''appare evidente che la connessione stabilita dalla circolare tra la condizione di regolarità dei genitori e la possibilità di iscrizione del minore è tale da pregiudicare nella sua sostanza il diritto, proprio del minore, a usufruire di un servizio pubblico al quale esso ha indubbiamente diritto di iscriversi a parità di condizioni con gli altri cittadini''.

Di ''scelta di civiltà'' da parte del Tribunale di Milano parla il ministro della Solidarietà Sociale, Paolo Ferrero. ''Invece di escludere quanti già vivono e lavorano nel nostro Paese - sottolinea Ferrero - contribuendo allo sviluppo economico dell'Italia e assicurando una parte del lavoro di cura che altrimenti nessuno farebbe, come illustra l'inchiesta sulle badanti pubblicata oggi da 'Repubblica', la destra continua con le sue campagne ideologiche e razziste''.

''La Moratti dovrebbe ricordare che l'istruzione è un diritto fondamentale e inalienabile - ammonisce Riccardo Villari, del Partito Democratico - indipendentemente dalle condizioni culturali, economiche, religiose e sociali delle famiglie''. Al sindaco di Milano si rivolge pure Giovanna Capelli, della Sinistra arcobaleno. ''E' servita - commenta la senatrice - Si trattava di un'ordinanza chiaramente illegittima dettata dal razzismo più bieco, quello che colpisce i bambini. A questo punto l'assessora alla scuola Moioli si dimetta".

A chiedere le dimissioni della Moioli è anche Alfio Nicotra, segretario lombardo del Prc, ma nel centrodestra la pensano diversamente. Considera ''devastante" il messaggio della sentenza del Tribunale di Milano Isabella Bertolini, vicepresidente dei deputati di Forza Italia. "In Italia - accusa - chi tenta di far rispettare la legge viene gravemente discriminato.

E anche il Carroccio si fa sentire. ''Sarebbe interessante capire il motivo per cui il governo uscente si interessa delle istituzioni scolastiche lombarde solo quando si tratta di riprendere caldamente la giunta milanese affinché ammetta negli asili pubblici anche i figli dei clandestini - afferma Davide Boni, capodelegazione della Lega Nord nella giunta regionale della Lombardia - Il tutto mentre nelle scuole di Milano e della Lombardia il numero degli iscritti sta aumentando in modo considerevole''.

venerdì, febbraio 08, 2008

IL LISTONE DEL CAVALIERE

FORZA ITALIA "INSISTE" NEL DIRE CHE NON È UNA RISPOSTA A VELTRONI, MA LA FRENETICA ATTIVITÀ NELLA COSTRUZIONE DEL "LISTONE" ENTRO IL QUALE "INFILARE" TUTTI I PARTITI E PARTITINI DELLA CDL SEMBRA ESSERLA ECCOME!

SOLO CHE ESSA È UN OPERAZIONE SOLO DI "FACCIATA" PERCHÈ SI METTE IN UN UNICO "CONTENITORE" PARTITI CHE NON SI SCIOLGONO! UNA VERA "AMMUCCHIATA" CHE TOGLIE AL LISTONE DEL CAVALIERE TUTTA LA CREDIBILITÀ (AMMESSO CHE NE AVESSE UNA) PER LA REALIZZAZIONE DI UN QUALSIVOGLIA PROGRAMMA.

IN CASO DI VITTORIA IL CAVALIERE DOVRÀ ACCONTENTARE TUTTI CON LA SOLITA MOLTIPLICAZIONE DEI POSTI E DUILIZIONE DELL'EFFICACIA DI GOVERNO COME È SEMPRE AVVENUTO IN QUESTI ULTIMI 15 ANNI DA AMBE LE PARTI.

LA MOSSA DI VELTRONI DI CORRERE DA SOLO COME "PD" HA “SCOMPAGINATO” LA CAMPAGNA ELETTORALE AL TAL PUNTO CHE ORA LE "COALIZIONI” DI PARTITI E PARTITINI" SONO DIVENTATI SINONIMO DI "CONFUSIONE" E DI "AMMUCCHIATE" CHE TOLGONO "SERIETÀ" E "CREDIBILITÀ" A CHI SE NE SERVE, E PIÙ PASSA IL TEMPO E PIÙ SI CONSOLIDA QUESTA CONVINZIONE NELLA COSCIENZA DELL'ELETTORATO!

IL CAVALIERE L'HA CAPITO E TENTA DI CORRERE AI RIPARI. SOLO CHE SENZA IL CORAGGIO NECESSARIO PER UNA “SCELTA VERA” EGLI FINISCE PER PRENDERE IN GIRO GLI ITALIANI.
Raffaele B.

RAINEWS24
Veltroni: lista Fi-An e' solo maquillage
Roma 8 febbraio 2008

"E' certo un tentativo di rispondere alla nostra sfida ma il problema non è fare il maquillage ma fare una scelta coraggiosa. Non conta il cambio di vestito ma la sostanza". Così il leader del Partito Democratico Walter Veltroni commenta l'annuncio di Forza Italia e An di correre con un'unica lista alle prossime elezioni.

"Il problema non è fare un maquillage perché altrimenti noi facevamo una coalizione con la sinistra radicale in altre forme ma non avremmo dato risposta alla richiesta dei cittadini di presentare un programma e poi attuarlo. Non si può dire che nel centrodestra c'è omogeneità di valori e la soluzione non è mettere l'ombrello per nascondere cosa c'è sotto ma la sostanza, pagare un prezzo alla scelta di omogeneità e di chiarezza".

Una scelta "che noi abbiamo fatto e la Cdl non ancora perché la risposta sembra più una riorganizzazione di sigle interne che una scelta di innovazione".

Sul risultato elettorale, “dal punto di partenza sembra Davide contro Golia, diciotto contro uno, ma io dico: 'Si può fare’. Nulla è pregiudizialmente definito e quello che sta accadendo in queste ore e' la conseguenza dello scossone di innovazione che il Pd ha impresso alla vita politica italiana".


RAINEWS24
Berlusconi e Fini d'accordo: lista unica. Mussi: nessun accordo fra Sinistra e Pd
Milano 8 febbraio 2008

"Una pagina storica della politica italiana". Gianfranco Fini spiega cosi', al termine di un vertice con Silvio Berlusconi, il progetto del Partito del Popolo della Liberta'.

"Il 13 aprile nascera' nelle urne un nuovo grande soggetto politico ispirato ai valori del Ppe e quindi alternativo alla sinistra", ha affermato Gianfranco Fini al termine dell'incontro con Silvio Berlusconi a Palazzo Grazioli. "Condivido pienamente - aggiunge il leader di An - la proposta di Berlusconi di dare al popolo del 2 dicembre, al Popolo delle Liberta' un'unica voce in Parlamento".

Fini lancia un appello a Pier Ferdinando Casini: "Mi auguro che anche gli amici dell'Udc vogliano contribuire a scrivere questa importante pagina della storia politica italiana". A questo punto, pero', l'accordo raggiunto con Silvio Berlusconi dovra' essere ratificato dal partito di via della Scrofa: "Nei prossimi giorni - sottolinea Fini - chiedero' doverosamente alla Direzione di An di ratificare questa decisione"...
CONTINUA

ILTEMPO
Berlusconi:"Con Fini sotto lo stesso simbolo"
08/02/2008

Silvio Berlusconi, in un collegamento televisivo, dice addio ai simboli di Fi e An e annuncia un accordo con Gianfranco Fini per dar vita ad una lista unica, federata con la Lega, che avrà il simbolo del Popolo della libertà.

Berlusconi, nel corso della diretta telefonica, ha confermato le indiscrezioni di stampa su un'unica lista Fi-An. A Maurizio Belpietro, direttore di Panorama, che gli chiedeva se fosse vero che i due partiti si sarebbe uniti in una sola lista con un unico simbolo, il Cavaliere ha risposto: «Non soltanto Fi e An, ma tutti coloro che ci staranno».
«Altro non è - ha proseguito Berlusconi - che un ulteriore passo avanti» in quel processo «che aveva trovato conferma pubblica a Piazza San Babila: un movimento grande e importante che unisse tutti i cittadini italiani, liberali e moderati, che non si riconoscono nella sinistra».
Quanto al nome della nuova formazione unica, Berlusconi non ha dubbi: «I cittadini - ha detto - hanno scelto il nome optando per il 'Popolo della libertà».
L'ex premier ci tiene a sottolineare che non si tratta di una risposta alla corsa solitaria di Veltroni. «Nessuna contromossa», ha sostenuto, sottolineando poi che il leader del Pd «si doveva togliere dall'abbraccio mortale della sinistra».
I simboli di Fi e An dunque non ci saranno? «Nè il simbolo di Fi nè quello di An», ha detto, annunciando che «entro oggi» ci sarà un «incontro con Fini e Bossi per definire i particolari».

È in corso inoltre a via del Plebiscito l'incontro tra il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, e il leader di An, Gianfranco Fini. All'incontro partecipa anche Altero Matteoli, capogruppo di An al Senato.

venerdì, febbraio 01, 2008

BERLUSCONI - L’ASSOLUZIONE CON LA SUA LEGGE

CHI NON FOSSE ANCORA CONVINTO CHE IL CAVALIERE SI È FATTO APPROVARE LE LEGGI AD HOC DAL SUO GOVERNO PER GARANTIRE L’IMPUNITÀ A SE STESSO ED AI SUOI COMPLICI PER LE INNUMEREVOLI PENDENZE ED ACCUSE DI REATO COMMESSI, SI DOVRÀ ORA RICREDERE.

L’ASSOLUZIONE DAL REATO DI “FALSO IN BILANCIO” VIENE SENTENZIATO DAI GIUDICI NON PERCHÉ BERLUSCONI NON L’ABBIA COMMESSO ANZI, MA PERCHÉ, UDITE, UDITE, NON È PIÙ “REATO” DALLA MODIFICA DELLA LEGGE NEL 2002. CIÒ NONOSTANTE CHE IL REATO FOSSE STATO CONSUMATO TRA IL 1986 E IL 1989.

IL CAVALIERE E I SUOI LEGALI SONO RIUSCITI AD “ALLUNGARE” I PROCESSI A TAL PUNTO CHE ALLA FINE LA BATTAGLIA TRA IL PM E I DIFENSORI ERA FRA OTTENERE LA “PRESCRIZIONE” O “L’ASSOLUZIONE” TRASFORMANDO COSÌ LA GIUSTIZIA IN FARSA E LA VERITÀ IN BEFFA.

COME SE NON FOSSE ABBASTANZA, COSTUI ORA SI “VANTA” DELL’ASSOLUZIONE E LAMENTA PERFINO CHE LA “GIUSTIZIA” ABBIA PERSO TANTO TEMPO E DENARO DEI CONTRIBUENTI PER ARRIVARE A QUESTA OVVIA CONCLUSIONE E DULCIS IN FUNDO, COSA C’È DI MEGLIO PER UN SIFFATTO “INNOCENTE” SE NON “ASPIRARE” NUOVAMENTE ALLA POLTRONA DI PRESIDENTE DEL CONSIGLIO ALLE PROSSIME ELEZIONI?
Raffaele B.

CORRIERE DELLA SERA
Processo Sme, Silvio Berlusconi assolto
30 gennaio 2008(ultima modifica: 31 gennaio 2008)

Si riferisce alle attivita' della Fininvest dal 1986 al 1989
Il Pm Ilda Boccassini aveva chiesto che fosse dichiarata la prescrizione per il reato di falso in bilancio


MILANO - Silvio Berlusconi è stato assolto nel processo stralcio per la vicenda Sme. Il pm Ilda Boccassini aveva chiesto che fosse dichiarata la prescrizione per il reato di falso in bilancio relativo alle attività della Fininvest negli anni 1986-1989 di cui era accusato l'ex premier. I suoi difensori, Nicolò Ghedini e Gaetano Pecorella, aveva invece chiesto l’assoluzione perché il fatto non è più rubricato come reato, dopo la modifica della normativa sul falso in bilancio nell’aprile 2002.

SENTENZA-LAMPO - La sentenza di assoluzione è stata letta dopo 5 minuti di camera di consiglio dai giudici della prima sezione penale presieduti da Antonella Bertoja. Il tribunale ha pronunciato il non doversi procedere perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato, accogliendo così la richiesta della difesa di Berlusconi. Complessivamente l'udienza è durata circa un quarto d'ora.

STRALCIATO - Il capitolo Sme in questione era stato separato dal troncone principale - in cui Berlusconi è stato assolto dall'accusa di corruzione in atti giudiziari - perché i giudici si erano rivolti alla Corte europea per chiedere di valutare la corrispondenza tra la normativa italiana e le direttive comunitarie. A ottobre la Cassazione ha confermato l'assoluzione per Berlusconi, dopo che il 27 aprile l'ex premier era stato assolto con formula piena dalla Corte di Appello di Milano.

«IN RITARDO» - «Una sentenza che arriva in ritardo di sei anni, alla fine di un processo che la Procura e il Tribunale di Milano avevano fatto di tutto per evitare rivolgendosi addirittura alla Corte di giustizia europea - commenta l'avvocato Ghedini -. I giudici europei e la Corte Costituzionale avevano detto che la modifica di legge dell’aprile del 2002 era corretta e rispondente alle direttive comunitarie per cui a Milano sono stati costretti, sia pure in ritardo, a celebrare un processo scomodo che è finito come doveva finire».

RUSSO SPENA - «L’assoluzione di Berlusconi dall’accusa di falso in bilancio era scontata: la legge che abolisce il reato se l’era fatta, come molte altre, su misura». Parole di Giovanni Russo Spena, capogruppo di Prc al Senato. «Il governo di centrosinistra - aggiunge - stava reintroducendo il reato di falso in bilancio con il decreto sicurezza, il mondo giuridico e gli imprenditori onesti infatti chiedevano proprio questo ed è ovvio che, se Berlusconi vince le elezioni, falsificare i bilanci delle aziende diventerà uno sport nazionale».