sabato, gennaio 31, 2015

GRECIA - NEGOZIATO SUL DEBITO IN STALLO

In realtà la Troyka non vuole sentire ragioni e continua a ripetere che la Grecia deve rispettare gli accordi, cioè continuare con l'austerità per avere i finanziamenti! Dialogo inesistente!
Grecia, Varoufakis: “Non parlo con troika”. Dijsselbloem: “No azioni unilaterali

Il negoziato sul debito è in stallo: il nuovo ministro delle Finanze del governo Tsipras non riconosce i funzionari di Bce, Ue e Fmi come interlocutori, mentre il presidente dell'Eurogruppo e il vicepresidente della Commissione, Katainen, continuano a chiedere il rispetto degli impegni. Secondo l'agenzia Fitch un accordo è nell'interesse di tutti, ma le trattative potrebbero durare mesi.
di  | 30 gennaio 2015


Gelo – come previsto – tra il nuovo governo e i vertici europei nel giorno della visita ufficiale ad Atene del presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem. L’esecutivo di Alexis Tsipras non riconosce la troika come legittimo interlocutore nei negoziati sul programma di salvataggio della Grecia, ha detto il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis: “Non abbiamo intenzione di lavorare con un comitato che non ha ragione di esistere, anche nella prospettiva del Parlamento europeo”. Non solo: Varoufakis ha messo in chiaro che, come promesso da Tsipras in campagna elettorale, non intende chiedere l’estensione del programma di salvataggio concordato con il Fondo monetario internazionale, la Ue e la Bce. “Questa piattaforma – ha ricordato l’economista greco-australiano – ci ha permesso di ottenere la fiducia del popolo greco. Il nostro primo atto di governo non sarà quello di respingere la base delle contestazioni a questo programma attraverso la richiesta di estenderlo”.
Immediata la replica del presidente dell’Eurogruppo, secondo cui “ignorare gli accordi non è la giusta strada da prendere” e “conazioni unilaterali non potrà esserci sviluppo”. Comunque “tocca al governo greco scegliere la sua linea e allora potremo procedere”. I passi successivi “saranno decisi prima della fine del programma, a fine febbraio”. Sulla stessa linea il vice presidente della Commissione europea Jyrki Katainen, che ha invitato Atene ad attenersi alle riforme su cui si era accordata con i creditori anche perché “prima le applicherà, prima si creeranno nuovi posti di lavoro”. “Ci aspettiamo che rispettino tutti gli impegni che hanno promesso di mantenere”, ha detto all’emittente tedescaDeutschlandfunk.
La situazione è dunque in stallo, e appare difficile che il negoziato proceda abbastanza rapidamente da concludersi prima del 28 febbraio quando scade il programma di aiuti con la parte europea dei creditori internazionali. Senza accordo, la Ue potrebbe non versare l’ultima rata, indispensabile per permettere al governo di dare il via ai primi interventi previsti dal suo programma, come l’aumento del salario minimo e la sanità gratuita per i disoccupati.
Nonostante tutto, però, l’agenzia di rating Fitch ha diffuso un rapporto secondo il quale un’intesa tra la Grecia e i creditori è possibile perché entrambe le parti hanno un “forte interesse” a chiudere sventando così i rischi di perdite per i creditori e soprattutto l’uscita del Paese dall’euro. Eventualità, quest’ultima, che ora Fitch ritiene meno probabile che nel 2012. Ma “i negoziati potrebbero durare mesi”, avverte l’agenzia, aggiungendo che “è difficile prevedere il contenuto di un eventuale accordo” e “se non ci saranno progressi nelle trattative e le condizioni economiche dovessero peggiorare potremmo tagliare il rating” della Grecia.

GRECIA - SE EU NON AIUTA, CI PENSA LA RUSSIA

Sì delinea uno sviluppo positivo della situazione greca di cui la EU non avrà alcun merito, anzi deporrà a suo sfavore danneggiandone l'immagine a tutti gli europei! Un Europa Unita che unita non è in realtà! Farà aprire gli occhi a molti ciechi che ancora non vedono!


(ANSA) - ROMA, 29 GEN - La Russia è disponibile a fornire aiuti finanziari alla Grecia. Lo ha dichiarato in un'intervista esclusiva alla Cnbc a Mosca il ministro delle Finanze russo Anton Siluanov. La Grecia non ha ancora avanzato alcuna richiesta, ha precisato il ministro, ma "se lo facesse lo prenderemmo sicuramente in considerazione".

Fonte:

martedì, giugno 18, 2013

LA MALSANA POLITICA DELL'AUSTERITA DELL'EUROPA

Vi invito a seguire fino alla fine questo video della conferenza di Warren Mosler nel suo Tour 2013 MMT a Cagliari dove spiega con grande semplicità (in inglese) ma con ottima traduzione in italiano, il meccanismo dell'economia in relazione al deficit pubblico e al denaro a disposizione dei cittadini.


 
Egli evidenzia con semplici esempi che quando l'economia va in crisi con problemi quali disoccupazione e riduzione dei consumi nel momento in cui i beni e forza lavoro esistono in abbondanza, come sta ormai avvenendo da tempo ormai, la politica di austerità è controproducente perché anziché mettere più denaro nell'economia come dovrebbe essere per riequilibrare, lo si toglie riducendo la spesa pubblica e aumentando le tasse aggravando ulteriormente la situazione in una sorte di cane che si morde la coda.  

Egli mostra con esempi lampanti che il deficit pubblico altri non è che immissione di liquidità nel economia ai cittadini consumatori. Sulla base di queste considerazioni, Mr. Mosler afferma, che la causa della crisi risiede in effetti sul deficit pubblico "troppo basso" e non "troppo alto" come invece viene fatto credere e trattato attualmente dal governo e dagli economisti asserviti 

All'economia del Paese manca una quantità X di denaro che lo Stato non immette per non aumentare il debito pubblico. Il ragionamento qui si rovescia in modo drastico perché al centro si pone, come dovrebbe essere ovvio, il lavoro e con essa la distribuzione di quell' X denaro da immettere per soddisfare il consumo e il risparmio dei cittadini oltre al pagamento delle tasse. 

Ovviamente la crescita del deficit pubblico fa aumentare i costi per l'interesse da pagare ma ciò non costituisce alcun problema per una economia che cresce e che soddisfa le esigenze dei cittadini. Invece per l'Europa, che insiste con l'austerità, è più importante risolvere il problema del debito pubblico che il lavoro e la penuria di liquidità che provoca sta distruggendo il sistema produttivo con il fallimento di migliaia di aziende e fabbriche con l'emigrazione di massa dei giovani.

Mr Warren Mosler afferma che è lo Stato a servirsi del denaro per fare lavorare le persone e non viceversa che le persone lavorano per dare i soldi allo Stato. Proprio come il casinò che distribuisce le fiche ai giocatori. I soldi provengono direttamente o indirettamente dallo Stato, poi vanno alle persone che poi pagano le tasse. Sono proprio le tasse che bisogna pagare nella valuta circolante che costringono le persone a lavorare per i soldi. Lo Stato, facendo lavorare le persone realizza tutti i servizi necessari alla Nazione.

Infine Mr Warren Mosler dice che la fuoriuscita dall’euro dell’Italia fa certamente recuperare sulle esportazioni una quota di liquidità importante ma se lo Stato continua a non immettere nel sistema quantità sufficiente di X denaro richiesto non risolverà lo stesso il problema della disoccupazione e della distruzione dei sistema produttivo.

Raffaele B.

venerdì, maggio 03, 2013

LA VERITÀ SULLA PROPOSTA DEL PD AL M5S

Di seguito riporto la versione integrale dello streaming della consultazione di Bersani del PD con Crimi e Lombardi del M5S dello scorso 27 marzo 2013. Se si ascolta con attenzione tutto quello che dice Bersani al M5S si avrà la conferma che la proposta si ferma alla semplice richiesta dei loro voti per la fiducia al Senato solo per avviare il Governo. Bersani dice chiaramente, due volte, che non vuole fare un governo con il 5stelle, ma vuole solo la fiducia per fare il suo Governo. 

Cosa significa? Si chiama governo di minoranza, parte con la fiducia di qualcuno, ma sui decreti la maggioranza è variabile. quindi, ipoteticamente, se avessero portato un decreto che non piaceva al M5S ma, mettiamo, piaceva a Berlusconi, il decreto sarebbe passato con i voti del PDL. Quindi era evidente che la proposta di Bersani era una trappola. Il PD in quella fase non poteva certo chiedere direttamente al PDL i voti per la fiducia perché sarebbe stato l’inciucio alla luce del sole che Bersani diceva ogni volta di evitare.

Quando dice che al Governo la fiducia si da e si toglie se non va, dice una cosa ovvia e normale in una situazione a due blocchi contrapposti ma con tre blocchi la cosa è tanto diversa che potrebbe essere l’altro blocco a fornire i voti di fiducia che dovessero mancare. Si avrebbe in tal modo un paradosso di un Governo avviato con la fiducia di un blocco e rimarrebbe in carica con i voti dell’altro blocco.

Sarebbe potuto essere ufficialmente un Governo di minoranza PD con l’appoggio esterno del MS5 ma poteva essere all’occorrenza un Governo PD con l’appoggio esterno del PDL. Insomma un Governo PD-PDL sottobanco, di nascosto, con la copertura ignara del M5S. Una vera trappola! Ma per fortuna i ‘grillini’ benché ‘inesperti’ di politica, non ci sono cascati. Però il PD ha avuto gioco di far ‘credere’ che sia stato l’M5S a rifiutare l’accordo!


Se proprio non siamo ancora convinti di questo a toglierci tutti i dubbi è Marina Sereni del PD con questo video a Porta a Porta da Vespa lo scorso 30 Aprile 2013




Se qualcuno avesse ancora dei dubbi su che cosa voleva davvero il PD dal M5S qui trova la risposta definitiva. Non c'era nessuna volontà di fare un "governo assieme". Il PD voleva una "delega in bianco" dagli eletti 5 stelle. "L'idea non era di fare un governo con il M5S, l'idea era di chiedere al M5S di consentire che nascesse un governo di centrosinistra" Marina Sereni, PD vicepresidente della Camera.

"Dichiarazioni che, a questo punto, spazzano via ogni dubbio. Il PD chiese al Movimento 5 Stelle soltanto i voti necessari alla fiducia. Nessuna proposta per un Governo insieme, nessuna proposta per un programma condiviso. Incredulo, in studio, persino il conduttore Bruno Vespa che non riesce a capacitarsi delle parole di Marina Sereni."

Con la ri-elezione del Presidente della Repubblica Napolitano, sostenuto anche dal PDL e dai Montiani come garante del cosiddetto ‘governissimo’ e subito dopo sotto la guida di Enrico Letta, il PD viene finalmente allo scoperto con un’alleanza di Governo con PDL e Montiani, il famigerato ‘inciucio’ tanto negato per non ‘tradire’ la propria base che invece poi occupa le sezioni e strappa le tessere. Il PD si lacera nelle sue componenti pro e contro l’accordo con Berlusconi e si avvia alla sua liquidazione. Ormai è chiaro anche a loro che il PD e PDL si sono retti l’un l’altro in tutti questi anni di nascosto mentre di fronte al loro elettorato ‘fingevano’ di essere avversari, così come si fa con le partite truccate.

Comunque noncurante di ciò il PD va avanti lo stesso con molte contraddizioni e senza un vero progetto di governo per il Paese e senza un limite di tempo per poi tornare alle elezioni come vuole la prassi democratica in caso di governi di emergenza e di ‘larghe intese’. Ora però possiamo dire con certezza che una fase storica si chiude definitivamente e mai sarà più come prima e il gruppo dirigente del PD lo sa come lo sa anche Berlusconi. Essi si stanno giocando l’ultima partita e per questo credo siano disposti a tutto. Staremo a vedere.

Raffaele B.

giovedì, aprile 18, 2013

IL PD REGGE MA BERSANI BUTTA LA MASCHERA

Il famigerato asso nella manica di Bersani alla fine non era altri che Franco Marini, un nome poi scelto da Berlusconi da una rosa di nomi presentatogli proprio da Bersani. Berlusconi lo ha scelto ritenendosi più tutelato da lui che da altri ovviamente anche se è un uomo del PD ma appartenente alla nomenclatura ex-DC e garante più della casta che del Paese. Il PD ha scelto incomprensibilmente un uomo ‘bocciato’ da senatore alle recenti elezioni del 24-25 febbraio scorso solo perché incontrava il favore di tutto il PDL di Berlusconi, della Lega e dei Montiani (sconfitti alle elezioni) mentre paradossalmente ‘divideva’ il PD medesimo e tutto il centrosinistra.

Un Presidente della Repubblica eletto in accordo con il PDL di Berlusconi non potrebbe mai essere il garante della Costituzione per il semplice fatto che questi è ‘contro’ la Costituzione. Un siffatto presidente sarebbe già azzoppato e permetterebbe a Berlusconi la massima delle impunità e non difenderebbe mai fino in fondo il principio costituzionale del “tutti uguali di fronte alla legge”.

Ridarebbe a Berlusconi un lascia-passare a nuova vita e lo riporterebbe al governo nonostante tutti i danni fatti al Paese. Gli consentirebbe di continuare il suo attacco alla Magistratura come ha fatto finora e forse con più virulenza. Non permetterebbe che si faccia una vera legge sul conflitto d’interesse per non dispiacergli, meno che renderlo ineleggibile come invece prevede una legge del 1957 mai applicata con il tacito consenso finora del centrosinistra. Salverebbe tutti i privilegi della partitocrazia proprio ora che si inizia ad ridurli o eliminarli come sprechi vergognosi e per via della crisi economica che attanaglia il Paese.

Insomma proprio l’uomo più sbagliato che Bersani potesse scegliere perché egli rappresenta in questo momento il punto di equilibrio a destra verso il governo delle larghe intese (inciucio) che unifica e rafforza il centrodestra e divide paradossalmente proprio il centrosinistra.

Decisamente una scelta incomprensibile a meno che la voglia di governare insieme a Berlusconi (come hanno fatto finora con Monti) è così tanta che sono disposti a rischiare persino l’autodistruzione. In questo modo si può veramente dire che Bersani e la casta del partito hanno buttato la maschera cosi che gli elettori vedono con i propri occhi che quello che vogliono è proprio l’inciucio e privilegi altro che cambiamento e rinnovamento tanto sbandierato fino a ieri.  

Basterebbe scegliere Stefano Rodotà, peraltro richiesto dalla base del PD e da tutta la sinistra e M5S, per vederlo eletto subito e risparmiare al Paese e agli elettori una inutile perdita di tempo e credibilità. Stefano Rodotà potrà rappresentare egregiamente tutti i cittadini perché sarà il vero garante della carta Costituzionale da chiunque la volesse violare! Per questo è tanto inviso a Berlusconi!

Ora il PD non trova di meglio che votare scheda bianca fino a una nuova decisione. Forse fino a quando basterà il 50% più 1 per eleggere il PdR e allora che farà? Riproporrà Franco Marini a cui questa volta basterebbero 504 voti, cioè meno di quanto ottenuto alla prima chiama 523 voti?

Ma i deputati e senatori del PD non sono disposti a giocare al massacro e Bersani deve trarne le conseguenze: dimettersi e permettere ad un altro più capace e meno compromesso alla guida del partito prima che sia troppo tardi!

Raffaele B.
 
 
 LE IMMAGINI CHE MEGLIO RAPPRESENTANO L’INCIUCIO!
Alfano (sulla sinistra) non è che il rappresentante di Berlusconi, impresentabile con Bersani, ma è la stessa cosa!
 
Questa è una delle foto scattate in aula durante la prima chiama per la elezione di Franco Marini a Presidente della Repubblica poi non avvenuta per mancato quorum. Egli raccoglie 523 voti su 672 necessari. Bersani aveva ottenuto l’approvazione del partito per la candidatura di Marini con 222 voti favorevoli e solo 90 contrari. Nonostante le molte defezioni Marini poteva contare di un margine di 77 voti eppure non ce la fatta lo stesso! I franchi tiratori del PD sono stati molto più numerosi: oltre 220. Il partito alla fine non ha votato come voleva Bersani. Ora si apre una nuova fase perché l’accordo con il PDL di Berlusconi non ha funzionato e niente è più come prima!

 
di MASSIMO GIANNINI di Repubblica
18 Apr 2013
…….
Nel metodo, Bersani aveva di fronte a sé una strada maestra. Da vincitore virtuale delle elezioni, aveva il diritto-dovere di fare un nome degno, di sicura sensibilità istituzionale e costituzionale, individuato preferibilmente al di fuori dalla nomenklatura di partito. Aveva il diritto-dovere di presentare quel nome agli italiani, di offrirlo e di spiegarlo come fattore di coesione e di garanzia, per tutti i cittadini e per tutte le forze politiche. Aveva il diritto-dovere di chiedere, su quel nome, il voto unanime dei gruppi parlamentari. Con un percorso aperto, lineare, trasparente. Che parlasse al Paese, molto più che al Palazzo.

Il leader del Pd ha imboccato invece un'altra via. Infinitamente più tortuosa, contraddittoria e a tratti incomprensibile. E a un giorno dall'inizio del voto dei Grandi Elettori, con una sorprendente rinuncia all'esercizio della leadership, ha inopinatamente consegnato la decisione finale nelle mani di Berlusconi, sottoponendogli non un nome, ma una rosa. Così il Cavaliere ha potuto scegliere la soluzione per lui più vantaggiosa, lucrando una golden share sul settennato impropria e immeritata rispetto ai numeri e ai rapporti di forza tra i due poli…CONTINUA

martedì, marzo 12, 2013

SFIDA DI GRILLO AL PD DI BERSANI

Nel pieno delle convulse discussioni nel PD su se e come fare uno straccio di governo con il M5S che possa affrontare gli annosi problemi dell’Italia, Beppe Grillo sfida Pierluigi Bersani a firmare pubblicamente una rinuncia al rimborso elettorale che per il PD ammonta alla bella cifra di € 48.856.037,50 
così come ha fatto lui per la bella cifra spettante al M5S di € 42.782.512,50. Leggi sul blogdi Grillo oppure SUL FATTO QUOTIDIANO.

Questa è la tabella dei rimborsi elettorali di tutti i partiti SUL NOTIZIARIO360 e come si può vedere la sola forza politica che ha rinunciato al rimborso elettorale è appunto il M5S tutte le altre forze finora non dicono nulla il PD si limita a dire che è disponibile a discutere solo di Revisione degli emolumenti e Riduzione costi della burocrazia di cui al punto 3 dei famosi ‘Otto punti di Bersani’ del 6 marzo scorso. Quella proposta non cita affatto i rimborsi elettorali nè come riduzione né tanto meno come abolizione che invece ora anche Renzi pure del PD propone.
(Il rimborso al PD deve essere corretto alla cifra € 48.856.037,50)

Per ora Pierluigi Bersani evita di rispondere alla proposta di Grillo nel frattempo però dichiara all’UNITÀ che “Grillo pensa al potere e non al Paese”. Su questa frase c’è da fare una piccola riflessione perché Bersani non poteva dire una cosa più paradossale e controproducente.

Domandiamo a chiunque sano di mente e onesto: chi pensa solo al potere e non al Paese? Quelli che NON VOGLIONO RINUNCIARE ai rimborsi elettorali milionari oppure quelli che invece VI RINUNCIANO?
Sono abbastanza sicuro che la risposta sia l’ultima! Sono molti soldi e sebbene non siano sufficienti per la soluzione dei problemi economici sono però in vigoroso ‘segnale’ verso il Paese sofferente nella crisi che si fa sul serio, che anche i politici fanno la loro parte di sacrifici fungendo da esempio per i cittadini anche a costo di rifondare i propri partiti su basi nuove (idee anziché soldi).

Per la precisione il finanziamento pubblico ai partiti fu bocciato in un referendum abrogativo dagli italiani nell’Aprile 1993 con il 90,3% dei voti espressi. Nello stesso anno a dicembre fu reintrodotto con una modifica di una esistente legge sui “rimborsi elettorali” definita “contributo per le spese elettorali”. La stessa fu recentemente modificata il 6-Luglio-2012 con la introduzione dell’obbligo per il partito o movimento ad avere uno statuto per ricevere i rimborsi. Questa modifica fu fatta dal PD, PDL e UDC (evaporato) con il chiaro ed esplicito intendo di ‘escludere’ vilmente il M5S con il suo NON STATUTO dai rimborsi che peraltro dicevano sempre di rifiutare!

Invece il NON STATUTO è di fatto uno statuto con poche e semplici regole, chiamato così per evidenziarne la differenza dai normali e prolissi statuti. Tanto è vero che in Sicilia ottennero i rimborsi elettorali che puntualmente rifiutarono! C’è persino chi dice, senza pudore, che Grillo non può rifiutare i rimborsi che non gli spetterebbero proprio in base a questa ultima ignobile vigliaccheria dei partiti.

Il corpo elettorale ha risposto sovranamente alle elezioni in modo che ora i partiti tradizionali non possono formare alcun governo senza l’M5S. Questo ha fatto certamente ‘fallire’ un piano che essi (PD, PDL, UDC e Monti) certamente avevano in tutti insieme con un governissimo con la scusa della solita emergenza per continuare la politica dell’austerità un poco addolcita con qualche elemosina da Bruxelles per andare avanti ancora qualche anno senza cambiamenti significativi aggravando sempre più il debito pubblico.

No. Questo piano è stato prima ‘distrutto’ dalla sconfitta di Monti che alle elezioni ha ottenuto numeri non decisivi. Poi questo stesso risultato dimostra in modo inequivocabile che la politica di Monti di austerità voluta dalla Commissione Europea è stata rifiutata totalmente dagli italiani. Pertanto un governissimo per portare avanti quella stessa politica è ora tanto improponibile quanto impopolare anche se sempre possibile dai numeri.

Questo risultato mette ora il PD al centro di una situazione difficile dalla quale per uscirne bene deve fare quei cambiamenti necessari, il primo fra questi è proprio la rinuncia ai rimborsi elettorali pubblicamente che Grillo chiede, poi di seguito la rinuncia a tutti quei privilegi e prebende di cui godono tutti i partiti e di fronte a questa sfida semplice e dirompente si può tentare di non rispondere o di parlar d’altro ma alla fine non vi può sfuggire. Più ritarda e più il PD perde consensi disintegrandosi!

Ricordiamoci che se il Paese si trova in queste condizioni ciò è dovuto a chi ha avuto responsabilità di governo in questi ultimi 20 anni e cioè ai partiti che ne hanno condiviso in parte pressoché uguali in periodi alterni. Grillo non c’entra, non può averne alcuna responsabilità anche se da più parti si vuole attribuire a lui la responsabilità di impedire la formazione di un governo chiedendo a Grillo di “cambiare” e non al PD che ha “perso” vincendo le elezioni (parole di Bersani) per pochi voti ma ottenendo un cospicuo premio di maggioranza alla Camera che gli ‘regala’ in quella sede la maggioranza assoluta. Resta però il problema al Senato dove l’M5S è decisivo per il governo. 

Se i partiti vogliono veramente salvare il Paese devono obbligatoriamente cominciare da queste importanti rinunce come fa da tempo l’M5S altrimenti NON SONO CREDIBILI qualunque siano i programmi che dicono di voler realizzare e il PD se non lo fa si gioca il suo futuro di sicuro. È come se esso stesso decidesse di non volere veramente il Governo con Grillo che a queste condizioni non potrebbe mai accettare senza pagarne di consensi che farebbe ‘fallire’ la sua azione di cambiamento e di risanamento della politica in questo Paese. È forse ciò che vogliono veramente il PD e tutti i partiti in genere?

Il PD deve solo fare "la legge elettorale" per poi tornare al voto e pertanto il Governo a cui dare la fiducia NON SERVE basta il PARLAMENTO a farla.  Esiste infatti un alto rischio per l'M5S a dare la fiducia ad un governo PD per un infernale meccanismo. Tra norme e giochi politici la fiducia data dal M5S diverrebbe "irrevocabile" e il PD avrebbe via libera a non rispettare i patti. Per tutti i dettagli clicca "Perché il Movimento Cinque Stelle non può dare la fiducia". Ecco perché devono stare attenti. È pazzesco!!!

Raffaele B.

giovedì, marzo 07, 2013

GLI OTTO PUNTI DEL PD A GRILLO

Il segretario Bersani ha fatto alla direzione nazionale del PD la presentazione dei suoi otto punti in offerta al M5S nella vana speranza di ottenerne l’appoggio al Senato.


Per la loro genericità e fumosità consiglio di leggere “Gli otto punti del Pd e il ruggito del giaguaro” di Carlo Stagnaro (laureato in ingegneria per l'ambiente e il territorio all'Università di Genova, e PhD in "Economics, attualmente direttore del dipartimento Studi e ricerche dell'Istituto Bruno Leoni).

Per il M5S resta inaccettabile e Bersani lo sa. Allora la domanda è, perché lo fa comunque, senza avere un piano B in alternativa? Si aspetta forse l’ovvia rinuncia dei grillini per giustificare una possibile alleanza con il PDL anche se mettono le mani davanti escludendo tale ipotesi?

D’Alema ha dichiarato che l’unico vero ostacolo è Berlusconi altrimenti è normale allearsi con il PDL. Come se gli elettori del cavaliere fossero meglio di lui! Leggi “Pd: D'Alema, unita' nazionale? Impedimento e' Berlusconi

Alla dichiarazione retorica di Bersani a conclusione degli otto punti “Mai con il PDL”, sul sito di Grillo alla pagina “Punti programmatici in comune” si legge la seguente risposta:

"pdl e pdmenoelle hanno più punti programmatici in comune tra loro:
1) entrambi vogliono la TAV
2) entrambi sono per il MES
3) entrambi per il Fiscal Compact
4) entrambi per il pareggio di bilancio
5) entrambi per le "missioni di pace"
6) entrambi per l'acquisto degli F-35
7) entrambi per lo smantellamento dell'art.18
8) entrambi per la perdita della sovranità monetaria
9) entrambi per il finanziamento della scuola privata
10) entrambi per i rimborsi elettorali
Quanti punti programmatici comuni ho trovato così su due piedi???
DIECI. Ne hanno più loro che quello che afferma Bersani con il M5S (lui dice 8). Non per niente hanno governato per un anno e più insieme"
Ernesto  

Apprendiamo che c’è stato un suicidio al Siena in MPS di David Rossi il capo della comunicazione. Si è lanciato dalla sede dell'istituto a Rocca Salimbeni. Dal Corriere della Sera “Montepaschi, dallo scandalo alla tragedia”.

Il PD esce dalle secche solo con un profondo rinnovamento, con un nuovo gruppo dirigente più attuale rispetto alle nuove sfide e al futuro tutto da creare. Se invece si ostina a mantenere questa vecchia ed obsoleta nomenclatura si estinguerà inesorabilmente continuando a perdere pezzi del Paese e della sinistra.  

BONAFEDE, M5S: "INCIUCIO PD PDL? AFFARI LORO"

Quindi non è vero “mai con il PDL” perché il PD di Bersani ha sostenuto finora il governo Monti insieme al PDL di Berlusconi e questo è un auto-goal perché nessuno lo può negare! Un governo che ha fatto “pagare” i costi della cosiddetta “credibilità” del Paese allo Stato Sociale preservando tutti i privilegi in particolare della politica aggravando ancora di più la situazione debitoria dello Stato. Monti da tecnico è pure voluto scendere nell’agone elettorale e per questo ha ricevuto una sonora batosta!

Qui è proprio la politica di austerità” voluta dalla Commissione Europea ad essere rifiutata dagli italiani. Tanto che lo stesso PD vuole politiche di “crescita” difficile da far convivere con quelle di “austerità” senza mettere in discussione l’euro cui il PD esclude! La Germania non conosce crisi, continua ad esportare alla grande accumulando enormi surplus. Mentre l’Italia ha smesso da tempo accumulando solo “deficit” che stiamo pagando caro!

Persino Dario Fo ha dovuto fare marcia indietro rispetto ad un iniziale offerta di mediazione per un accordo con il PD, ora dice questo in un intervista a Repubblica: Dario Fo: “Governo di personalità. Via i marpioni dei partiti. Intervista al premio Nobel, che fa i nomi di Rodotà, Settis, Hack. Quella pantomima che sta accadendo è una pre-battaglia. Grillo sa che c'è una massa di persone che hanno l'abitudine del basso gioco politico, della corruzione. di FABRIZIO RAVELLI.

Apprendiamo nel frattempo dal Corriere della Sera che “I 5 Stelle crescono di altri 3 punti E superano il centrodestra. Da Repubblica che Berlusconi è stato condannato ad un anno “Bnl-Unipol, un anno a Berlusconi per il nastro di Fassino e Consorte”. Ora più che mai deciso alla guerra contro i magistrati.

Infine riceviamo un articolo di Beppe Grillo sulla sua pagina “Attenti ai lupi! con il quale denuncia la propaganda e le faziosità del sistema Italia dell’informazione TV e giornali, tutti asserviti ai partiti e il cui compito, in questo momento, è quello di denigrare i grillini e simpatizzanti per distruggerne l’immagine, per dimostrare al pubblico a casa che sono ignoranti ed incompetenti intervistando il movimentista a cinque stelle, vero o presunto (più spesso presunto).

Per questo la fine del finanziamento pubblico ai partiti e alla stampa che alimenta tutto questo e si faccia una sola TV pubblica libera dai partiti, senza pubblicità e indipendente come la BBC . A Time Grillo dichiara: “I channel all this rage into this movement of people, who then go and govern. They should be thanking us one by one. If we fail, [Italy] is headed for violence in the streets”.
Traduzione:Io canalizzo la rabbia in questo movimento di persone che poi governeranno. Ci dovrebbero ringraziare uno per uno. Se falliamo, ci sarà la violenza nelle strade”.

Raffaele B.

domenica, marzo 03, 2013

ACCORDO CON GRILLO SE PD SI RINNOVA

Da una ampia lettura di notizie e commenti in particolare di quelli vicini al PD ho notato che per la maggior parte il M5S viene descritto ancora come una organizzazione di fanatici esagitati e quindi come di una forza non democratica e il suo leader Beppe Grillo addirittura paragonato ad Hitler il cui solo scopo è di diventare il dittatore salvifico contando solo sulla parola e non sui fatti. Gli si attribuisce a lui persino la colpa dell'impasse politica attuale! Perfino il povero Dario Fo ci sarebbe cascato, dicono!

Finora non ho mai sentito così tante 'stupidaggini' provenire da quella parte politica!

Chi le dice non può essere certamente in buona fede, sa che in realtà la verità è un'altra. Lo stato in cui versa l'Italia, lo sfascio politico, istituzionale ed economico, con tutte le corruttele e tutti i privilegi dei forti e dei potenti è da attribuirsi proporzionalmente a tutti i partiti che hanno governato il Paese finora. Su questo non ci piove, lo sanno anche i bambini. Chi potrebbe negarlo?

Ora il Movimento 5 Stelle, che rinuncia ai rimborsi milionari e super stipendi (primi fatti), dovrà misurarsi con questa 'politica marpiona' che invece non rinuncia ai soldi (anche questo un fatto). E' come giocare con dei 'bari' professionisti. Ci vuole molta 'cautela' per non farsi ‘intrappolare’ da loro ‘vanificando’ questo incredibile risultato elettorale.

Il PD deve fare il 'cambiamento' che non ha ancora fatto che gli ha fatto perdere molti voti andati poi a Grillo. Se lo farà, recupererà credibilità e fiducia e non avrà difficoltà a fare un governo con il sostegno del M5S per fare transitare il Paese finalmente nella terza Repubblica della rinascita.

Se non lo farà, perderà una grande occasione storica e sarà quindi difficile che il M5S potrà fidarsi e sostenere un governo fatto di gente da loro considerata 'corresponsabile' del disastro dell'Italia insieme a Berlusconi. Non ne avrebbero alcun torto! Non si può sanare un Paese con chi l'ha sfasciato senza alcuna autocritica e senza pegno!

Eppure spetta al PD che, pur perdendo ha conquistato la maggioranza alla Camera, fare il governo e quindi è il PD che deve decidere da che parte stare per farlo, non a Grillo, che pur vincendo, non ha conquistato la maggioranza.

La sua vittoria è stata quella di essere diventato decisivo con i suoi numeri al Senato e la sconfitta di Monti diventato invece ‘irrilevante’ rendendo ‘improponibile’ una riproposizione di un nuovo governo tecnico ormai rifiutato dal corpo elettorale e a cui il PD guardava!

A Grillo invece va la responsabilità di venire incontro ad un PD rinnovato e disponibile a salvare se stesso e il Paese anziché il suo vecchio gruppo dirigente che ancora ‘fatica’ ad abbandonare la vecchia politica ormai obsoleta.

Già i primi segnali ci dicono che questo partito, ora e solo ora, ci sta riflettendo, cominciando a considerare il cambiamento necessario ed indispensabile pena l’autodistruzione. Se lo avesse fatto spontaneamente, compiutamente e da tempo però, forse, e molto probabilmente, non ci sarebbe stato nemmeno il Movimento di Grillo.

Raffaele B.


                                     ----------- (English version) --------

ACCORD WITH MR.GRILLO IF PD RENEWS ITSELF

After reading an ample variety of news and comments, in particular those close to the PD I noticed that for the most part the M5S is still described as an agitated fanatics organization, as a non-democratic force and its leader Beppe Grillo even compared to Hitler whose sole purpose is to become the country savior dictator by relying solely on words and not on facts. He is even blamed for the present political stalemate! Even the popular playwright Nobel Prize Dario Fo has fallen into his trap, they say!

I've never heard so many 'stupid non sense' coming from that part of politics, before!

Who says that cannot be certainly in good faith for knowing that in reality the truth is otherwise. The status of Italy is the political, institutional and economic collapse with all the corruptions and all the privileges of the strong and powerful. Such can only be attributed pro rata to all parties that have ruled the Country so far. Water holds for this is certain. Even kids know it. Nobody can deny this fact?

Now the 5 Stars Movement that renounces electoral millionaires repayments and MP’s super salaries (first fact), will have to face these 'smart politicians' who take the money instead (another fact). It’s like playing with 'professional cheaters'. It takes a lot of 'caution' to avoid being 'trapped' by them 'frustrating' their incredible election results.

The PD must do the 'renovation change' that is yet to be made and such caused the loss of many votes (millions) that moved to M5S of Mr. Grillo. If it does, it will recover credibility and trust, and will not have any difficulty to form a government with the support of M5S to enable the Country to finally step into the third Republic of rebirth.

On the contrary the PD will lose a great historic occasion and it will be difficult for the M5S of Mr Grillo to trust and support a government made up of people they consider 'joint responsibility' of the disaster in Italy in association with Mr. Berlusconi (PDL). The M5S could not be blamed for this! One cannot heal a Country with those who have wrecked it with neither self-criticism nor paying any pledge!

Yet it is the PD who, despite losing, won the majority in the House of Commons, to set up the government and so it is up to the PD to decide which side to take, not Mr. Grillo who despite winning, did not win enough for a majority.

His victory was to becoming crucial with its numbers in the Senate and the defeat of Mr. Monti (present caretaker), who instead, became 'irrelevant' rendering 'impossible' a re-enactment of a new caretaker government now rejected by the electorate and which the PD looked at!

Then a new responsibility goes to Mr. Grillo to meeting with a renewed PD willing to save itself and the Country instead of its old leadership still 'hard' to abandon the old and obsolete policy.

Already a number of signs tell us that PD, now and only now, is reflecting, beginning to consider the necessary and indispensable change under penalty of self-destruction. Had it done so voluntarily, completely time ago though, perhaps, and most likely, there wouldn’t have been any such Mr. Grillo 5 Stars Movement (M5S) today.

PD= Democratic Party (Centre Left)  > Won Absolute Majority in the House of Commons
PDL=People of Liberty (Centre Right) > Minority in the House of Commons
M5S= 5 Star Movement > Won a number of senators necessary to form a majority in the Senate with PD

Raffaele B.