lunedì, novembre 24, 2008

CROLLO DEL LICEO DI RIVOLI - FATALITÀ PER IL CAVALIERE

Prima di procedere alla lettura del commento, invito a guardare il filmato da YouTube con immagini della giovane vittima e della scuola dopo il crollo del soffitto avvenuto nella sua classe.
In memoria di Vito Scafidi::17 anni


Il capo del governo Berlusconi addebita la responsabilità dell’accaduto alla “fatalità” ovvero a “nessuno”. Solo un tragico incidente che poteva capitare altrove e a chiunque!

I cittadini e gli stessi studenti che seguono le vicende della scuola italiana invece sanno molto bene e da tanto tempo che la maggior parte degli edifici scolastici nel nostro paese versano in una drammatica condizione di abbandono non solo al sud ma anche al nord.

Coloro che sono più accorti sanno bene che i “tagli indiscriminati” di miliardi di euro fatti recentemente alla scuola dal ministro Gelmini (altro che riforma) mentre aggraveranno la condizione della didattica in generale non faranno certo bene alla ormai fatiscente edilizia scolastica.

Ora costoro si affrettano a “stanziare” alcuni “milioni” anziché “miliardi” tolti, per sanare solo un centinaio di scuole su 10.000 (diecimila) che necessiterebbero interventi seri ed urgenti! Propongono una miseria che grida vendetta per l’assoluta “insensibilità” di questo personale politico “predatore” e totalmente asservito a tutt’altri interessi.

Ora costoro si affrettano a “stanziare” alcuni “milioni” anziché “miliardi” tolti, per sanare solo un centinaio di scuole su 10.000 (diecimila) che necessiterebbero interventi seri ed urgenti! Propongono una miseria che grida vendetta per l’assoluta “insensibilità” di questo personale politico “predatore” e totalmente asservito a tutt’altri interessi.

Cittadinanzattiva nel blog scuola commenta il decreto Gelmini sui tagli dei fondi per la sicurezza degli edifici, un pessimo modo di onorare le vittime di San Giuliano. Leggi il comunicato stampa del 31 ottobre scorso.

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Altro che “fatalità”, vi sono responsabilità tecnico-amministrative precise ed individuabili cui la giustizia deve pervenire rapidamente. Ma sappiamo che la medesima giustizia non potrà colpire i responsabili “politici” di tale scempio. Su questo problema solo i cittadini elettori potranno fare qualcosa.

La politica a tutti i livelli è responsabile di omissioni, di insufficienti risorse e di assenza di controlli effettivi che hanno prodotto in tutti questi anni questo vergognoso degrado che pone da tempo un serio problema di sicurezza per i nostri studenti.
Raffaele B.

ANSA
Scuola: 10.000 gli edifici a rischio
2008-11-22 14:53

Circa 10.000 edifici scolastici italiani (il 24% del totale) necessitano di interventi di manutenzione urgenti. Il 42% degli edifici è privo del certificato di agibilità statica. In Piemonte - dove oggi è crollato il soffitto di una scuola di Rivoli (Torino) - ben il 62% non ha l'agibilità statica. I dati emergono dal rapporto 'Ecosistema scuola 2008' di Legambiente, che ha indagato sulla qualità dei 42.000 edifici scolastici presenti su tutto il territorio nazionale, in cui vivono ben 9 milioni di cittadini. Alto, segnala Legambiente, è il numero di scuole (il 52,82%) costruite prima del 1974, anno in cui entrò in vigore la legge che prevedeva prescrizioni per le costruzioni in zone sismiche. Ed il 75% si trova in zona ad alto rischio sismico. Mentre il 48% è privo di certificato prevenzione incendi. Meno della metà degli edifici scolastici ha goduto di interventi di cura negli ultimi cinque anni.

Ecco, regione per regione, la quota di edifici che possiedono il certificato di agibilità scolastica.

REGIONI EDIFICI CON CERTIFICATO DI AGIBILITA' STATICA
Abruzzo 8,51%
Basilicata 100%
Calabria 35,34%
Campania 100%
Emilia Romagna 87,97%
Friuli Venezia Giulia 67,95%
Lazio 47,98%
Liguria 74,03%
Lombardia 31,38%
Marche 41,86%
Molise 100%
Piemonte 38,38%
Puglia 12,73%
Sardegna 100%
Sicilia 25,32%
Toscana 90,15%
Trentino Alto Adige 98,31%
Umbria 70,45%
Valle d'Aosta 100%

ADNKRONOS
Scuole, polemica sulla sicurezza. Berlusconi: ''A Rivoli tragica fatalità''
Aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio e disastro colposo
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Bonanni: ''Edifici scolastici fatiscenti, situazione da terzo mondo”. E attacca: ''Ci sono omissioni e responsabilità gravi''. Presidio a Torino contro il taglio dei fondi per la sicurezza. L'incidente nel liceo scientifico 'Darwin' ha provocato la morte di un ragazzo. Diciassette i feriti: uno rischia la paralisi. E sul web scoppia la protesta

Torino, 23 nov. (Adnkronos/Ign) - E' polemica sulla sicurezza degli edifici scolastici dopo il
tragico incidente di ieri nel liceo scientifico 'Darwin' di Rivoli, dove il crollo del controsoffitto di un'aula ha provocato la morte di un 17enne, Vito Scafidi, e il ferimento di altre diciassette persone. Uno dei feriti è grave e rischia la paralisi permanente. La Procura di Torino ha aperto un fascicolo, per ora contro ignoti, con l'ipotesi di reato di omicidio e disastro colposo.
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Sulla vicenda è oggi intervenuto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. ''Credo che ieri il crollo della scuola di Torino sia stata una drammatica fatalità", ha detto il premier ". "La sicurezza nelle scuole - avverte - è una condizione minima di fondo, ed è vero che esistono condizioni in diversi istituti scolastici in cui manca. E' una responsabilità delle province ma il governo ha già fatto un piano di verifica in un lotto di 100 scuole e intende intervenire". "In questo caso - spiega il presidente del Consiglio - si è trattato di una fatalità.
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Il preside è una persona avveduta, sensata e corretta. Anche i professori, come mi ha detto la Gelmini, non sarebbero mai entrati in un'aula dove ci fosse pericolo. Non si può che essere, da padri, molto vicini a quella famiglia".
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Secondo il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni ''la scuola non può essere un luogo di morte e di dolore. Dovrebbe essere il luogo della vita e della crescita civile e culturale di un paese''. ''Il sindacato - continua - ha più volte denunciato la situazione fatiscente degli edifici scolastici nel nostro Paese''. ''E' una situazione da terzo mondo - insiste - che riguarda Nord, Centro e Sud senza distinzioni.
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Ci sono omissioni e responsabilità gravi degli organi di controllo, degli enti locali e delle istituzioni nazionali''. ''Da una parte c'è un discorso surreale di tagli alla scuola - continua -, e dall'altro su questo tema c'è una contrapposizione politica ed ideologica spesso strumentale ed esasperata. Invece sulla scuola - conclude - c'è bisogno di unità di intenti e di responsabilità collettive".
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Studenti e genitori in piazza oggi a Torino per protestare contro il taglio dei fondi per la sicurezza delle scuole. Mentre martedì diecimila istituti parteciperanno alla VI Giornata nazionale della sicurezza nelle scuole, promossa da Cittadinanzattiva per richiamare l'attenzione delle istituzioni dopo il tragico incidente di ieri.
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Intanto, ha passato una notte tranquilla Andrea, il ferito più grave, ricoverato sempre in prognosi riservata all'ospedale Cto di Torino dove i medici che già ieri lo avevano operato alla colonna vertebrale, lo sottoporranno nei primi giorni della settimana, a seconda delle condizioni del paziente, a un nuovo intervento per la stabilizzazione della colonna. Una valutazione neurologica sarà possibile solo dopo questa seconda operazione.
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Migliorano le condizioni delle altre due ragazze ricoverate al Cto. Netto il miglioramento per Cinzia che ha una prognosi di 20 giorni e che sarà dimessa nei prossimi giorni mentre Federica, che ha riportato una frattura vertebrale che non necessita di intervento chirurgico e senza danni neurologici, ha una prognosi di 60 giorni.

mercoledì, novembre 19, 2008

VIGILANZA RAI - GRAVE SCORRETTEZZA DI NICOLA LATORRE (PD)

Questo filmato rilasciato da "Striscia" dimostra inequivocabilmente una “grave scorrettezza” di Nicola Latorre del PD che "suggerisce" con un “pizzino” l'on. Bocchino di AN, suo avversario politico, una difesa efficace contro Donadi IDV suo alleato il 14 nov scorso ad Omnibus di La7!

Tana per Latorre e Bocchino Vs Donadi Idv, P2 Veltrusconi

Da qui si capisce che Latorre è uno di quelli che all'interno del PD era "contro" Orlando IDV, ma ovviamente non poteva dirlo "ufficialmente" e pur di perseguire il suo desiderio non esita ad "aiutare" "salvandolo", il suo avversario che stava “soccombendo” sotto la pressione delle ragioni di Donadi a sostenere il suo candidato!

Un fatto gravissimo che "rivela" che all'interno del PD, non bastava un Riccardo Villari che si fa eleggere dalla maggioranza, ma ancora "esistono" e "persistono" personaggi dediti ai doppi giochi e disposti a tutto pur di salvaguardare il loro potere politico e personale.

A nulla varranno le "spiegazioni" che Latorre giustamente ha diritto di dare come tutti coloro che vengono accusati di qualcosa perché qui vi è una prova video difficile da "smentire".

Ci aspettiamo a questo punto le "sue scuse" e la "radiazione" dal partito democratico. Una persona così non merita di considerarsi nella propria casa nel PD alla stessa stregua di Riccardo Villari. Da ora in poi fino a quando questi individui rimarranno in questo partito nonostante queste vicende rivelatrici, sarà difficile al PD "conservare" il sostegno di coloro che lo hanno sostenuto a partire dal popolo delle primarie di cui io stesso faccio parte.

Al segretario del partito Walter Veltroni l'onere di affrontare queste questioni con la dovuta fermezza e lavorare perché si faccia “pulizia” fino in fondo altrimenti sarà impossibile mantenere l’unità nel PD. Attendiamo fiduciosi.
Raffaele B.

Il video da Repubblica. Ecco il ''pizzino'' Latorre-Bocchino. Il direttore del tg di La7 Antonello Piroso mostra a Omnibus il contenuto del famoso bigliettino

REPUBBLICA
Rai, spunta il biglietto di Latorre
Consigli ad An contro Di Pietro
di MARCO BRACCONI
19 novembre 2008

ROMA - C'è il "pizzino" incriminato. C'è il testo vergato di proprio pugno da Nicola Latorre. E ora c'è una nuova, grossa grana nel partito democratico.

Nella vicenda della commissione di Vigilanza Rai di giochi, trame e "complotti" trasversali si era parlato da subito. Ma finora eravamo rimasti ai boatos di palazzo e ai sussurri dei media. Adesso invece, arriva quella striscia di carta sottile. Che sta a dimostrare che nel Partito democratico c'era qualcuno cui la soluzione Orlando prioprio non piaceva. O piaceva talmente poco da consigliare in tv, tramite appunto "pizzino", la risposta ad un parlamentare dello schieramento avversario.

I personaggi e gli interpeti. Intanto Nicola Latorre, vicecapogruppo del Pd al Senato e dalemiano di ferro. Poi il vicecapogruppo del Pdl alla Camera Italo Bocchino. E infine capogruppo dell'Italia dei Valori Massimo Donadi. La scena si svolge negli studi de La7. La trasmissione è Omnibus. Il conduttore Antonello Piroso.

Davanti alle telecamere si parla di Rai e della presidenza della Vigilanza. La soluzione sembra ancora lontana. Il dipietrista attacca quelli del Pdl. E insiste sul loro dovere istituzionale di votare un candidato dell'opposizione e scelto dall'opposizione. In questo caso, come l'Idv ripete da settimane, Leoluca Orlando.

Bocchino, davanti alla verve polemica di Donadi, sembra in difficoltà. Ed è a questo punto che scatta il "soccorso" di Latorre. Che almeno ufficialmente sostiene Orlando, ma che in quello studio tv sembra invece più preoccupato di togliere le castagne dal fuoco all'avversario di An.

E infatti. Il parlamentare del Pd prende carta e penna e manda un messaggio a Bocchino. Il cui contenuto è stato svelato oggi, mostrando anche il "reperto" originale, dallo stesso Piroso. Vi si legge: "Io non posso dirlo, ma il precedente della Corte? Pecorella?".

Insomma, Latorre consiglia a Bocchino una risposta politicamente efficace. nel caso specifico, gli suggerisce di usare il rifiuto del Pd di votare alla Consulta per Gaetano Pecorella (che era stato indicato da Berlusconi) per giustificare il suo no ad Orlando.

L'avversario ora ha un argomento per contrastare efficacemente Donadi che sponsorizza l'ex sindaco di Palermo. La cosa, evidentemente, non dispiace affatto a Latorre. Ma rischia oggi, dopo la pubblicizzazione della vicenda, con tanto di filmato tv, di scatenare una polemica rovente nel partito democratico. E logorare ulteriormente i rapporti con il nemico-alleato Antonio Di Pietro.

Un assaggio? La reazione di Donadi è furibonda: "Lo scambio del pizzino è la dimostrazione che in questo paese esiste un rapporto malato tra media, politica ed affari. Che un rappresentante dell'opposizione, mio alleato, suggerisca ad un autorevole esponente della maggioranza come attaccarmi durante un dibattito televisivo, è una rappresentazione visiva della politica del compromesso che mira solo all'esercizio del potere".

Ma anche dalle parti del Pd il caso monta. "Sono incredulo - dice Stefano Ceccanti - e ora mi attendo che Latorre smentisca tale ricostruzione che gli farebbe assumere il ruolo di suggeritore nei confronti di un esponente della maggioranza".

BALLARÒ - INCREDIBILE IRRUZIONE TELEFONICA DEL CAPO DEL GOVERNO

A nessuno sarebbe stato permesso “irrompere” telefonicamente in una trasmissione TV come ha fatto ieri sera a Ballarò (pure altre volte) Berlusconi, violando tutte le regole di un regolare dibattito fra tutti gli attori di ambedue le parti che rispondono alle domande del conduttore. No, lui si comporta da “padrone” e fa quindi sostanzialmente il suo intervento e quando ritiene di avere finito chiude la comunicazione bruscamente. Una “irruzione” in piena regola (si fa per dire), non degna di un Capo di Governo di un Paese democratico.

In nessun altro paese democratico sarebbe potuto succedere lo stesso senza una forte penalizzazione in termini di consensi da parte dei cittadini. Ma da noi è “diverso”’? Nel commento di Roberto Cotroneo sull’UNITÀ Berlusconi viene definito “soltanto una parentesi storica” e che dopo si tornerà alla normalità. Sarà vero? Speriamolo!

Come dicevo, con quella incredibile irruzione telefonica a Ballarò di ieri sera, Berlusconi “minaccia” di querelare DI PIETRO che l’aveva definito un “corruttore” ma lui ha L'IMMUNITÀ e può fare quello che vuole e non rispondere delle sue parole, mentre “minaccia” gli altri che possono essere denunciati? Grandioso, il nostro Presidente del Consiglio che vuole denunciare gli altri e poi lui non si fa “processare”.

Poi “ammette” l’incontro informale (segreto) con Cisl e Uil che Bonanni e Angeletti hanno sempre "negato" e tuttora “negano” con indignazione. Leggi l’intervista a Bonanni su Repubblica dello scorso 14/11/2008: In quell’intervista ha dichiarato:"Io a quella cena non c'ero. Questa vicenda è tutta una messinscena di Epifani che usa una vecchia tecnica: di una “falsa notizia” fa un fatto. Ma la verità è un'altra: è che lui sta commettendo un errore capitale perseguendo una politica velleitaria e senza sbocco".


Berlusconi irrompe a Ballaro' e annuncia querela a Di Pietro

Ha ammesso di aver ricevuto a casa sua, la settimana scorsa, i leader di Cisl e Uil (e questo è un fatto che Luigi Angeletti dell'Uil ancora oggi nega) ma ha fatto capire di averli trovati a casa sua quasi per caso e di aver dialogato con loro solo per dovere di ospitalità. Insomma Bonanni e Angeletti si sarebbero invitati da soli a casa Berlusconi! In questo filmato in una precedente puntata di Ballarò, Angeletti "nega" (senza troppa convinzione) l'incontro segreto.

Angeletti a Ballarò cerca di mentire su incontro senza CGIL

A questo punto Pier Luigi Bersani, ministro ombra del Pd, anche lui invitato a Ballarò, ha chiesto a Berlusconi se non è il caso - davanti a una crisi che si annuncia durissima - interrompere gli atti di ostilità con l'opposizione e cercare su alcune scelte le convergenze più larghe possibili.

Berlusconi ha risposto che questa sarebbe la cosa giusta da fare se l'opposizione fosse quella di un partito socialdemocratico. Invece è un'opposizione “irresponsabile” che lo attacca tutti i giorni e gli impedisce di dialogare.

Nel bel mezzo del suo acceso “monologo” e, ritenendo di aver detto tutto quello che voleva dire ai telespettatori di Ballarò, ha chiuso bruscamente la telefonata a Floris tra i brusii di protesta dello studio televisivo. Floris voleva chiedergli chiarimenti su una sua battuta infelice contro il TG3 a cui vorrebbe togliere il canone TV.
Raffaele B.

UNITA
Undicietrenta: Se telefonando
di Roberto Cotroneo COMMENTI
19 Nov 2008

Devo dire che questo modo del presidente Berlusconi di apparire in voce nelle trasmissioni televisive mi ha sempre incuriosito. Ogni tanto accade, lui vede le trasmissioni politiche, si arrabbia alza il telefono e chiama. Mi domando come faccia, se è la sua segretaria ad avere i numeri delle redazioni, o se invece ha personalmente i telefonini dei conduttori, che a rigore dovrebbero essere spenti. E se chiama la redazione come fa, che in Rai prima che ti risponde un centralino o un interno è finita la trasmissione? Lui ci riesce: chiama e dice che vuole intervenire. Immagino che venga messa in piedi una sorta di tecnostruttura per fare in modo che la voce del presidente appaia forte, chiara e soprattutto giovane. Dopodiché, mentre tutti in studio fissano il pavimento, lui comincia a dire cose varie, ogni tanto minaccia qualche querela, ed esprime tutto per “punti” come fosse a un consiglio di amministrazione o a una riunione di condominio (primo, secondo, terzo…).

E il punto vero è che Berlusconi parla come un capo azienda, non come un capo del governo. Il suo modo di esprimersi è affettato - di chi non è abituato all’idea del potere - e nello stesso tempo aggressivo e senza un vero controllo dei nervi e delle parole. Ieri a Ballarò ha perso ancora una volta le staffe con Guglielmo Epifani, il segretario generale della Cgil.

Che cosa vuol dire? Talvolta nei dettagli si capiscono molte cose, la prima fra tutte, che è la più paradossale, sta in questo: Berlusconi è un uomo di potere che non si sente un uomo di potere. Nel senso che non si comporta in questo modo. Un uomo di potere, un uomo che ha il senso delle istituzioni, non parla in televisione al telefono, non perde le staffe, non dice “dottor Di Pietro”, quando Di Pietro è un deputato e un membro del Parlamento, semmai dice “l’onorevole Di Pietro”. Non è una strategia come tendono a pensare in molti. È una cultura precisa, una cultura che mal si adatta alle regole del Palazzo, e non perché sono vecchie o antiquate mentre lui è “moderno”, ma perché non le capisce, non le conosce, e non sa farle funzionare.

La telefonata di ieri è l’ennesima di un uomo lontanissimo dalla sua carica e dal mondo a cui ormai appartiene. La telefonata di ieri, e lo scherzo dietro la tenda al Cancelliere tedesco, e Obama abbronzato ci dicono soltanto che la sua è, e rimarrà, una parentesi. Dopo Berlusconi le istituzioni, il potere, il modo formale di gestire la dialettica politica tornerà a essere qualcosa di diverso. E Berlusconi, soltanto una parentesi storica. Non un cambiamento delle regole in una direzione da cui non si può tornare indietro.

domenica, novembre 16, 2008

CASO ENGLARO - BASTA PROLUNGAMENTO VITA ARTIFICIALE

Prima di leggere il commento invito a guardare questo filmato in cui a parlare è il padre di Eluana, Beppino Englaro.

Eluana Englaro 1la lotta di un padre

La proposta delle suore di Lecco, apparentemente giusta e misericordiosa per salvarle la "vita", di lasciarla affidata a loro risparmiando così alla famiglia gli oneri e le fatiche di una situazione insostenibile, risulta, nella migliore delle ipotesi, "ingenua" e nella peggiore quantomeno "non rispettosa" nè per il valore della vita di Eluana né per le sofferenze della famiglia.

La proposta parte dalla premessa che Eluana sia "viva" e "cosciente" ma solo in "coma". Così non è purtroppo! Eluana non vive in modo cosciente da 17 anni ormai. Ella è mantenuta in vita in modo artificiale da un sondino gastrico innestato chirurgicamente nello stomaco.
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Attraverso questa apparecchiatura viene fatta l'alimentazione e l'idratazione "forzate" che mantengono "artificialmente" in vita il suo corpo. Si, proprio così, sono effettivamente "trattamenti sanitari" perché avvengono tramite “tecnologia medica” e “chirurgica” e quindi non naturali.

La sua "mente" invece non c'è più da tanto tempo ormai in una condizione dichiarata irreversibile da tutti i medici, quindi senza alcuna speranza.

Per alcuni, la vita senza coscienza ed inumana (artificiale) non è affatto dignitosa per valere la pena di viverla, per altri forse si. Il prolungamento della vita artificiale oltre la morte è semplicemente una “mostruosità” per alcuni, forse per altri no.
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Accettare la “morte naturale” dopo oltre ogni possibile speranza, è normale, umano e non è affatto “eutanasia”. Eutanasia è procurarsi la morte artificialmente, prima del suo corso naturale. Leggi l'Intervista del Corriere della Sera al teologo cattolico Vito Mancuso “Non è omicidio né eutanasia” del 16/11/2008.

Nel caso specifico di Eluana si è potuto accertare dopo anni di processi e ricorsi che la sua volontà è quella del primo caso. Quindi non si sta facendo altro che dare corso alla sua volontà di “accettare” finalmente la "morte naturale" ponendo fine ad un calvario senza fine e senza senso alcuno. Che senso ha prendersi in affidamento un “corpo” per salvarle la "vita" senza mai avere la “persona in se”? Nessun senso! Sarebbe una “cosa” non una “persona”! Chi di voi vorrebbe vivere così? Quale padre vorrebbe continuare così?

Che si faccia quindi la legge ma senza esautorare il diritto del malato che la Costituzione già oggi gli riconosce. Già dal nome che si vuole dare alla legge ne caratterizzerà il segno. Per esempio, se si chiamerà "Testamento biologico" sarà in linea con la volontà del malato, se invece lo si vorrà chiamare "Legge sul fine vita" allora lo esautorerà trasferendo tutte le scelte ad altri e/o alle istituzioni con la “scusa” di “evitare” l’eutanasia. Leggi commento di Stefano Rodotà su
L'invadenza delle regole

Per fortuna, come dicevo, la Costituzione “riconosce” il primato della volontà del "malato" su tutti gli altri per cui la Corte “
ordina” che si faccia quella “volontà” a cui nessuna regione o istituzione può sottrarsi per "obiezione di coscienza" perché la legge attuale lo prevede solo per l'aborto e per la leva. Vedi "Le Regioni non possono bloccarci:qui non vale l'obiezione di coscienza.
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Nella stampa e nei media si legge e si sente tanto di "orrore", di "omicidio di Stato", di "scelta di eutanasia", c'è chi si è addirittura appellato a papà Peppino chiedendogli di non eseguire la "sentenza", come se fosse il boia che porta al patibolo una condannata a morte. Peppino Englaro ha solo chiesto di lasciare morire sua figlia in pace. Che senso ha reputare con sdegno "irragionevole" e "violenta" la decisione di interrompere una vita, interrotta dal destino già 17 anni fa?

Quindi è bene che ora tutti si tengano per se stessi le loro "verità" e "tacciano" per "rispetto" sia di Eluana che di suo padre Beppino che l'ha certamente amata, pianto ed accudita per tanti anni più di chiunque altro al mondo!
Raffaele B.


LASTAMPA
Eluana, Alfano in pressing: "Il Parlamento intervenga"
16/11/2008
…«I politici che oggi si scagliano contro la sentenza della Cassazione» sul caso Englaro «sono corresponsabili di questo esito», afferma la Finocchiaro del PD puntando il dito contro chi «non ha voluto, già dalla scorsa legislatura, approvare una legge sul testamento biologico». «Trovo sinceramente fuori luogo le violente reazioni che sono venute specialmente dal centrodestra - aggiunge -. I toni da crociata, termini come assassinio o eutanasia non aiutano a comprendere la vicenda nella sua difficoltà e nella sua realtà. La sentenza di ieri - sottolinea Finocchiaro - è una sconfitta della politica. La Cassazione si è dovuta sostituire al legislatore dal momento che vi era una precisa richiesta della famiglia di Eluana e non c’è una legge che regola la materia. L’unico riferimento per la Corte è stata la Costituzione»…
(Asca)

ASCA
ELUANA: VERONESI, SUO CASO NON HA NIENTE A CHE FARE CON EUTANASIA
(ASCA) - Roma, 14 nov - La sentenza della Cassazione su Eluana Englaro, in coma da 17 anni, e' ''una vittoria dei principi della Costituzione e una dimostrazione di grande coerenza ed anche di coraggio dei giudici che al di la' delle pressioni ideologiche sono rimasti fedeli alla Costituzione''. Lo afferma Umberto Veronesi in una intervista al quotidiano la Stampa.

''Il caso di Eluana - sottolinea - nasce dall'assenza di volontà espresse per iscritto in situazione di piena lucidità''. Se ci fosse stato ''il testamento biologico di Eluana - aggiunge - non sarebbe stata indispensabile una legge per attuarlo'', ma ''certo una legge semplificherebbe le cose. Sarebbe un atto di civiltà''. Il senatore del PDF ed ex ministro della Salute spiega anche che il caso di Eluana non ha niente a che vedere con l'eutanasia che, invece, ''e' l'interruzione di una vita giudicata insopportabile da un malato terminale che chiede ripetutamente e in piena lucidità di porre fine alle sue sofferenze. Il testamento biologico, al contrario, si applica proprio nei casi in cui il malato non ha piu' coscienza, ne' del dolore ne' di altro, e riguarda il prolungamento dell'esistenza in modo artificiale''.
res-mpd/dnp/alf

ILSOLE24ORE
Il Card. Tettamanzi: «Non intervengo»
12 ottobre 2008
Il cardinale "non interviene". Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano, con una mossa forse prevedibile per la sua storia e le sue posizioni non sempre del tutto allineate con Roma, ma certamente destinata a lasciare traccia in questo momento, sui drammatici sviluppi del caso di Eluana Englaro ha gettato un nuovo sasso nello stagno. Nessuna trasfusione per Eluana, la giovane donna in stato vegetativo permanente da 16 anni, in fin di vita dopo che una emorragia l'ha colpita due giorni fa? «Questo è un campo nel quale il vescovo non interviene» ha risposto il porporato ad una specifica domanda, al termine della celebrazione della Santa Messa di Valgreghentino, paese a 10 chilometri da Lecco, dove Eluana è da molti anni ricoverata. A decidere, secondo il cardinale, deve essere «il medico in scienza e coscienza nel suo rapporto con il paziente e con la famiglia».

Il caso di Eluana ha accesso in forte dibattito dentro la Chiesa (dei cattolici verso i laici), tanto da portare la Cei alla richiesta di una legislazione specifica sul ‘fine vita' (e non sul testamento biologico, come ha più volte sottolineato il vertice della Conferenza Episcopale) che eviti in futuro che la sentenza di un giudice possa in qualche modo stabilire tempo e modalità. La Chiesa chiede che non sia ‘autodeterminazione' del paziente, che sfocerebbe secondo la Cei, in eutanasia, ma neppure accanimento terapeutico. Un vicolo stretto, da qualche Tettamanzi è uscito con destrezza, ma che non mancherà di aprire nuovi dibattiti.
(Ca.Mar.)

ASCA
ELUANA: BOSCAGLI (LOMBARDIA), SUORE DI LECCO INDICANO STRADA GIUSTA
(ASCA) - Milano, 14 nov - ''La sentenza della Cassazione sembra abbia perso di vista la realta'. E la realta' e' che Eluana e' viva, anche se versa in una condizione di grave disabilita', condizione nella quale, peraltro, si trovano almeno altre 500 persone solo in Lombardia''. L'assessore alla Famiglia e Solidarieta' sociale della Regione Lombardia, Giulio Boscagli, ha parole di approvazione per la posizione espressa dalle suore Misericordine di Lecco.

''Nel sovrapporsi di commenti - sottolinea Boscagli - le suore Misericordine hanno detto la cosa giusta, ribadendo quello che da sempre sostengono: affidate Eluana a noi che da 16 anni la curiamo e le vogliamo bene come ad una figlia.

Questa e' la strada giusta, la strada intrapresa da tutti quelli che quotidianamente si prendono cura di persone che versano in stato vegetativo e disabilita' gravissime e ai quali Regione Lombardia assicura la sua vicinanza e appoggio''. Per Boscagli, ''la forza del sistema sociale lombardo sta soprattutto nella capacita' di dedizione di persone come le suore Misericordine. Se per la famiglia Englaro la situazione di Eluana e' diventata insostenibile - si chiede l'assessore lombardo concludendo - perche' non lasciarla affidata a chi da tanti anni la sta curando con amore'?''.
fcz/res/ss

REPUBBLICA
Caso Englaro, ecco la sentenza
"Ora il malato può scegliere"

di PIERO COLAPRICO
14 novembre 2008
IL TESTO DELLA SENTENZA

Al centro della decisione il "consenso informato". Così il paziente può rifiutare le cure. E il cittadino ha un po' più di potere sui medici

MILANO - Con la sentenza di ieri, la Cassazione sembra aver dato ai cittadini un po' più di potere sui medici. Il cardine della sentenza Englaro è il "consenso informato" e cioè il fatto che il paziente può accettare o rifiutare le cure, una volta che il medico gli ha spiegato che cosa succede. La Cassazione si era occupata di questo tema negli anni Novanta, quando alcuni pazienti, scontenti del medico, l'avevano citato in giudizio. E erano state sentenze "a cose fatte". La novità è che, in questo caso specifico, il "consenso" ferma la mano del medico: no al trattamento, no alla nutrizione forzata, no alle cure che non portano a niente.

In altre parole, la libertà di coscienza del medico resta intatta, ma il paziente può dire no a quanto ritiene "invasivo". Inoltre la Cassazione non ha esitazioni, questo rifiuto delle cure (pagina 6) "non può essere scambiato per un'ipotesi di eutanasia".
L'eutanasia è infatti un "comportamento che intende abbreviare la vita". Mentre esiste "un atteggiamento di scelta, da parte del malato, che la malattia segua il suo corso naturale". Sulla condizione fisica e mentale di Eluana c'è una relazione "di sicuro valore scientifico" (pagina 13).

E nemmeno la procura generale ha sollevato la questione sulla "volontà presunta di Eluana", dandola per scontata. Anche questo è un punto importante, perché non pochi politici discutono ancora se questa volontà di rifiutare le cure sia valida o no: per sentenza, nata dopo un'indagine, questa volontà c'era, è stata verificata attraverso le testimonianze, dunque è valida.

Il ricorso viene rigettato perché i magistrati (la procura generale che ha fatto ricorso) non hanno da tutelare un interesse generale nel caso di Eluana: perché è il caso umano, giudiziario, clinico di una singola persona.

venerdì, novembre 14, 2008

G8 GENOVA - L'ASSURDA SENTENZA DEL TRIBUNALE

La sentenza del tribunale di Genova è assurdamente incredibile perché mentre “riconosce” le responsabilità di 13 poliziotti e due soli dirigenti nel aver compiuto ripetutamente gravi reati di violenza contro persone inermi davanti ad altri poliziotti, non riconosce “nessuna colpa” ai loro "vertici" come fossero stati all’oscuro e/o non ne sapessero nulla!
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Quei due dirigenti Michelangelo Fournier che aveva definito quella notte di botte e violenza, tra il 21 e il 22 luglio del 2001, una "macelleria messicana" e l'ex capo del reparto Mobile di Roma, Vincenzo Canterini non ci stanno a fare da capri espiatori e sono decisi ad andare fino in fondo. Leggi Canterini: "Io capro espiatorio della Diaz".
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Ma purtroppo non ci saranno nemmeno questi “capri espiatori”, visto che le pene lievi per gli altri imputati non saranno scontate e nessuno sarà interdetto dai pubblici uffici. Inoltre la prescrizione incombe a marzo del 2009.
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Anche Amnesty International “denuncia” che per 7 anni le autorità non hanno voluto cercare la verità né mai istituita una commissione d’inchiesta, nulla che avesse permesso di identificare i responsabili dei pestaggi e delle false prove. Intanto si ricorre in appello e si richiede una improbabile commissione parlamentare d’inchiesta per fare piena luce sull’intera vicenda che il processo purtroppo non ha fatto!

La sentenza - Il fatto non sussiste

La sentenza è talmente parziale che non è stata di conseguenza "capace" di ricostruire una "verità giuridica" semplicemente perché quei giudici non hanno voluto considerare valide al 100% le numerose prove a carico sia in video sia fotografiche che testimoniali.

Le hanno però ritenute valide solo fino al punto di condannare quei "poliziotti" che hanno perpetrato direttamente le violenze come fossero degli "indisciplinati" che hanno violato le direttive dei loro dirigenti. Insomma nessun complotto ordito dai vertici ma atti di indisciplinatezza di alcuni.

Se così fosse stato, quei poliziotti avrebbero dovuto essere "rimossi" da tempo, invece hanno potuto continuare le loro carriere con il benestare dei loro "dirigenti" a cui hanno tanto "disubbidito" appunto!

Tutto questo è fuori da qualunque logica giuridica e risulta assolutamente monca e non credibile. Anzi la medesima sentenza lascia intravedere inaudite e inaccettabili coperture "politiche".

Non deve finire qui altrimenti si da il via "irresponsabile" ad un uso spregiudicato delle forze dell'ordine in funzione "antidemocratica" contro il dissenso, aprendo la strada alla dittatura di tipo argentino, dando così valenza di prova generale riuscita di fattibilità!
Raffaele B.

Inferno Bolzaneto: la verità di Nando Dalla Chiesa


AMNESTY INTERNATIONAL
G8: AMNESTY, PER 7 ANNI AUTORITA' NON HANNO VOLUTO CERCARE VERITÀ
(ASCA) - Roma, 14 nov - ''Occorrerebbe chiedersi se una sentenza diversa, nella quale fossero state accertate ulteriori responsabilità penali nella catena di comando, avrebbe potuto essere favorita da un diverso comportamento delle autorità italiane che mai, in questi sette anni, hanno voluto contribuire alla ricerca della verità e della giustizia''. Così, Amnesty International commenta in una nota la sentenza di primo grado sui fatti avvenuti nella caserma di Bolzaneto, ''quella emessa ieri sulle violenze nella scuola Diaz - scrive - conferma che qualcosa di grave accadde a Genova nel luglio di sette anni fa''. Ma ''in questi anni non abbiamo sentito una parola forte di condanna per il comportamento tenuto dalle forze dell'ordine nel luglio 2001, non c'e' stata una commissione d'inchiesta, non si e' risolto il problema dell'identificazione dei funzionari delle forze dell'ordine, non sono stati istituiti organi di monitoraggio indipendenti ne' meccanismi correttivi interni''.

''Davanti a questo quadro preoccupante - conclude Amnesty - pesano le condanne e pesano le assoluzioni''.
res-mpd/dnp/ss
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REPUBBLICA
Diaz, polemiche dopo la sentenza
Il Pdl esulta, la sinistra: "Vergogna"
Il Comitato verità e giustizia: "I condannati dovrebbero essere sospesi dal servizio"
Forza Nuova: "Vergognoso. Le istituzioni non devono più coprire i macellai"

13 novembre 2008

GENOVA - "E' morta la giustizia" continua a ripetere un ragazzo fuori dal tribunale di Genova dove da poco è stata emessa
la sentenza per quello che è stato definito "il massacro della Diaz". Una sentenza, come ovvio, destinata a dividere, con il centrodestra ad esultare e le vittime di quei giorni infuriate e deluse.
Per il governo il primo a parlare è il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano che sottolinea: "Le responsabilità penali sono individuali, non è stato ordito alcun complotto. La polizia di Stato merita la gratitudine di tutti". Insomma a fare quel macello sono stati Canterini, all'epoca capo del VII nucleo (la Celere, in sostanza) ed i suoi uomini ma senza altre responsabilità. Sulla stessa falsariga Pierferdinando Casini all'epoca dei fatti presidente della Camera per il centrodestra. "Al vertice della Polizia - dice Casini ci sono stati e ci sono autentici galantuomini e servitori delle istituzioni. Il tentativo di criminalizzare, per i fatti del G8 di Genova, i vertici delle forze dell'ordine si è rivelato per quello che era: un'autentica persecuzione".
Di tutt'altro tenore i commenti di quelli che alla Diaz stavano dalla parte di chi manganellate e insulti le ha prese. Luca Casarini parla di nuova amnistia. "In questo paese, si è fatta un'amnistia a senso unico su Genova - dice l'ex leader dei Disobbedienti - nei confronti di dirigenti della polizia e del potere politico. E invece ci si è accaniti sui capri espiatori che sono i manifestanti, condannati pesantemente dallo stesso tribunale". Secco Vittorio Agnoletto, europarlamentare di Rifondazione: "Da oggi in poi questa sentenza stabilisce la totale impunità per le forze dell'ordine". Per il Pdci si tratta di una "sentenza vergognosa". "Pagano sempre i sottoposti, mai i capi", ha detto Oliviero Diliberto.

"Nessuno degli imputati oggi è presente in aula. Era un loro dovere stare di fronte al tribunale ed alle parti civili", ha detto Enrica Bartesaghi, presidente del Comitato verità e giustizia per Genova che è anche parte civile per i danni subiti dalla figlia, percossa nella scuola Diaz. "I poliziotti condannati dovrebbero essere sospesi dal servizio", ha aggiunto. "Le condanne per i fatti di Bolzaneto - ha proseguito Enrica Bartesaghi - ci sono state ma nessuno è stato sospeso compreso il medico della caserma che continua a fare il suo lavoro".
Parla di sentenza "vergognosa" anche il coordinatore nazionale di Forza Nuova Paolo Caratossidis. "Non ci resta altro che pensare che i vertici della polizia e dei servizi in Italia sono praticamente intoccabili", ha aggiunto Caratossidis. Pur essendo "una formazione politica lontana anni luce da coloro che furono vittime delle angherie degli agenti alla Diaz, - ha sottolineato - quello che è successo nella scuola non è stato in Italia un fatto isolato. Le istituzioni non devono più coprire i macellai".

mercoledì, novembre 12, 2008

G8 GENOVA – GRAVI RESPONSABILITÀ DELLA POLIZIA

Domani 13 novembre 2008 è attesa la sentenza contro alcuni poliziotti tra cui importanti dirigenti che si sarebbero resi responsabili di “mattanza” e di “tortura” alla scuola Diaz contro studenti italiani e stranieri a sera tarda. A giustificazione di questo assalto al dormitorio, tale era adibita la struttura, fu il ritrovamento di due bottiglie molotov come prova poi risultata essere “falsa” come i video della BBC dimostrano. Le molotov sembrano essere state messe li dai poliziotti medesimi proprio per costruirsi la giustificazione dell’intervento.

Una strategia analoga avvenne nel pomeriggio dello stesso giorno. Le forze dell’ordine, intervennero pesantemente contro i pacifici manifestanti dopo che la città di Genova venne devastata e messa a ferro e fuoco da gruppi cosiddetti “Black Block” estranei ai cortei ma che guarda un po’ “parlavano” e davano persino “ordini” ai poliziotti schierati che ubbidivano!
Raffaele B.

Genoa G8 secret police in action. Why?
Questo video titolato in inglese ma l'audio in italiano, testimonia chiaramente l'azione devastatrice dei "Black Block" senza alcun intervento della polizia. La polizia e i carabinieri sono invece intervenuti più tardi, dopo che i “Black Block” se ne erano andati, attaccando ingiustificatamente i pacifici manifestanti. I black block sono risultati "estranei" ai manifestanti, ma risultano invece collegati in modo inquietante con la polizia schierata a cui danno perfino “ordini” che vengono eseguiti! Infiltrati della polizia medesima? Che altro se no?

G8 Genova 2001- Testimonianza di una ragazza arrestata
Arianna Subri studentessa da Blu Notte - Misteri Italiani (RaiTre) il 20 luglio 2008
Il racconto è una denuncia di comportamenti violenti con espressioni volgari di agenti di polizia ai suoi danni e quelli di altri studenti. Picchiavano e minacciavano di violentare le donne continuamente per ore anche in presenza di poliziotte. Costretti a fare ciò che i poliziotti “ordinavano” loro di fare, in particolare il saluto romano ripetutamente. Un fatto inaudito ed inquietante per una democrazia.

ASCA
G8: DOMANI SENTENZA DIAZ, NUOVO FOTOGRAMMA DELL'UOMO DELLE MOLOTOV

(ASCA) - Roma, 12 nov - E' prevista per domani mattina a Genova la sentenza del collegio presieduto dal dottor Gabrio Barone sul pestaggio avvenuto nel luglio 2008 all'interno della scuola Diaz. A giudizio ci sono a vario titolo per falso, calunnia e lesioni i poliziotti coinvolti nell'irruzione in quello che all'epoca era il dormitorio del movimento riunito a Genova per manifestare contro il vertice G8. Alcuni importanti dirigenti di Polizia, tra cui Francesco Gratteri, Giovanni Luperi e Gilberto Calderozzi, sono accusati di essere stato coinvolti nella vicenda contribuendo alla falsificazione delle presunte armi trovate all'interno della scuola. In particolare i poliziotti presenti avrebbero arbitrariamente deciso di aggiungere al materiale ritrovato due bottiglie molotov. A quest'ultimo particolare e' dedicata l'ultima perizia consegnata questa mattina dal pm Francesco Cardona Albini e Enrico Zucca che hanno rintracciato su un
documentario della BBC un fotogramma in cui si distingue con chiarezza il volto di un dirigente della Digos di Napoli che avrebbe portato le due bottiglie all'interno della scuola. sar/mcc/alf

KATAWEB
G8, ecco la foto del poliziotto che portò le molotov dentro la Diaz
12 novembre 2008 alle 09:21

Ecco l´immagine-simbolo della notte dell'irruzione alla Diaz: un poliziotto in borghese che indossa un casco blu e porta all´interno l´istituto il sacchetto azzurro con le due molotov, la «regina» delle prove false. Si tratta del fantomatico ispettore della Digos di Napoli che introduce materialmente nella scuola le molotov della vergogna, una della prove fasulle con cui la Polizia di Stato avrebbe voluto "giustificare" le violenze e le manette ai 93 no-global. L'immagine è stata estrapolata da un filmato girato da un operatore Rai e depositato dalle parti civili il mese scorso e fa parte di un´inchiesta giornalistica della Bbc di prossima pubblicazione.
Leggi l'articolo di Massimo Calandri su REPUBBLICA.

Si riconoscono (
nelle 8 foto dalla BBC) il cortile della Diaz, le sagome dei funzionari di polizia che si allontanano. Sullo sfondo le finestre dell´istituto, le stanze illuminate. E a sinistra - piccolino, cerchiato di rosso - il profilo di un uomo sulla soglia dell´ingresso laterale. È di spalle, in borghese, indossa un casco protettivo. Nella mano sinistra stringe qualcosa. È il sacchetto azzurro delle molotov… CONTINUA

sabato, novembre 08, 2008

LA CHIESA E LA CANONIZZAZIONE DI PIO XII

È stato lo stesso ministro israeliano per gli Affari sociali, Isaac Herzog, affiancato da altri esponenti della comunità ebraica, a contestare duramente il percorso verso la beatificazione di Papa Pacelli, accusato quantomeno di aver “taciuto” dinanzi ai crimini nazisti, denunciando con forza che “durante il periodo dell’olocausto il Vaticano sapeva molto bene quello che stava accadendo in Europa e non vi è alcuna prova, per ora, di alcun provvedimento preso dal Papa”. Eppure, come Santa Sede, “avrebbe potuto esigerlo”.

Dunque, ha proseguito il ministro israeliano, “il tentativo di far diventare santo Pio XII è una forma di ‘sfruttamento dell’oblio’ rispetto a quei fatti e testimonia una assenza di consapevolezza. Invece di essere coerente con il verso biblico nel quale si afferma ‘Tu non permetterai che si versi il sangue del vicino’, il Papa rimase in silenzio e forse fece anche peggio”. Vedere a questo proposito l’articolo dell’ANSA su
Pio XII nell'ottobre '43: tedeschi corretti con Vaticano riportato in fondo.

Solo l’apertura degli
archivi del Vaticano potrebbe diradare tutte le ombre su questo Papa (se veramente ci fossero quelle prove), ma purtroppo resteranno chiusi ancora per 6 – 7 anni e non pare che lo vogliono anticipare!

Certamente la chiesa è libera di canonizzare chi vuole ma sarebbe più saggio rimandare la canonizzazione alla apertura degli archivi se non altro per evitare di procedere ad una “indegna” santificazione contro la memoria dei nostri fratelli ebrei della Shoah.
Raffaele B.


Il vaticano: alleato del nazismo e del fascismo
Questo filmato è una raccolta di foto e di eventi che dimostrano la totale adesione del Vaticano al nazi-fascismo e alla loro ideologia a partire da Pio XI fino a tutto il papato di Pio XII. Il Vaticano era il più grande alleato dell'asse che di fatto sostenne fino all'ultimo con il piano segreto Odessa nel 1945. Tale piano permise la fuga in Argentina di molti gerarchi nazisti cattolici ricercati per crimini di guerra e grazie al Papa mai processati. Il nemico del Vaticano era invece il bolscevismo sovietico, comunista e ateo, contro cui il nazismo e il fascismo combattevano fuori e dentro le nazioni.

Pio XII e gli Ebrei
Dal filmato (fonte Vaticana) seguente viene si confermato l'aiuto che la chiesa cattolica ha dato agli ebrei in quegli anni bui di deportazioni, ma che il Papa Pio XII ha agito di "nascosto" tanto che si sarebbe guadagnato l'odio di Hitler (sic). In conclusione, lo stesso filmato “conferma” che mentre ci fu l'impegno della chiesa cattolica (in questo caso di base), non ci fu mai una presa di posizione aperta e diretta né del Vaticano né di Pio XII contro la Shoah e quindi contro il Nazi-Fascismo che avrebbe potuto fermare gli eccidi in tutta Europa non solo in Italia. Si disse che non lo fece per accorta diplomazia (paura dei nazisti). Una codardia riprovevole, non degna di una chiesa millenaria che ne ha visti tanti nei secoli precedenti. Altri capi di Stato (pure collaborazionisti) ebbero più coraggio. Si opposero alla deportazione dei loro cittadini ebrei e questi si salvarono.


RAINEWS24
Roma 8 novembre 2008
Il Papa: basta polemiche su Pio XII, è stato un dono di Dio
Benedetto XVI respinge nuovamente le accuse rivolte alla memoria di Papa Pacelli, al quale, come e' noto, viene rimproverato un presunto silenzio sull'Olocausto.

"Negli ultimi anni - afferma Ratzinger - quando si e' parlato di Pio XII, l'attenzione si e' concentrata in modo eccessivo su una sola problematica, trattata per di piu' in maniera piuttosto unilaterale. A parte ogni altra considerazione, cio' ha impedito un approccio adeguato ad una figura di grande spessore storico-teologico qual e' quella del Papa Pio XII".

"Prova eloquente" di tale spessore, secondo Benedetto XVI, sono invece, "l'insieme della imponente attività svolta da questo Pontefice e, in modo del tutto speciale, il suo magistero" che "si qualifica per la vasta e benefica ampiezza, come anche per la sua eccezionale qualità, così che può ben dirsi che esso costituisca una preziosa eredità di cui la Chiesa ha fatto e continua a fare tesoro".

Benedetto XVI, concludendo oggi un importante convegno vaticano su Pio XII, ha detto che papa Pacelli e' stato per la Chiesa un eccezionale dono di Dio.

NOTIZIE.ALICE
Pio XII/ Pressing ebrei su archivi, Vaticano ancora non li apre
Papa: Basta equivoci. E pensa a rinviare apertura canonizzazione
Città del Vaticano, 30 ott. (Apcom) - Aprire gli archivi per fare chiarezza una volta per tutte sul passato e intrecciare rapporti più sereni, in futuro, tra figli dello stesso padre Abramo. Corre lungo il filo della riconciliazione storica l'ultima vampata di polemiche tra il Vaticano e gli ebrei sul pontificato di Pio XII. Un periodo storico (1939-1958) che copre gli anni della seconda guerra mondiale e della shoah. Papa Pacelli fece abbastanza per contrastare la furia nazista? Fu silente, ma perché? Come si comportò dietro le quinte?

Interrogativi che hanno spinto il rabbino David Rosen a chiedere direttamente, apertamente, al Papa di aprire gli archivi vaticani. "Ringraziamo i cristiani che, fedeli al più sublime degli insegnamenti della loro fede, hanno salvato tanti ebrei durante quel tempo terribile", ha detto oggi il presidente dell'International Jewish Committee for Interreligious Consultations durante l'udienza concessa da Benedetto XVI. Poi l'affondo: "A questo proposito ribadiamo il nostro rispettoso appello per un pieno e trasparente accesso degli studiosi a tutto il materiale d'archivio di quel periodo". Più esplicito un altro membro della delegazione. "Santità, non faccia avanzare la beatificazione di Pio XII prima che siano stati aperti gli archivi", ha detto al Papa al momento dei saluti. "Ci sto pensano seriamente, è un'idea che sto prendendo in considerazione" è stata, a quanto riferito da Rosen, la risposta di Ratzinger. La causa di canonizzazione, del resto, è "oggetto di approfondimento e di riflessione" da parte del Papa, come ha riferito di recente il suo portavoce. Motivo per cui, nonostante il via libera della Congregazione per la causa dei santi, Benedetto XVI ancora non ha apposto la sua firma sul decreto relativo alle eroiche virtù di Pacelli.

Gli archivi, ad ogni modo, non verranno aperti né oggi né prossimamente. Ci vorranno "almeno sei o sette anni", ha spiegato mons. Sergio Pagano, prefetto dell'Archivio segreto vaticano. I motivi sono tecnici: la biblioteca sta ultimando l'apertura dei fondi d'archivio relativi a Pio XI e gli archivisti si dedicheranno solo dopo al pontificato del suo successore. Un lavoro minuzioso, svolto con risorse limitate, che richiederà, appunto, diversi anni. E poco importa che, per volontà di Paolo VI, tutti i documenti relativi agli ebrei e alla seconda guerra mondiale durante il pontificato di Pio XII siano già stati pubblicati in dodici volumi col titolo 'Actes et documents de Pie XII pendant la deuxieme guerre mondiale', poco importa che gli storici, con grande probabilità, non troveranno su Pacelli nulla di nuovo di quanto già si sa. E poco importa, ancora, che i dossier - già declassificati - relativi a Pio XI, al sorgere del totalitarismo, alle leggi razziali del fascismo, siano ancora poco consultati da parte degli storici. Gli "archivi segreti" di Pio XII sono diventati un fatto simbolico. "Siamo rimasti impressionati dalla spiegazione e dalla sincerità di mons. Pagano", ha commentato il Rosen, "ma naturalmente siamo delusi che ci voglia così tanto tempo".

Una franchezza che fa pendant a quella dispiegata dal Papa durante l'udienza odierna. Il primo appuntamento con una sigla ebraica dopo settimane di polemiche tra Roma e Gerusalemme, tra membri del governo israeliano e difensori della causa di beatificazione di Pacelli, tra recriminazioni e precisazioni. La "capacità di accettarsi e rispettarsi reciprocamente e di dire la verità con amore - ha scandito Ratzinger - è essenziale per superare le differenze, prevenire gli equivoci ed evitare inutili scontri".

ANSA
2008-10-18 14:37
Pio XII nell'ottobre '43: tedeschi corretti con Vaticano
di Paolo Cucchiarelli
ROMA - C'è un nuovo tassello da inserire nel cangiante e spesso contraddittorio mosaico del rapporto tra Pio XII e gli ebrei nell'autunno del 1943, quando le Ss di Herbert Kappler arrestarono poco più di mille romani nel ghetto e nei quartieri della "città aperta" e li spedirono ad Auschwitz.

Si tratta di documenti che arrivano dagli archivi inglesi e americani, visto che quelli vaticani sono tuttora inaccessibili. Uno di questi illustra l'incontro avvenuto due giorni dopo la retata nel ghetto, il 18 ottobre '43, tra il Papa e l'inviato straordinario della Gran Bretagna presso la Santa Sede: in quella occasione Pio XII tace sulla retata e il diplomatico gli chiede di interpretare con maggior determinazione il suo ruolo. In quel contesto Pacelli afferma che i tedeschi si sono comportati "correttamente" con il Vaticano.

In quelle ore il treno con gli ebrei romani sta per partire verso Auschwitz. Due mesi dopo la deportazione degli ebrei romani il Papa, il 13 dicembre del '43, conversando con l'ambasciatore tedesco Ernest von Weiszaecker, che aveva cercato di opporsi alla deportazione, aveva illustrato la sua posizione sugli sviluppi della guerra. Il diplomatico aveva riassunto il tutto in un rapporto che è stato rintracciato durante alcune ricerche dagli studiosi Mario J. Cereghino e Giuseppe Casarrubea che le pubblicheranno in un prossimo volume.

"Il Papa si augura - afferma il rapporto fatto avere ai servizi americani da Fritz Kolpe, la più importante 'talpa' che gli Usa avevano all' interno del ministero degli Esteri tedesco - che i nazisti mantengano le posizioni militari sul fronte russo e spera che la pace arrivi il prima possibile. In caso contrario, il comunismo sarà l'unico vincitore in grado di emergere dalla devastazione bellica. Egli sogna l'unione delle antiche Nazioni civilizzate dell'Occidente per isolare il bolscevismo ad Oriente. Così come fece Papa Innocenzo XI, che unificò il continente (l'Europa) contro i musulmani e liberò Budapest e Vienna".

Proveniente dagli archivi inglesi è invece il resoconto dell'incontro del 18 ottobre del '43 tra l'inviato straordinario inglese Sir D'Arcy Osborne e il Papa. Da due giorni gli ebrei romani sono stati prelevati dalle loro case; lo stesso giorno, alle 14, partiranno dalla stazione Tiburtina verso il campo di concentramento. Nulla il Papa dice di quanto è avvenuto in quelle ore. Pio XII parla della difficile situazione alimentare a Roma che potrebbe portare a tumulti e della sua volontà di non abbandonare la città a meno di non essere "rimosso con la forza".

L'ambasciatore è colpito dall'atteggiamento del Papa che gli dice di non avere elementi per lamentarsi del generale Von Stahel, comandante della piazza militare di Roma, e degli uomini della polizia tedesca "che finora hanno rispettato la neutralità" della Santa Sede. "Io ho replicato - scrive il diplomatico nel rapporto indirizzato al ministro degli Esteri Eden - di aver capito che quando il Vaticano parlava di preservare 'Roma citta' apertà, si riferisse alle operazioni militari. A parte il fatto che la denominazione 'Citta' apertà è una farsa, l'Urbe è alla mercé dei tedeschi che sistematicamente la privano di tutti i rifornimenti e della manodopera, che arrestano ufficiali italiani, giovani e carabinieri e che applicano metodi spietati nella persecuzione degli ebrei. (...)".

Il diplomatico cerca di far uscire Pio XII dal suo atteggiamento. "Io ho affermato che Egli dovrebbe fare tutto il possibile per salvaguardare lo Stato della Città del Vaticano e i suoi diritti alla neutralità. Egli ha replicato che in tal senso e fino a questo momento, i tedeschi si sono comportati correttamente", aggiunge nuovamente il diplomatico. Una affermazione fatta mentre la città è ancora sotto choc per la retata arrivata dopo il ricatto dei 50, inutili, kg di oro chiesti agli ebrei per evitare la deportazione. "A mio parere - scrive ancora il rappresentante inglese - molta gente ritiene che Egli sottostimi la Sua autorità morale e il rispetto riluttante di cui Egli è oggetto da parte dei nazisti, dal momento che la popolazione tedesca è cattolica. Ho aggiunto di essere incline a condividere questa opinione e l'ho esortato a tenerlo bene in mente nel corso dei futuri avvenimenti, nel caso emergesse una situazione in cui fosse necessario applicare una linea forte".

"Mettendo a raffronto i due documenti - commentano gli studiosi - risulta chiaro che Pacelli si sente a suo agio con l'ambasciatore tedesco. Con il rappresentante inglese assume un atteggiamento freddo, facendo leva su un giudizio del tutto formale tanto da suscitare la inusitata reazione del diplomatico". I due studiosi, già autori di un volume sulla guerra al comunismo in Italia tra il '43 e il '46, "Tango connection", sottolineano la difficoltà di raccogliere in Italia elementi documentali sulla questione ebrei-Vaticano: "Tuttavia migliaia di documenti sulla situazione della Santa Sede negli anni della seconda guerra mondiale sono da tempo disponibili negli Archivi di College Park negli Stati Uniti e di Kew Gardens in Gran Bretagna. Sono carte provenienti dai fondi dei servizi segreti angloamericani, del Dipartimento di Stato Usa e del Foreign Office britannico", spiegano. "Il nostro archivio ww.casarrubea.wordpress.com), conserva rapporti dei Servizi Usa sulle pesanti ingerenze esercitate dalla Santa Sede e in particolare da Pio XII e da Montini, il futuro Paolo VI, nella formazione del primo governo De Gasperi".

venerdì, novembre 07, 2008

GAFFE SU OBAMA – IL CAVALIERE OLTRE IL RIDICOLO

Invece di scusarsi, insiste che non era una gaffe bensì un complimento! Afferma che sono “imbecilli” tutti quelli che lo “criticano” (persino il giornalista americano che lo intervista nel filmato) e che sono mossi solo dal desiderio di attaccarlo!

Il Cavaliere va ben al di là del ridicolo! Lo stesso destino si riservano tutti coloro che si prendono la briga di “difenderlo” a tutti i costi pur sapendo che questa volta ha sicuramente superato il limite massimo sopportabile dalla ragione umana persino dai loro stessi elettori.

Berlusconi non chiede scusa, dopo il commento su Obama



Anzi mi verrebbe da dire che ormai il Cavaliere e tutti i suoi “yesman” si sono cacciati in un vicolo cieco politico al punto tale che se l’opposizione ed altri continuano ad attaccarlo e loro dovessero ancora “difendersi” in questo modo si avvierebbero inevitabilmente verso il piano inclinato della perdita di tutto il consenso fin qui goduto!

Si potrebbe dire che al Cavaliere, il potere lo faccia delirare oltre misura e che per questo abbia perso completamente la “ragione” e non controlla più quello che dice, non riesce a frenare la lingua. Ma poi insiste e persevera nell’errore che non riconosce mai.

Intanto il Presidente Americano lo ha chiamato per ultimo dopo numerosi capi di Stato e questo è già un segnale!

Solo una persona sciocca e di scarsa cultura si comporta così in caso contrario si direbbe che sia impazzito! Se così fosse ha bisogno di cure urgenti! In ogni caso da oggi il Paese è in pericolo, le Istituzioni sono in pericolo, il suo stesso partito di Forza Italia è in pericolo.

A mio parere, per fermare l’emorragia di consensi, qualcun altro valido della sua maggioranza dovrebbe sostituirlo pro-tempore prima che per la stessa maggioranza sia troppo tardi. Ma forse è già tardi...


Serra: ''Berlusconi è uno sciocco'', dopo l'ironico commento su Obama


Raffaele B.

ILMESSAGGERO
Il reporter Usa: uno statista non si comporta così
BRUXELLES (7 novembre) - «Ho fatto la domanda perché con la sua affermazione Berlusconi ha offeso tutti gli americani, mi aspettavo che se ne rendesse conto e chiedesse scusa»: il giornalista Steve Scherer, 38 anni, americano dell'Indiana, da 10 anni residente a Roma, spiega cosa lo ha spinto a fare la domanda che ha scatenato la reazione del premier.

«Perché non chiede scusa agli americani?», ha chiesto in conferenza stampa a Bruxelles, facendo riferimento alle dichiarazioni di Berlusconi su Barack Obama «giovane, bello ed abbronzato». Berlusconi ha prima risposto: «Vedo che anche tu ti sei messo nella lista di quelli che ho detto ieri...». E quindi ha aggiunto, alzandosi e lasciando la sala: «Ma per favore, per favore chiedi scusa tu all'Italia...non c'è il senso del ridicolo». Steve Scherer - inviato a Bruxelles per l'agenzia di stampa americana Bloomberg - non si sente offeso per essere stato messo nell'elenco degli «imbecilli» che non hanno capito la «carineria» di Berlusconi.

«Anche in America - dice - i giornalisti ricevono tanti insulti, fa parte del nostro lavoro». Ammette però di essere stato sorpreso dall'ostinazione del premier a non volere chiedere scusa. «Berlusconi non ha capito cosa significa la questione razziale per gli americani. Io sono cresciuto nell'Indiana, dove c'erano tensioni razziali pesantissime - dice Scherer - Espressioni che in Italia possono apparire innocue per persone di una certa età, negli Usa sono altamente offensive, soprattutto dopo l'elezione storica di Barack Obama, che ha chiuso il capitolo più brutto della storia americana, quello della schiavitù».

Pensa che ci possono essere conseguenze nei rapporti tra Italia e Usa?, gli chiedono i colleghi.«Certo, non penso che l'Italia non sarà più considerata un'amica degli Usa, ma si poteva partire meglio. Uno statista non si comporta in questo modo. Credo che Berlusconi, che ha 72 anni, non abbia afferrato il significato di queste storiche elezioni e non abbia realizzato il contenuto offensivo della frase pronunciata».

NOTIZIE.TISCALI
Berlusconi e la gaffe su Obama: "Imbecille chi mi critica"
Silvio Berlusconi non fa marcia indietro: altro che gaffe, "era un complimento". Il premier in partenza da Mosca per Bruxelles per il Consiglio eueropeo, è tornato sulle affermazione sul presidente Usa appena eletto, Barack Obama, che, aveva detto "è giovane, bello e abbronzato". "Ho letto i giornali, certo che sono ancora di buon umore...", ha commentato. Poi il presidente del Consiglio attacca: "Pensavamo che ci fossero tanti imbecilli in circolazione, quello che non immaginavamo è che fossero così imbecilli da autodichiararsi, autocertificarsi pubblicamente. Lo hanno fatto. Li conoscevamo già, ma - ha concluso Berlusconi- non li pensavo così tanto imbecilli"...
CONTINUA

TELEGRAPH
Silvio Berlusconi: 10 memorable gaffes
Italy's prime minister, Silvio Berlusconi, is well known for his gaffes, sexist remarks and inappropriate quips. By Nick Squires in Rome
Last Updated: 3:45PM GMT 07 Nov 2008

CAMORRA – PORTA A PORTA CON L’ARROGANTE MUSSOLINI

ROMA Duro scontro, con reciproco scambio di accuse, tra Alessandra Mussolini (Pdl) e Pina Picierno (Pd), ieri sera nel corso del programma 'Porta a porta' dedicato alla camorra.

Mentre il ministro ombra delle Politiche giovanili cercava di illustrare le proposte per evitare che i ragazzi campani diventino manodopera della criminalità, Alessandra Mussolini e' intervenuta “accusando” la Picierno (giovanissima deputata originaria di Teano, in provincia di Caserta) di leggere dei “foglietti” tenuti sulle ginocchia come fosse proibito!

Lo scambio tra le due è proseguito per alcuni minuti, finché Alessandra Mussolini si è alzata e raggiungendola le ha “sottratto”, sotto gli occhi di Vespa, i fogli con una “prepotenza” mai vista in un talk show. ''Ora - le ha detto - vediamo se sai parlare senza i foglietti''.

I cosiddetti “foglietti” altri non erano che dati documentati a sostegno del suo intervento, come a dire “di parlare senza riferirsi a dati”. Il comportamento “arrogante” e “autoritario” della esponente della PDL ha infastidito perfino Vespa come si vede nel filmato.

La signora si conferma come al solito, in particolare quando “finge” di difendere i “deboli”, di essere la degna nipote di suo nonno a cui non solo non ha rinnegato ma inneggia sempre come modello di riferimento.
Raffaele B.

Scontro tra la la Mussolini (Pdl) e la Picerno (Pd)

giovedì, novembre 06, 2008

LE PRIME ‘GAFFE’ DEL GOVERNO ITALIANO SU OBAMA

Il Presidente del Consiglio Berlusconi dalla Russia fa seguito all’on. Gasparri capogruppo PDL al senato con “gaffe” quanto mai “gravi” e “inopportune” sul nuovo Presidente degli Stati Uniti Barak Obama.

1. Berlusconi:
Obama è bello e abbronzato!
2. Gasparri:
Al Qaeda sarà contenta!

Altro che “minimizzare” come si affrettano a fare i loro colleghi di partito! Sono errori grossolani che violano tutte le regole della diplomazia perché fatti dal Capo del Governo Italiano e dal capogruppo del suo partito oltre che suo senatore, ai danni di un Capo di un altro Stato.

Naturalmente quelle dichiarazioni stanno facendo il giro del mondo (vedi CNN) e fanno parlare tutti i media. È un fatto inqualificabile che “rivela” il basso livello di “civiltà” di questi governanti che i cittadini italiani hanno eletto. Non è la prima volta che succede! Sono ormai numerose le volte! Berlusconi ed alcuni suoi uomini proprio non riescono a tenere a freno la lingua e il “razzismo strisciante” di cui sono pervasi.

Questa volta però coinvolgono la nazione Italia con i loro comportamenti in quanto figure istituzionali che la rappresentano. Ci auguriamo che vengano presentate tutte le scuse necessarie e si eviti ancora una volta a minimizzare e/o a dare la solita colpa agli altri.
Raffaele B.


REPUBBLICA
Berlusconi, prima gaffe su Obama
"E' giovane, bello e abbronzato"
6 novembre 2008

MOSCA - Ieri aveva annunciato di "volergli dare consigli". E oggi fa la sua prima, clamorosa e inquietante gaffe. Silvio Berlusconi da Mosca torna a parlare di Barack Obama e davanti al premier russo Medveded lo definisce giovane, bello e "abbronzato".

E' l'ennesima battuta del Cavaliere, che però stavolta non gigioneggia con le prassi istituzionali, né con gli odiati comunisti. Ma al contrario, sfiora pericolosamente i confini del razzismo. Dimenticando che storicamente il razzismo si nutre non solo di violenza e discriminazione, ma anche e sopratuttto di battute a doppio senso.

Berlusconi: "Obama abbronzato"


ILTEMPO
Gasparri
«Ha vinto lui? Ora Al Qaeda sarà contenta»
06/11/2008

È lo scivolone diplomatico di Maurizio Gasparri, capogruppo dei senatori Pdl, a spiccare tra i commenti del centrodestra italiano sulla elezione del primo presidente afroamericano degli Stati Uniti. «Su Obama pesano gravi interrogativi.

Con Obama alla Casa Bianca Al Qaeda forse è più contenta», dice Gasparri al GR3 con questo intendendo che il nuovo presidente americano va testato sul piano della lotta al terrorismo internazionale fondamentalista. «Parole gravi e inaccettabili», affonda per il centrosinistra il presidente dei senatori Pd Anna Finocchiaro, vedendo minati i rapporti tra Italia e Usa.
La miccia della polemica si accende immediatamente varcando in poco tempo l'aula di Palazzo Madama. «Sarebbe istituzionalmente corretto che il senatore Maurizio Gasparri, dato il suo delicato ruolo parlamentare, si affrettasse a chiedere ufficialmente scusa agli Usa tramite il suo ambasciatore a Roma» spiega Vincenco Cerami, ministro della Cultura del governo ombra del Pd. A sostegno del presidente dei senatori Pdl il segretario della Dca-Pdl, Gianfranco Rotondi minimizza: «Gasparri è un po' come me: per una battuta fa saltare il banco. Non c'è da creare un caso». E Roberto Maroni ci tiene a dichiarare: «Non sono d'accordo con chi sostiene che la vittoria di Obama renderà felice Al Qaeda».

(Intervista audio)
Gasparri: Con Obama Al Qaeda è più contenta


THE AFRO-AMERICAN ELECTED PRESIDENT OF US

All media report Barak Obama’s victory to the US presidency with different emphasis. A landslide victory beyond any best expectation. A huge majority both of grand elector's and population's.

Barack Obama is the first Afro-American to conquer the White House. The Illinois black senator has obtained about 52% of votes conquering at least 349 electoral votes, when 270 were enough to win. Obama, Fox says, obtained 61,56 million votes, John McCain 54,81 million votes and 163 electoral votes that is 47% about of the total.

Now the first dream has become true. “Yes, we can” is realized. The “hope” that the young president has been able to instill the citizen of this huge Country becomes possible. In particular to those of the middle and poor classes who are in serious economical situations with the future at stake.

These citizens want of course the “change” for they chose it. The others, that are in much better conditions and or did not believe in his “change” promise, have not chosen so.

Now, many prospectives and possibilities are open for changing at 180 degrees round of the entire US policy both domestic and international. Of such, even the rest of the world can benefit, Europe in the first place and then Italy.

Already now Obama’s victory is teaching the rest of the world for it shows that in this Country the colour of the skin did not count. A reprimand against all “racisms” in the world and that in Italy as well, ironically just from the nation that had suffered racial discrimination with still bleeding scars. If this alone is not a “change”, what is it then?
Raffaele B.
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Barack Obama Victory Speech: Change has come

mercoledì, novembre 05, 2008

L'AFRO-AMERICANO ELETTO PRESIDENTE DEGLI USA

Tutti i media riportano la vittoria di Barak Obama alla presidenza degli Stati Uniti con variegata enfasi. Una vittoria oltre ogni più rosea aspettativa. Una maggioranza schiacciante sia fra i grandi elettori che fra la popolazione.
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Barack Obama è il primo afro-americano a conquistare la Casa Bianca. Il senatore nero dell'Illinois ha ottenuto circa il 52% dei suffragi conquistando almeno 349 voti elettorali, quando ne erano necessari 270 per vincere. In termini assoluti ad Obama, secondo la Fox, sono andati 61,56 milioni di suffragi, a John McCain 54,81 milioni di voti e 163 voti elettorali pari al 47% circa del totale.
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Ora il primo sogno si è avverato. "Yes, we can" si è realizzato. Si apre la "speranza" che il giovane presidente ha saputo infondere ai cittadini di questo sterminato paese. In particolare a tutti quei cittadini della classe media e povera che versano in una situazione economica grave e con un futuro difficile.
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Questi cittadini vogliono senz'altro il "cambio" detto "Change" e lo hanno quindi scelto. Gli altri che versano in condizioni migliori oppure che non gli hanno creduto, hanno optato per il "non cambio".
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Adesso si aprono molte prospettive e possibilità di un cambio a 180 gradi dell'intera politica USA sia nazionale che internazionale. Di questo persino il resto del mondo potrà beneficiarne, l'Europa in primo luogo e quindi l'Italia.
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La vittoria di Obama è già un insegnamento al resto del mondo perchè dimostra che in questo paese questa volta non ha contato il colore della pelle. Un monito a tutti i "razzismi" nel mondo e "nostrani" proprio dal paese che ha sofferto la discriminazione razziale e ne porta tutt'ora le sofferenze. Se non è questo già un "cambio" che cos'è allora?
Raffaele B.
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Barack Obama Victory Speech: Change has come

martedì, novembre 04, 2008

RIFORMA SCUOLA - IL VIDEO MANCANTE DELLE VIOLENZE

Su Youtube troviamo il video di TG1 che commenta i fatti di violenza a piazza Navona mandati in onda la sera prima da RAI3 nel programma di Federica Sciarelli "Chi l'ha visto?".
Questo video è l'antefatto degli scontri a piazza Navona fra studenti ed è il video mancante che "denuncia" con estrema evidenza che a "causare" gli scontri avvenuti poco dopo con i collettivi di sinistra furono proprio loro, i teppisti di destra del "Blocco studentesco" che colpiscono con inaudita violenza i giovani studenti dei licei mentre la polizia se ne sta in disparte! Questa è in sintesi l'azione provocatoria che aveva come scopo di "attirare" il collettivo di sinistra agli scontri per ritorsione ed i fascisti si erano preparati a questo facendosi passare per vittime e allo stesso tempo rovinare l'immagine della manifestazione!
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NEOFASCISTI ALL' ATTACCO DEL PROGRAMMA " CHI L'HA VISTO?"

Naturalmente a costoro non è piaciuta la denuncia in video di RAI3 e così come è tipico del loro costume hanno fatto una IRRUZIONE ALLA RAI nella notte di lunedì 3, intorno alle 0:40, circa trenta giovani, alcuni dei quali a volto coperto, hanno fatto irruzione negli studi Rai di via Teulada a Roma. Cercavano la redazione, gli autori e la conduttrice del programma. Pretesto, le immagini inedite sugli scontri in piazza Navona alle 11 della mattina del 29 ottobre scorso, trasmesse dal programma poco prima. Nella mattinata di martedì una serie di telefonate anonime di minacce hanno raggiunto la redazione. Il testo è stato trasmesso alle autorità inquirenti.

Irruzione di un gruppo di Destra nelle sedi Rai

Raffaele B.