venerdì, novembre 06, 2009

STATO LAICO E I CROCIFISSI

Dopo la sentenza della Corte Europea su ‘via i crocifissi dalle scuole italiane’, unanime la reazione sdegnata del Vaticano, del Governo, dei politici di estrazione cattolica ed in ultimo della stessa sinistra che in questo momento non vuole una ‘guerra di religione’ che dividerebbe l’opposizione in questa difficile situazione che attraversa il Paese.
girmawinetwo
03 novembre 2009
Sentenza UE: Via il Crocefisso dalle Scuole
Corte Ue: no al crocefisso a scuola. Governo: faremo ricorso:Secondo Strasburgo rappresenta "una violazione della libertà religiosa". Sconcerto in Vaticano. Il ministro dell'Istruzione Gelmini bestemmia: "Fa parte delle nostre tradizioni"

Quello che colpisce di più è la reazione del Vaticano che in teoria non c’entra nulla poiché la sentenza riguarda solo lo Stato Italiano. La giustificazione più usata è che il crocifisso rappresenta la nostra ‘tradizione’ e ‘cultura’ e che è presente ovunque nelle nostre piazze e nei nostri monumenti e perfino nelle bandiere di molti stati europei e non. Un ragionamento che mentre ‘svaluta’ il simbolo di religione è di ‘facile’ lettura per quei cittadini ‘sprovveduti’ sulla differenza fra ’diritto’ e ‘fede’ e dei fatti storici alla base di tutto questo.

Intanto diciamo che il crocifisso di cui si parla è senza dubbio un simbolo della religione cattolica. Inoltre la sentenza della Corte riguarda solo i crocifissi nelle aule scolastiche e non le ‘croci’ in altri luoghi. Poi quale tradizione? Quale cultura? I crocifissi nelle scuole furono introdotti obbligatoriamente con regi decreti (fascisti) nel 1924 e poi negli altri luoghi pubblici nel 1929. Prima i crocifissi non c'erano!

Con il primo Concordato tra Mussolini (FASCISMO) e il Vaticano la religione cattolica veniva elevata a Religione di Stato. Poi ci fu un nuovo Concordato nel 1984 tra Craxi e il Vaticano con il quale venne annullata quella norma. Modifica che adeguò il Concordato alla Costituzione sulla eguaglianza di tutte le religioni e non. Da quel momento in poi il simbolo religioso doveva essere ‘rimosso’ da tutti i luoghi pubblici, ma così non fu! Se si fosse fatto allora, ora il problema non esisterebbe.

Lo Stato confessionale che ‘consente’ solo una religione imposta per legge a tutti è un residuo medioevale superato. Il predominio di una religione sulle altre è uno stadio di poco più evoluto, ma anche questo è superato! Rifiutiamo però lo Stato laicista perché ‘negherebbe’ la religione a tutti.

Lo Stato può essere ‘solo laico’ perché deve garantire la libertà di tutte le religioni e non. La sentenza quindi non è contro la religione cattolica ma è a favore di tutte le religioni senza più alcun predominio dell’una sulle altre. Da molti lustri il nostro Paese è diventato multietnico e multireligioso.

I simboli religiosi hanno la loro casa naturale nei luoghi di culto e nelle case dei credenti. In più si possono pure indossare se si vuole e questo non viene impedito. Ma più di tutto la fede deve stare nel cuore del credente e nelle azioni coerenti.

Invito al leggere ‘
Povero Cristo in mano a Berlusconi di un prete famoso Paolo Farinella con la sua Lettera aperta al Cardinale Bagnasco sotto riportati.
Raffaele B.

ANTIMAFIA
Altrachiesa
Povero Cristo in mano a Berlusconi
di Paolo Farinella, (prete)
5 novembre 2009

I giornali del giorno 5 novembre 2009, riportano la foto di Berlusconi che tiene in mano un Crocifisso, abbastanza grande. Le cronache dicono che glielo abbia dato il prete di Fossa, nell’ambito della consegna delle case. Se c’è una immagine blasfema è appunto questa: colui che ha varato una legge incivile contro i «cristi immigrati», che parla di «difesa dei valori cristiani». Un prete che consegna il crocifisso a Berlusconi è uno spergiuro come e peggio di lui. Povero Cristo! Difeso da una massa di ladroni che non solo lo beffeggiano, ma lo crocifiggono di nuovo con la benedizione del Vaticano, che per bocca del suo esimio segretario di Stato, ringrazia il governo per il ricorso che presenterà alla Corte di appello di Strasburgo.

Possiamo dire che c’è una nuova «Compagnia di Gesù» fatta di corrotti, di corruttori, di ladri, di evasori, di mafiosi, di alti prelati correi di blasfemia e di indecenza, di atei opportunisti, di cultori di valori e radic(ch)i(o) cristiani … chi prepara la croce, chi le fune, chi i chiodi, chi le spine, chi l’aceto … e i sommi sacerdoti a fare spettacolo ad applaudire. Intanto sul «povero Cristo» di nome Stefano Cucchi, morto per mancanza di «nutrizione e idratazione», da nessuno è venuta una parola di condanna verso i colpevoli di omicidio, nemmeno dai monsignori che hanno gridato «assassino» al papà di Eluana Englaro.

Povero Cristo, difeso dai preti come suppellettile e raccoglitore di polvere nei luoghi pubblici e da tutti dimenticato come Uomo-Dio che accoglie tutti e dichiara che sono beati i poveri, i miti, coloro che piangono, i costruttori di pace, i perseguitati, gli affamati! Povero Cristo, difeso dagli adoratori del dio Po e di Odino che ne fanno un segno di civiltà, mentre lasciano morire di fame e di freddo poveri sventurati in cerca di uno scampolo di vita. Povero Cristo, difeso dalla “ministra” Gelmini che trasforma il Crocifisso in un pezzo di tradizione “de noantri”, esattamente come la pizza, il pecorino, i tortellini. Povero Cristo, difeso da Bertone che lo mette sullo stesso piano delle zucche traforate.

Povero Cristo! Gli tocca ringraziare la Corte di Strasburgo, l’unica che si sia alzata in piedi per difenderlo dagli insulti di chi fa finta di onorarlo. Signore, pietà!
Guardando a quel Cristo che è il senso della mia vita di uomo e di prete, ho la netta sensazione che dalla sua comoda posizione di inchiodato alla croce, dica: Beati voi, difensori d’ufficio... beati voi che ho i piedi inchiodati, perché se fossi libero, un calcio ben assestato non ve lo leverebbe nessuno.

Don Paolo Farinella, lauree in Teologia Biblica e Scienze Bibliche e Archeologiche. Ha studiato lingue orientali all’Università di Gerusalemme: ebraico, aramaico, greco. I suoi ultimi libri: ”Bibbia, parole, segreti, misteri” e ”Ritorno all’antica Messa“, sempre editore Gabrielli. La sua lettera denuncia contro i vescovi, la chiesa, gli interessi superiori, il governo, lo sfruttamento di minori,non so perché ma difficilmente si avrà notizia di questa lettera sui vari organi ufficiali,allora facciamola girare noi....
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Lettera aperta al cardinale Bagnasco (alcuni stralci).
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Lei e il segretario della Cei avete stemperato le parole fino a diluirle in brodino bevibile anche dalle novizie di un convento. Eppure le accuse sono gravi e le fonti certe: la moglie accusa pubblicamente il marito presidente del consiglio di «frequentare minorenni», dichiara che deve essere trattato «come un malato», lo descrive come il «drago al quale vanno offerte vergini in sacrificio». Le interviste pubblicate da un solo (sic!) quotidiano italiano nel deserto dell’omertà di tutti gli altri e da quasi tutta la stampa estera, hanno confermato, oltre ogni dubbio, che il presidente del consiglio ha mentito spudoratamente alla Nazione e continua a mentire sui suoi processi giudiziari, sull’inazione del suo governo e sulla sua pedofilia. Una sentenza di tribunale di 1° grado ha certificato che egli è corruttore di testimoni chiamati in giudizio e usa la bugia come strumento ordinario di vita e di governo. Eppure si fa vanto della morale cattolica: Dio, Patria, Famiglia. In una tv compiacente ha trasformato in suo privato in un affaire pubblico per utilizzarlo a scopi elettorali, senza alcun ritegno etico e istituzionale.

Lei, sig. Cardinale, presenta il magistero dei vescovi (e del papa) come garante della Morale, centrata sulla persona e sui valori della famiglia, eppure né lei né i vescovi avete detto una parola inequivocabile su un uomo, capo del governo, che ha portato il nostro popolo al livello più basso del degrado morale, valorizzando gli istinti di seduzione, di forza/furbizia e di egoismo individuale. I vescovi assistono allo sfacelo morale del Paese ciechi e muti, afoni, sepolti in una cortina di incenso che impedisce loro di vedere la «verità» che è la nuda «realtà». Il vostro atteggiamento è recidivo perché avete usato lo stesso innocuo linguaggio con i respingimenti degli immigrati in violazione di tutti i dettami del diritto e dell’Etica e della Dottrina sociale della Chiesa cattolica, con cui il governo è solito fare i gargarismi a vostro compiacimento e per vostra presa in giro…
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