Ecco cosa prevedono i quattro quesiti per cui gli italiani saranno chiamati alle urne il domenica 12 dalle 8 alle 22 e lunedì 13 giugno dalle 7 alle 15
1. PRIVATIZZAZIONE DELL'ACQUA (SCHEDA ROSSA)
Il titolo completo del quesito è "Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica" e si riferisce all'abrogazione dell'art. 23 bis della Legge n. 133/2008. Sono le norme che permettono l'affidamento dei servizi idrici ai privati. Votando SÌ, si vota contro la privatizzazione dell'acqua. Votando No, si lascia intatta la possibilità di affidare i servizi idrici ai privati.
1. OSSERVAZIONE:
Se l'acqua è per definizione un "bene comune" come lo è l'aria allora la gestione privata in qualunque forma è esclusa con la vittoria del SI. Se la gestione pubblica non funziona bisogna riformarla e renderla trasparente al controllo democratico, non vi sono altre vie. L'acqua è di tutti!
2. PROFITTI SULL'ACQUA (SCHEDA GIALLA)
Il secondo quesito propone l'abrogazione di una parte dell'art.154 del Decreto Legislativo n. 152/2006. Nello specifico, se vincessero i SÌ sarebbe abrogata la norma che prevede che i privati possano stabilire una tariffa per il servizio idrico tenendo conto dell'"adeguatezza della remunerazione del capitale investito", ovvero garantendosi un profitto. Votando No, la norma rimarrebbe valida.
2. OSSERVAZIONE:
Oltre a quanto detto prima, la vittoria del SI a questo altro quesito impedirà di trasferire sulla bolletta, oltre ai possibili investimenti di sicuro il profitto per i privati. Laddove ha operato e ancora opera il privato sono aumentate le bollette considerevolmente senza che siano mai stati fatti investimenti per migliorare gli impianti e la qualità dell'acqua. Molti comuni sono per questo sul lastrico. La legge non obbliga il privato a fare investimenti. Infine la logica del profitto spingerebbe al massimo consumo (spreco) che invece bisogna evitare. Con la gestione pubblica il profitto non c'è perché verrebbe riutilizzato nell’acquedotto e per le tariffe si potrebbero prevederne due: una per chi consuma normalmente e l'altra per chi la spreca.
3. NUCLEARE (SCHEDA GRIGIA)
Il titolo del quesito, riformulato dalla Cassazione alla luce delle norme introdotte col decreto 'Omnibus', sarà "Abrogazione delle nuove norme che consentono la produzione nel territorio nazionale di energia elettrica nucleare". Per votare contro il nucleare in Italia, gli elettori dovranno scegliere il SÌ.
3. OSSERVAZIONE:
Senza entrare nel merito della sicurezza nostra e dei nostri posteri di cui non c'è più molto da dire, il cittadino deve rivendicare il diritto di decidere direttamente su questa questione (come per l'acqua) attraverso il referendum e non lasciare ad altri, chiunque sia, il potere di farlo in sua vece, perché è in gioco il suo futuro e quello dei suoi figli. La vittoria del SI impedirà di costruire centrali nucleari per almeno 5 anni. La ricerca sul nucleare invece non verrà toccata. Ciò costringerà ad attivare una politica energetica sulle rinnovabili e a ridurre gli sprechi.
4. LEGITTIMO IMPEDIMENTO (SCHEDA VERDE CHIARO)
Il quesito sul legittimo impedimento mira ad abrogare una parte della legge nr. 51 del 7 aprile 2010 dal titolo 'Disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza'. È la norma che introduce la possibilità per chi è impegnato in attività di governo di non comparire nelle aule di giustizia. Per abrogarla bisogna votare SI.
4. OSSERVAZIONE:
Questo è l'unico quesito "politico" dei tre precedenti. La vittoria del SI costringerà i membri del governo a comparire nelle aule di giustizia come avviene per tutti i cittadini. La riaffermazione del principio costituzionale della legge uguale per tutti.
ESERCITIAMO TUTTI NOI IL DIRITTO DI DECIDERE ANDANDO A VOTARE E FAR VOTARE QUANTO PIÙ POSSIBILE I NOSTRI AMICI E PARENTI.
Raffaele B.
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