‘Come e perché la fine della moneta unica salverebbe
democrazia e benessere in Europa’
L’economista Alberto
Bagnai ha scritto questo libro che sta attualmente spopolando, ha delle
particolarità: quando espone la sua tesi, nelle varie conferenze e tavoli di
confronto e persino nel libro, lo fa molte volte con punte di autoironia,
ironia e comicità (intellettuale) per il livello di disarmante semplicità di
alcuni concetti fondamentali ed importanti di economia che i politici
disattendono o ignorano a seconda della loro onestà oppure ignoranza. E’
proprio un piacere ascoltarlo, fa anche ridere!
Il suo lavoro è convincente perché supportato da una
logica disarmante, ricco di dati empirici e grafici disponibili in rete emessi da
istituzioni nazionali e internazionali e da fatti storici tutti verificabili.
Ho letto la sua pubblicazione de “Il Tramonto
dell’Euro” versione ebook scritto in modo chiaro, impeccabile ed
assolutamente credibile. La riassumo in questi 14 punti (non difficili da
capire):
1). la
sua tesi non ha niente di nuovo e di trascendentale. Non si è inventato nulla.
Si basa esclusivamente sull'economia ortodossa esistente e di assiomi enunciati
(teorie) da altri autori del passato in tempi non sospetti e da dati storici
inconfutabili (pratica) che suffragano ampiamente la sua chiave di lettura
della crisi dell’euro. Essa è dovuta al “debito privato” e non come invece si vuol far credere al
“debito pubblico” che invece è solo conseguente all'impoverimento dei
privati.
2). Secondo
il primo enunciato, la finanza è una promessa di pagamento e la crisi
finanziaria succede quando “una promessa di pagamento non viene mantenuta”.
3). Inevitabilmente
si va in crisi ogni volta che si “violano” i principi economici e queste
“violazioni” sono di natura politica ed imposte dai partners forti a partners
deboli in scambi commerciali squilibrati a vantaggio dei primi (crediti
= esportazioni più dei debiti = importazioni).
4). Economie
diverse che operano con un cambio fisso sulla moneta di quella più
forte, producono sempre squilibri a vantaggio di quest’ultima. Invece se ogni
economia adotta la sua moneta questa automaticamente fa da regolatore e si svaluta
o si rivaluta riportando in equilibrio gli scambi (crediti = debiti).
5). Con
l’adozione della moneta unica, in caso di deficit di scambio, la legge
fisica dell’economia richiede una “svalutazione”, pena l’accumulo
dell’indebitamento verso l’esterno. Non essendoci più la moneta locale che automaticamente
si svaluta e allora bisogna operare una svalutazione interna e cioè ridurre
il costo del lavoro.
6). La
diminuzione dei salari, riflettendosi sui prodotti in esportazione ne fa
recuperare competitività tendendo alla compensazione, comunque mai
sufficiente se lo squilibrio persiste. Quindi oltre alla diminuzione dei
salari si ha deficit commerciale che cresce e si accumula di anno
in anno.
7). La
disoccupazione cronica è il risultato classico perché costringe i
sindacati e lavoratori ad accettare bassi salari e precariato
(ciò già avviene effettivamente dall’inizio dell’euro).
8). Sono
state violate le leggi dell’economia classica e si è voluto applicare
una moneta unica tra economie diverse che inevitabilmente dopo
dieci anni ha prodotto uno squilibrio enorme difficile da assorbire.
Questo squilibrio continua purtroppo a crescere fino al punto inevitabile
di rottura e fuori-uscita dall’euro. Lo Stato perde sempre più
sovranità e a farne le spese in prima istanza è la DEMOCRAZIA.
9). L’uscita dall'euro sarà inevitabile se
si vorrà evitare di essere “colonizzati” e/o “comprati a prezzi
stracciati” dai partners che vantano i crediti dovuti allo squilibrio
commerciale (Germania is n.1). I partiti che sostengono l’euro e l’unione
europea così come sono, si vedono costretti a negare questa ovvia ‘verità’
fino all'ultimo istante possibile (quando diventerà ormai visibile a tutti) per
non perdere tutti i consensi adesso! Sono di fatto prigionieri dell’euro.
Sperano in una ripresa che non potrà mai venire a meno che i paesi creditori
del nord rinuncino ai loro crediti! Impossibile! Nella
lontanissima ipotesi che lo facessero, sarebbero quei governi e quei partiti a
perdere tutto il consenso!
10). Uscire dall'euro si può e non
significa uscire dalla unione europea, vedi l’Inghilterra che è in Europa
con la sua moneta. L’uscita avverrà senza drammi al cambio iniziale 1:1 (1 euro
= 1 nuova lira) per meglio gestire la transizione. Tutti i debiti e
crediti saranno con il nuovo conio, anche i mutui. Il deprezzamento della nuova
lira rispetto all’euro (supposto che rimarrà in piedi nel resto dell'Europa) si
prevede non andrà oltre il 10-15% in un anno con il vantaggio che si riattiverà
il lavoro, la produzione e si ridurrà considerevolmente il debito complessivo.
(Previsione da crisi precedenti come quello dello SME nel 1992, Argentina
con il dollaro, Bretton Woods con il dollaro, gruppo di paesi
Asiatici con il dollaro...etc). Insomma è un evento già avvenuto e
non è affatto drammatico come vogliono farci credere! In ultima analisi conviene
anche ai paesi creditori perché in questo modo potranno riavere i loro
crediti anche se svalutato, ma meglio questo che ridurre a zero un
partner che poi non potrà più acquistare i loro prodotti! La somma delle
importazioni dei PIIGS sono la somma delle esportazioni della Germania in
massima parte e altri paesi creditori del nord.
11). Lo SME era un sistema pre-euro di cambi a fluttuazione
limitata (3-5%) entro la quale le monete potevano aggiustarsi, eppure l’Italia
non ce la fece e dovette uscire effettuando una svalutazione tra il
20-25% che produsse solo una inflazione interna del 5% in un anno ma recuperò
l’intero deficit commerciale in un paio d’anni per poter tornare all’euro.
L’euro invece è uno SME a cambio fisso 1:1 senza possibilità di fluttuazione,
quindi più rigido e molto peggio!!!
12). Non ci potrà essere più Europa
per risolvere la crisi perché non ci sono le volontà dei paesi creditori a
volerla effettivamente. Negli accordi dell’unione vi sono articoli che
stabiliscono che si possono attivare le camere di compensazione ma non sono mai
state fatte. La Germania fece la riunificazione ottenendo però una
compensazione che essa nega ai paesi del PIIGS. Quindi l’unione va rifondata
su nuove basi altrimenti con più Europa di questa specie si produrrà l’esplosione
dell’unione stessa aggravando i rapporti fra gli Stati.
13). In
futuro, con l’armonizzazione dei mercati con le proprie monete, si potrà
proporre una unione europea da fondarsi su principi giusti ed economicamente
corretti. Il nuovo sistema dovrà essere basato sulla cooperazione e solidarietà
fra Stati anziché sulla competizione e imposizione dei più forti ai
più deboli. Dovranno essere stabilite in modo preciso i meccanismi di compensazione
automatici così come avviene in USA più di quanto stabilite negli accordi
di Maastricht e Schengen.
14). Solo
seguendo questo percorso sarà possibile costruire una vera Unione Europea,
d'altronde era quanto dicevano molti critici economisti al momento
dell’applicazione dell’euro, ma non furono ascoltati. 12 anni dopo
invece di essere avanti con una unione europea avanzata siamo alle prese con
una crisi feroce e con una unione più divisa di prima.
Noi elettori e militanti abbiamo sempre creduto “ingenuamente” e purtroppo ancora tanti continuano a crederci, che
la Unione Europea fosse quella giusta della cooperazione e della solidarietà e non
quella che viene ora allo scoperto di una feroce
competizione fra Stati forti e deboli che tanto ci nuoce! Naturalmente
tutto questo cambia il quadro di riferimento e le nostre convinzioni. Grazie Alberto!
Consiglio
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dell’Euro” dal sito “IBS libri” la
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Referenze
Curriculum di Alberto
Bagnai http://www.unich.it/unichieti/appmanager/unich/ateneo?_nfpb=true&_pageLabel=RubricaDeatils_v2&path=/BEA%20Repository/184548
Prodotti della Ricerca di Alberto Bagnai
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