ORA PERSINO I SERVIZI SEGRETI AMERICANI “DENUNCIANO”, SMENTENDO BUSH, DEI TERRIBILI “RISULTATI” OTTENUTI CON L’INTERVENTO MILITARE IN IRAQ ALL’INSEGNA DELLA GUERRA CONTRO IL TERRORISMO. IN REALTÀ, DICONO TUTTI I SERVIZI D’INTELLIGENCE, SI STA OTTENENDO L’ESATTO CONTRARIO, CIOÈ LA SUA ESPANSIONE SU LARGA SCALA AUMENTANDONE I RISCHI ANCHE LADDOVE NON ESISTEVANO. L’IRAQ DI SADDAM ERA PRIVO DI “FONDAMENTALISTI” ORA INVECE IL PAESE NE È DIVENTATO UN GROSSO VIVAIO.
IL PRESIDENTE BUSH NEL GOFFO TENTATIVO DI SMENTIRE IL RAPPORTO NON FA CHE CONFERMARLO. UN’ALTRA UNA BRUTTA PAGINA PER LA STORIA DI QUESTO GRANDE PAESE DOPO QUELLA DEL VIETNAM.
Raffaele B.
CORRIERE DELLA SERA
Pubblicato il rapporto sulla guerra in Iraq
Nel testo dei servizi segreti Usa: «I terroristi si espandono: se la tendenza continua ci saranno più attentati nel mondo» di Ennio Caretto.
27 settembre 2006
WASHINGTON — La guerra in Iraq ha contribuito a rafforzare il terrorismo globale «forgiando una nuova generazione di leader e di combattenti», e ha esposto l'Europa a maggiori pericoli: è divenuta una «cause célèbre» che alimenta il risentimento contro gli Usa. I jihadisti «si stanno espandendo e adattando alle nostre strategie e se questa tendenza continuerà la minaccia agli interessi americani aumenterà e produrrà più attentati in tutto il mondo». L'Ue — Italia inclusa — è tra le aree più a rischio perché «la diaspora musulmana facilita il terrorismo».
A sorpresa, per smentire le rivelazioni del New York Times, George Bush martedì ha fatto pubblicare tre pagine e mezzo del rapporto riservato dei servizi, il National Intelligence estimate. Ma i passi scelti dal presidente confermano più che smentire. Dicono sì che se i jihadisti lasciassero l'Iraq sconfitti «meno combattenti ne abbraccerebbero la causa» e che l'uccisione di Bin Laden «porterebbe allo sgretolamento di Al Qaeda». Ma nel complesso il rapporto è molto negativo. Due punti cruciali: «La comunanza di obbiettivi e la disparità dei protagonisti rendono più arduo neutralizzare i vari gruppi». E questi gruppi «potrebbero compiere stragi fuori dell'area tradizionale delle loro operazioni».
IL PRESIDENTE BUSH NEL GOFFO TENTATIVO DI SMENTIRE IL RAPPORTO NON FA CHE CONFERMARLO. UN’ALTRA UNA BRUTTA PAGINA PER LA STORIA DI QUESTO GRANDE PAESE DOPO QUELLA DEL VIETNAM.
Raffaele B.
CORRIERE DELLA SERA
Pubblicato il rapporto sulla guerra in Iraq
Nel testo dei servizi segreti Usa: «I terroristi si espandono: se la tendenza continua ci saranno più attentati nel mondo» di Ennio Caretto.
27 settembre 2006
WASHINGTON — La guerra in Iraq ha contribuito a rafforzare il terrorismo globale «forgiando una nuova generazione di leader e di combattenti», e ha esposto l'Europa a maggiori pericoli: è divenuta una «cause célèbre» che alimenta il risentimento contro gli Usa. I jihadisti «si stanno espandendo e adattando alle nostre strategie e se questa tendenza continuerà la minaccia agli interessi americani aumenterà e produrrà più attentati in tutto il mondo». L'Ue — Italia inclusa — è tra le aree più a rischio perché «la diaspora musulmana facilita il terrorismo».
A sorpresa, per smentire le rivelazioni del New York Times, George Bush martedì ha fatto pubblicare tre pagine e mezzo del rapporto riservato dei servizi, il National Intelligence estimate. Ma i passi scelti dal presidente confermano più che smentire. Dicono sì che se i jihadisti lasciassero l'Iraq sconfitti «meno combattenti ne abbraccerebbero la causa» e che l'uccisione di Bin Laden «porterebbe allo sgretolamento di Al Qaeda». Ma nel complesso il rapporto è molto negativo. Due punti cruciali: «La comunanza di obbiettivi e la disparità dei protagonisti rendono più arduo neutralizzare i vari gruppi». E questi gruppi «potrebbero compiere stragi fuori dell'area tradizionale delle loro operazioni».