venerdì, settembre 29, 2006

ASILO IN ITALIA PER MARIA

NON HA VOCE IN CAPITOLO MARIA, LA BAMBINA DELLA BIELORUSSIA DI 10 ANNI CHE “RACCONTA” DI AVERE SUBITO VIOLENZE NELL’0RFANATOFRIO DEL SUO PAESE. L’AMBASCIATORE BIELORUSSO NON RISULTA AFFATTO CREDIBILE QUANDO PROMETTE CON FINTA BONARIETÀ CHE LA BAMBINA NON SARÀ RICONSEGNATA ALLO STESSO ISTITUTO PERCHÉ NON HA PROCEDUTO A METTERLO SOTTO INCHIESTA DOPO LE GRAVISSIME ACCUSE. CIÒ DIMOSTRA CHE LA VERITÀ NON FA PARTE DEL SUO INTERESSE NÉ TANTOMENO QUELLA DELLA BAMBINA.

NEL NOSTRO PAESE NON È ANCORA PREVISTA, IN CASO DI CONTROVERSIA, LA NOMINA DI UN LEGALE CHE RAPPRESENTI IL BAMBINO COME AUSPICHEREBBE LA CONVENZIONE DI NEW YORK SUI DIRITTI DEL FANCIULLO. QUESTA LEGGE È GIÀ STATA PROPOSTA E RESPINTA FIN DALLA TREDICESIMA LEGISLATURA.

CIÒ CHE DICE MARIA, CHE SE SI ESPRIME BENISSIMO E CON PUNTUALE PRECISIONE ANCHE IN ITALIANO, NON VIENE TENUTO IN CONTO E, FORSE BONTÀ LORO, QUESTA VOLTA I GIUDICI “POTREBBERO” SENTIRLA FINALMENTE PRIMA DI DECIDERE SE RISPEDIRLA ALL’ORFANATOFRIO DEL SUO PAESE STRAPPANDOLA ALL’AFFETTO DAI SUOI GENITORI “ADOTTIVI”. COSTORO HANNO AVUTO IL SOLO TORTO DI “ASCOLTARLA” E QUINDI “AGITO DI CONSEGUENZA COME AVREBBE FATTO CHIUNQUE.

SE MARIA FOSSE STATA UN’ADULTA AVREBBE “BENEFICIATO” DEL DIRITTO DI ASILO COME PREVEDE LA LEGGE. L’INTERESSE DEL FANCIULLO È PRIORITARIO E PREMINENTE RISPETTO AD ALTRI INTERESSI, LO PREVEDONO TUTTE LE CONVENZIONI E LEGGI DI PAESI CIVILI E DEMOCRATICI. IN QUESTO CASO PERÒ NON È ANCORA AVVENUTO.

SI VUOLE FORSE “RECUPERARE” I BUONI RAPPORTI CON LA GIÀ “IRRITATA” BIELORUSSIA E IL SUO ATTIVISSIMO AMBASCIATORE CHE HANNO PER QUESTO SOSPESO TUTTE LE ADOZIONI? SE FOSSE COSÌ MARIA DIVENTEREBBE UNA “MERCE DI SCAMBIO”, INDEGNO PER UN PAESE CIVILE COME IL NOSTRO.

APPRENDIAMO CHE LA BIELORUSSIA NON È FIRMATARIA, COME INVECE È L'ITALIA, DELLA CONVENZIONE DELL'AJA DEL 5 OTTOBRE DEL 1961, UNO DEI FONDAMENTI DELLE GARANZIE STABILITE PER IL FANCIULLO DAL TRIBUNALE PER I MINORI».

SPERIAMO SOLO CHE I GIUDICI “DECIDANO” IN FAVORE DI MARIA PERCHÈ RESTI IN ITALIA CON I SUOI GENITORI ADOTTIVI ANZICHÉ TORNARE IN UN ORFANATROFIO IN BIELORUSSIA SENZA ALCUNA GARANZIA.
Raffaele B.


IL TEMPO
Maria non partirà per la Bielorussia
venerdì 29 settembre 2006

GENOVA — Il destino di Maria si saprà tra qualche giorno. I giudici della Corte d'appello di Genova, dopo un'ora di dibattimento, si sono infatti riservati di decidere. L'udienza, che si è tenuta ieri mattina, davanti al collegio presieduto da Luigi Rovelli, era incentrata sul reclamo dei coniugi Giusto-Bornacin contro il provvedimento del tribunale per i minori che ordinava il ritorno in patria di Maria. Maria è la bambina bielorussa, di 10 anni, ritrovata due giorni fa dai carabinieri in Valle d'Aosta dopo una ventina di giorni di «latitanza» insieme alle due «nonne».
La bambina potrebbe anche venire sentita dai giudici, come hanno chiesto i difensori della famiglia, avvocato Giovanni Ricco e avvocato Alberto Figone nel corso del dibattimento. I legali hanno sostenuto infatti la mancata osservanza dei principi fondamentali previsti dalla convenzione di New York sui diritti del fanciullo. «Nella decisione del Tribunale per i minorenni - hanno commentato - non è stato tenuto adeguatamente in considerazione l'interesse preminente del fanciullo, nella fattispecie di Maria, e soprattutto non è stato dato modo alla bambina di far sentire la sua voce».
«Maria deve ascoltata, curata e seguita laddove chiede di stare, così come avverrebbe per un adulto straniero, che avesse denunciato sofferenza, violenza e abusi e chiedesse asilo nel nostro Paese», ha sostenuto ieri la psicologa Maria Rita Parsi insieme con la Fondazione Movimento Bambino…
CONTINUA

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