sabato, maggio 05, 2007

IL CLERICALISMO, BANDIERA POLITICO-ELETTORALE DELLA CDL

QUESTE SONO LE DICHIARAZIONI DI ANDREA RIVERA AL CONCERTO DEL 1° MAGGIO CHE HANNO SUSCITATO LA DURA REAZIONE DEL VATICANO E DELLA CDL TANTO DA PARAGONARLE A “TERRORISMO” E FARNE UNA QUESTIONE POLITICA:
1.) "Non sopporto che il Vaticano abbia rifiutato i funerali di Welby. Non è stato così per Pinochet, Franco e per uno della banda della Magliana. Assieme a Gesù Cristo non c'erano due malati di Sal ma due ladroni".
RAINEWS24;
2) “Il Papa dice di non credere nell’evoluzionismo e c’ha ragione: la Chiesa in 2 mila anni non si è evoluta affatto”
LASTAMPA

NESSUNO PUÒ NEGARE LA VERIDICITÀ DELLA PRIMA PARTE E CIÒ CHE È VERO ED INCONTESTABILE NON PUÒ DIFFAMARE NE TANTO MENO ESSERE “TERRORISMO”. LA SECONDA PARTE INVECE HA LA CARATTERISTICA TIPICA DI UNA BATTUTA SATIRICA, NORMALE PER UN COMICO IN DEMOCRAZIA. QUINDI NON PUÒ ESSERE UN PROBLEMA E IL VATICANO ESAGERA A DRAMMATIZZARE.

LA CDL NON PUÒ FARNE UNA QUESTIONE POLITICA E CHIEDERE CONTO AL GOVERNO PERCHÉ ANDREA RIVERA NON RAPPRESENTA NESSUNO ED HA PARLATO A TITOLO PERSONALE COME CITTADINO E COME FANNO TUTTI I COMICI DALTRONDE.

PERCHÉ TANTO CLAMORE ALLORA? A MENO CHE LA CDL, COMPRESA LA PARTE ATEA, FACENDO DEL “CLERICALISMO” LA PROPRIA BANDIERA “TENTA” DI CONQUISTARE IL CONSENSO DELLE MASSE CATTOLICHE CHE SOSTENGONO IL GOVERNO PRODI. INSOMMA UNO SQUALLIDO DISEGNO POLITICO-ELETTORALE!
Raffaele B.

ANSA
Prodi chiede buon senso, Cdl all'attacco
2007-05-02 20:39

ROMA - Chiede "buonsenso" Romano Prodi, di fronte alla guerra di religione scatenata dalle battute di Andrea Rivera sul Vaticano. Le polemiche raggiungono Prodi a Lisbona, durante la sua visita ufficiale in Portogallo: le accuse di "terrorismo" dell'Osservatore Romano alle sparate del comico dal palco di San Giovanni, la levata di scudi dei cattolici (soprattutto del centrodestra), le reazioni dei laici.

Prodi non fa nomi, evita di citare il comico incriminato e a maggior ragione il giornale ufficiale del Vaticano, ma rivolge un appello alla misura: "Scriteriati ci sono sempre, persone che usano il linguaggio al di sopra delle righe ci sono sempre". Ma "chi ha buon senso lo usi, diceva mia madre: cerchiamo di usarlo". "Purtroppo - insiste il premier - sono mesi e mesi che si alzano continuamente i toni. Di questo il paese non ha bisogno. Il paese ha bisogno di serenità ".

Con il suo commento Prodi fa capire di non condividere la drammatizzazione fatta dall'Osservatore Romano. La "falange" dei cattolici del centrodestra è andata invece compattamente a sostegno della Chiesa. Sotto accusa non solo il comico, ma anche i sindacati e i laici del centrosinistra, presentati come nemici del sentimento religioso del paese. "Becera propaganda anticlericale", stigmatizza il leader di An Gianfranco Fini.

"Ascoltando le parole pronunciate da Andrea Rivera dal palco della festa del primo maggio e le dichiarazioni non meno gravi di alcuni parlamentari della maggioranza - tuona il coordinatore di Forza Italia Sandro Bondi - viene un senso di preoccupazione e disgusto per il degrado politico, civile e culturale che sommerge il paese".

Il parlamentare di An Ricccardo Pedrizzi, sempre in prima fila nella difesa del Vaticano, dice che Rivera non si è limitato a criticare, ma "ha insultato il Papa e ha detto che la Chiesa non può e non deve esprimere liberamente la sua opinione". "Volgari, offensive e arroganti", vengono giudicate le parole di Rivera dal capogruppo dell'Udc alla Camera Luca Volonté.

Ma anche i cattolici di centrosinistra non restano con le mani in mano. Il responsabile informazione della Margherita Renzo Lusetti prende le distanze dalle battute di Rivera, sostenendo che durante il concertone non bisognava "infierire contro la Chiesa e il Papa" con "offese gratuite". Ciò detto, Lusetti osserva che Rivera "é solo un comico che non rappresenta nessuno" e dunque non ha senso sollevare un caso politico. E' un po' questa la linea dei cattolici del centrosinistra.

Clemente Mastella, per esempio, si rifugia nell'ironia e dice che lui di Rivera preferiva "quello del Milan che giocava con la maglia numero 10". Il capogruppo dell'Udeur Mauro Fabris è invece più duro: lo show del comico, sostiene, è un fatto "grave e pericoloso".

Il fronte laico, ovviamente, la pensa in tutt'altro modo. Secondo il leader dello Sdi Enrico Boselli, evocare il terrorismo per le battute di Rivera, come fa l'Osservatore, "significa solo aprire la caccia alle streghe". "Manca solo la messa all'indice e l'introduzione del reato di lesa maestà per completare l'opera", ironizza il radicale Marco Cappato.

Solidarietà a Rivera arriva dal diessino Franco Grillini, secondo il quale il comico "ha interpretato il sentimento della piazza e di buona parte del paese". Cerca di smorzare i toni il sottosegretario alla Giustizia Luigi Mancini: a suo giudizio le parole del conduttore sono state "forti", ma "non offensive".

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