La magistratura inquirente nella persona del pm Francesco Cardona Albini, dopo lunghe indagini con acquisizioni di notevole materiale video ed audio, ha messo insieme una mole di prove che inchioderebbero gli imputati (tra poliziotti e loro dirigenti) a responsabilità gravissime sul MASSACRO alla Diaz di Genova.
Le indagini smentiscono clamorosamente tutte le dichiarazioni della polizia che giustificò l’assalto ai NO-GLOBAL che invece dormivano all’interno della scuola Diaz. In aggiunta il magistrato ha incontrato numerosi ostacoli e collaborazione nulla da parte della polizia.
In tutti questi anni si fece di tutto per impedire che la GIUSTIZIA facesse il suo corso e ci furono perfino coperture politiche vergognose tese a “PROTEGGERE” coloro che all’interno del corpo si fossero macchiati di gravi reati di violenza inaudita con la classica scusa che non si potevano processare i poliziotti che nel fare il loro “dovere” nel contrastare i violenti NO-GLOBAL ne avessero maltrattati alcuni e che avessero addirittura “PIAZZATO FALSE PROVE” per giustificare l’irruzione alla scuola.
È stato fatto di tutto perché la VERITÀ dei fatti non venisse fuori eppure a distanza di 7 anni, con lentezza ma allo stesso tempo con grande tenacia, il pm Francesco Cardona Albini arriva a pronunciare ACCUSE così gravi nei confronti di 29 poliziotti tra dirigenti e funzionari che sono INIMMAGINABILI per un PAESE civile e democratico.
Nel frattempo queste persone hanno goduto di una “IMPUNITÀ” vergognosa al punto che oggi occupano posti importanti nelle istituzioni ed alcuni di loro hanno fatto perfino carriera.
Non ci resta che attendere ora il PROCESSO perché sia accertata finalmente tutta la verità dei fatti del G8 di Genova e le giuste condanne per tutti i responsabili che hanno commesso il massacro e di coloro che potevano ma non hanno fatto nulla per impedirlo.
C’è un solo pericolo all’orizzonte: la legge BLOCCA-PROCESSI che il governo vuole approvare per salvare Berlusconi. Se venisse approvata in tempo farebbe SALTARE il processo di UN ANNO allungando ulteriormente i tempi per l’accertamento della verità e quelli della vergognosa impunità degli imputati.
Raffaele B.
ANSA
G8, "ALLA DIAZ E' STATO UN MASSACRO"
di Paola Mattarana
2008-07-04 20:25
GENOVA - Manganelli Tonfa impugnati al contrario per picchiare più forte, calci, pugni e capigliature tagliate esibite come trofei, mobilia e sedie spaccate addosso: è il quadro del "massacro" della polizia sui no global nella scuola Diaz, durante il G8, dipinto oggi dal pm Francesco Cardona Albini nel corso della requisitoria. Nel processo sono imputati 29 poliziotti tra alti dirigenti, funzionari e capisquadra e 98 sono le parti lese. Le accuse sono a vario titolo violenza privata, lesioni gravi, abuso d'ufficio falso, calunnia, porto abusivo di armi da guerra. Al "massacro" - secondo il pm - assistevano indifferenti, come hanno evidenziato testimonianze e filmati, dirigenti e funzionari di polizia in borghese che stavano a guardare o giravano la testa dall'altra parte. "Il primo poliziotto ad entrare nella scuola - ha ricostruito il pm - è stato un agente del I Reparto Mobile di Roma, ai comandi di Vincenzo Canterini, seguito da altri colleghi anche in borghese". "Dentro la palestra - ha proseguito - c'erano cittadini turchi, statunitensi e 11 spagnoli, dentro ai sacchi a pelo per dormire. Alla vista dei poliziotti si misero in ginocchio invocando la non violenza. Come risposta sono stati colpiti con sedie e mobilia e poi presi a manganellate". "In pochi minuti - ha sottolineato il pm - la scena si trasformò in un feroce pestaggio da parte dei poliziotti travisati da caschi e da bandane".
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Le indagini smentiscono clamorosamente tutte le dichiarazioni della polizia che giustificò l’assalto ai NO-GLOBAL che invece dormivano all’interno della scuola Diaz. In aggiunta il magistrato ha incontrato numerosi ostacoli e collaborazione nulla da parte della polizia.
In tutti questi anni si fece di tutto per impedire che la GIUSTIZIA facesse il suo corso e ci furono perfino coperture politiche vergognose tese a “PROTEGGERE” coloro che all’interno del corpo si fossero macchiati di gravi reati di violenza inaudita con la classica scusa che non si potevano processare i poliziotti che nel fare il loro “dovere” nel contrastare i violenti NO-GLOBAL ne avessero maltrattati alcuni e che avessero addirittura “PIAZZATO FALSE PROVE” per giustificare l’irruzione alla scuola.
È stato fatto di tutto perché la VERITÀ dei fatti non venisse fuori eppure a distanza di 7 anni, con lentezza ma allo stesso tempo con grande tenacia, il pm Francesco Cardona Albini arriva a pronunciare ACCUSE così gravi nei confronti di 29 poliziotti tra dirigenti e funzionari che sono INIMMAGINABILI per un PAESE civile e democratico.
Nel frattempo queste persone hanno goduto di una “IMPUNITÀ” vergognosa al punto che oggi occupano posti importanti nelle istituzioni ed alcuni di loro hanno fatto perfino carriera.
Non ci resta che attendere ora il PROCESSO perché sia accertata finalmente tutta la verità dei fatti del G8 di Genova e le giuste condanne per tutti i responsabili che hanno commesso il massacro e di coloro che potevano ma non hanno fatto nulla per impedirlo.
C’è un solo pericolo all’orizzonte: la legge BLOCCA-PROCESSI che il governo vuole approvare per salvare Berlusconi. Se venisse approvata in tempo farebbe SALTARE il processo di UN ANNO allungando ulteriormente i tempi per l’accertamento della verità e quelli della vergognosa impunità degli imputati.
Raffaele B.
ANSA
G8, "ALLA DIAZ E' STATO UN MASSACRO"
di Paola Mattarana
2008-07-04 20:25
GENOVA - Manganelli Tonfa impugnati al contrario per picchiare più forte, calci, pugni e capigliature tagliate esibite come trofei, mobilia e sedie spaccate addosso: è il quadro del "massacro" della polizia sui no global nella scuola Diaz, durante il G8, dipinto oggi dal pm Francesco Cardona Albini nel corso della requisitoria. Nel processo sono imputati 29 poliziotti tra alti dirigenti, funzionari e capisquadra e 98 sono le parti lese. Le accuse sono a vario titolo violenza privata, lesioni gravi, abuso d'ufficio falso, calunnia, porto abusivo di armi da guerra. Al "massacro" - secondo il pm - assistevano indifferenti, come hanno evidenziato testimonianze e filmati, dirigenti e funzionari di polizia in borghese che stavano a guardare o giravano la testa dall'altra parte. "Il primo poliziotto ad entrare nella scuola - ha ricostruito il pm - è stato un agente del I Reparto Mobile di Roma, ai comandi di Vincenzo Canterini, seguito da altri colleghi anche in borghese". "Dentro la palestra - ha proseguito - c'erano cittadini turchi, statunitensi e 11 spagnoli, dentro ai sacchi a pelo per dormire. Alla vista dei poliziotti si misero in ginocchio invocando la non violenza. Come risposta sono stati colpiti con sedie e mobilia e poi presi a manganellate". "In pochi minuti - ha sottolineato il pm - la scena si trasformò in un feroce pestaggio da parte dei poliziotti travisati da caschi e da bandane".
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Anche il pentimento tardivo di Michelangelo Fournier, vice di Canterini, che in una dichiarazione spontanea definì l'irruzione una "macelleria messicana" non ha convinto il pm. "Se Fournier - si è chiesto il pm - è stato con i suoi uomini tra i primi ad entrare come si conciliano le gravi lesioni subite dagli occupanti?. Anche in questa occasione - ha detto - Fournier non ha voluto coinvolgere il proprio reparto e se stesso, parlando solo di altri colleghi che avrebbero picchiato a sangue i no global". Solo ad un certo punto Fournier, secondo alcune dichiarazioni rese dai testi, gridò "Basta, basta". Il pm ha smantellato la tesi della presunta resistenza opposta dai no global: con dichiarazioni di testi e filmati è stato smentito il lancio di bottiglie e oggetti vari che sarebbe avvenuto prima e dopo l'irruzione.
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"Il bilancio di 79 feriti nella scuola, di altri fuori dell'edificio, il 'martirio' di Mark Covell (il giornalista free lance inglese massacrato di botte) e soprattutto il terrore degli occupanti, molti dei quali non poterono trattenere i loro sfinteri, non sembra congruo - ha detto il pm - neppure se ci fosse stata resistenza". "Non c'é stato da parte della polizia alcun 'assalto al castello' asserragliato da occupanti - ha aggiunto - ma solo un' irruzione a freddo, decisa a tavolino". Cardona Albini ha anche confutato le dichiarazioni rese il 3 agosto 2001 dal prefetto Arnaldo La Barbera (morto durante le indagini preliminari),a sua volta indagato, il quale sostenne di essersi messo il casco per ripararsi dal lancio di pietre e oggetti gettati dalle finestre della scuola. "Da filmati in nostro possesso si vede La Barbera davanti alla scuola senza casco e nessun lancio di oggetti". Davanti alla scuola erano inoltre presenti Francesco Gratteri e Giovanni Luperi, all' epoca rispettivamente direttore dello Sco e vice direttore dell' Ucigos, a loro volta imputati nel processo, oggi ai vertici dell' Antiterrorismo e dei servizi segreti. Il pm ha ribadito, come già detto ieri dal collega Enrico Zucca, di aver trovato molta difficoltà in queste indagini, se non dei veri e propri "ostacoli" a causa dell'omertà degli imputati e della polizia che non ha reso noto neppure i nomi di chi partecipò all'irruzione.
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"Ad oggi - ha concluso il pm - non sappiamo neppure in quanti vi parteciparono". La requisitoria, che si concluderà il 10 con le richieste di condanna, ha suscitato anche oggi commenti politici. L'on. Giovanna Melandri (Pd), Ermete Realacci (Pd) e Paolo Cento (Verdi) hanno ribadito che la pagina della Diaz è una ferita ancora da sanare con l'accertamento delle responsabilità e una pagina vergognosa della nostra Repubblica.
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