Gli abruzzesi e gli aquilani cominciano a temere seriamente che la ricostruzione della città sia a rischio grave e che saranno costretti a rimanere nelle 15mila casette (peraltro ancora da costruire) per un tempo indeterminato con la conseguente fine di una popolazione e di una città millenaria quale L’Aquila è.
Il fatto poi che questa manifestazione sia stata del tutto “ignorata” dal TG1 la dice lunga e non depone a favore sulle reali intenzioni del Governo che tende quindi a “nasconderla” ai media per evitare che i cittadini tutti vengano a “sapere”.
È evidente che “non ci sono i soldi” e il governo Berlusconi tenta di bluffare i cittadini e i terremotati con promesse e decreti vuoti solo per accrescere il suo consenso. I soldi non ci sono perché il governo “non vuole mettere una tassa” di scopo per la ricostruzione come invece avvenne in altri casi con ben altri governi.
Il governo non vuole tassare i ricchi (sua potente base elettorale) e quello che fa è di utilizzare parte dei fondi FAS europei per le zone di sottosviluppo che pure sono urgenti e necessari per il sud, tra l’altro comunque sempre insufficienti per la ricostruzione dell’Abruzzo.
S’inventa allora una lotteria dei quali proventi non c’è nessuna certezza e per di più sono comunque soldi dei “poveri” perché solo loro sono disposti a pagare la tassa della speranza per diventare ricchi. Una cosa ignobile e vergognosa.
Ma gli abruzzesi e gli aquilani ci riproveranno ancora con la protesta e questa volta andranno fino in fondo decisi a sfruttare l’occasione fornita dal G8 tra i grandi della Terra per rivelare al mondo intero tutta la verità sull’inganno di Berlusconi e il suo governo. Vedremo allora cosa succederà!
Raffaele B.
Corteo Terremotati:Gli aquilani arrivano a Roma
liveunict
1.500 terremotati in corteo verso Montecitorio per protestare contro il decreto-terremoto. Da Republbica.it
Protesta dei terremotati aquilani davanti montecitorio - Il tg1 li ignora - 16 giugno 2009 REPUBBLICA.IT
RAINEWS24
Gli aquilani protestano a Roma
Roma, 16-06-2009
Un migliaio, forse più, con tanto di tende piantate davanti Montecitorio, stanchi di aspettare e assolutamente contrari al decreto Abruzzo, sono arrivati con pullman dall'Aquila e dalle coste abruzzesi: hanno manifestato davanti alla Camera e poi hanno sfilato per le vie del centro, gli sfollati dell'Aquila e del cratere colpito dal sisma.
Hanno contestato il decreto sull'Abruzzo in discussione alla Camera, e gridato slogan contro il governo Berlusconi. Uno striscione condensa il loro stato d'animo:"Forti e gentili sì, fessi no". Chiedono al governo più trasparenza e chiarezza negli appalti per la ricostruzione, "che - sottolineano - deve essere totale".
Sono arrivati verso mezzogiorno per un sit-in davanti Montecitorio, guidati dal sindaco dell'Aquila Massimo Cialente e dal presidente della provincia dell'Aquila Stefania Pezzopane.
In questo momento, ha sottolineato Cialente, "ci sentiamo umiliati e traditi dal governo". Dure le parole del primo cittadino sul decreto per la ricostruzione in discussione a Montecitorio. In particolare, sull'emendamento "simbolo" del dl, quello sulle seconde case: e' la prima volta che viene fatta una distinzione tra case di residenti e di non residenti in un caso di calamità naturale, ha spiegato la Pezzopane,aggiungendo che il 29 maggio scorso proprio il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, aveva dato "tutt'altre rassicurazioni".
"Se il governo non cambia strategia - ha proseguito - la ricostruzione della città non ci sarà, ma rimarranno solo le 15 mila casette. E questo significa la morte dell'Aquila, che sarebbe una sconfitta per il paese".
Due tende auto montanti di tipo igloo sono state aperte di fronte alla Camera: "Queste tende - hanno urlato i manifestanti - sono per te, Berlusconi: vieni a vivere con noi".
Una loro delegazione e' stata poi ricevuta dal presidente della camera, Gianfranco Fini. Un incontro "molto importante a livello istituzionale - lo ha definito Pezzopane - soprattutto perché il presidente della Camera ci ha ricordato come egli si sia adoperato affinché la discussione in aula sul decreto Abruzzo si tenesse senza ricorrere al voto di fiducia, ribadendo in questo modo il suo ruolo super partes".
1 commento:
Ma cari abbruzzesi ancora credete al Cavaliere? le cose dovete farvele da soli.Qando ritornerete aRoma ogniuno porti un sasso della sua casa e lo depositi davanti a Montecitorio e se incontrate il buon Silvio dateli tutti a LUI
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