lunedì, dicembre 07, 2009

IL CAVALIERE ‘RUBA’ IL MERITO DEGLI ARRESTI DI MAFIA

Al fine di ‘smentire’ le accuse del pentito Spatuzza del suo coinvolgimento e di quello di Dell’Utri con la Mafia, il Cavaliere ‘si attribuisce’ il merito delle ondate di arresti eccellenti di latitanti mafiosi fatti finora che, come invece ‘dovrebbero’ sapere tutti, sono fatti esclusivamente dalla MAGISTRATURA e dalla POLIZIA.

http://www.youtube.com/watch?v=y6F140zov6Y
GRANDEMIAO
06 dicembre 2009
BERLUSCONI IN MERITO AGLI ARRESTI DEI DUE BOSS MAFIOSI

Quest’ultima perfino ‘penalizzata’ da gravi tagli ai finanziamenti proprio dal suo Governo. Per i pm magistrati invece non è un mistero che siano molto ‘odiati’ da Berlusconi specialmente quando gli inviano gli avvisi di garanzia che lo invitano a comparire in tribunale per farsi processare.

Incredibilmente invece Berlusconi, quale Presidente del Consiglio ‘ruba’ loro il merito dei risultati fin qui conseguiti nonostante le ‘difficoltà’ cui devono fare fronte tutti i giorni spesso anche senza il pagamento degli straordinari o il rimborso della benzina.

La faccia tosta del presidente non conosce limiti perché mentre tenta di scagionarsi indignato dalle accuse di mafia con questo furto di meriti ‘antimafia’, lo stesso Dell’Utri e Piero Longo (PDL) propongono la revisione del reato introdotto da Giovanni Falcone sul ‘concorso esterno in associazione mafiosa” e Renato Farina (neo deputato PDL) del ’carcere duro il 41bis’ riservato ai mafiosi, considerato da lui come una forma di tortura! PROPRIO LE COSE CHE LA MAFIA VUOLE!
Leggi ‘
Cosa nostra e cose loro, una lettera da Palermo’ sul blog del FATTO QUOTIDIANO.

Con questo ‘giochino’ mediatico Berlusconi ‘tenta’ di sottrarsi ancora una volta alla GIUSTIZIA, questa volta in modo ‘spudorato’ fidando sui suoi soliti mezzi di comunicazione e sulla scarsa ‘memoria’ e ‘conoscenza’ dei cittadini ma ‘rivelandone’ la SUA CATTIVA FEDE, suo malgrado.
Raffaele B.

L’UNITÀ
Arresti sbandierati, padrini e caricature dei criminali
di
Saverio Lodato
07 dicembre 2009
Proviamo a fare un giochino. Quale era il governo in carica quando, il 15 gennaio 1993, venne arrestato Totò Riina? Il governo Amato. Quale era il governo in carica quando, l’11 aprile 2006, venne arrestato Bernardo Provenzano? È difficile rispondere: l’8 e il 10 aprile si erano svolte le elezioni politiche, e l’arresto del Padrino, governativamente parlando, fu considerato “orfano”, visto che le urne erano state aperte proprio quel giorno.

Qual’era il governo in carica quando, il 20 maggio 1996, venne arrestato Giovanni Brusca? Da due giorni, il governo Prodi, e Giorgio Napolitano era ministro degli interni. Qual‘ era il governo in carica quando venne arrestato, il 20 febbraio 1986, Michele Greco? Il governo Craxi. Quale era il governo in carica, il 14 maggio 1974, quando venne arrestato Luciano Liggio? Il governo Rumor. Quale era il governo in carica quando venne arrestato, l’8 aprile 1984, Gaetano Badalamenti? Un altro governo Craxi.Quali furono i governi italiani che arrestarono Vito Cascio Ferro che fu arrestato, se i conti sono esatti, 69 volte? Tanti. E, almeno una volta, lo arrestò il governo Mussolini.
Dovrebbe poter bastare. Le dichiarazioni di Berlusconi e Maroni, all’indomani degli arresti di Raccuglia, Nicchi e Fidanzati, ultimi boss, in ordine di tempo, a finire in manette, sono la testimonianza evidente del fatto che i politici del Pdl sono stupiti di se stessi e non credono ai loro occhi. Sbandierano gli arresti. Li contrappongono al popolo sceso a manifestare in Piazza San Giovanni. Li enfatizzano al limite del ridicolo, quanto a caratura criminale dei personaggi in questione. Considerano talmente lo Stato qualcosa di proprio, di personale, di famiglia, da lasciar sottintendere che, se solo lo avessero voluto, quegli arresti non ci sarebbero mai stati. Difficilmente si daranno una calmata. Tanto è vero che non li abbiamo sentiti spendere una parola di plauso per magistrati, poliziotti e carabinieri che quegli arresti li fanno davvero e – per fortuna degli italiani- sopravvivono a tutti i governi, anche a quello di Berlusconi e Maroni. Come, d’altronde, i politici mafiosi, che mai l’hanno fatta franca come con questo governo.

SICILIAINFORMAZIONI
Arresti eccellenti, il day after delle toghe “nemiche” Come Antonio Ingroia
06 dicembre 2009

Il procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, ha commentato gli arresti dei due superlatitanti di Cosa Nostra Gianni Nicchi e Gaetano Fidanzati. "Nonostante le difficoltà operative incontrate a causa delle scarse risorse di mezzi e di fondi”, ha affermato, “questi arresti sono un importante risultato ottenuto per merito dei poliziotti e dei magistrati delle procure di Palermo e di Milano".

Ingroia non è ben visto negli ambienti governativi. Occupa i primi posti della lista di proscrizione, perché gli addebitano una sospetta solerzia negli affari giudiziari che coinvolgono Silvio Berlusconi. Una considerazione che ha ricevuto conferma con le indagini sulle stragi del ’92 e ’93, la cosiddetta trattativa mafia-Stato, le rivelazioni di Massimo Ciancimino e Gaspare Spatuzza.

E’ Ingroia che lavora alle inchieste assieme ai suoi colleghi di Palermo, Caltanissetta, Milano e Firenze. Abituato ad essere additato come un nemico, ed arruolato nell’esercito delle toghe rosse e degli eversori, deve avere vissuto con alterni stati d’animo il day after della cattura di Nicchi e Fidanzati.

Non è facile accettare sospetti e manipolazioni giorno dopo giorno e a conclusione di una indagine conclusa con successo, essere in qualche modo “derubato” – in quanto magistrato – del successo conseguito insieme ai poliziotti e ai colleghi. Ingroia è la testimonianza palese della schizofrenia governativa, quella che descrive le toghe come golpisti quando “disturbano” il manovratore e permette di attribuire successi senza precedenti nella lotta alla mafia all’esecutivo.

Stando alle considerazioni della politica - i leaders della maggioranza di governo in prima fila – l’arresto dei due boss a Palermo e Milano sarebbe la risposta migliore alle farneticazioni di Gaspare Spatuzza. Se così fosse, tuttavia, magistrati come Ingroia – direttamente o indirettamente – avrebbero dato a se stessi la smentita alle “farneticazioni” raccolte e considerate attendibili (dalla Procura di Firenze).

Gli appostamenti, le intercettazioni, le indagini che hanno condotto Nicchi e Fidanzati nelle patrie galere non hanno affatto coinvolto i Ministri e gli apparati della politica, ma agenti, detective, magistrati. Tutta gente che non aveva interesse alcuno a smentire e smentirsi, perché della collaborazione di Spatuzza si è servita per cercare di ricostruire la terribile stagione stragista della mafia siciliana. E’ difficile dare credito a chi indaga, quando si è oggetto di indagine, ma questo è richiesto, non altro, a chi rappresenta le istituzioni, se si ha fiducia nella giustizia. Una fiducia che non può essere dismessa e riaccesa come il pulsante dell’energia elettrica.

SICILIAINFORMAZIONI
Gli arresti di Nicchi e Fidanzati sono la risposta a Spatuzza, secondo il governo. Ma non è affatto così, ecco perché
06 dicembre 2009

Il governo Berlusconi sarà ricordato come l'esecutivo che ha decapitato la mafia". L’ultimo spot del portavoce Pdl Daniele Capezzone merita di essere scolpito sul marmo a futura memoria.

“Presto -assicura Capezzone- si giungerà alla sconfitta finale di questa e di altre organizzazioni criminali. Chiunque abbia onestà intellettuale dovrebbe riconoscere l'impulso politico fortissimo del governo a questa lotta. Il resto è infamia, calunnia, con il solo scopo di ferire l'immagine internazionale del Paese. E chiunque si accodi a questi veleni deve sapere che resterà drammaticamente isolato rispetto alla stragrande maggioranza dei cittadini e dell'opinione pubblica"

La storia della mafia Capezzone non la conosce, l’arte della comunicazione inciampa sull’ignoranza e l’imbonimento. Non è tempo. Chi lavora per ripulire il Paese dal crimine organizzato sa bene di che pasta è fatta la piovra e come i suoi tentacoli ricompaiono con sorprendente velocità. La storia dovrebbe consigliare cautela e sobrietà, ma prevale il bisogno di “seppellire” il resto, Spatuzza, Ciancimino e company.

L'esecutivo gonfia il petto sul fronte della lotta alla criminalità organizzata, a seguito degli arresti dei boss mafiosi Giovanni Nicchi e Gaetano Fidanzati. E ne ha ben donde, a patto che curi la sua schizofrenia nei confronti dei magistrati – eversori i giorni feriali e lucidi determinati nemici delle mafie in quelli festivi. I magistrati fanno il loro mestiere, bene o meno bene, ma non vanno giudicati dai governanti a seconda della convenienza. Se il capo del governo è imputato le toghe sono i nemici da battere, gli eversori da distruggere, se hanno successo con le loro indagini il capo del governo “vanta”, si annette i risultati del loro lavoro.

Ignazio La Russa, Ministro della Difesa, ha commentato la cattura di Nicchi e Fidanzati, scusandosi per non avere permesso a questi galantuomini di partecipare al “No B day”, promosso dagli internauti. Scherzava, ma fino a un certo punto. Se la piazza dei ragazzi romani non piace al Ministro, non significa che sia fatta di “picciotti” di mafia. E lui, che è siciliano, dovrebbe saperlo di che pasta sono fatti gli “uomini d’onore”.

L’educazione al rispetto degli avversari, tuttavia, non s’impara a tarda età. O ce l’ha o non c’è niente da fare, purtroppo. Il Ministro degli Interni, Maroni, legittimamente compiaciuto per i due arresti eccellenti, non ha potuto fare a meno di alludere alle “farneticazioni” di Spatuzza che con l’arresto di Nicci e Fidanzati non c’entra niente. Spatuzza può avere detto bugie o raccontato qualcosa di vero, lo deciderà il tribunale, e soprattutto lo decideranno i riscontri che i poliziotti e i magistrati avranno saputo trovare. La “risposta” alle “farneticazioni” di Spatuzza è l’assenza di riscontri, verifiche, indizi, prove e testimonianze, non le manette ai due boss. Dell’Utri sostiene che la mafia vuole fare cadere il governo perché il governo la tratta male. Se è così vuol dire che erano state create delle aspettative.

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