lomiolith — 21 marzo 2010
Berlusconi: "Sconfiggerò il cancro"
Berlusconi ha affermato che sarà il suo governo a sconfiggere il cancro. Vogliamo anche vincere il cancro che colpisce ogni anno 250mila italiani e che riguarda quasi due milioni di nostri cittadini. Dobbiamo affrontare questi tre anni forti di un pieno mandato
L’allarme lanciato dai medici oncologi dell’AIOM sulla manovra dei tagli che il Governo si appresterebbe a fare andrà di fatto a bloccare il turn-over, in pratica produrrà nel tempo riduzione di personale qualificato in grado di utilizzare le complicatissime macchine elettromedicali per trattare il cancro.
Naturalmente il ministro Fazio si è affrettato a ‘smentire’ che la manovra non implica nessun taglio né nel numero, né nella tipologia, né nella qualità delle prestazioni per la cura dei tumori.
Una strana ‘smentita’ niente affatto convincente per le seguenti due ragioni fondamentali:
Primo, non nega che si tratta di manovra, ma se non effettua nessun taglio, che manovra è?
Secondo, se invece non è una manovra che taglia ma aggiunge risorse, perché allora tacerla e non dire l’entità di tali risorse?
Quindi altro che sconfiggere il cancro allora, il Cavaliere ‘sconfiggerà’ l’oncologia con buona pace di chi ancora gli crede. Una promessa questa particolare perché mantenuta al contrario!
Raffaele B.
ANSA
Manovra, Aiom: tagli all'oncologia
Fazio: nessun taglio a prestazioni oncologiche
05 giugno, 17:21
(ANSA) - CHICAGO (ILLINOIS), 5 GIU - L'oncologia, e con essa le persone con tumore, pagheranno il prezzo più alto per i tagli alla sanità. Smentita di Fazio. Per l'Associazione di Oncologia Medica c'e' preoccupazione per le ricadute sull'assistenza ai pazienti oncologici: il blocco del turnover sottrarrà personale specializzato. 'La manovra non implica nessun taglio ne' nel numero, ne' nella tipologia, ne' nella qualità delle prestazioni per la cura dei tumori' ribatte il ministro
MEDICINE LIVE
Manovra, previsti tagli per le cure oncologiche ma Fazio smentisce
Di Paola Pagliaro
La manovra finanziaria proposta dal Governo fa discutere anche l’Associazione Italiana di Oncologia Medica, preoccupata per i presunti tagli dei fondi destinati alle cure oncologiche. A lanciare l’allarme è Carmelo Iacono, presidente Aiom, intervenuto al convegno internazionale della Società Americana di Oncologia Clinica (Asco) in corso a Chicago (Illinois):
Siamo preoccupati perché i tagli nella sanità pubblica avranno ricadute importanti nell’erogazione dell’assistenza ai pazienti oncologici. L’oncologia, e, con essa, le persone colpite da un tumore, finiranno per pagare il prezzo più alto per i tagli alle spese sanitarie imposti dalla manovra economica.
A preoccupare è soprattutto il blocco del turnover che sottrarrà personale specializzato all’assistenza dei pazienti oncologici. Ma anche la mancanza di addetti alle attrezzature di diagnostica:
Per ridurre le liste d’attesa è necessario che tutte le attrezzature lavorino su 12 ore, altrimenti correremo il rischio di avere aperto nuove strutture per Pet, Tac e Risonanza magnetica nucleare senza avere il personale necessario a farle funzionare. Se non si capisce che bisogna investire in medici, tecnici e biologi, non riusciremo a dare risposte adeguate nella lotta ai tumori, che stanno diventando la prima causa di morte in Italia.
Il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, si è affrettato a smentire:
La manovra non implica nessun taglio nè nel numero, nè nella tipologia, nè nella qualità delle prestazioni per la cura dei tumori.
Ci auguriamo davvero che sia così. Se così non fosse, sarebbe davvero un duro colpo per la lotta al cancro.
REPUBBLICA
LA MANOVRA / I TAGLI
Nella guerra contro i tumori a rischio l’esercito dei medici
di Elena Dusi
Giugno 7, 2010
Strutture e personale "minacciati" dai tagli. L'allarme degli oncologi: "Inutile investire in macchinari, non c´è chi può utilizzarli". La media degli specialisti per reparto era in salita, ma ora la crescita si fermerà
Delle tre gambe su cui poggia la lotta contro i tumori in Italia - strumenti, farmaci e camici bianchi - è la terza quella che rischia di traballare di più con la manovra. Le misure del ministro Tremonti rischiano infatti di accorciare una coperta già ridotta dal blocco dei turn over negli ospedali italiani, entrato in vigore di fatto da un paio di anni. I quasi 1.200 medici oncologi che lavorano oggi nelle strutture pubbliche in Italia rischiano di non bastare in futuro a fare fronte ai 2 milioni di malati di cancro e ai 250mila nuovi casi che si presentano ogni anno.
L´allarme è stato lanciato due giorni fa dai medici dell´Aiom (Associazione italiana oncologici medici) dal palco del congresso mondiale dell´Asco a Chicago. Ma è con il Libro Bianco sulle strutture della penisola che l´Aiom entra nei dettagli del problema, analizzando i mezzi e le strategie di cui l´Italia dispone per fronteggiare una malattia che provoca un decesso su tre e il 10% dei ricoveri in ospedale.
«Negli ultimi anni abbiamo fatto grandi sforzi per metterci al passo con gli strumenti di diagnosi e terapia. Ma rischiamo di non avere abbastanza personale per far funzionare le macchine» spiega preoccupato Giovanni Bernardo, segretario dell´Aiom e primario di oncologia medica nell´Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico della fondazione Maugeri a Pavia. «Siamo riusciti quasi ad azzerare i viaggi della speranza all´estero. Restano però in parte le migrazioni dei pazienti dal sud al nord Italia». E in effetti dei 230 reparti di oncologia censiti dal Libro Bianco, 104 si trovano al nord, 61 al centro e 65 fra sud e isole. I dati del Libro Bianco confermano che il 90% delle strutture pubbliche di oncologia in Italia dispone oggi di apparecchi per la risonanza magnetica, il 32% ha almeno una Pet per la tomografia e il 61% è dotato di scintigrafo.
Nel 2003 il dato della risonanza magnetica era fermo al 51%. La fotografia è meno rosea per la radioterapia, presente nel 60% delle 230 strutture ospedaliere per la lotta ai tumori. «Ma è illogico - sottolinea Carmelo Iacono, che dell´Aiom è presidente - investire ancora in macchinari quando non abbiamo il personale per farli funzionare con il massimo dell´efficienza». La manovra rischia infatti di azzerare i passi avanti fatti negli anni scorsi, quando il numero dei medici strutturati per ogni reparto era salito agli odierni 5,5 (di cui 5,2 oncologi) rispetto ai 4 del 2001 (di cui 3,4 oncologi).
Anche il successo degli apparecchi rischia di essere effimero, in un settore come la lotta al cancro dove la tecnologia è in rapida evoluzione. E la situazione potrebbe sfuggire di mano se si guarda alla spesa per i farmaci, un settore in cui i consumi sono difficilmente comprimibili. Nel 2008, calcola il Libro Bianco, le medicine contro i tumori sono costati al servizio sanitario nazionale oltre mezzo miliardo di euro, il 90% in più rispetto al 2004 (in confronto, il costo del personale sempre nel 2008 è stato di 264 milioni di euro). «I farmaci diventano più innovativi ed efficaci ma anche più costosi» conferma Bernardo. «Di sicuro però, nel nostro paese, non vengono negati a chi ne ha bisogno. Questo è un punto fermo cui non rinunceremo mai».
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