giovedì, settembre 29, 2005

IRAQ - MILITARI CONTRO REPORTER INDIPENDENTI

UN'AGENZIA DI STAMPA COMMERCIALE LA BRITANNICA 'REUTERS'ARRIVA A "DENUNCIARE" LA "VIOLENZA" DELLE TRUPPE STATUNITENSI IN IRAQ "CONTRO" I GIORNALISTI INDIPENDENTI (NON EMBEDDED) DEI MEDIA INTERNAZIONALI, ILLUDENDOSI CHE LA LETTERA SCRITTA AL SENATORE JOHN WARNER POSSA RISOLVERE IL PROBLEMA CHE INVECE E' STRATEGICO PER GLI USA. TUTTAVIA PERO' E' UNA "DENUNCIA INASPETTATA" CHE FARA' "APRIRE GLI OCCHI" AD ALTRI SU QUANTO STIA VERAMENTE AVVENENDO IN IRAQ PERCHE' COSì SI SCOPRE CHE LA "VERITA'" E' FORTEMENTE "OSTACOLATA" A RISCHIO PROPRIO DELLA VITA DEI GIORNALISTI IN QUESTIONE!
Raffaele
Dal sito AMISNET
Iraq: anche i "grandi della stampa" contro l'informazione embedded
amisla, 28/09/2005
David Schlesinger, direttore della gestione globale Reuters, ha scritto al Senatore John Warner (alla vigilia del suo incontro di domani col ministro della Difesa di Washington Donald Rumsfeld) chiedendogli di esporre al ministro la "grande e diffusa preoccupazione nel mondo dei media sulla condotta delle truppe Usa in territorio iracheno".
"Mi riferisco a una lunga lista di incidenti e azioni di disturbo che hanno visto giornalisti professionisti uccisi, arrestati per errore e/o subire abusi illegali dalle forze americane in Iraq" si legge nella sintesi della missiva pubblicata stamani dalla stessa agenzia di stampa...CONTINUA

Citando alcuni esempi, Schlesinger fa notare come in varie occasioni i reporter siano stati arrestati per essere in possesso di foto o video sulla resistenza irachena e che secondo i soldati a stelle e strisce indicavano chiaramente "la simpatia e la vicinanza dei giornalisti con la guerriglia".
Secondo Schlesinger sono almeno 4 i giornalisti che lavorano per media internazionali (3 di questi collaborano con Reuters, ndr) attualmente in carcere (Abu Ghraib o Camp Bucca) senza che gli sia mai stata contestata alcuna imputazione formale e senza alcuna rappresentanza legale.
"Mi sembra che le forze statunitensi in Iraq non abbiano assolutamente compreso il ruolo dei giornalisti professionisti o non sappiano come trattare con giornalisti che svolgono il loro lavoro in zone di guerra, oppure non abbiano capito entrambe le cose" conclude il direttore di Reuters, forse la prima agenzia di stampa commerciale al mondo.

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