UNA BUONA NOTIZIA PER GLI INTERNAUTI. IL NETWORK FREE-HOTSPOT.COM LANCIA IL WIRELESS LIBERO (GRATIS) AVVALENDOSI DI UNA SOLUZIONE TECNOLOGICA CHE “SUPERA” IL LIMITE POSTO DAL DECRETO PISANU MINISTRO DELL’EX-GOVERNO BERLUSCONI.
TALE DECRETO COSTRINGE TUTTI I PROVIDER A FORNIRE L’IDENTITÀ DEGLI UTENTI E RENDE ONEROSO E COMPLICATO LA GESTIONE DEGLI “ACCESSI PUBBLICI” AD INTERNET OSTACOLANDO DI FATTO LA DIFFUSIONE E QUINDI LO SVILUPPO DI HOTSPOT NEL NOSTRO PAESE A DIFFERENZA DI ALTRI CHE INVECE NON HANNO QUESTO LIMITE.
GRAZIE ALLA INTRODUZIONE DELLE “SCRATCH CARD” NUMERATE E ASSOCIATE AL DOCUMENTO D’IDENTITÀ SI VELOCIZZA E SI SEMPLIFICA LA PROCEDURA SENZA VIOLARE LA LEGGE.
NATURALMENTE SAREBBE ANCORA MEGLIO ABOLIRE QUEST’OBBLIGO PERCHÉ SI È DIMOSTRATO ASSOLUTAMENTE “INEFFICACE” CONTRO I “CRIMINALI” E I “TERRORISTI” CHE LO AGGIRANO FACILMENTE.
È UN BUON SEGNALE CHE VA NELLA DIREZIONE GIUSTA DI MAGGIORE SVILUPPO E CONCORRENZA SUGLI ACCESSI A INTERNET IN ITALIA.
Raffaele B.
PUNTO-INFORMATICO
Free-hotspot.com lancia il WiFi libero
L'azienda realizza una soluzione ad hoc per il WiFi italico. I dettagli
Anno XI n. 2687 di mercoledì 17 gennaio 2007
Dublino - Anche nella nostra penisola è sbarcato il network wireless di Free-hotspot.com, che annuncia la creazione di una soluzione creata espressamente per il mercato italiano. Presupposto della nuova soluzione, come dichiara Free-hotspot.com, è l'intento di "rispondere in modo adeguato alla normativa riguardante il WiFi in Italia".
Secondo quanto prescritto dal decreto Pisanu, infatti, l'operatore che fornisce un servizio di connettività è tenuto ad identificare l'utente. Nel caso di utenti di hotspot gratuiti in locali pubblici, spiega l'azienda, "la procedura di registrazione degli utenti dell'hotspot gratuito era completamente a carico del proprietario del locale. Ciò rendeva la gestione dell'HotSpot complicata e, di conseguenza, non permetteva una rapida diffusione degli HotSpot gratuiti sul territorio nazionale".
Da qui nasce la soluzione di Free-hotspot.com, che prevede la distribuzione agli utenti di "scratch card" numerate in cambio di una fotocopia del documento d'identità, per consentire un accesso ad Internet controllato e gratuito. "Nel nostro Paese gli HotSpot gratuiti sono ancora abbastanza rari - dichiara Francesco Di Prima, fresco di nomina in qualità di HotSpot Market Development Director - e sono convinto che la soluzione sviluppata da free-hotspot.com, perfettamente adatta alle esigenze del mercato e della società italiana, avrà un grande successo".
Il problema dell'identificazione "onerosa" dell'utente viene in tal modo considerato superato, secondo Free-hotspot.com, per i 56 hot spot gratuiti presenti in Italia. La soluzione rende così più agevole l'accesso WiFi agli utenti dei locali pubblici, anche se - in virtù della vigente legislazione - non è paragonabile alla semplicità di fruizione degli hot spot presenti in altri Paesi, gratuitamente come in altre nazioni in cui è presente Free-hotspot.com o con un piccolo sovrapprezzo, come nella catena internazionale di caffetterie Starbucks. Dove però, segnalano in molti, molti locali pubblici sembrano perdere la propria natura e avviarsi alla trasformazione in piccoli ISP.
D.B.
TALE DECRETO COSTRINGE TUTTI I PROVIDER A FORNIRE L’IDENTITÀ DEGLI UTENTI E RENDE ONEROSO E COMPLICATO LA GESTIONE DEGLI “ACCESSI PUBBLICI” AD INTERNET OSTACOLANDO DI FATTO LA DIFFUSIONE E QUINDI LO SVILUPPO DI HOTSPOT NEL NOSTRO PAESE A DIFFERENZA DI ALTRI CHE INVECE NON HANNO QUESTO LIMITE.
GRAZIE ALLA INTRODUZIONE DELLE “SCRATCH CARD” NUMERATE E ASSOCIATE AL DOCUMENTO D’IDENTITÀ SI VELOCIZZA E SI SEMPLIFICA LA PROCEDURA SENZA VIOLARE LA LEGGE.
NATURALMENTE SAREBBE ANCORA MEGLIO ABOLIRE QUEST’OBBLIGO PERCHÉ SI È DIMOSTRATO ASSOLUTAMENTE “INEFFICACE” CONTRO I “CRIMINALI” E I “TERRORISTI” CHE LO AGGIRANO FACILMENTE.
È UN BUON SEGNALE CHE VA NELLA DIREZIONE GIUSTA DI MAGGIORE SVILUPPO E CONCORRENZA SUGLI ACCESSI A INTERNET IN ITALIA.
Raffaele B.
PUNTO-INFORMATICO
Free-hotspot.com lancia il WiFi libero
L'azienda realizza una soluzione ad hoc per il WiFi italico. I dettagli
Anno XI n. 2687 di mercoledì 17 gennaio 2007
Dublino - Anche nella nostra penisola è sbarcato il network wireless di Free-hotspot.com, che annuncia la creazione di una soluzione creata espressamente per il mercato italiano. Presupposto della nuova soluzione, come dichiara Free-hotspot.com, è l'intento di "rispondere in modo adeguato alla normativa riguardante il WiFi in Italia".
Secondo quanto prescritto dal decreto Pisanu, infatti, l'operatore che fornisce un servizio di connettività è tenuto ad identificare l'utente. Nel caso di utenti di hotspot gratuiti in locali pubblici, spiega l'azienda, "la procedura di registrazione degli utenti dell'hotspot gratuito era completamente a carico del proprietario del locale. Ciò rendeva la gestione dell'HotSpot complicata e, di conseguenza, non permetteva una rapida diffusione degli HotSpot gratuiti sul territorio nazionale".
Da qui nasce la soluzione di Free-hotspot.com, che prevede la distribuzione agli utenti di "scratch card" numerate in cambio di una fotocopia del documento d'identità, per consentire un accesso ad Internet controllato e gratuito. "Nel nostro Paese gli HotSpot gratuiti sono ancora abbastanza rari - dichiara Francesco Di Prima, fresco di nomina in qualità di HotSpot Market Development Director - e sono convinto che la soluzione sviluppata da free-hotspot.com, perfettamente adatta alle esigenze del mercato e della società italiana, avrà un grande successo".
Il problema dell'identificazione "onerosa" dell'utente viene in tal modo considerato superato, secondo Free-hotspot.com, per i 56 hot spot gratuiti presenti in Italia. La soluzione rende così più agevole l'accesso WiFi agli utenti dei locali pubblici, anche se - in virtù della vigente legislazione - non è paragonabile alla semplicità di fruizione degli hot spot presenti in altri Paesi, gratuitamente come in altre nazioni in cui è presente Free-hotspot.com o con un piccolo sovrapprezzo, come nella catena internazionale di caffetterie Starbucks. Dove però, segnalano in molti, molti locali pubblici sembrano perdere la propria natura e avviarsi alla trasformazione in piccoli ISP.
D.B.
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