domenica, gennaio 14, 2007

IRAQ – BUSH SEMPRE PIÙ ISOLATO

NONOSTANTE AVESSE RICONOSCIUTO GLI “ERRORI”, IL PRESIDENTE AMERICANO BUSH VUOLE NON SOLO CONTINUARE MA ADDIRITTURA “AUMENTARE” L’INTERVENTO MILITARE IN IRAQ DI 21.500 SOLDATI.

SECONDO BUSH L’ERRORE DI CUI SI ASSUME PER INTERO LA RESPONSABILITÀ, LO ATTRIBUISCE ALLA SOTTOVALUTAZIONE DELLE FORZE IN CAMPO E DAI “LIMITI DI INTERVENTO” DELLE FORZE MILITARI, VALE A DIRE CHE NON SAREBBERO STATE SUFFICIENTEMENTE “VIOLENTE” E “RISOLUTE”.

AFFERMAZIONE QUESTA ASSOLUTAMENTE INCREDIBILE SE SI CONSIDERA CHE IN IRAQ GLI INTERVENTI MILITARI SONO STATE DI UNA “VIOLENZA INAUDITA” E DI UNA “POTENZA DI FUOCO” TALE DA PROVOCARE “DISTRUZIONI” E MORTI A MIGLIAIA SOPRATTUTTO FRA I “CIVILI”. I MILITARI NON HANNO NEMMENO RISPETTATO LE NORME INTERNAZIONALI CHE VIETANO L’USO DI “ARMI PROIBITE” E TANTOMENO I “DIRITTI UMANI”.

CHE “ALTRO” VORREBBE FARE DI PIÙ PER “VINCERE” QUESTA GUERRA ORMAI “PERSA” E NELLA QUALE IN VERITÀ BUSH VI È RIMASTO SEMPLICEMENTE “INTRAPPOLATO” AL PUNTO IN CUI NON SA COME “USCIRNE” SENZA “PERDERE LA FACCIA”. PER QUESTO VUOLE “SACRIFICARE” ALTRI “SOLDATI” ED ALTRE “VITE” ALLARGANDO LA GUERRA IN UNA ESCALATION GIÀ SPERIMENTATA IN VIETNAM TANTI ANNI FA.

SIAMO ALLA FOLLIA! QUALCUNO LO FERMI PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI!

ORMAI BUSH È AL MINIMO DEL CONSENSO IN PATRIA ED È STATO ABBANDONATO DA QUASI TUTTI AD ECCEZIONE DEI PRIMI MINISTRI AUSTRALIANO HOWARD, GIAPPONESE ABE, E DEL PRESIDENTE SUDCOREANO ROH MOOHYUN. PERFINO GLI INGLESI SI APPRESTANO AD ABBANDONARLO!
IN ITALIA SOLO BERLUSCONI LO “APPROVA” MA PER FORTUNA È ALL’OPPOSIZIONE!

NON RESTA CHE SPERARE CHE IL CONGRESSO AMERICANO GLI “BOCCI” I “NECESSARI FINANZIAMENTI” GRAZIE ALLA NUOVA MAGGIORANZA DEI DEMOCRATICI “CONTRARIA” ALLA GUERRA IN IRAQ.
Raffaele B.

CORRIERE DELLA SERA
Bush: «Responsabile degli errori in Iraq»
Il discorso del presidente americano in diretta tv è durato venti minuti
«Non esiste formula magica per il successo, ma un fiasco sarebbe disastroso». Molto critici i democratici e anche alcuni repubblicani

12 gennaio 2007
WASHINGTON -
Oltre 21 mila soldati in più in Iraq e azioni contro le ingerenze siriane e iraniane, ammissione di responsabilità per gli errori commessi, come anticipato, ma anche il dislocamento di batterie di missili Patriot in Medio Oriente per «rassicurare gli amici e gli alleati di Washington e rafforzare la sicurezza in Iraq». È stato questo il cuore del discorso di una ventina di minuti che il presidente americano George W. Bush ha tenuto mercoledì sera (giovedì notte in Italia) alla nazione per spiegare la nuova strategia in Iraq, parlando in diretta tv dalla libreria della Casa Bianca arredata di nuovo secondo i dettami della moglie Laura.
ERRORI - «Dove sono stati commessi errori, la responsabilità è mia», ha detto Bush. «Dobbiamo cambiare strategia in Iraq, non esiste una formula magica per il successo in Iraq, ma un fiasco in Iraq sarebbe un disastro per gli Stati Uniti». Secondo il capo della Casa Bianca le forze armate Usa sono impegnate in una battaglia «che determinerà la direzione della guerra globale al terrorismo e la nostra sicurezza in patria». Bush ha tuttavia ammesso che «nel 2006 la violenza in Iraq, in particolare a Bagdad, ha sovrastato la politica».
IRACHENI - L'azione americana in Iraq è «fallita» per due ragioni: insufficiente numero di militari iracheni e americani, e troppi limiti alle operazioni delle truppe sul campo. Il presidente ha affermato che il governo iracheno assumerà il controllo militare di tutte le province entro il prossimo novembre. Ma ora un ritiro americano dall'Iraq «provocherebbe il collasso del governo iracheno, lo smembramento dell'Iraq e stragi su proporzioni inimmaginabili». Perciò, ha detto Bush, saranno inviati 21.500 soldati in più. «La vittoria in Iraq sarà diversa da quella che hanno conosciuto i nostri padri e i nostri nonni. Non ci saranno cerimonie di resa sul ponte di una nave da guerra, ma la vittoria porterà al mondo arabo qualcosa di nuovo, una democrazia che funziona», ha aggiunto il presidente Usa. Per «rassicurare gli amici e gli alleati e rafforzare la sicurezza in Iraq» invierà perciò anche batterie di missili Patriot in Medio Oriente. Inoltre Siria e Iran «consentono a terroristi e insorti di usare il loro territorio per entrare in Iraq. Impediremo questi attacchi e bloccheremo il flusso di aiuti».
CRITICHE DAI DEMOCRATICI - «L'escalation militare manda il messaggio sbagliato all'Iraq e noi siamo contro», hanno commentato il discorso di Bush i leader democratici al Senato Harry Reid e alla Camera Nancy Pelosi. I democratici hanno anche sottolineato come il presidente abbia del tutto ignorato l’indicazione degli elettori, che in novembre hanno punito la strategia in Iraq della Casa Bianca e la politica del partito repubblicano. «Bush ha riconosciuto ciò che la maggior parte degli americani già sanno: in Iraq non stiamo vincendo, malgrado il coraggio e l'immenso sacrificio dei nostri soldati. In realtà la situazione è grave, e sta peggiorando», ha commentato Dick Durbin, numero due dei democratici al Senato. Duro il commento della senatrice Hillary Clinton: «Discorso viziato da incompetenza e arroganza. Occorre un nuovo corso e la fine dell'attuale politica fallimentare».
APPREZZAMENTI E DISTINGUO - Critici anche alcuni repubblicani, come i senatori Brownback, Coleman e Gordon Smith: «Mandare nuove truppe non è la risposta. L'Iraq ha bisogno di una soluzione politica, non militare».
Apprezzamenti al discorso di Bush sono stati espressi dai primi ministri australiano Howard, giapponese Abe, e del presidente sudcoreano Roh Moohyun.
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ANSA
Iraq: costi Usa vicini a Vietnam
660 mld dollari contro Hanoi, quasi 600 mld Iraq 2007
(ANSA) - NEW YORK, 14 GEN - Il cartellino del prezzo della della guerra al terrorismo sta avvicinandosi per gli Stati Uniti a quello della guerra del Vietnam. Quel conflitto costo' agli Usa, oltre a 58mila morti, l'equivalente odierno di 660 miliardi di dollari. Secondo una stima del Los Angeles Times, dal primo stanziamento subito dopo l'11 settembre, l'America ha speso 400 miliardi di dollari che salgono a 570 se si includono i 70 gia' stanziati dal Congresso e i 100 che Bush dovrebbe richiedere per il 2007.

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