Consiglio di leggere questo articolo apparso su un editoriale di IlSole24ore intitolato Che cosa vuol dire libertà di stampa. Ho scelto questo non perché non ce ne fossero altri altrettanto validi da giornali di orientamento di ‘sinistra’ ma per evidenziare il fatto anche da un giornale NON di ‘sinistra’ i contenuti sono i medesimi e si rifanno principalmente alla Costituzione. Passi come il seguente:
La nostra Costituzione afferma e tutela il diritto all'informazione e al libero dibattito in toni forti, cari a uomini e donne che avevano ancora vivo nelle coscienze l'amaro della dittatura con le sue censure e le sue menzogne. La Costituzione è inequivoca sul tema e onorarla onora tutti noi. A patto, naturalmente, di ricordarsi che libero pensiero e libera informazione sono anche, soprattutto, dicevano i padri dell'illuminismo, sacrosanti diritti di chi non la pensa come noi, di chi da noi dissente e chi nega in radice la fondatezza delle nostre opinioni. Una RAI sotto il controllo politico e una TV privata con un conflitto d’interesse del suo proprietario ‘svilisce’ l’informazione asservendola ad interessi di parte e ad altri soggetti SKY e Internet viene negato di ‘crescere’ a pieno diritto nel mercato. Questi sono i mali dell'informazione italiana 2009 e nessuno è senza colpe. Il centrodestra per avere protetto l'ambiguo condominio media-politica, il centrosinistra per non avere risolto in 7 anni al governo il conflitto di interessi, anche riformando in senso liberale il servizio pubblico. Nessuno di noi ha il monopolio della verità, in ciascun giornale e pensiero possono far capolino censure e distorsioni…
Formalmente la libertà di stampa e d’informazione ‘esistono’ ancora ma si sono fatte leggi ad hoc che ‘riducono’ fortemente’ di fatto questo ‘diritto’ con temerarie querele milionarie ai giornalisti ed editori. Si tenta di far passare il concetto che la ‘protezione della privacy’ sia prioritaria rispetto alla ‘libertà di stampa’. Se passa questo concetto si ritorna alla ‘censura preventiva’ tanto in voga negli anni della dittatura fascista.
Essa usava gli stessi argomenti secondo i quali la notizia NON poteva essere pubblicata se il Governo la ‘riteneva’ falsa, faziosa, pericolosa per la sicurezza, offensiva, inutile, etc… Insomma i lettori leggevano solo quello ‘consentito’ dal potere censore che così di fatto ‘perpetuava’ se stesso con notizie mai ‘scomode’ e sempre ‘utili’ ai fini del proprio ‘consenso’. Oggi sappiamo che molte notizie ‘scomode’ non vengono trasmesse dai grandi mezzi TV controllati dal potere politico ed economico che poi sono quelli più diffusi da noi. I giornali da noi sono poco letti!
Alla manifestazione Roberto Saviano, lo scrittore impegnato contro la mafia, che vive da anni sotto protezione ha ricordato come la libertà di stampa sia anche la serenità di lavorare, «di raccontare senza ritorsioni, senza che il proprio privato sia utilizzato come un'arma per far tacere». Un'emergenza particolarmente sentita in Italia, «che è il secondo paese dopo la Colombia per il numero di persone che si trovano sotto protezione.
Per Saviano «quello che è accaduto a Messina è il frutto, non della natura, ma del cemento. Se chi permette a chi scrive di farlo secondo coscienza e senza pressioni, tragedie come questa potrebbero essere evitate».
La libertà di stampa e d’informazione sono veramente in ’pericolo’ e a giudicare dalla partecipazione imponente dei cittadini alla manifestazione si vede che il problema è ‘reale’ e non ‘falso’ come Berlusconi e il Governo dicono come fossero loro i baluardi a difesa e non invece proprio quelli che vogliono ‘affossarla del tutto’ nel tentativo finora fatto di ‘azzerare’ tutte quelle voci critiche rimaste. Non ha caso nella manifestazione si chiede al premier di ritirare il ddl Alfano sulle intercettazioni e le cause intentate contro i giornalisti (che subiscono costi enormi anche se assolti).
Stiamo attenti perché se finisce effettivamente la libertà di stampa finisce di fatto la democrazia e si torna indietro, punto.
Raffaele B.
ILSOLE24ORE
Manifestazione libertà di stampa
300mila a Piazza del Popolo
di Nicoletta Cottone
3 ottobre 2009
Piazza del Popolo gremita, un tripudio di colori, palloncini, bandiere, cappellini, cartelli. Uno per tutti: «La verità vi farà liberi». Tante magliette: «No all'informazione bavaglio». Gli ospiti si alternano su un grande palco tratteggiato di bianco, contornato da due maxi schermi. È stato questo il teatro della manifestazione per la libertà di informazione, indetta dalla Federazione nazionale della stampa italiana. «Siamo in 300mila», hanno fatto sapere gli organizzatori fra gli applausi. La manifestazione si è aperta con un minuto di silenzio dedicato alle vittime della tragedia di Messina. Impossibile entrare nella piazza, piena all'inverosimile, le vie intorno traboccano di gente di tutte le età. Molti i giovani, tante le donne.
La nostra Costituzione afferma e tutela il diritto all'informazione e al libero dibattito in toni forti, cari a uomini e donne che avevano ancora vivo nelle coscienze l'amaro della dittatura con le sue censure e le sue menzogne. La Costituzione è inequivoca sul tema e onorarla onora tutti noi. A patto, naturalmente, di ricordarsi che libero pensiero e libera informazione sono anche, soprattutto, dicevano i padri dell'illuminismo, sacrosanti diritti di chi non la pensa come noi, di chi da noi dissente e chi nega in radice la fondatezza delle nostre opinioni. Una RAI sotto il controllo politico e una TV privata con un conflitto d’interesse del suo proprietario ‘svilisce’ l’informazione asservendola ad interessi di parte e ad altri soggetti SKY e Internet viene negato di ‘crescere’ a pieno diritto nel mercato. Questi sono i mali dell'informazione italiana 2009 e nessuno è senza colpe. Il centrodestra per avere protetto l'ambiguo condominio media-politica, il centrosinistra per non avere risolto in 7 anni al governo il conflitto di interessi, anche riformando in senso liberale il servizio pubblico. Nessuno di noi ha il monopolio della verità, in ciascun giornale e pensiero possono far capolino censure e distorsioni…
Formalmente la libertà di stampa e d’informazione ‘esistono’ ancora ma si sono fatte leggi ad hoc che ‘riducono’ fortemente’ di fatto questo ‘diritto’ con temerarie querele milionarie ai giornalisti ed editori. Si tenta di far passare il concetto che la ‘protezione della privacy’ sia prioritaria rispetto alla ‘libertà di stampa’. Se passa questo concetto si ritorna alla ‘censura preventiva’ tanto in voga negli anni della dittatura fascista.
Essa usava gli stessi argomenti secondo i quali la notizia NON poteva essere pubblicata se il Governo la ‘riteneva’ falsa, faziosa, pericolosa per la sicurezza, offensiva, inutile, etc… Insomma i lettori leggevano solo quello ‘consentito’ dal potere censore che così di fatto ‘perpetuava’ se stesso con notizie mai ‘scomode’ e sempre ‘utili’ ai fini del proprio ‘consenso’. Oggi sappiamo che molte notizie ‘scomode’ non vengono trasmesse dai grandi mezzi TV controllati dal potere politico ed economico che poi sono quelli più diffusi da noi. I giornali da noi sono poco letti!
Alla manifestazione Roberto Saviano, lo scrittore impegnato contro la mafia, che vive da anni sotto protezione ha ricordato come la libertà di stampa sia anche la serenità di lavorare, «di raccontare senza ritorsioni, senza che il proprio privato sia utilizzato come un'arma per far tacere». Un'emergenza particolarmente sentita in Italia, «che è il secondo paese dopo la Colombia per il numero di persone che si trovano sotto protezione.
Per Saviano «quello che è accaduto a Messina è il frutto, non della natura, ma del cemento. Se chi permette a chi scrive di farlo secondo coscienza e senza pressioni, tragedie come questa potrebbero essere evitate».
La libertà di stampa e d’informazione sono veramente in ’pericolo’ e a giudicare dalla partecipazione imponente dei cittadini alla manifestazione si vede che il problema è ‘reale’ e non ‘falso’ come Berlusconi e il Governo dicono come fossero loro i baluardi a difesa e non invece proprio quelli che vogliono ‘affossarla del tutto’ nel tentativo finora fatto di ‘azzerare’ tutte quelle voci critiche rimaste. Non ha caso nella manifestazione si chiede al premier di ritirare il ddl Alfano sulle intercettazioni e le cause intentate contro i giornalisti (che subiscono costi enormi anche se assolti).
Stiamo attenti perché se finisce effettivamente la libertà di stampa finisce di fatto la democrazia e si torna indietro, punto.
Raffaele B.
ILSOLE24ORE
Manifestazione libertà di stampa
300mila a Piazza del Popolo
di Nicoletta Cottone
3 ottobre 2009
Piazza del Popolo gremita, un tripudio di colori, palloncini, bandiere, cappellini, cartelli. Uno per tutti: «La verità vi farà liberi». Tante magliette: «No all'informazione bavaglio». Gli ospiti si alternano su un grande palco tratteggiato di bianco, contornato da due maxi schermi. È stato questo il teatro della manifestazione per la libertà di informazione, indetta dalla Federazione nazionale della stampa italiana. «Siamo in 300mila», hanno fatto sapere gli organizzatori fra gli applausi. La manifestazione si è aperta con un minuto di silenzio dedicato alle vittime della tragedia di Messina. Impossibile entrare nella piazza, piena all'inverosimile, le vie intorno traboccano di gente di tutte le età. Molti i giovani, tante le donne.
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Saviano: «Libertà di stampa è raccontare senza ritorsioni». Applauditissimo Roberto Saviano, lo scrittore impegnato contro la mafia, che vive da anni sotto protezione. Saviano ha ricordato come la libertà di stampa sia anche la serenità di lavorare, «di raccontare senza ritorsioni, senza che il proprio privato sia utilizzato come un'arma per far tacere». Un'emergenza particolarmente sentita in Italia, «che è il secondo paese dopo la Colombia per il numero di persone che si trovano sotto protezione. Raccontare in certe parti d'Italia, soprattutto al Sud, è complicatissimo e costringe a dover difendere la propria vita». Tra i nemici principali del dovere di raccontare, ha sottolineato Saviano, «c'è l'indifferenza, che isola chi prova a descrivere la realtà. Ecco perché siamo quì, per dire che ogni paese ha bisogno della massima libertà di espressione». Un modo, secondo Saviano, anche per difendere la memoria dei giornalisti che sono caduti in nome della libertà di informazione. Per Saviano «quello che è accaduto a Messina è il frutto, non della natura, ma del cemento. Se chi permette a chi scrive di farlo secondo coscienza e senza pressioni, tragedie come questa potrebbero essere evitate».
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Onida: «Il potere politico è intollerante verso le voci critiche». «Il potere politico - ha detto Valerio Onida, presidente emerito della Corte Costituzionale, dal palco di piazza del Popolo - è troppo spesso intollerante nei confronti delle voci critiche». Per Onida, «la libertà di informazione è fondamentale per la vita democratica. Una libera informazione è presupposto per una società libera».
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Siddi: «I nemici sono quelli che attentano alla libertà». «I giornalisti - ha detto il presidente dell'Fnsi Franco Siddi parlando dal palco a piazza del Popolo - non vogliono e non cercano nemici. Gli unici nemici sono quelli che attentano alla libertà». «Non c'è nessun tentativo di bavaglio», ha aggiunto ironico Siddi, «nessun tentativo di intimidire giornalisti scomodi e testate non allineate. Nessuna vendetta mediatica: i giornalisti non sono mai stati indicati come farabutti e delinquenti. No, non ci siamo». Il premier Silvio Berlusconi aveva detto che la manifestazione sulla libertà di stampa «è una farsa assoluta, in Italia c'è più libertà di stampa che in qualsiasi altro paese». «Libertà di stampa non vuol dire solo avere a disposizione decine di giornali ma anche avere tutte le notizie che meritano di essere pubblicate», ha spiegato Franco Siddi, segretario del sindacato unitario per cui la manifestazione ci «aiuta a riscattare anche all'estero l'immagine dell'Italia». Siddi ha chiesto al premier di ritirare il ddl Alfano sulle intercettazioni e le cause intentate contro i giornalisti.
Lepri: «Evitare che si soffochino le voci libere». Sergio Lepri, storico direttore dell'Ansa, 90 anni appena compiuti ha lanciato un appello: «Impegnamoci tutti per evitare che si soffochino le voci libere e per fare in modo che il diritto di indignazione che si leva da questa piazza vada in tutte le piazze d'Italia».
Lepri: «Evitare che si soffochino le voci libere». Sergio Lepri, storico direttore dell'Ansa, 90 anni appena compiuti ha lanciato un appello: «Impegnamoci tutti per evitare che si soffochino le voci libere e per fare in modo che il diritto di indignazione che si leva da questa piazza vada in tutte le piazze d'Italia».
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Slogan della manifestazione «Informazione, no al guinzaglio». La manifestazione per la libertà di informazione, spiegano gli organizzatori, «per una stampa che non vuol farsi mettere il guinzaglio da nessuno». Slogan, scritto anche sulle magliette che molti manifestanti indossano: «Informazione, non al guinzaglio». E proprio oggi Reporter sans Frontieres, anticipando il rapporto che sarà reso noto il 20 ottobre, ha detto che il nostro Paese è sceso nella classifica della libertà di stampa e che Berlusconi potrebbe essere inserito nella «lista dei predatori della libertà di stampa».
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Spazio anche alla musica. La prima è Teresa De Sio. Confermata la presenza di Samuele Bersani, Marina Rei, Teresa De Sio, Nicky Nicolai, i Tetes de Bois, Enrico Capuano, ma gli organizzatori non escludono ulteriori «sorprese». Manifestazioni parallele si terranno in dodici città italiane ed europee, da Barcellona a Londra, mentre a Parigi la rivista Focus In ha organizzato una ronda in place d'Italie per «sensibilizzare la popolazione sui rischi che sta correndo la stampa italiana». A partecipare, tra gli altri, anche la Cgil e la Fim-Cisl, i partiti dell'opposizione parlamentare, dal Pd all'Idv, a extraparlamentare, Sinistra e Libertà, Rifondazione Comunista e Comunisti italiani. Non è stata rispettata la richiesta dell'Fnsi di non esporre i simboli dei partiti.
La maggioranza ha preso le distanze dalla manifestazione. «È una sorta di buffonata. Qualcuno per caso è intervenuto in toni censori contro Santoro che ha fatto una trasmissione tutta costruita attraverso il buco della serratura o il gossip?», ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti, che ha sottolineato come «tutti i talk show politici sono orientati a favore della sinistra».
La maggioranza ha preso le distanze dalla manifestazione. «È una sorta di buffonata. Qualcuno per caso è intervenuto in toni censori contro Santoro che ha fatto una trasmissione tutta costruita attraverso il buco della serratura o il gossip?», ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti, che ha sottolineato come «tutti i talk show politici sono orientati a favore della sinistra».
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In piazza anche rappresentanti del mondo cattolico. «Vogliamo testimoniare la nostra preoccupazione dinanzi al clima pesante di condizionamento e di intimidazione cui abbiamo assistito in questi mesi e ancora negli ultimi giorni«, ha spiegato il presidente delle Acli, Andrea Olivero.
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