mercoledì, febbraio 17, 2010

SCANDALO PROTEZIONE CIVILE – CHI RIDEVA È ALL’AQUILA

La notizia è fresca e viene riportata, al momento, solo dal quotidiano abruzzese ILCENTRO. Secondo questo giornale esiste una intercettazione di cui è venuto in possesso e che dimostra al di la di ogni ragionevole dubbio che “chi rideva del sisma dell’Aquila” lavora effettivamente nella città “smentendo” clamorosamente Gianni Letta che all’ANSA dichiara “indignato” che “nessuna di quelle persone, nessuna di quelle imprese, ha messo mai piede a l'Aquila né ha avuto un euro di lavori nella prima fase e né l'avrà nella seconda”. E Bertolaso si dichiara ora perfino ‘vittima’.

Quindi, agli aquilani che hanno manifestato in questi giorni all’insegna del “noi non ridiamo” si aggiunge un ulteriore beffa perché chi “rideva” del sisma già lavora e lucra a L'Aquila, con buona pace di chi nel governo ‘indignato’ si è affrettato dire il contrario forse per ‘tenere’ buona la città.

Adesso il Procuratore dell'Aquila chiede gli atti dell’inchiesta sugli appalti (vedi
REUTERS) e vuole vederci chiaro.

Con le intercettazioni diventa difficile ed arduo continuare a ‘mentire’ senza cadere nel ridicolo. Se non ci fossero, tutto questo non sarebbe stato possibile. A noi non resta che vedere i prossimi sviluppi dell’inchiesta e se altri giornali e media pubblicheranno questa notizia.
Raffaele B.

In questo filmato da REPUBBLICA RADIOTV viene intervistato il direttore de ILCENTRO che conferma e arricchisce di dettagli di questa parte della vicenda.
kobrakhan74
17 febbraio 2010
Chi rideva del sisma lavora a L'Aquila
Le rivelazioni del quotidiano Il Centro che smentiscono le dichiarazioni di Gianni Letta. Il commento del direttore Luigi Vicinanza. Conduce Tiziana Testa

ANSA
Gianni Letta: speculatori non hanno mai messo piede all'Aquila
12 febbraio, 15:48

L'AQUILA - "Tutti abbiamo sentito un brivido di orrore" rispetto a "quelle brutte persone che stavano a lucrare qualcosa sulla disgrazia dell'Aquila. Nessuna di quelle persone, nessuna di quelle imprese, ha messo mai piede a l'Aquila né ha avuto un euro di lavori nella prima fase e né l'avrà nella seconda". Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, in occasione del premio innovazione di Finmeccanica a L'Aquila, aggiungendo che "questo grazie alla gestione oculata di Guido Bertolaso".

REUTERS
PERUGIA (Reuters) - Il procuratore capo dell'Aquila, Alfredo Rossini, chiede ai magistrati fiorentini di avere accesso agli atti dell'inchiesta sui cosiddetti "grandi eventi", tra cui il G8 della Maddalena, per poter verificare l'esistenza di ipotesi di infiltrazioni mafiose negli appalti…CONTINUA

ILCENTRO
G8, l'inchiesta sul terremoto
Chi rideva del sisma lavora all’Aquila

Quelli che ridevano, la notte del terremoto, in Abruzzo ci sono stati e ci hanno lavorato. Dall’inchiesta sul G8 riemergono le intercettazioni che smentiscono le dichiarazioni di Gianni Letta. Piscicelli e altri imprenditori indagati operano nella ricostruzione. La toscana Btp sbarca in città grazie al consorzio Federico II di Barattelli, Marinelli e Vittorini
L'INTERCETTAZIONE
"Vinto il primo appalto, gli altri a breve. Ferie all'Aquila"
(All’articolo successivo oppure in web)
di Enrico Nardecchia
(17 febbraio 2010)

L’AQUILA. Ridevano e lavoravano, coronando il loro sogno. «Qua possiamo piglia’ quello che ci pare». «Qua c’è da fare per 10 anni». Le intercettazioni svelano che gli imprenditori-sciacalli non solo hanno riso nel letto, la notte del terremoto, ma hanno anche raggiunto l’obiettivo di prendere soldi, pubblici e privati, dalla grande torta degli affari della ricostruzione in Abruzzo. Il comizio di Gianni Letta («Nessuna di quelle persone e imprese ha messo mai piede all’Aquila e non hanno avuto e non avranno un euro») è di 5 giorni fa. Ma pare lontanissimo.
AL LAVORO. Sciacalli al lavoro nel cratere, nonostante quella che Letta ha definito «la gestione oculata di Bertolaso». Francesco Maria De Vito Piscicelli, l’imprenditore che avrebbe riso la notte del terremoto parlando col cognato Pierfrancesco Gagliardi pensando agli affari che avrebbe potuto realizzare, tre giorni dopo il terremoto rincara la dose quando afferma che già gli sono stati chiesti «sei escavatori e venti camion». L’intercettazione è inserita nell’inchiesta di Firenze sui grandi appalti in cui Piscicelli è indagato.
FEDERICO II. Porta il nome del leggendario fondatore della città il consorzio attraverso il quale la toscana Btp (Baldassini-Tognozzi-Pontello), i cui vertici sono indagati per i presunti rapporti di favore con il coordinatore del Pdl Denis Verdini, per il quale si ipotizza la corruzione, ha messo radici in città. Il colosso dell’edilizia, tra i primi 10 in Italia, ha sposato i Barattelli (Ettore e Carlo), storici costruttori aquilani, e le imprese di Emidio Vittorini; Marinelli ed Equizi. Nomi, questi, estranei all’inchiesta fiorentina. Vittorini e Marinelli sono noti per il loro impegno nell’Aquila rugby. Battesimo del «Federico II» il 15 maggio. Un mese e 9 giorni dopo la catastrofe nasce un consorzio che «non ha fini di lucro» anche se è composto da società di capitali, e si prefigge «la promozione delle integrazioni e l’aggregazione tra i soggetti consorziati». Al di là dei propositi, il consorzio prende appalti pubblici e incarichi di natura privatistica. «Com’è facile immaginare», sostiene la Procura, «il terremoto ha momentaneamente spostato gli interessi dei soggetti coinvolti, tutti ben consapevoli che l’evento sismico potrà tradursi in commesse di lavori edili e, dunque, in profitti». Il consorzio avrebbe intascato, finora, circa 12 milioni dalla prima fase della ricostruzione. Ha lavorato alla costruzione di moduli scolastici provvisori; al restauro di alcuni alloggi della caserma Pasquali da destinare agli sfollati; alla messa in sicurezza (700mila euro) e al recupero di opere d’arte (578mila euro) nella sede della direzione generale della Cassa di risparmio della Provincia dell’A quila, in corso Vittorio Emanuele e a palazzo Branconi-Farinosi, di proprietà dell’istituto di credito, e già sede di rappresentanza della Regione. Barattelli è anche componente del Consiglio di amministrazione della Carispaq che ha confermato di aver affidato i lavori.
DI NARDO E I CASALESI. L’altro binario, inquietante, è quello che indaga sui rapporti tra imprese, funzionari pubblici ed esponenti del clan dei Casalesi. In un’indagine dei Ros il funzionario ministeriale Antonio Di Nardo, nato a Giugliano (Napoli) ma residente a Mentana (Roma) viene descritto come «in rapporti» con esponenti della camorra. Di Nardo, dal Provveditorato Opere pubbliche con competenza su Lazio e Abruzzo, si sarebbe attivato con Piscicelli per «partecipare alle gare d’appalto».
SCUOLA DA 7 MILIONI. Scuola media Carducci, sede provvisoria al Torrione. Appalto da 7,3 milioni, la cifra più alta tra quelle destinate ai Musp. L’appalto è stato aggiudicato da un’associazione temporanea d’impresa Cmp-Btp-Vittorini Emidio costruzioni. Lotto 12, aggiudicato il 22 luglio. La sera stessa, il direttore tecnico-consigliere del consorzio Federico II, Liborio Fracassi, marsicano di Avezzano, 62 anni, scrive un sms a Riccardo Fusi della Btp. «Vinto il primo appalto. È il primo, gli altri a breve. Ferie all’Aquila».

Dopo gli sciacalli gli avvoltoi?
Il commento di Giustino Parisse de ILCENTRO
Questi personaggi hanno tradito anche i giovani volontari

*** L'INTERCETTAZIONE ***
ILCENTRO
“Vinto il primo appalto, gli altri a breve. Ferie all'Aquila”
(17 febbraio 2010)
Telefonate tra referenti locali e imprese coinvolte: "Tanta roba"
L’AQUILA. «Primo appalto ok, ferie all’Aquila». Le risate proseguono via sms, quando l’imprenditore abruzzese comunica al suo corrispondente toscano che, sì, la prima bandierina è stata piazzata. E ora ne seguiranno delle altre. Tanto che le ferie toccherà passarle all’Aquila. Questi i contenuti di alcune intercettazioni inserite nel procedimento della procura di Firenze nell’inchiesta su appalti e corruzione. Imprenditori e funzionari pubblici parlano costantemente del sisma in Abruzzo e delle sue opportunità.«SEI ESCAVATORI». L’imprenditore Francesco De Vito Piscicelli parla con il cognato Pierfrancesco Gagliardi. La telefonata è del 9 aprile.
Gagliardi: «...Senti un po’ ma... tu vuoi fare... un bel... un bell’ appalto sul lago di Garda... da 7 milioni... o è troppo lontano... è una rottura di c...»
Piscicelli: «... No... lascia perdere... mò c’é il terremoto da seguire...»
G.: «...Sì, giusto, bisogna concentrarsi lì...»

P.: «...Capito?»
G.: «...Perché lì partono a duemila all’ora adesso...»
P.: «...Ma già mi hanno chiamato a me...»
G.: «...ma veramente?»
P.: «...Sì, la prossima settimana devo dare sei escavatori... venti camion...»
G.: «...Li devi dare...?»
P.: «...Sì...»
G.: «...così...»
P.: «...Sì così funziona nelle emergenze... tutto in economia...»
G.: «...Ah!...glieli dai e poi dopo si fa in economia... cioè tot ore, tot al giorno...»
P.: «...Sì...sì, sì...»
G.: «...Ah...»
P.: «...Questo per le emergenze...»
G.: «...Uhm, uhm... certo lì adesso ci fanno carne da porco lì...»
P.: «...Eh là c’è da ricostruire dieci anni...».
DI NARDO. Il 16 aprile il funzionario ministeriale Antonio Di Nardo informa l’imprenditore Piscicelli che un incontro con Denis Verdini coordinatore Pdl si può organizzare al Circolo della caccia in piazza Fontanella Borghese, a Roma, per restare al riparo da occhi indiscreti.
Di Nardo: «...Senti io penso martedì facciamo quell’incontro... quello con Denis... con questo però andiamo al Circolo o no... hai detto così?... non vuole gente che vede...».
Piscicelli: «E allora ce ne andiamo al Circolo... noi tre».
SMS: FERIE ALL’AQUILA. Questa l’intercettazione dell’sms che Liborio Fracassi, di Avezzano, direttore tecnico del consorzio «Federico II», il 22 luglio 2009 spedisce all’ indagato Riccardo Fusi presidente della toscana Btp: «Abbiamo vinto il primo appalto: una scuola per 7,3 milioni da consegnare chiavi in mano il 10 settembre. È il primo, gli altri a breve. Ferie all’Aquila».«LÌ TI CONOSCONO».

Fra i politici in contatto con Fusi c’è anche Riccardo Nencini, presidente del consiglio regionale della Toscana, che subito dopo una visita all’Aquila, il 16 luglio, nella quale consegna 500mila euro della sua Regione a Gianni Chiodi, chiama al telefono l’imprenditore.
Nencini: «Ascolta bello sto venendo via ora dall’Aquila... ho parlato di te... ma lì sei conosciuto...».
Fusi: «Sono conosciuto però murano quegli altri, capito... sì. sì... ma se tu ci metti le mani te è meglio».
Nencini fa capire che s’impegnerà per promuovere un incontro.«TANTA ROBA». Ecco il contenuto di un colloquio tra Liborio Fracassi (Consorzio Federico II) e l’i mprenditore toscano Riccardo Fusi considerato, insieme a Piscicelli e a Vincenzo Di Nardo, tra i «favoriti» del coordinatore nazionale Pdl Denis Verdini. I due parlano dei lavori all’Aquila e in particolare negli immobili Carispaq.
Fusi: «Scusi, si è visto con quella persona di Vasto?».
Fracassi: «Sì, sono andato, l’ho incontrato, l’ho sentito, ma era impegnato con le elezioni e l’ho richiamato».
Fusi: «Va bene, ma lì come va?».
Fracassi: «Bene benissimo dico no bene, benissimo».
Fusi: «Ah».
Fracassi: «Già gliel’ho detto. L’ingegnere Marchetti ci ha firmato il nulla osta». Fusi: «Eh». Fracassi: «Stiamo già preparando tutti i preventivi adesso con la banca. Per cui abbiamo predisposto un po’ tutto... venerdì prossimo il consiglio d’amministrazione ci dà il via a fare sia l’opera dentro a palazzo Branconio che è quella della messa in salvaguardia di tutti i monumenti dentro a quel palazzo tutti affreschi, tutti decori... poi tutti i ponteggi sia del palazzo della banca sia del palazzo Branconio».
Fusi: «La perdo, va via la voce».
Fracassi: «Comunque c’è tanta roba. Stiamo facendo tanta roba».
Fusi: «Bravo».

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