martedì, marzo 12, 2013

SFIDA DI GRILLO AL PD DI BERSANI

Nel pieno delle convulse discussioni nel PD su se e come fare uno straccio di governo con il M5S che possa affrontare gli annosi problemi dell’Italia, Beppe Grillo sfida Pierluigi Bersani a firmare pubblicamente una rinuncia al rimborso elettorale che per il PD ammonta alla bella cifra di € 48.856.037,50 
così come ha fatto lui per la bella cifra spettante al M5S di € 42.782.512,50. Leggi sul blogdi Grillo oppure SUL FATTO QUOTIDIANO.

Questa è la tabella dei rimborsi elettorali di tutti i partiti SUL NOTIZIARIO360 e come si può vedere la sola forza politica che ha rinunciato al rimborso elettorale è appunto il M5S tutte le altre forze finora non dicono nulla il PD si limita a dire che è disponibile a discutere solo di Revisione degli emolumenti e Riduzione costi della burocrazia di cui al punto 3 dei famosi ‘Otto punti di Bersani’ del 6 marzo scorso. Quella proposta non cita affatto i rimborsi elettorali nè come riduzione né tanto meno come abolizione che invece ora anche Renzi pure del PD propone.
(Il rimborso al PD deve essere corretto alla cifra € 48.856.037,50)

Per ora Pierluigi Bersani evita di rispondere alla proposta di Grillo nel frattempo però dichiara all’UNITÀ che “Grillo pensa al potere e non al Paese”. Su questa frase c’è da fare una piccola riflessione perché Bersani non poteva dire una cosa più paradossale e controproducente.

Domandiamo a chiunque sano di mente e onesto: chi pensa solo al potere e non al Paese? Quelli che NON VOGLIONO RINUNCIARE ai rimborsi elettorali milionari oppure quelli che invece VI RINUNCIANO?
Sono abbastanza sicuro che la risposta sia l’ultima! Sono molti soldi e sebbene non siano sufficienti per la soluzione dei problemi economici sono però in vigoroso ‘segnale’ verso il Paese sofferente nella crisi che si fa sul serio, che anche i politici fanno la loro parte di sacrifici fungendo da esempio per i cittadini anche a costo di rifondare i propri partiti su basi nuove (idee anziché soldi).

Per la precisione il finanziamento pubblico ai partiti fu bocciato in un referendum abrogativo dagli italiani nell’Aprile 1993 con il 90,3% dei voti espressi. Nello stesso anno a dicembre fu reintrodotto con una modifica di una esistente legge sui “rimborsi elettorali” definita “contributo per le spese elettorali”. La stessa fu recentemente modificata il 6-Luglio-2012 con la introduzione dell’obbligo per il partito o movimento ad avere uno statuto per ricevere i rimborsi. Questa modifica fu fatta dal PD, PDL e UDC (evaporato) con il chiaro ed esplicito intendo di ‘escludere’ vilmente il M5S con il suo NON STATUTO dai rimborsi che peraltro dicevano sempre di rifiutare!

Invece il NON STATUTO è di fatto uno statuto con poche e semplici regole, chiamato così per evidenziarne la differenza dai normali e prolissi statuti. Tanto è vero che in Sicilia ottennero i rimborsi elettorali che puntualmente rifiutarono! C’è persino chi dice, senza pudore, che Grillo non può rifiutare i rimborsi che non gli spetterebbero proprio in base a questa ultima ignobile vigliaccheria dei partiti.

Il corpo elettorale ha risposto sovranamente alle elezioni in modo che ora i partiti tradizionali non possono formare alcun governo senza l’M5S. Questo ha fatto certamente ‘fallire’ un piano che essi (PD, PDL, UDC e Monti) certamente avevano in tutti insieme con un governissimo con la scusa della solita emergenza per continuare la politica dell’austerità un poco addolcita con qualche elemosina da Bruxelles per andare avanti ancora qualche anno senza cambiamenti significativi aggravando sempre più il debito pubblico.

No. Questo piano è stato prima ‘distrutto’ dalla sconfitta di Monti che alle elezioni ha ottenuto numeri non decisivi. Poi questo stesso risultato dimostra in modo inequivocabile che la politica di Monti di austerità voluta dalla Commissione Europea è stata rifiutata totalmente dagli italiani. Pertanto un governissimo per portare avanti quella stessa politica è ora tanto improponibile quanto impopolare anche se sempre possibile dai numeri.

Questo risultato mette ora il PD al centro di una situazione difficile dalla quale per uscirne bene deve fare quei cambiamenti necessari, il primo fra questi è proprio la rinuncia ai rimborsi elettorali pubblicamente che Grillo chiede, poi di seguito la rinuncia a tutti quei privilegi e prebende di cui godono tutti i partiti e di fronte a questa sfida semplice e dirompente si può tentare di non rispondere o di parlar d’altro ma alla fine non vi può sfuggire. Più ritarda e più il PD perde consensi disintegrandosi!

Ricordiamoci che se il Paese si trova in queste condizioni ciò è dovuto a chi ha avuto responsabilità di governo in questi ultimi 20 anni e cioè ai partiti che ne hanno condiviso in parte pressoché uguali in periodi alterni. Grillo non c’entra, non può averne alcuna responsabilità anche se da più parti si vuole attribuire a lui la responsabilità di impedire la formazione di un governo chiedendo a Grillo di “cambiare” e non al PD che ha “perso” vincendo le elezioni (parole di Bersani) per pochi voti ma ottenendo un cospicuo premio di maggioranza alla Camera che gli ‘regala’ in quella sede la maggioranza assoluta. Resta però il problema al Senato dove l’M5S è decisivo per il governo. 

Se i partiti vogliono veramente salvare il Paese devono obbligatoriamente cominciare da queste importanti rinunce come fa da tempo l’M5S altrimenti NON SONO CREDIBILI qualunque siano i programmi che dicono di voler realizzare e il PD se non lo fa si gioca il suo futuro di sicuro. È come se esso stesso decidesse di non volere veramente il Governo con Grillo che a queste condizioni non potrebbe mai accettare senza pagarne di consensi che farebbe ‘fallire’ la sua azione di cambiamento e di risanamento della politica in questo Paese. È forse ciò che vogliono veramente il PD e tutti i partiti in genere?

Il PD deve solo fare "la legge elettorale" per poi tornare al voto e pertanto il Governo a cui dare la fiducia NON SERVE basta il PARLAMENTO a farla.  Esiste infatti un alto rischio per l'M5S a dare la fiducia ad un governo PD per un infernale meccanismo. Tra norme e giochi politici la fiducia data dal M5S diverrebbe "irrevocabile" e il PD avrebbe via libera a non rispettare i patti. Per tutti i dettagli clicca "Perché il Movimento Cinque Stelle non può dare la fiducia". Ecco perché devono stare attenti. È pazzesco!!!

Raffaele B.

Nessun commento: