mercoledì, novembre 15, 2006

FINANZIARIA - SPESE MILITARI

GIUNGE QUESTA NOTIZIA SULLA FINANZIARIA, PERALTRO ANCORA IN DISCUSSIONE IN PARLAMENTO, CHE LE SPESE MILITARI AUMENTANO NONOSTANTE NEL PROGRAMMA DELL'UNIONE CI SIANO TRE RIFERIMENTI ALLA NECESSITÀ DI POLITICHE DI DISARMO (PAGINE 90, 91, 109).
IL SOTTOSEGRETARO GIOVANNI LORENZO FORCIERI (DS) DICE CHE SONO A FRONTE DEGLI INVESTIMENTI GIÀ PREVISTI E CHE SERVONO NÉ PIÙ E NE MENO CHE A COPRIRE IMPEGNI DI SPESA GIÀ ASSUNTI NEGLI ULTIMI ANNI E DUNQUE AD ONORARE DEI DEBITI GIÀ CONTRATTI. INOLTRE LA DIFESA CEDERÀ AL DEMANIO BENI PER CIRCA 4 MILIARDI DI EURO NEI PROSSIMI DUE ANNI. IN QUESTO MODO IL SALDO TRA ENTRATE E USCITE È IN EQUILIBRIO.
TUTTAVIA 16 SENATORI DELL'UNIONE HANNO SCRITTO A PRODI CHE L'ITALIA È AL 7^ POSTO NEL MONDO PER SPESE MILITARI CON “INGIUSTIFICATI” ACQUISTI DI ARMAMENTI E CHE SONO QUINDI CONTRARI AGLI AUMENTI.
INOLTRE BISOGNA ANCHE DIRE CHE FORSE L'INDUSTRIA DEGLI ARMAMENTI INSIEME AGLI STATI MAGGIORI COSTITUISCONO UNA LOBBY FORTISSIMA. UN DATO DI FATTO È CHE MOLTI GENERALI DI STATO MAGGIORE SONO PASSATI, IN BARBA ALLA LEGGE, AL TOP MANAGEMENT DELLA FINMECCANICA, (VEDI: VITROCISET, MARCONI, OTO MELARA, AMS) GLI STESSI CHE HANNO FIRMATO (DA GENERALI) GLI IMPEGNI DI SPESA.
INSOMMA SEMBRANO ESSERCI VALIDI MOTIVI DA AMBEDUE LE PARTI MA ANCHE GRANDI PROBLEMI. VEDREMO COME SI RISOLVERÀ ALLA FINE DELLA DISCUSSIONE IN CORSO FRA ALCUNI GIORNI.
Raffaele B.


ESPRESSONLINE
Sorpresa tra la selva dei tagli: le spese militari si impennano
14/11/2006 - 07:45

DICONO i numeri che in una Finanziaria che a tutti toglie, c'è una voce di spesa che sale. Quella militare. Cinque punti percentuali in più rispetto all'ultima legge di bilancio licenziata dal governo di centrodestra. 12 miliardi 437 milioni di euro per Esercito, Marina, Aeronautica. se è vero che il 72 per cento di questa somma andrà a coprire i "costi del personale" e dunque la spesa corrente per i salari e il mantenimento dei 193 mila uomini delle nostre forze armate (sono esclusi i costi delle missioni all'estero, per le quali è prevista un'ulteriore voce di spesa di 1 miliardo di euro).

E' altrettanto vero che, spalmati nel prossimo triennio, altri 4 miliardi e rotti di euro andranno a finanziare un "Fondo per il sostegno dell'industria nazionale ad alto contenuto tecnologico". Dove per alto contenuto tecnologico, si deve leggere "ricerca militare" e per "industria nazionale" Finmeccanica, azienda per un terzo di proprietà dello Stato, con un core business che, concentrato nel settore degli armamenti, è spinto e alimentato da un mercato domestico in cui opera in regime di sostanziale monopolio...
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...Sedici senatori dell'Unione hanno scritto una lettera a Prodi. Si legge: "Caro Presidente, l'Italia è al settimo posto nel mondo come spesa militare con ingiustificati acquisti di armamenti come la portaerei Cavour (quasi 1 miliardo di euro, sistema d'arma esclusi), dieci nuove fregate (3,5 miliardi di euro), 121 caccia eurofighter (oltre 6,5 miliardi di euro). Da soli rappresentano l'1 per cento del nostro Pil...
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...Giovanni Lorenzo Forcieri, 57 anni, diessino di La Spezia, senatore nelle ultime quattro legislature, è arrivato sei mesi fa a "Palazzo Marina" come sottosegretario alla Difesa. Dice: "Con questa Finanziaria non facciamo altro che riportare la spesa militare al livello del 2004. Prima cioè che il governo di centrodestra tagliasse di fatto la spesa militare di 2 miliardi e mezzo di euro. Per altro, a fronte degli investimenti che abbiamo previsto e che servono né più e ne meno che a coprire impegni di spesa già assunti negli ultimi anni e dunque ad onorare dei debiti già contratti, la Difesa cederà al demanio beni per circa 4 miliardi di euro nei prossimi due anni. Come si vede, dunque, il saldo tra entrate e uscite è in equilibrio. Con il vantaggio di smobilizzare risorse necessarie a portare avanti un programma di ammodernamento delle nostre forze armate. E' evidente infatti che non stiamo parlando soltanto di numeri. Se vogliamo che l'Italia possa efficacemente svolgere il ruolo internazionale che si è conquistata in questi anni, non possiamo rinunciare a investire su una forza armata efficiente e moderna"...
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...Ce n'è abbastanza per chiedersi se a decidere della qualità e dell'entità della nostra spesa militare siano i ministri e il parlamento. O non invece gli stati maggiori. O, ancora, se a portare per mano gli uni e gli altri non sia l'industria degli armamenti. Per dirla con le parole di un addetto del settore, "se in Italia il vero ministro della difesa sia Parisi o non l'amministratore delegato di Finmeccanica Guarguaglini". Un fatto è certo. Negli anni, i capi di Stato maggiore delle nostre tre forze armate hanno tolto l'uniforme per entrare senza soluzione di continuità nel top management delle società di Finmeccanica. Una legge dello Stato lo vieterebbe. Aggirarla è diventata una prassi. E' successo con il generale Mario Arpino (da capo di stato maggiore della Difesa alla "Vitrociset"), con l'ammiraglio Guido Venturoni (da capo di stato maggiore della Difesa alla "Marconi"), con il generale Giulio Fraticelli (da capo di stato maggiore dell'Esercito alla "Oto Melara"), con il generale Sandro Ferracuti (da capo di stato maggiore dell'Aeronautica alla Ams). Gli impegni di spesa con Finmeccanica che questa e le prossime finanziarie andranno ad onorare portano anche le loro firme. Da generali, naturalmente.

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