venerdì, settembre 28, 2007

BIRMANIA - INIZIO DELLA FINE DELLA DITTATURA

I CORAGGIOSI MONACI BUDDISTI BIRMANI, CON LA LORO MARCIA PACIFICA A PIEDI NUDI, CONTRO IL POTERE MILITARE, STA RICHIAMANDO SEMPRE PIÙ POPOLO E PIÙ ADESIONI IN TUTTO IL MONDO, IN PARTICOLARE ATTRAVERSO LA RETE. CIÒ STA PROVOCANDO SEMPRE PIÙ ISOLAMENTO PER I GENERALI DITTATORI.

COSTORO SONO ORA IN GRANDE DIFFICOLTÀ E TENTANO DI ARGINARE LA FUGA DELLE NOTIZIE BLOCCANDO INTERNET E AMMAZZANDO I GIORNALISTI.

LA LORO FEROCIA DI FRONTE ALLA RIBELLIONE PACIFICA RIVELA LA LORO INSICUREZZA DI FRONTE AGLI EVENTI. IL LORO ISOLAMENTO LI PORTERÀ INEVITABILMENTE ALLA LORO CADUTA APRENDO COSÌ LA STRADA AL RITORNO DELLA LIBERTÀ E DEMOCRAZIA. LA FINE DELLA DITTATURA È APPENA INIZIATA
Raffaele B.

NOTA: Se volete anche voi inserire la fascetta "Free Burma" sul vostro blog in alto a sinistra come il mio utilizzate il codice dal sito blogosfere.

CORRIERE DELLA SERA
Web oscurato in Birmania, blog in rosso
28 settembre 2007
(a.mu.)

Un responsabile delle telecomunicazioni del regime parla di guasto: «Internet non funziona per un cavo sottomarino danneggiato»

Tantissimi i diari online listati con il colore dei monaci

Mentre in Birmania Internet viene oscurato dal regime, nel resto del mondo siti e blog si tingono di rosso in segno di solidarietà al popolo birmano.

I militari cercano con ogni mezzo di impedire che le notizie su quanto sta accadendo escano dal Paese: all'avvio delle proteste hanno iniziato a negare ai giornalisti stranieri il visto d'ingresso, a interrompere i collegamenti dei cellulari dei maggiori attivisti democratici e a oscurare molti blog dove i cittadini rivelavano al mondo quello che stava succedendo (alcuni hanno anche usato biglietti elettronici di auguri e il sito di socializzazione Facebook per raccontare quanto stava accadendo).

WEB BLOCCATO - Ora però la morsa della censura è diventata ancora più stretta: mentre è in corso la caccia ai giornalisti stranieri, collegarsi a Internet è diventato impossibile anche per quei giovani smanettoni che fino a ieri riuscivano a «bucare» la pesante cortina stesa dai militari attorno al Paese: giovani universitari, per lo più residenti a Rangoon, erano finora riusciti a inserire decine di foto e video sui blog documentando passo passo la silenziosa protesta dei monaci buddisti e il crescente appoggio popolare. Ma il flusso delle immagini di quanto sta succedendo in Birmania si è interrotto. Tutti gli internet cafè sono stati chiusi e nessuno risponde ai telefoni degli uffici del principale provider di internet per spiegare come mai non è possibile aver accesso al Web. Che l'accesso alla Rete sia bloccato è stato ammesso anche da un responsabile delle telecomunicazioni, che però ha attribuito il problema a «un cavo sottomarino danneggiato». «Internet non funziona a causa di un cavo sottomarino danneggiato », ha riferito all'AFP un responsabile dell'impresa di Stato, Myanmar Post and Telecoms. Le notizie riescono a filtrare soltanto attraverso provider aziendali, cellulari e sistemi di comunicazione on-line come Skype.

BLOG IN ROSSO - Intanto nel resto del mondo siti e blog si tingono di rosso, il colore delle veste dei monaci e in particolare del «sanghati» che contraddistingue i buddisti birmani. A cominciare dalla homepage di
http://www.politichecomunitarie.it/index.php del ministro per le Politiche europee Emma Bonino.
Anche Blogosfere, il più grande network italiano di blog professionali d'informazione con oltre 1.800mila lettori ogni mese, è sceso in campo a favore della libertà della Birmania invitando tutti i blogger italiani ad aderire alla campagna «Free Burma» e a manifestare contro gli avvenimenti di questi giorni. E anche contro il fatto che dopo due giorni di repressione da parte dei militari delle manifestazioni di protesta, sia venuto a mancare il principale canale di diffusione di informazioni e foto da parte della dissidenza birmana su quanto sta accadendo nel paese.

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