Il 13 febbraio scorso, durante la campagna elettorale in Sardegna, il Presidente del Consiglio Berlusconi nella foga del discorso pronunciato in un comizio ha fatto un’ennesima gaffe ai danni, questa volta, dei desaparecidos in Argentina, provocando un altro incidente diplomatico. Il Governo argentino se n’è accorto ed ha così convocato l’ambasciatore italiano.
La cosa più inquietante però non è la gaffe in sé ma il fatto che non è stata riportata in nessuna notizia né in radio né in televisione in Italia. La notizia è riportata solo nei giornali non controllati da Berlusconi. Non solo, ora che è diventata notizia per la reazione del Governo argentino, il Cavaliere e i suoi uomini si apprestano come al solito a “smentire” fornendo una “diversa interpretazione” su quanto detto.
Per fortuna esiste il video di Youtube “Berlusconi ironizza sui "voli della morte" sotto-riportato che lo riprende proprio in quel comizio mentre pronuncia quella frase che lo inchioda alle sue responsabilità. Egli non avrebbe dovuto fare quella battuta per “scherzare” sulle vittime fatte scomparire dalla dittatura fascista argentina nemmeno se fosse stato un semplice cittadino. Leggi il commento di R. Cotroneo sull’Unità “Berlusconi, Videla e le battute sui desaparecidos”.
Ma si sa ora che alla maggioranza degli italiani non importa molto che Berlusconi faccia gaffe e si comporti come una persona rozza ed insensibile per cui può fare ciò che vuole come un “monarca assoluto” a patto che vengano pubblicizzate solo le sue “smentite” ed “accuse” ad altri di “storcere” le sue parole. Su questo Berlusconi non ha problemi: controlla i mezzi d’informazione radio e tv come sta dimostrando (manca internet ma non per molto forse…).
Per questa ragione siamo già alla “dittatura dell’informazione” premessa necessaria per “estorcere” nonostante tutto, i consensi di coloro, numerosi, che si alimentano dai suoi poderosi mezzi di comunicazione per arrivare infine alla sua incoronazione. La nostra Repubblica potrebbe avere i giorni contati se il Paese non dovesse reagire in qualche modo per salvare la sua democrazia gravemente in pericolo.
Mi domando fino a quando potremo continuare a raccontare i fatti e ad esprimere le nostre opinioni senza essere multati o condannati. Chiediamocelo!
Raffaele B.
Berlusconi ironizza sui "voli della morte"
Da karmelo7777
18 febbraio 2009
Quinews.it e chi scrive, per la propria responsabilità morale di far parte della nazione Italia, chiede scusa a tutti agli argentini ed a tutti i soggetti coinvolti nella tragedia dei Desaparecidos e di quegli anni bui della dittatura. Il video che state vedendo è rilasciato con licenza Creative Commons Attribution 2.5 Italy Il video e' tratto dal sito di Radio Radicale.
La cosa più inquietante però non è la gaffe in sé ma il fatto che non è stata riportata in nessuna notizia né in radio né in televisione in Italia. La notizia è riportata solo nei giornali non controllati da Berlusconi. Non solo, ora che è diventata notizia per la reazione del Governo argentino, il Cavaliere e i suoi uomini si apprestano come al solito a “smentire” fornendo una “diversa interpretazione” su quanto detto.
Per fortuna esiste il video di Youtube “Berlusconi ironizza sui "voli della morte" sotto-riportato che lo riprende proprio in quel comizio mentre pronuncia quella frase che lo inchioda alle sue responsabilità. Egli non avrebbe dovuto fare quella battuta per “scherzare” sulle vittime fatte scomparire dalla dittatura fascista argentina nemmeno se fosse stato un semplice cittadino. Leggi il commento di R. Cotroneo sull’Unità “Berlusconi, Videla e le battute sui desaparecidos”.
Ma si sa ora che alla maggioranza degli italiani non importa molto che Berlusconi faccia gaffe e si comporti come una persona rozza ed insensibile per cui può fare ciò che vuole come un “monarca assoluto” a patto che vengano pubblicizzate solo le sue “smentite” ed “accuse” ad altri di “storcere” le sue parole. Su questo Berlusconi non ha problemi: controlla i mezzi d’informazione radio e tv come sta dimostrando (manca internet ma non per molto forse…).
Per questa ragione siamo già alla “dittatura dell’informazione” premessa necessaria per “estorcere” nonostante tutto, i consensi di coloro, numerosi, che si alimentano dai suoi poderosi mezzi di comunicazione per arrivare infine alla sua incoronazione. La nostra Repubblica potrebbe avere i giorni contati se il Paese non dovesse reagire in qualche modo per salvare la sua democrazia gravemente in pericolo.
Mi domando fino a quando potremo continuare a raccontare i fatti e ad esprimere le nostre opinioni senza essere multati o condannati. Chiediamocelo!
Raffaele B.
Berlusconi ironizza sui "voli della morte"
Da karmelo7777
18 febbraio 2009
Quinews.it e chi scrive, per la propria responsabilità morale di far parte della nazione Italia, chiede scusa a tutti agli argentini ed a tutti i soggetti coinvolti nella tragedia dei Desaparecidos e di quegli anni bui della dittatura. Il video che state vedendo è rilasciato con licenza Creative Commons Attribution 2.5 Italy Il video e' tratto dal sito di Radio Radicale.
TGCOM
Argentina convoca ambasciatore Roma
Per frasi Berlusconi su desaparecidos
18/2/2009
Il ministero degli Esteri argentino ha convocato l'ambasciatore italiano, Stefano Ronca. L'incontro era teso ad esprimere "la profonda preoccupazione" per le presunte frasi attribuite al premier, Silvio Berlusconi, sulla tragedia dei desaparecidos. Berlusconi avrebbe detto delle persone sequestrate dai militari: "Erano belle giornate, li facevano scendere dall'aereo...". Fonti del governo di Roma hanno precisato che si tratta di un grande equivoco.
Tutto ha avuto inizio sabato scorso, durante la campagna elettorale a Cagliari, quando il premier Silvio Berlusconi ha ''scherzato'' sulla vicenda dei desaparecidos in Argentina e sulla fine delle persone sequestrate dai militari. Lo riporta il quotidiano di Buenos Aires Clarin, in una corrispondenza da Roma che cita un servizio dei giorni scorsi del quotidiano l'Unità.
''Erano belle giornate, li facevano scendere dall'aereo...", avrebbe detto, secondo quanto scrive Clarin basandosi sul servizio dell'Unità, il premier. Il riferimento è ai famigerati voli della morte, tramite i quali i militari argentini gettavano nelle acque del Rio de la Plata i sequestrati ancora vivi e addormentati. L'articolo di Clarin, mezza pagina, definisce Berlusconi, "macabro con i desaparecidos", e precisa che ''non è chiara la ragione'' per la quale il premier avrebbe parlato cosi'' dei desaparecidos.
L'articolo del quotidiano è stato ripreso dall'agenzia locale Telam ed ha subito avuto ampia eco nelle tv e gli on-line a Buenos Aires, dove la presidente delle Nonne di Plaza de Mayo, Estela de Carlotto, ha per esempio detto di ''sentirsi offesa'' dopo aver letto quanto riferito dal quotidiano. "Nei confronti degli argentini - ha ricordato - c'è sempre stata grande solidarietà, sia dai precedenti governi italiani sia da parte della giustizia''.
Palazzo Chigi: "Un attacco calunnioso"
'Un attacco calunnioso e assolutamente ingiustificato, che provoca indignazione''. E' questa la reazione di Palazzo Chigi alle ''polemiche gonfiate su un finto 'caso Argentina''', si legge in una nota diffusa dalla presidenza del Consiglio che fa riferimento ad un servizio del quotidiano 'Clarin' in merito ad alcune affermazioni del presidente del Consiglio sui desaparecidos. ''Le parole del Presidente del Consiglio sono state, infatti, completamente stravolte e addirittura rovesciate, quando era chiarissimo che egli stava sottolineando la brutalità dei 'voli della morte' messi in opera dalla dittatura argentina di quel tempo'', conclude la nota.
Argentina convoca ambasciatore Roma
Per frasi Berlusconi su desaparecidos
18/2/2009
Il ministero degli Esteri argentino ha convocato l'ambasciatore italiano, Stefano Ronca. L'incontro era teso ad esprimere "la profonda preoccupazione" per le presunte frasi attribuite al premier, Silvio Berlusconi, sulla tragedia dei desaparecidos. Berlusconi avrebbe detto delle persone sequestrate dai militari: "Erano belle giornate, li facevano scendere dall'aereo...". Fonti del governo di Roma hanno precisato che si tratta di un grande equivoco.
Tutto ha avuto inizio sabato scorso, durante la campagna elettorale a Cagliari, quando il premier Silvio Berlusconi ha ''scherzato'' sulla vicenda dei desaparecidos in Argentina e sulla fine delle persone sequestrate dai militari. Lo riporta il quotidiano di Buenos Aires Clarin, in una corrispondenza da Roma che cita un servizio dei giorni scorsi del quotidiano l'Unità.
''Erano belle giornate, li facevano scendere dall'aereo...", avrebbe detto, secondo quanto scrive Clarin basandosi sul servizio dell'Unità, il premier. Il riferimento è ai famigerati voli della morte, tramite i quali i militari argentini gettavano nelle acque del Rio de la Plata i sequestrati ancora vivi e addormentati. L'articolo di Clarin, mezza pagina, definisce Berlusconi, "macabro con i desaparecidos", e precisa che ''non è chiara la ragione'' per la quale il premier avrebbe parlato cosi'' dei desaparecidos.
L'articolo del quotidiano è stato ripreso dall'agenzia locale Telam ed ha subito avuto ampia eco nelle tv e gli on-line a Buenos Aires, dove la presidente delle Nonne di Plaza de Mayo, Estela de Carlotto, ha per esempio detto di ''sentirsi offesa'' dopo aver letto quanto riferito dal quotidiano. "Nei confronti degli argentini - ha ricordato - c'è sempre stata grande solidarietà, sia dai precedenti governi italiani sia da parte della giustizia''.
Palazzo Chigi: "Un attacco calunnioso"
'Un attacco calunnioso e assolutamente ingiustificato, che provoca indignazione''. E' questa la reazione di Palazzo Chigi alle ''polemiche gonfiate su un finto 'caso Argentina''', si legge in una nota diffusa dalla presidenza del Consiglio che fa riferimento ad un servizio del quotidiano 'Clarin' in merito ad alcune affermazioni del presidente del Consiglio sui desaparecidos. ''Le parole del Presidente del Consiglio sono state, infatti, completamente stravolte e addirittura rovesciate, quando era chiarissimo che egli stava sottolineando la brutalità dei 'voli della morte' messi in opera dalla dittatura argentina di quel tempo'', conclude la nota.
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