martedì, marzo 23, 2010

LA CHIESA DA UNA MANO AL CAVALIERE E POI PRECISA

Immancabile, come spesso avviene, arriva la Chiesa con il cardinale Bagnasco a dare una mano a Berlusconi in difficoltà, entrando pesantemente nell'agone politico e consigliando i cattolici a votare per chi è contro l'aborto e per chi difende la vita. Ciò è chiaramente una intromissione di natura politica per dire sostanzialmente di non votare per la Bonino nel Lazio e la Bresso in Piemonte, le due regioni chiave della competizione elettorale.

Cosa centrano le elezioni regionali con temi di natura etica come l'aborto?! E come se all'interno di un dibattito condominiale si volessero risolvere i problemi della disoccupazione. In ambito regionale si deve parlare di infrastrutture, di sanità, di occupazione etc.

Ma il cardinale Bagnasco, invita anche a non votare per coloro che non promuovono il valore della famiglia e l'integrazione degli immigrati, il lavoro etc. Insomma il Berlusconi pluri-divorziato, delle ‘escort’ e ora guaritore del cancro proprio non va e nemmeno tutta la sua maggioranza, in particolare sulla questione degli immigrati e del lavoro, etc.

Quindi il cardinale, nella foga di avvantaggiare il centrodestra, commette una vistosa leggerezza entrando in profonda contraddizione, oppure mette la questione dell'aborto prima di tutto. Ma nell’ultimo articolo sul CORRIERE DELLA SERA i vescovi ‘frenano’ precisando il concetto che seppur contrari all’aborto esso non viene prima delle questioni sociali! Un tentativo in extremis per recuperare una credibilità della Chiesa agli occhi degli stessi cattolici a cui parla e che ragionano con la loro testa. Leggi la lettera integrale di Bagnasco.

Sulla questione poi della pedofilia e della responsabilità della Chiesa (non solo dei preti pedofili) leggi "Viaggio nel silenzio" da BISPENSIERO, ci ritorneremo a parte con un altro apposito servizio. Intanto anche qui il furbo Berlusconi (delle escort minorenni) ha colto la palla al balzo per ingraziarsi il Vaticano! Leggi 'Pedofilia: premier, solidarietà al Papa' dall'ANSA.

Che messaggio allora ricevono i cattolici che volessero seguire le indicazioni della chiesa? Un messaggio ‘contrastante’ tanto che per questi sembrerebbe che l'unica soluzione possa essere, nella migliore delle ipotesi l'astensione, quindi un irresponsabile non voto, e nella peggiore votare per i sodali di Berlusconi, personaggi che di cristianità ne hanno solo un immagine caricaturale e strumentale!

*** L'ABORTO E LA DIFESA DELLA VITA ***
Inoltre tanto per chiarire, nessuno può essere a favore dell'aborto e contro la difesa della vita. Su questo non ci possono essere equivoci. La questione invece riguarda la Legge n.194 del 22 maggio 1978 sull'aborto che, ricordiamolo, è legge del nostro Stato Italiano e che vige ormai da 32 anni.

Questa legge è stata fatta per arginare l'aborto clandestino sempre esistente da secoli in segreto e che ‘mieteva’ molte vittime tra mamme e nascituri (tra i poveri). I ricchi ricorrevano ai cosiddetti 'cucchiai d'oro' o andavano all'estero ed avevano tutta l'assistenza necessaria a suon di milioni. I poveri o coloro che non potevano permetterselo ricorrevano alle rischiose ‘mammane’ per l’assenza di mezzi sanitari. Questo è il punto. La sola esistenza della legge che vietava l'aborto non fermava questa piaga (da secoli), anzi creava una disparità fra i censi.

Dopo tanti anni si può fare un bilancio: la legge 194 in effetti ha diminuito gli aborti dell'80% e se si facesse più prevenzione ed educazione sessuale si ridurrebbe ancora.

Nel terzo mondo la situazione è ancora più grave perché non hanno come noi la 194 e perché mancano di mezzi sanitari adeguati per tutti. In più se si fa di tutto per impedire l’uso del contraccettivo sia per legge sia per i prezzi proibitivi per loro il danno è ancora maggiore.

Perché s'insiste ancora su questo tema? Invece di rendere maggiormente operativa la 194 per ridurre ulteriormente gli aborti si vuole invece cancellare la legge e ritornare inevitabilmente all'aborto clandestino del passato. Quale concetto di difesa della vita e del no all'aborto è questo?

I cattolici italiani sono contro l'aborto clandestino e lo hanno provato con l'approvazione della legge 194 la cui maggioranza è rappresentata dalle donne, i soggetti principali di questa sofferenza e quindi gli unici titolari della scelta se abortire o meno (la RU486) rientra nello stesso concetto. Le donne (cattoliche o meno) che vogliono osservare i precetti della Chiesa semplicemente non richiedono di abortire. La legge non li obbliga a farlo! La legge permette alle donne solo di scegliere, non obbliga all’aborto!

Lo Stato infine si deve limitare a fornire l’assistenza per salvare le donne. Nell’assistenza c’è anche la prevenzione e l’educazione sessuale. Non sempre però la legge 194 è applicata al 100% proprio a causa di molti operatori ‘obiettori’ che in molte aree del paese si rifiutano di fornire assistenza.
Raffaele B.

ANSA
Cei: Bonino, con legge 194 meno aborti
La candidata,me lo aspettavo ma 80% italiani l'hanno confermata

ANSA) - ROMA, 23 MAR - La Bonino si aspettava la critica della Cei, 'ad ogni elezione e' così. Ma proprio 'la legge 194 ha diminuito gli aborti', dice.'L'80% degli italiani e' contro l'aborto clandestino'.Se si facesse piu' prevenzione 'diminuirebbero ancora','le donne italiane sanno quanto sia doloroso abortire', nessuno in Italia vuole 'tornare a mammane e cucchiai d'oro'. La Bonino non si pone il problema se la Cei sposti voti:'L'80% degli italiani che ha confermato la legge immagino sia cattolico'.

IL CORRIERE DELLA SERA
No all'aborto, la precisazione dei vescovi

«Non è un valore superiore ad altri»
«La Chiesa non considera i valori della bioetica più importanti di quelli sociali»

23 marzo 2010
CITTÀ DEL VATICANO - La Chiesa è contro l'aborto, ma non considera i valori della bioetica più importanti di quelli sociali. È questo il cuore di un documento redatto dagli otto vescovi della Liguria in vista delle regionali, che ha come primo firmatario Angelo Bagnasco, e che è stato diffuso dalla Conferenza episcopale italiana. Le osservazioni sul «no all'aborto» contenute nel documento suonano come una precisazione rispetto a quanto affermato lunedì da Bagnasco. Il porporato aveva indicato infatti la difesa della vita, anche dal «delitto incommensurabile» dell'aborto, come un valore «non negoziabile» su cui basare le proprie scelte elettorali. Il documento dei presuli liguri parte invece da un appello alla riconciliazione degli animi, in vista dell'appuntamento delle regionali, arrivando a sostenere che il rispetto della vita umana e del matrimonio tra uomo e donna, ma anche il diritto al lavoro e alla casa, l'integrazione degli immigrati sono tutti «valori che non possono essere selezionati secondo la sensibilità personale, ma vanno assunti nella loro integralità». «A questo riguardo - si legge nel documento dei vescovi della Liguria - il criterio guida per un sapiente discernimento tra le diverse rappresentanze è l'impegno programmatico, chiaramente assunto, di assicurare il pieno rispetto di quei valori che esprimono le esigenze fondamentali della persona umana e della sua dignità, valori che sono la condizione e il fondamento di una società veramente solidale»… CONTINUA

IL CORRIERE DELLA SERA
I vescovi: «Il voto sia contro l'aborto»
22 MARZO 2010
CITTÀ DEL VATICANO - La difesa della vita umana, innanzitutto dal «delitto incommensurabile» dell'aborto in tutte le sue forme, è uno dei valori «non negoziabili» in base al quale i cattolici devono votare nelle prossime regionali. È quanto ha indicato, in sintesi, il presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco, aprendo i lavori del Consiglio episcopale permanente, il «parlamentino» dei vescovi italiani (leggi la prolusione integrale). La candidata del centrosinistra alle Regionali del Lazio, Emma Bonino, ha replicato che si tratta di «un evergreen. Non mi sembra ci sia nessuna novità, sono le solite cose».

VALORI NON NEGOZIABILI - I valori «non negoziabili», ha elencato l'arcivescovo di Genova, sono «la dignità della persona umana, incomprimibile rispetto a qualsiasi condizionamento; l'indisponibilità della vita, dal concepimento fino alla morte naturale; la libertà religiosa e la libertà educativa e scolastica; la famiglia fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna». Su questo fondamento, ha spiegato, «si impiantano e vengono garantiti altri indispensabili valori come il diritto al lavoro e alla casa; la libertà di impresa finalizzata al bene comune; l'accoglienza verso gli immigrati, rispettosa delle leggi e volta a favorire l'integrazione; il rispetto del creato; la libertà dalla malavita, in particolare quella organizzata».

ABORTO, «ECATOMBE PROGRESSIVA» - Durissime le sue parole contro l'aborto, descritto come «un'ecatombe progressiva», che si vuole rendere «invisibile» attraverso l'uso di pillole da assumere in casa. «Che cosa ci vorrà ancora - si è chiesto il presidente della Cei - per prendere atto che senza il principio fondativo della dignità intangibile di ogni pur iniziale vita umana, ogni scivolamento diviene a portata di mano?» «In questo contesto, inevitabilmente denso di significati, sarà bene - ha subito proseguito - che la cittadinanza inquadri con molta attenzione ogni singola verifica elettorale, sia nazionale sia locale e quindi regionale». «L'evento del voto è - ha detto - un fatto qualitativamente importante che in nessun caso converrà trascurare».

SULLA PEDOFILIA: TRASPARENZA MA NO A DISCREDITO - Il cardinal Bagnasco ha poi affrontato il tema dei recenti scandali di pedofilia. La Chiesa ha imparato da Benedetto XVI a non tacere o coprire la verità, «anche quando è dolorosa e odiosa»; «questo però non significa subire, qualora ci fossero, strategie di discredito generalizzate» ha affermato il presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco, nella relazione di apertura del Consiglio episcopale permanente, il «parlamentino» dei vescovi italiani. Il porporato ha anche espresso al Papa la «vicinanza» dell'episcopato italiano: «quanto più, da qualche parte, si tenta di sfiorare la sua limpida e amabile persona, tanto più il popolo di Dio a lui guarda commosso e fiero».

«NON SI METTA IN DISCUSSIONE IL CELIBATO» - «Nessun caso tragico» può oscurare «la bellezza» del ministero sacerdotale, ha detto il porporato. «Nè mettere in discussione il sacro celibato che ci scalda il cuore e ispira la vita», ha aggiunto. «Non sentitevi mai guardati con diffidenza o abbandonati, e - ha detto Bagnasco rivolgendosi agli uomini di Chiesa - non scoraggiatevi; siate sereni sapendo che le nostre comunità hanno fiducia in voi e vi affiancano con lo sguardo della fede e le esigenze dell'amore evangelico». Il sacerdote - ha scandito - non è «un disagiato, nè uno scompensato, benché il clima culturale odierno non faciliti certo la crescita armonica di alcuno. Il sacerdote è un uomo che, non solo nel tempo del seminario, coltiva la propria umanità nel fuoco dell'amore di Gesù».

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