Il risultato delle elezioni ci consegna un quadro
politico unico e problematico per i partiti politici tradizionali.
Nonostante
il M5S non abbia conquistato il governo, abbastanza improbabile alla prima prova,
con questa ingiusta legge elettorale
‘porcellum’, ha invaso il Parlamento
con una importante presenza e con un numero decisivo al Senato dove nessuno
degli schieramenti raggiunge la maggioranza di n.158 senatori.
Se ci fosse stata, per esempio, una legge elettorale più giusta come quella proporzionale con
sbarramento al 5%, il M5S sarebbe stato
il vincitore per essere la prima
forza con il 25,5% e riceverebbe ora l’incarico di formare un governo.
Quindi è solo per questo il vincitore
morale!
La
legge elettorale vigente invece consegna l’onere di formare il governo al PD che ‘vince’ alla Camera con la
sua coalizione Cs per un soffio 29,5% su quella Cd
del PDL 29,1% una differenza di 0,4% pari a circa 190.000 voti su
47milioni. Senza il premio di maggioranza sarebbero pari!
Il
premio di maggioranza su base nazionale però ‘regala’ alla coalizione del Cs del Pd n.340 deputati mentre al Cd del PDL n.124 deputati. Quindi alla
Camera il Cs del PD ha la
maggioranza assoluta. Il M5S con il
25,5% ottiene n.108 deputati. Mario Monti con il 10,5% n.45 deputati.
E grazie al medesimo
porcellum, al Senato, il premio di maggioranza viene assegnato su base regionale
e di conseguenza abbiamo che il Cs del
PD su 31,6% ottiene n.119 e il Cd
del PDL su 30,7 n.117 senatori. Il
M5S con il 23,8% ottiene n.54 senatori. Mario Monti con il 9,1% n.18 senatori (ininfluente sia per il Cs
che per il Cd).
Per la precisione statistica, i dati ci dicono che si sono
spostati 16 milioni di elettori: il Pd perde un terzo di voti, il Pdl metà. Leggi Corriere
della Sera. Berlusconi ha ‘recuperato’ una parte del suo elettorato
semplicemente perché ha usato a dismisura le sue TV, la RAI (conflitto d’interesse)
e altri media ‘offrendo’ il solito voto di scambio: restituzione dell’IMU, condono
tombale anche edilizio, una manna per gli evasori, etc. Ma non recupera che una
piccola percentuale. Per lui, 6 milioni di
voti, sono persi per sempre!
Adesso, a meno che le due maggiori coalizioni non
decidessero di allearsi in un governassimo cosiddetto di salute pubblica per ri-fare
la legge elettorale ed altre misure di natura economica per poi tornare a nuove
elezioni entro un anno, l’unica alternativa
è un governo di ognuna delle due maggiori formazioni con il sostegno del M5S anche dall’esterno. Non si scappa!
Secondo la legge e la prassi costituzionale spetta al PD
della coalizione Cs che si aggiudica il premio di maggioranza alla Camera la
responsabilità di formare il nuovo governo. Il capo dello Stato non potrà che
dare a Bersani l’incarico.
Pertanto è lui che dovrà fare le proposte e non invece
chiedere a Grillo cosa vuol fare, come si legge in questo articolo BERSANI SFIDA GRILLO: «DICA COSA VUOLE
FARE». Naturalmente Bersani esclude
un abbraccio con Berlusconi in un governassimo perché sarebbe suicida per il PD ma non prende ancora sul serio il successo del M5S. Tutto il PD lo deve
ancora metabolizzare evidentemente e
questo lo mette in grande difficoltà. D'altronde tornare subito alle elezioni
sarebbe la sconfitta definitiva del PD. Quindi non ha scampo!
Nel frattempo Grillo nel suo blog oggi ha messo questo
articolo ‘Bersani, morto che parla’ con il
quale ne chiede le dimissioni perché lo considera corresponsabile dello sfascio insieme a Berlusconi, perché è riuscito a perdere vincendo e perché si
è abbandonato a giudizi ‘offensivi’
nei riguardi del M5S.
Ribadisce che il M5S non
darà alcun voto di fiducia al Pd (nè ad altri). L’obiettivo è cambiare il
sistema corrotto e malsano dei partiti non farne parte!
Voterà
in aula le leggi che rispecchiano il suo programma chiunque sia a
proporle. Ovvio che il Cd del PDL non potrà mai proporle! Se Bersani vorrà
proporre l'abolizione dei contributi pubblici ai partiti sin dalle ultime
elezioni lo voteranno di slancio (il M5S ha rinunciato ai 100 milioni di euro
che gli spettano), se metterà in calendario il reddito di cittadinanza lo voteranno
con passione.
A questo punto il PD, se vuole dialogare con Grillo, ha
un altro problema: quello del suo
segretario, a meno che il PD non decida di abbandonarsi all’abbraccio con Berlusconi firmando la sua condanna a morte!
Grillo e il M5S hanno
già detto più volte cosa vogliono. La domanda vera da farsi è: cosa farà Bersani o il PD? Perché se
non sono in grado dovranno passare la mano ad altri a formare il governo. Se si
chiede a Grillo cosa vuol fare significa passare l’incarico a lui di formare il
nuovo governo.
Se
passa al M5S l’incarico è la fine addirittura prematura dei partiti perché
chiederà la fiducia sull’abolizione dei costi e dei privilegi della
politica, su una vera legge anti-corruzione, sullo stop alle
grandi opere inutili, leggi 1,5 miliardi di euro buttati, sul reddito
di cittadinanza, sul conflitto d’interesse, sulla energie
rinnovabili, sulla rinegoziazione dei termini con cui l’Italia sta in Europa
per uscire dalla crisi economica e sulla nuova legge elettorale da
mettere addirittura nella costituzione così che non si potrà più modificare
secondo le necessità dei partiti al governo come fatto finora, tanto per dirne
qualcuno dei punti del M5S.
Se i partiti diranno NO cadranno miseramente la maschera
e l’inganno con i quali hanno retto
finora e l’elettorato finalmente capirà!
Per questo i partiti non potranno
mai permettersi di passare la parola a Grillo! Questa volta veramente non si
scappa!
Raffaele B.
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