La Sanità abruzzese le rifiuta incredibilmente l’indennità di accompagno perché “non ha i requisiti” e le trasferte a Pescara per l’accesso alle cure chemioterapiche diventano un problema in più. Eppure alla stessa paziente è stato riconosciuto il 100% di invalidità.
Di fronte ad un caso simile le leggi e la burocrazia si sommano ai problemi sia di sopravvivenza che di malattia di questa povera signora e di tante altre persone che versano in uno stato analogo.
La richiesta pubblica dell’eutanasia ha però fatto “scattare” qualcosa! Visto che Angela non può nemmeno sostenere le spese per presentare ricorso contro la decisione della Asl, allora per questo è intervenuto il Comune di Castel di Sangro, che ha annunciato la copertura delle spese legali (non molto ma il comune è senza soldi).
Anche la chiesa è intervenuta ma solo a parole però, niente atti concreti. Intanto in mancanza dello Stato e di altre istituzioni intervengono i cittadini e le associazioni volontarie che fanno già la raccolta fondi. È questa la reale situazione di assistenza sociale e sanitaria in Italia? Sembra di si.
Raffaele B.
FILMATO: La confessione shock di Angela
(4 gennaio 2009)
Malata di tumore e con 250 euro al mese: "Non riesco a tirare avanti, meglio l'eutanasia". Intervista di Fabrizio Fusco.
REPUBBLICA
Malata e indigente chiede l'eutanasia
Il vescovo: "Un grido di dolore"
di GIUSEPPE CAPORALE
3 gennaio 2009
Polemica in Abruzzo. La donna, 58 anni, pensionata, ha un tumore
Vive con 250 euro al mese, le è stata negata l'indennità di accompagnamento
CASTEL DI SANGRO (L'AQUILA) - Indigente e malata di cancro. Per questo Angela S., 58 anni, pensionata, vuole morire e chiede l'eutanasia. "Non auguro a nessuno di vivere in queste condizioni", ripete dal giorno di Natale, quando per mettere assieme il pasto ha dovuto chiedere aiuto ai vicini. Ora il disperato appello è diventato un caso. La sua vita, già piena di difficoltà, da quando ha scoperto di essere gravemente malata è scivolata in un baratro. Ma il tumore ai polmoni e l'indigenza non sono i suoi unici nemici: c'è anche la burocrazia che acuisce il dolore.
Già, perché Angela vive con 250 euro al mese di pensione (ottenute per una invalidità) in un paese arroccato sulle montagne abruzzesi. Appena scoperta la malattia, ha chiesto alla Asl una semplice indennità di accompagnamento. Un modo per ottenere un aiuto nei lunghi viaggi (250 chilometri circa tra andata e ritorno) per sottoporsi alla chemioterapia che deve necessariamente svolgere a Pescara. Ma la sanità abruzzese - già sconquassata e priva di fondi, anche a causa degli scandali legati alle tangenti nella pubblica amministrazione - è stata irremovibile. La donna non può avere l'indennità. Al massimo può percepire un rimborso spese per i viaggi dovuti alle cure.
La commissione di medicina legale - assicurano dalla direzione della Asl - l'ha più volte visitata ed ha constatato la "mancanza dei requisiti di legge". Il "no" da parte dell'ente ha spinto la donna a chiedere pubblicamente una "morte dignitosa piuttosto che una vita di stenti, dolore e umiliazione". Non sa come mantenersi, figurarsi come potersi curare. Angela non può nemmeno sostenere le spese per presentare ricorso contro la decisione della Asl. Ma almeno per questo aspetto è intervenuto il Comune di Castel di Sangro, che ha annunciato la copertura delle spese legali.
Intanto lei continua a rivendicare i suoi diritti: "Non voglio essere di peso a nessuno, chiedo solo aiuto allo Stato. Me la sono sempre cavata da sola, con poco. Adesso però il male mi ha attaccato i polmoni e non mi consente di procacciarmi il necessario per vivere. Purtroppo non rientro in nessuna forma di ammortizzatore sociale". L'unico apporto concreto lo ha ricevuto da Comune e Comunità Montana che hanno messo a disposizione una vettura per consentirle di recarsi a Pescara e sottoporsi alle cure. Tutto per un importo massimo di 1800 euro frutto di un contratto di solidarietà, ormai esaurito. "Ora non so proprio come farò a continuare con i cicli antitumorali...".
L'assessore comunale Andrea Liberatore, uno dei primi ad occuparsi della vicenda, giudica la decisione della Asl "iniqua verso una persona che non riesce a sopravvivere. È il risultato di una sanità poco accorta. In passato sono stati concessi benefici a tutti, ora invece si negano quelli essenziali a chi ne ha bisogno".
Per il vescovo della diocesi di Sulmona, Angelo Spina, si tratta di "un grido di dolore, un grido di una persona sola che reclama il diritto alla vita e non alla morte". Ma anche la chiesa non è stata d'aiuto. La donna infatti si è rivolta anche al parroco del paese per cercare sostegno, senza ottenere risultati. Intanto in paese è scattata una raccolta fondi.
DIRITTO-OGGI
DONNA MALATA CHIEDE EUTANASIA: PEZZOPANE, MOBILITARE COSCIENZE
(AGI)- L’Aquila, 3 gen. - “La Provincia non ha competenze dirette in materia sanitaria o socio assistenziale, ma il caso della donna di Castel di Sangro che chiede una morte assistita perché le viene impedita una vita dignitosa chiama in causa tutte le coscienze, nessuna esclusa”. Lo afferma in una nota il Presidente della Provincia dell’Aquila, Stefania Pezzopane. ” “Angela - prosegue - e’ una donna forte ed intelligente che pur nelle continue difficoltà ha saputo andare avanti, facendosi bastare pochissimo. Conosciamo la sua storia e la Provincia e’ intervenuta in passato in un momento difficile della sua vita, per l’acquisto di una caldaia per la sua abitazione. La tremenda malattia che l’ha colpita aggrava una situazione già al limite, togliendole anche le sue personali risorse. Per questo, il minimo che possiamo fare e’ impegnarci per cercarle un lavoro compatibile con la sua situazione di salute, perché Angela non chiede elemosine, ma l’opportunità’ di rendersi autosufficiente. Nel contempo - prosegue Pezzopane -incalzeremo la ASL a riesaminare la richiesta di indennità di accompagnamento e a fare il possibile affinché, in quanto paziente indigente, le vengano facilitate le trasferte a Pescara per l’accesso alle cure chemioterapiche. E’ a dir poco astruso - secondo il Presidente della Provincia - che ad un paziente venga riconosciuto il 100% di invalidità ma non il diritto all’accompagnamento. E’ una logica disumana ed incomprensibile. Angela non e’ l’unico caso del genere, ma e’ ormai un caso simbolo che deve risvegliare la finalità sociale delle istituzioni che non possono essere solo burocrazia ed amministrazione. Mobiliteremo quei soggetti che hanno in capo gli strumenti per far fronte alle situazioni di disagio che con le previsioni economiche globali sembrano destinate ad aumentare. Alla Regione in particolare - conclude - chiediamo di istituire urgentemente un fondo di solidarietà per tale scopo e di definire in fretta chi guiderà il settore sociale e sanitario nella nuova giunta, per cercare tutti insieme delle correzioni ad un sistema sociale che permette che per Angela 250 euro siano una pensione e per pochi fortunati solo il costo di una bottiglia con cui brindare al nuovo anno”.(AGI)
Com/Plt
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