IL COMMENTO DI PASSIGLI SULL'UNITÀ EVIDENZIA A MIO AVVISO CHE SUL TEMA "DAI A CESARE QUEL CHE È DI CESARE E A DIO CIÒ CHE È DI DIO" OGGI LA SINISTRA AL GOVERNO DEL PAESE SE LO RITROVA “INGIGANTITO” RISPETTO AL PASSATO.
L'INGERENZA DELLO STATO DEL VATICANO GUIDATO DAL PAPA RATZINGER SULLA POLITICA DEL GOVERNO ITALIANO RISPETTO ALLE QUESTIONI DELL'ETICA, DEI VALORI, PACS, RICERCA, ETC... SI FA “PESANTE” ED ASSUME TONI MAI REGISTRATI IN PASSATO.
QUESTA VOLTA PERÒ IN DIFESA DELLA “LAICITÀ DELLO STATO” MANCA UNA PARTE IMPORTANTE DI DS CHE “NON SI PRONUNCIA" OPPURE "RIMANDA" LASCIANDO SOLA QUELLA PARTE DELLA SINISTRA LAICA E RADICALE A "RISPONDERE".
PER ESEMPIO L'ON. TURCO (DS) È STATA LASCIATA SOLA SULLA QUESTIONE DELLA CANNABIS E PER QUESTO SUBITO ATTACCHI E SFIDUCIA OLTRE CHE DALLA CDL ANCHE DALL'INTERNO DELLO STESSO GOVERNO, COME SUL CASO WELBY AD AFFRONTARE UN TEMA DIFFICILISSIMO FORTEMENTE CONTRASTATO DALLA CHIESA E DAI CLERICALI E CON UN ENORME RISVOLTO UMANO POSTO DALLO STESSO WELBY.
LA COSTRUZIONE DEL PARTITO DEMOCRATICO SU CUI DS E LA MARGHERITA SONO IMPEGNATI E DI CUI TUTTI SONO D'ACCORDO CHE DEVE ESSERE UN FORZA POLITICA PROGRESSITA MODERNA E DI BASE, NON PUÒ ESSERE FATTA "RINUNCIANDO" PROPRIO AL TEMA DELLA “LAICITÀ DELLO STATO” PERCHÈ SMETTEREBBE DI ESSERE PROGRESSISTA IN PARTENZA E DESTINATA AD ESSERE AL CONTRARIO UN MERO ACCORDO FRA I VERTICI E LONTANA PERFINO DALLA EUROPA LAICA.
IL TEMA DELLA “LAICITÀ DELLO STATO” VA INVECE PORTATO AVANTI E "GIOCATO" PIENAMENTE SIA ALL'INTERNO DELLA MAGGIORANZA CHE NEL PAESE UTILIZZANDO TUTTI GLI STRUMENTI DELLA DEMOCRAZIA E DELLA INFORMAZIONE. VISTO CHE SONO AL GOVERNO, INSIEME ALLE POLITICHE DI RISANAMENTO E DI RILANCIO DELL’ECONOMIA, SI AFFRETTINO A RIFORMARE LA LEGGE ELETTORALE, POI LA RAI, POI L'ISTITUTO DEL REFERENDUM…ETC E AVANTI DI QUESTO PASSO.
I CITTADINI E I MILITANTI, PER POTER "SCEGLIERE" DEVONO SAPERE ANCHE CHI SONO COLORO CHE SI BATTONO PER LA “LAICITÀ DELLO STATO” E CHI NO, PROPRIO PER COSTRUIRE UN NUOVO E MODERNO PARTITO DALLA BASE.
Raffaele B.
UNITA
Welby e il silenzio della sinistra
Stefano Passigli
I «no» alla straziante richiesta di Welby di poter morire senza ulteriori sofferenze si moltiplicano. Alle tante pronunce delle gerarchie cattoliche si sono ora aggiunte la rozza accusa di Fini che taccia perentoriamente di «assassino» chi volesse aiutare Welby a morire, e molte voci all´interno della Margherita. Welby si è appellato al capo dello Stato, e Napolitano ha sottolineato che la politica non può rimanere sorda dinnanzi a questo dramma, tornando implicitamente a sottolineare - con la concessione della grazia a chi si era spinto al passo estremo di por fine alla vita del proprio figlio - che il problema non può più essere ignorato.
In questo contesto sorprende il sostanziale silenzio del maggior partito di governo. La preoccupazione dei Ds di non rendere più difficile di quanto già non sia il cammino verso la nascita di quel partito democratico che divide profondamente i propri militanti può giustificare alcune prudenze in sede parlamentare, ma certo non l´afasia sul piano dei principi, e su fondamentali questioni etiche prima ancora che politiche. Si possono forse giustificare alcune «ritirate» parlamentari quali la rinuncia alla parificazione a fini successori di conviventi e coniugi; si può perfino - anche se con ben maggior fatica - giustificare l´unirsi all´ala più fondamentalista della Margherita in un voto di sconfessione delle decisioni del ministro della Salute in materia di droga. Ma come tollerare il silenzio sul caso Welby?
Il fatto è che dopo la coraggiosa presa di posizione e la sconfitta nel referendum sulla procreazione assistita, i Ds sembrano aver progressivamente messo da parte il tema della laicità dello Stato, e guardare con crescente fastidio a qualsiasi questione che possa porli in rotta di collisione con la Margherita, nella convinzione forse che così facendo si faciliti la marcia verso il nuovo partito. È vero - temo - esattamente il contrario, perché proprio il silenzio del partito su principi etici fondamentali e la sua insufficiente difesa di questioni altrettanto fondamentali per la laicità dello Stato (libertà della ricerca, multiculturalità della scuola, parità dei diritti, etc.) può spingere molti dirigenti e militanti dei Ds a guardare con occhio sempre più scettico alla possibilità di dar vita ad un partito che non sia frutto di mere convenienze di apparato.
Pubblicato il: 09.12.06
Modificato il: 09.12.06 alle ore 10.43
L'INGERENZA DELLO STATO DEL VATICANO GUIDATO DAL PAPA RATZINGER SULLA POLITICA DEL GOVERNO ITALIANO RISPETTO ALLE QUESTIONI DELL'ETICA, DEI VALORI, PACS, RICERCA, ETC... SI FA “PESANTE” ED ASSUME TONI MAI REGISTRATI IN PASSATO.
QUESTA VOLTA PERÒ IN DIFESA DELLA “LAICITÀ DELLO STATO” MANCA UNA PARTE IMPORTANTE DI DS CHE “NON SI PRONUNCIA" OPPURE "RIMANDA" LASCIANDO SOLA QUELLA PARTE DELLA SINISTRA LAICA E RADICALE A "RISPONDERE".
PER ESEMPIO L'ON. TURCO (DS) È STATA LASCIATA SOLA SULLA QUESTIONE DELLA CANNABIS E PER QUESTO SUBITO ATTACCHI E SFIDUCIA OLTRE CHE DALLA CDL ANCHE DALL'INTERNO DELLO STESSO GOVERNO, COME SUL CASO WELBY AD AFFRONTARE UN TEMA DIFFICILISSIMO FORTEMENTE CONTRASTATO DALLA CHIESA E DAI CLERICALI E CON UN ENORME RISVOLTO UMANO POSTO DALLO STESSO WELBY.
LA COSTRUZIONE DEL PARTITO DEMOCRATICO SU CUI DS E LA MARGHERITA SONO IMPEGNATI E DI CUI TUTTI SONO D'ACCORDO CHE DEVE ESSERE UN FORZA POLITICA PROGRESSITA MODERNA E DI BASE, NON PUÒ ESSERE FATTA "RINUNCIANDO" PROPRIO AL TEMA DELLA “LAICITÀ DELLO STATO” PERCHÈ SMETTEREBBE DI ESSERE PROGRESSISTA IN PARTENZA E DESTINATA AD ESSERE AL CONTRARIO UN MERO ACCORDO FRA I VERTICI E LONTANA PERFINO DALLA EUROPA LAICA.
IL TEMA DELLA “LAICITÀ DELLO STATO” VA INVECE PORTATO AVANTI E "GIOCATO" PIENAMENTE SIA ALL'INTERNO DELLA MAGGIORANZA CHE NEL PAESE UTILIZZANDO TUTTI GLI STRUMENTI DELLA DEMOCRAZIA E DELLA INFORMAZIONE. VISTO CHE SONO AL GOVERNO, INSIEME ALLE POLITICHE DI RISANAMENTO E DI RILANCIO DELL’ECONOMIA, SI AFFRETTINO A RIFORMARE LA LEGGE ELETTORALE, POI LA RAI, POI L'ISTITUTO DEL REFERENDUM…ETC E AVANTI DI QUESTO PASSO.
I CITTADINI E I MILITANTI, PER POTER "SCEGLIERE" DEVONO SAPERE ANCHE CHI SONO COLORO CHE SI BATTONO PER LA “LAICITÀ DELLO STATO” E CHI NO, PROPRIO PER COSTRUIRE UN NUOVO E MODERNO PARTITO DALLA BASE.
Raffaele B.
UNITA
Welby e il silenzio della sinistra
Stefano Passigli
I «no» alla straziante richiesta di Welby di poter morire senza ulteriori sofferenze si moltiplicano. Alle tante pronunce delle gerarchie cattoliche si sono ora aggiunte la rozza accusa di Fini che taccia perentoriamente di «assassino» chi volesse aiutare Welby a morire, e molte voci all´interno della Margherita. Welby si è appellato al capo dello Stato, e Napolitano ha sottolineato che la politica non può rimanere sorda dinnanzi a questo dramma, tornando implicitamente a sottolineare - con la concessione della grazia a chi si era spinto al passo estremo di por fine alla vita del proprio figlio - che il problema non può più essere ignorato.
In questo contesto sorprende il sostanziale silenzio del maggior partito di governo. La preoccupazione dei Ds di non rendere più difficile di quanto già non sia il cammino verso la nascita di quel partito democratico che divide profondamente i propri militanti può giustificare alcune prudenze in sede parlamentare, ma certo non l´afasia sul piano dei principi, e su fondamentali questioni etiche prima ancora che politiche. Si possono forse giustificare alcune «ritirate» parlamentari quali la rinuncia alla parificazione a fini successori di conviventi e coniugi; si può perfino - anche se con ben maggior fatica - giustificare l´unirsi all´ala più fondamentalista della Margherita in un voto di sconfessione delle decisioni del ministro della Salute in materia di droga. Ma come tollerare il silenzio sul caso Welby?
Il fatto è che dopo la coraggiosa presa di posizione e la sconfitta nel referendum sulla procreazione assistita, i Ds sembrano aver progressivamente messo da parte il tema della laicità dello Stato, e guardare con crescente fastidio a qualsiasi questione che possa porli in rotta di collisione con la Margherita, nella convinzione forse che così facendo si faciliti la marcia verso il nuovo partito. È vero - temo - esattamente il contrario, perché proprio il silenzio del partito su principi etici fondamentali e la sua insufficiente difesa di questioni altrettanto fondamentali per la laicità dello Stato (libertà della ricerca, multiculturalità della scuola, parità dei diritti, etc.) può spingere molti dirigenti e militanti dei Ds a guardare con occhio sempre più scettico alla possibilità di dar vita ad un partito che non sia frutto di mere convenienze di apparato.
Pubblicato il: 09.12.06
Modificato il: 09.12.06 alle ore 10.43
1 commento:
qua torniamo al Papa Re.
Pasquino, dove sei?
Tra parentesi dire che i pacs "distruggeranno la famiglia tradizionale" il mondo, l'universo e tutto il resto, è terrorismo psicologico.
Anzi, è diffondere notizie false e tendenzione atte a turbare l'ordine pubblico.
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