sabato, marzo 10, 2007

I 'DICO' E LE TRAPPOLE DA DESTRA E DA SINISTRA

HO PENSATO DI RIPORTARE L’ANALISI DI MARCO MARTURANO DAL SITO DI AFFARITALIANI PERCHÈ AFFRONTA LA QUESTIONE DEI “DICO” CON UNA TALE CHIAREZZA, LUCIDITÀ ED ONESTÀ NON RISCONTRATO FINORA IN NESSUN ALTRO COMMENTATORE DI QUALUNQUE TENDENZA.

NELL’ANALISI SI EVIDENZIA CHE I “DICO” LUNGI DALL’ESSERE UNA SEMPLICE QUESTIONE DI “DIRITTI CIVILI”, INSOMMA NÉ DI DESTRA E NÉ DI SINISTRA COME AVVIENE DAPPERTUTTO IN EUROPA AL DI LA DEL COLORE DEI GOVERNI, IN ITALIA È DIVENTATO “STRUMENTALMENTE” L’OGGETTO POLITICO DEL CONTENDERE SIA A DESTRA CHE A SINISTRA.

L’AUTORE RAVVISA CHE “CARICANDOLO” DI VALORE POLITICO DA AMBEDUE LE PARTI FACCIA SCATENARE LA TRAPPOLA IL CUI SOLO SCOPO È QUELLO DI TRASFORMARE LA DIFESA DEI “DICO” IN UN ATTACCO A TUTTA LA CHIESA CATTOLICA. QUESTO DA SOLO SPOSTEREBBE UNA COSPIQUA E DETERMUNANTE FETTA DELL’ELETTORATO CONTRO, AFFOSSANDO DI FATTO LA RIFORMA E CON ESSA ANCHE L’ESPERIENZA DI COLLABORAZIONE TRA LAICI E CATTOLICI NEL GOVERNO PRODI.

QUESTA COLLABORAZIONE PORTATA A COMPIMENTO PORTEREBBE IL NOSTRO PAESE A RENDERSI REALMENTE “INDIPENDENTE” DALLE INGERENZE DEL VATICANO, CIÒ CHE NÉ LA DESTRA-TEOCON, NÉ LA SINISTRA-TEODEM E NÉ IL VATICANO VOGLIONO! PERTANTO SI ARRIVA A TONI DA GUERRA DI RELIGIONE.

ALLO STESSO TEMPO NEMMENO LA SINISTRA RADICALE LO VUOLE PUR DI ASSESTARE IL COLPO DI GRAZIA AL NASCENTE PARTITO DEMOCRATICO CHE SU QUELLA COLLABORAZIONE FONDA IL SUO NUCLEO IMPORTANTE. PERTANTO SI ARRIVA A TONI DA GUERRA CONTRO LA CHIESA TUTTA.

SE TUTTA LA SINISTRA CADE IN QUESTA “TRAPPOLA”, SI PERDE LA “GUERRA” CON PREOCCUPANTI RITORNI AL PASSATO E CON BUONA PACE DI QUEI CITTADINI CHE ASPETTANO DI VEDERE I LORO DIRITTI RICONOSCIUTI E L’INTERA SINISTRA TORNERÀ ALL’OPPOSIZIONE PIÙ DIVISA DI PRIMA E FORSE PER MOLTI ANNI ANCORA.

SUGGERISCO DI LEGGERE L’INTERA ANALISI, NÉ VALE LA PENA, CREDETEMI.
Raffaele B.

AFFARITALIANI
di Marco Marturano
Consulente politico, presidente di GM&P, docente di Giornalismo Politico IULM e coordinatore del primo Master italiano in comunicazione politica e pubblica


I Dico, le trappole da sinistra e da destra e il Medioevo che ritorna
Sabato 10.03.2007 11:54

Settimana della festa della donna atipica quella che sta passando. Atipica sicuramente perché mai come questa volta si è parlato con serietà e concretezza della rivoluzione nel ruolo e nel peso delle donne nella guida del futuro del nostro paese, e lo si è fatto evidenziando come da questa rivoluzione dipenda il destino dell'Italia tra serie A del mondo e serie B. Ma è stata soprattutto una settimana atipica perché il concetto di pari opportunità è stato associato essenzialmente alle coppie di fatto, al cammino dei Dico al Senato, iniziato, come annunciato dalla Pollastrini, in questi giorni. Cammino che si incrocia con la manifestazione sui Dico che animerà Roma e alla quale parteciperanno tre ministri e circa un centinaio di parlamentari. Con la particolarità che questa volta è una manifestazione a sostegno e stimolo di una scelta del governo nel suo percorso in parlamento e non, come a Vicenza, contro.
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Proprio la straordinaria attenzione dedicata dalla politica e dai media alla questione Dico ha messo in rilievo questa settimana tutte le trappole che sono già in campo nel difficile tragitto che la proposta del governo sta facendo per diventare legge, trappole da sinistra e da destra. Trappole che, se tutti quelli che davvero puntano a una regolamentazione dei diritti dei conviventi non capissero a fondo, finirebbero per farli diventare più impopolari che condivisi tra agli italiani.
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Le trappole di sinistra sono sostanzialmente due. La prima è quella della critica "i Dico sono solo acqua fresca, sono troppo poco rispetto ai Pacs, quindi non servono". Chi assume questa posizione pensa di dire qualcosa di sinistra e, al contrario, offre ancora più armi a Teocon, Teodem e soci che combattono le coppie di fatto e che hanno bisogno come il pane delle critiche da sinistra ai Dico per poter sostenere che "in fondo anche chi vorrebbe i Pacs non vuole i Dico" e quindi, meglio morire di sete piuttosto che accontentarsi di un vino della casa, se si desidera solo Brunello di Montalcino.

La seconda trappola da sinistra è quella di trasformare i Dico in un elemento troppo visibilmente strategico per il centrosinistra che punta al partito democratico e ha bisogno di prove tecniche di mediazione tra la componente laica e quella cattolica. La trappola consiste in questo caso nello stimolo che questa strategia induce nella sinistra Ds e nella sinistra radicale. Lo stimolo a bloccare i Dico per bloccare il partito democratico, dipingendolo come troppo di centro e poco di sinistra. Il senatore Salvi si è già esibito applicando alla perfezione la trappola.
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La principale trappola da destra per il cammino dei Dico è invece quella tesa dal Vaticano e dalla Cei e fedelmente gestita dalla politica e dalla stampa di centrodestra (con qualche collaborazione significativa nel centrosinistra). La trappola consiste nel portare il dibattito sul fronte di una nuova ondata anticlericale, usando come provocazione la crescente aggressività interventista della Chiesa cattolica e le tonalità da guerra santa in difesa della presunta famiglia tradizionale e contro le nuove sodoma e gomorra dei Dico e dei gay.
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La trappola ovviamente funziona quanto più i difensori dei Dico cedono e cederanno alla facile tentazione di reagire alle provocazioni, che naturalmente saranno sempre più forti per tentare sempre di più. Il risultato al quale si potrebbe arrivare sarebbe quello di trasformare la difesa dei Dico in un attacco alla Chiesa cattolica, risultato che porterebbe contro i Dico una parte determinante dell'opinione pubblica. Nella strategia antiDico dell'innalzamento dei toni per farne una guerra di religione si è già arrivati a toccare punte di aggressività talmente vicine al fanatismo da far pensare a un ritorno a un medioevo pericolosissimo in tempi di neofondamentalismi. Il senatore Andreotti che prima dichiara guerra ai gay in Parlamento e poi argomenta su un importante quotidiano romano che per lui omosessualità e pedofilia sono la stessa cosa.

La senatrice Binetti che parla dei gay come fenomeno di devianza genetica come i mutanti dei fumetti della Marvel. Il ministro Mastella dichiara darwinianamente da Santoro che i gay non sono previsti dal diritto naturale. Azione giovani a Biella lancia la manifestazione "eteropride: questione di pelo" con un ancora più significativa immagine di un sedere di una ragazza. Basta a capire dove siamo già arrivati, nel regresso, al Medioevo guidato da eminenze per combattere i Dico a tutti i costi? Pensiamoci. Perché i talebani non sono solo islamici.

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