giovedì, marzo 22, 2007

LA LIBERAZIONE DI MASTROGIACOMO

ALL’INIZIO ERANO TUTTI D’ACCORDO PERCHÉ VENISSE FATTO TUTTO IL POSSIBILE PER LIBERARE MASTROGIACOMO. DOPO LA SUA LIBERAZIONE È SCATTATA LA “CRITICA” DI FORZA ITALIA SULLA SUA COSIDDETTA MODALITÀ, SPECULANDO ANCHE SUL DISAPPUNTO AMERICANO E INGLESE PERALTRO ESPRESSO IN MODO NON UFFICIALE.

QUESTO VUOL DIRE CHE SE FOSSE STATO BERLUSCONI CAPO DEL GOVERNO IL NOSTRO CONNAZIONALE SAREBBE “MORTO” PERCHÉ IL RILASCIO DI 5 O PIÙ TALEBANI SAREBBE STATO UN PREZZO TROPPO ALTO DA PAGARE! CIÒ AVREBBE FATTO CONTENTO GLI AMERICANI E SALVAGUARDATO L’ONORE DELLA PATRIA E LA SUA AFFIDABILITÀ NEI LORO CONFRONTI.

DICONO CHE COSTITUISCE UN PRECEDENTE PERICOLOSO. I TALEBANI ORA SI METTERANNO A RAPIRE GLI ITALIANI A PIU NON POSSO PER ESTORCERE ALTRI RILASCI. COSTATIAMO PERÒ CHE QUANDO RAPISCONO AMERICANI E INGLESI, INSOMMA DI PAESI NON DISPOSTI A NEGOZIARE, ESSI FINISCONO INEVITABILMENTE “UCCISI”.

PER NOI ITALIANI SALVARE UNA VITA DI UN CONNAZIONALE ALL’ESTERO È MOLTO IMPORTANTE FA PARTE DEL NOSTRO DNA. MASTROGIACOMO ERA STATO ATTIRATO CON L’INGANNO SUL POSTO PER POTER FARE IL SUO LAVORO DI GIORNALISTA. TUTTI NOI ITALIANI SIAMO CONTENTI CHE SI SIA SALVATO, DEL PREZZO NON C’INTERESSA, LA VITA NON HA PREZZO.
Raffaele B.

ILSOLE24ORE
Nessun passo ufficiale americano
di Marco Ludovico
22 marzo 2007

Una bomba in un campo minato. La «sorpresa» e il disappunto Usa e inglese per la liberazione dei cinque prigionieri afghani costringono la Farnesina a una nota per ricordare che«la rappresentante degli Stati Uniti in Consiglio di Sicurezza all'Onu non aveva mancato di esprimere apprezzamento per il ruolo svolto dall'Italia in Afghanistan nel corso del dibattito pubblico svoltosi martedì sul rinnovo della missione di ricostruzione e di assistenza nel settore civile delle Nazioni Unite (Unama) ». Il ministero degli Esteri ribadisce «il clima molto positivo » registrato nel corso dell'incontro il 19 marzo tra il ministro Massimo D'Alema e il Segretario di Stato americano Condoleezza Rice a Washington.E non a caso,nella tarda serata di ieri, fonti della Farnesina hanno annunciato per oggi un colloquio telefonico tra i due sul caso Mastrogiacomo.
A distanza di un giorno proprio da quell'incontro apparso così positivo, queste voci la Farnesina sottolinea «anonime, non risultano passi ufficiali americani attraverso i consueti canali diplomatici» da Washington e dal Foreign Office fanno pensare al teatro dell'assurdo, a una pièce di Ionesco piena di inquietudine ma reale. Infatti, c'è un'ipotesi molto concreta: «Dei prigionieri talebani da liberare, Cia e Dipartimento Usa hanno saputo prima tutto, ovviamente. Queste proteste anonime fanno piuttosto pensare, nel caso americano spiega una fonte d'intelligencea un deciso malumore del Pentagono ». L'Esecutivo italiano, in sostanza, manifesta la sua stizza per queste dichiarazioni ufficiose e dichiara quasi di ignorarle: «I Governi parlano con i Governi», rammentano a Palazzo Chigi. In tarda serata,negli ambienti della Farnesina emerge anche un'altra lettura: proprio il livello non elevato delle fonti di queste voci può farle considerare, tutto sommato, «comprensibili» senza attribuire loro troppa importanza.
Tuttavia,nel coro governativo di un silenzio sprezzante il no comment della Difesa ha un sapore specifico del tutto diverso, vista la sua contrarietà alla liberazione dei prigionieri espressa più volte dal ministro Arturo Parisi sconfitto, alla fine, dalla linea ProdiD'AlemaGino Strada.
Fatto sta che le dichiarazioni americane e inglesi si rivelano un'occasione ghiotta intanto per chi, all'interno del Governo e della maggioranza, non ha approvato il modo in cui è stato liberato Daniele Mastrogiacomo e adesso può ricordare le proprie ragioni. Ma è soprattutto un'opportunità vantaggiosa per l'opposizione. Silvio Berlusconi, secondo alcune fonti a lui vicine,sostiene di essere «seriamente preoccupato » per le reazioni degli alleati sulle modalità del rilascio del giornalista di Repubblica visto che ora l'Italia, soprattutto agli occhi di Usa e Gran Bretagna,rischia di apparire ancora più «inaffidabile», con conseguente «danno all'immagine» del Paese…
CONTINUA
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L'UNITA
Mastrogiacomo, la Rice: «Non negoziamo con i terroristi»
D'Alema: non sono affatto pentito

Il ministro degli Esteri Massimo D'Alema ha parlato al telefono con il segretario di Stato americano Condoleezza Rice, dopo le critiche sulle modalità della liberazione di Daniele Mastrogiacomo, la trattativa e lo scambio di prigionieri...
CONTINUA

Pubblicato il: 22.03.07
Modificato il: 22.03.07 alle ore 20.03

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