È INNEGABILE CHE A CAUSA DEL CAMBIAMENTO DEL CLIMA E CON LA SUA ESTREMIZZAZIONE L’ACQUA COMINCI A SCARSEGGIARE LADDOVE VI ERA IN ABBONDANZA E VICEVERSA.
CON LA PROSPETTIVA DEL GRAN CALDO IN ARRIVO MENTRE TUTTI I FIUMI E LAGHI SI SONO ABBASSATI DI LIVELLO INSIEME ALLO SCIOGLIMENTO DELLA NEVE SUI MONTI C’È NE ABBASTANZA PER PREOCCUPARSI SERIAMENTE.
PER FORTUNA IL GOVERNO E LA PROTEZIONE CIVILE SI STANNO GIÀ ATTIVANDO DICHIARANDO L’EMERGENZA SU TUTTO IL TERRITORIO. MA POTREBBE NON ESSERE SUFFICIENTE.
VI SONO INCREDIBILI SPRECHI E UNA RETE IDRICA VECCHIA ED OBSOLETA CHE FA “ACQUA” DA TUTTE LE PARTI E SU CUI BISOGNERÀ METTERCI MANO. UNA CRIMINALITÀ CHE IN MOLTE PARTI DEL SUD DEL PAESE SFRUTTA IL PROBLEMA REALIZZANDO IGNOBILI PROFITTI.
L’ACQUA È UN BENE PRIMARIO INDISPENSABILE ALLA VITA DI TUTTI E DI TUTTO. ESSA È IMPORTANTE COME L’ARIA. ELEMENTI QUESTI GRAVEMENTE A RISCHIO INQUINAMENTO DA CUI LA NOSTRA SALUTE.
SIAMO DI FRONTE ALLA MADRE DI TUTTE L’EMERGENZE CHE NON DOBBIAMO SOTTOVALUTARE PERCHÉ SE LE CONDIZIONI AMBIENTALI SI AGGRAVANO SENZA POSSIBILITÀ DI RECUPERO AVREMO UN DIFFICILE FUTURO DAVANTI GRAVIDO DI RISCHI TERRIBILI.
Raffaele B.
ANSA
Aduc: gli italiani e gli sprechi di acqua
2007-04-25 16:57
ROMA - Circa 1,4 miliardi di persone non ha acqua potabile a sufficienza, 1 miliardo beve acqua non sicura, 3,4 milioni muoiono ogni anno per malattie trasmesse dall' acqua. I dati sono riportati dall'Aduc, l'Associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori, il cui segretario, Primo Mastrantoni, osserva: "il 71% del globo terrestre è ricoperto di acqua. Sembrerebbe sufficiente per evitare carenze, conflitti ed epidemie. Purtroppo le acque dolci rappresentano solo il 2% dell'acqua disponibile mentre il restante 98% è acqua salata. Di quel 2% l'acqua utilizzabile è solo l'1%, perché il resto sta nei ghiacci polari (75%) o nel sottosuolo (24%), ed è mal distribuita e mal utilizzata. Se per le esigenze di vita bastano 2,5 litri al giorno, in realtà nel nostro paese ne consumiamo ben 215. Si prevede che nel 2020 3 miliardi di persone non avranno accesso all'acqua. La dotazione minima d'acqua per vivere è di circa 50 litri al giorno.
CON LA PROSPETTIVA DEL GRAN CALDO IN ARRIVO MENTRE TUTTI I FIUMI E LAGHI SI SONO ABBASSATI DI LIVELLO INSIEME ALLO SCIOGLIMENTO DELLA NEVE SUI MONTI C’È NE ABBASTANZA PER PREOCCUPARSI SERIAMENTE.
PER FORTUNA IL GOVERNO E LA PROTEZIONE CIVILE SI STANNO GIÀ ATTIVANDO DICHIARANDO L’EMERGENZA SU TUTTO IL TERRITORIO. MA POTREBBE NON ESSERE SUFFICIENTE.
VI SONO INCREDIBILI SPRECHI E UNA RETE IDRICA VECCHIA ED OBSOLETA CHE FA “ACQUA” DA TUTTE LE PARTI E SU CUI BISOGNERÀ METTERCI MANO. UNA CRIMINALITÀ CHE IN MOLTE PARTI DEL SUD DEL PAESE SFRUTTA IL PROBLEMA REALIZZANDO IGNOBILI PROFITTI.
L’ACQUA È UN BENE PRIMARIO INDISPENSABILE ALLA VITA DI TUTTI E DI TUTTO. ESSA È IMPORTANTE COME L’ARIA. ELEMENTI QUESTI GRAVEMENTE A RISCHIO INQUINAMENTO DA CUI LA NOSTRA SALUTE.
SIAMO DI FRONTE ALLA MADRE DI TUTTE L’EMERGENZE CHE NON DOBBIAMO SOTTOVALUTARE PERCHÉ SE LE CONDIZIONI AMBIENTALI SI AGGRAVANO SENZA POSSIBILITÀ DI RECUPERO AVREMO UN DIFFICILE FUTURO DAVANTI GRAVIDO DI RISCHI TERRIBILI.
Raffaele B.
ANSA
Aduc: gli italiani e gli sprechi di acqua
2007-04-25 16:57
ROMA - Circa 1,4 miliardi di persone non ha acqua potabile a sufficienza, 1 miliardo beve acqua non sicura, 3,4 milioni muoiono ogni anno per malattie trasmesse dall' acqua. I dati sono riportati dall'Aduc, l'Associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori, il cui segretario, Primo Mastrantoni, osserva: "il 71% del globo terrestre è ricoperto di acqua. Sembrerebbe sufficiente per evitare carenze, conflitti ed epidemie. Purtroppo le acque dolci rappresentano solo il 2% dell'acqua disponibile mentre il restante 98% è acqua salata. Di quel 2% l'acqua utilizzabile è solo l'1%, perché il resto sta nei ghiacci polari (75%) o nel sottosuolo (24%), ed è mal distribuita e mal utilizzata. Se per le esigenze di vita bastano 2,5 litri al giorno, in realtà nel nostro paese ne consumiamo ben 215. Si prevede che nel 2020 3 miliardi di persone non avranno accesso all'acqua. La dotazione minima d'acqua per vivere è di circa 50 litri al giorno.
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Un africano fortunato di una regione rurale subsahariana ne consuma meno di 20. Siamo quindi responsabili del cattivo uso di una risorsa indispensabile? In parte sì, ma il nostro apporto al consumo è minimale". Aduc ricorda che nel 2005 si consumavano 188 litri pro-capite l'anno di acqua in bottiglia con una spesa di 260 euro/anno a famiglia, per un giro d'affari nazionale di 2.840.000.000 euro e una produzione di 100.000 tonnellate di plastica. Questa è la ripartizione percentuale del consumo di acqua potabile in una famiglia italiana: 1. Il 23% per pulizie personali (bagno, doccia, denti e mani); 2. il 14% per lavaggio (vestiti, biancheria, piatti e pentole); 3. il 13% per usi di cucina (cottura, verdura, frutta); 4. il 28% negli sciacquoni di gabinetto; 5. il 14% nelle annaffiature; 6. l'8% in perdite di impianti. "Fa una certa impressione - conclude Mastrantoni - constatare quanta ne buttiamo!".
LEGAMBIENTE
Siccità: ecco le 12 città che buttano l'acqua
24/04/2007 12:17 - In Italia la rete idrica perde tra il 30 e il 40%
A Cosenza, Latina, Campobasso, Pescara, Vibo Valentia, Rieti, Bari, Siracusa, Nuoro, Agrigento, Sassari e Belluno apri il rubinetto e per l’acqua che esce se n’è persa altrettanta. In questi 12 capoluoghi di provincia, più del 50% dell’acqua immessa in rete sparisce nel nulla.
Sul banco degli imputati dell’emergenza siccità ci sono prima di tutti i consumi agricoli e industriali, che occorre riorganizzare, razionalizzare e ridurre. Così come è indispensabile affrontare il problema delle perdite di rete che riguarda buona parte delle città italiane, il 44% delle 89 città per cui è stato possibile fare una stima nel rapporto Ecosistema Urbano 2007, perde più del 30% dell’acqua che immette in rete.
Ma è nelle regioni meridionali che la situazione è drammatica: a Cosenza l’acqua dispersa è il 70% di quella immessa in rete, a Campobasso il 65%. Emblematico il caso di Agrigento, una città che ha una disponibilità idrica superiore alla media nazionale, ma dove l’acqua viene tutt’oggi erogata ogni 4-10 giorni in relazione al periodo dell’anno e alla zona della città. E’ evidente che il problema è legato alla fatiscenza e alla irrazionalità della rete, fatta di condotte vecchie e realizzate per pezzi nel corso dei decenni, non un circuito chiuso come sarebbe normale, ma serbatoi completamente isolati.
Ma anziché investire su una rete colabrodo, il Commissario regionale all’emergenza idrica ha pensato bene di costruire un dissalatore che aumenta la dotazione d’acqua della città di un altro 30%, acqua che ovviamente finisce nella suddetta disastrata rete cittadina.Dulcis in fundo gli agrigentini comprano l’acqua per cucinare, 10 litri di acqua potabilizzata a 1euro nei “negozi specializzati” sparsi per la città.
Il paradosso di Gela non è meno significativo: l’acqua potabile del lago va allo stabilimento dell’Eni, mentre ai cittadini viene distribuita quella erogata dal dissalatore.Ma nelle grandi città, anche se il dato è meno eclatante, la situazione degli sprechi non è meno significativa, ci sono capoluoghi spreconi, come Palermo che perde il 47% della dotazione idrica, Catania (42%), Napoli (38%) e Roma (35%), e altri messi meglio, come Milano al 10%: in generale però anche in presenza di perdite contenute, l’alto numero di abitanti contribuisce al dato nazionale.
Il consumo giornaliero di acqua potabile in Italia è di circa 200 litri a testa (dai 106 di Ascoli Piceno ai 360 di Milano). Molto di più di quella che ci serve davvero. E' acqua che è stata prelevata da pompe, talvolta trattata in impianti, analizzata in laboratori sofisticati, distribuita in tutte le nostre case e che, infine, dovrà essere depurata prima di venire restituita ai fiumi o al mare. Sprecare questo bene prezioso è più facile di quel che si creda: un rubinetto che perde una goccia ogni 5 secondi, a fine anno ne ha buttati 2 mila litri. Se poi a perdere è il rubinetto dell'acqua calda, è come se avessimo sprecato anche una decina di metri cubi di metano.
Perdite di rete - % di acqua non consumata per usi civili, industriali agricoli/acqua immessa(Fonte: Ecosistema Urbano 2007 di Legambiente)
Belluno……………….52%
Un africano fortunato di una regione rurale subsahariana ne consuma meno di 20. Siamo quindi responsabili del cattivo uso di una risorsa indispensabile? In parte sì, ma il nostro apporto al consumo è minimale". Aduc ricorda che nel 2005 si consumavano 188 litri pro-capite l'anno di acqua in bottiglia con una spesa di 260 euro/anno a famiglia, per un giro d'affari nazionale di 2.840.000.000 euro e una produzione di 100.000 tonnellate di plastica. Questa è la ripartizione percentuale del consumo di acqua potabile in una famiglia italiana: 1. Il 23% per pulizie personali (bagno, doccia, denti e mani); 2. il 14% per lavaggio (vestiti, biancheria, piatti e pentole); 3. il 13% per usi di cucina (cottura, verdura, frutta); 4. il 28% negli sciacquoni di gabinetto; 5. il 14% nelle annaffiature; 6. l'8% in perdite di impianti. "Fa una certa impressione - conclude Mastrantoni - constatare quanta ne buttiamo!".
LEGAMBIENTE
Siccità: ecco le 12 città che buttano l'acqua
24/04/2007 12:17 - In Italia la rete idrica perde tra il 30 e il 40%
A Cosenza, Latina, Campobasso, Pescara, Vibo Valentia, Rieti, Bari, Siracusa, Nuoro, Agrigento, Sassari e Belluno apri il rubinetto e per l’acqua che esce se n’è persa altrettanta. In questi 12 capoluoghi di provincia, più del 50% dell’acqua immessa in rete sparisce nel nulla.
Sul banco degli imputati dell’emergenza siccità ci sono prima di tutti i consumi agricoli e industriali, che occorre riorganizzare, razionalizzare e ridurre. Così come è indispensabile affrontare il problema delle perdite di rete che riguarda buona parte delle città italiane, il 44% delle 89 città per cui è stato possibile fare una stima nel rapporto Ecosistema Urbano 2007, perde più del 30% dell’acqua che immette in rete.
Ma è nelle regioni meridionali che la situazione è drammatica: a Cosenza l’acqua dispersa è il 70% di quella immessa in rete, a Campobasso il 65%. Emblematico il caso di Agrigento, una città che ha una disponibilità idrica superiore alla media nazionale, ma dove l’acqua viene tutt’oggi erogata ogni 4-10 giorni in relazione al periodo dell’anno e alla zona della città. E’ evidente che il problema è legato alla fatiscenza e alla irrazionalità della rete, fatta di condotte vecchie e realizzate per pezzi nel corso dei decenni, non un circuito chiuso come sarebbe normale, ma serbatoi completamente isolati.
Ma anziché investire su una rete colabrodo, il Commissario regionale all’emergenza idrica ha pensato bene di costruire un dissalatore che aumenta la dotazione d’acqua della città di un altro 30%, acqua che ovviamente finisce nella suddetta disastrata rete cittadina.Dulcis in fundo gli agrigentini comprano l’acqua per cucinare, 10 litri di acqua potabilizzata a 1euro nei “negozi specializzati” sparsi per la città.
Il paradosso di Gela non è meno significativo: l’acqua potabile del lago va allo stabilimento dell’Eni, mentre ai cittadini viene distribuita quella erogata dal dissalatore.Ma nelle grandi città, anche se il dato è meno eclatante, la situazione degli sprechi non è meno significativa, ci sono capoluoghi spreconi, come Palermo che perde il 47% della dotazione idrica, Catania (42%), Napoli (38%) e Roma (35%), e altri messi meglio, come Milano al 10%: in generale però anche in presenza di perdite contenute, l’alto numero di abitanti contribuisce al dato nazionale.
Il consumo giornaliero di acqua potabile in Italia è di circa 200 litri a testa (dai 106 di Ascoli Piceno ai 360 di Milano). Molto di più di quella che ci serve davvero. E' acqua che è stata prelevata da pompe, talvolta trattata in impianti, analizzata in laboratori sofisticati, distribuita in tutte le nostre case e che, infine, dovrà essere depurata prima di venire restituita ai fiumi o al mare. Sprecare questo bene prezioso è più facile di quel che si creda: un rubinetto che perde una goccia ogni 5 secondi, a fine anno ne ha buttati 2 mila litri. Se poi a perdere è il rubinetto dell'acqua calda, è come se avessimo sprecato anche una decina di metri cubi di metano.
Perdite di rete - % di acqua non consumata per usi civili, industriali agricoli/acqua immessa(Fonte: Ecosistema Urbano 2007 di Legambiente)
Belluno……………….52%
Sassari……………….53%
Agrigento…………….54%
Nuoro…………………54%
Siracusa……………...55%
Bari …………………...57%
Rieti…………………...58%
Vibo Valentia…………60%
Pescara……………….61%
Campobasso…………65%
Latina………………….66%
Cosenza………………70%
L’ufficio stampa 06 86268399