Ieri alcuni quotidiani sono usciti con questa notizia bomba sull'entità della evasione fiscale in base allo studio fatto da un'agenzia Krls Network of Business Ethics.
Tra questi ho scelto RAINEWS24 e il CORRIERE DELLA SERA. Gli articoli hanno lo stesso contenuto e stesse cifre. Il totale della evasione arriva a €300 Miliardi annui con una dettagliata articolazione del fenomeno, che coinvolge perfino il crimine organizzato, ed è stata equiparata a più di dieci manovre finanziarie.
Una cosa inaudita ed unica rispetto ad altri paesi sviluppati che di fatto spiega la ragione che sta alla base delle difficoltà di questo nostro paese a diventare un paese normale come gli altri con i quali ci misuriamo.
É evidente che se non si risolve questo "problema" in modo serio e permanente, nessun altro problema potrà essere affrontato seriamente. Essendo questa la madre di tutti i mali, ne consegue che tutte le altre questioni dipendono direttamente dalla sua soluzione.
Il fenomeno è antico ed è ormai entrato nella "cultura" dei cittadini in particolare di coloro che stanno economicamente meglio, lo studio lo evidenzia. Lo Stato viene visto da questi come un "nemico" da combattere dimostrando che il loro "amore per la patria" in quanto “italiani” in realtà non esiste affatto.
Lo Stato, per parte sua, nella migliore delle ipotesi, fa poco per "giustificare" il prelievo e nella peggiore, lo ha “avallato” consentendo inauditi privilegi. Oscilla fra una timida lotta alla evasione ai più incredibili ed ingiusti condoni.
Per recuperare il terreno perduto c'è un lavoro enorme da fare, quasi al limite dell'impossibile, perchè si tratta di fare una seria lotta alla evasione che porti a "cambiare" la cultura di un popolo in particolare di quella parte che produce facendolo diventare "nazione".
Naturalmente per fare tutto questo bisogna cambiare registro. Ci vuole una classe politica autorevole di ambedue gli schieramenti al di fuori di ogni sospetto ed ineccepibile dal punto di vista sia della legalità che dell'amore di patria.
Purtroppo la classe politica attuale è al contrario troppo "screditata" per i troppi connubi e conflitti d'interesse da poter risolvere questo problema. Anzi, quella al governo, addirittura non lo pensa nemmeno!
Raffaele B.
RAINEWS24
La radiografia dell'evasione in Italia, mancati introiti per 300 miliardi di euro
Roma 20 settembre 2008
L'imponibile evaso in Italia e' di circa 300 miliardi di euro l'anno, mentre in termini di imposte dirette sottratte all'erario siamo nell'ordine dei 115 miliardi di euro. E' questa la stima calcolata da Krls Network of Business Ethics per conto di Contribuenti.it, elaborando dati ministeriali e dell'Istat.
Cinque sono le aree di evasione fiscale analizzate: l'economia sommersa, l'economia criminale, l'evasione delle società di capitali, l'evasione delle big company e quella dei lavoratori autonomi e piccole imprese.
L'economia sommersa sottrae al fisco italiano un imponibile di circa 105 miliardi di euro l'anno, con un esercito di lavoratori in nero composto da circa 2 milioni di persone.
L'economia criminale realizzata dalle grandi organizzazioni mafiose avrebbe un giro di affari non 'contabilizzati' sui 120 miliardi di euro l'anno, con un'imposta evasa di 40 miliardi.
La terza area e' quella composta dalle società di capitali, escluse le grandi imprese, per le quali si stima un'evasione fiscale attorno ai 15 miliardi di euro l'anno.
La quarta area e' quella composta dalle big company: una su tre chiude il bilancio in perdita e non paga le tasse.
Inoltre il 92% delle big company abusano del 'transfer pricing' per spostare costi e ricavi tra le società del gruppo trasferendo fittiziamente la tassazione nei paesi dove di fatto non vi sono controlli fiscali sottraendo al fisco italiano 27 miliardi.
Infine c'e' l'evasione dei lavoratori autonomi e delle piccole imprese dovuta alla mancata emissione di scontrini, di ricevute e di fatture fiscali che sottrae all'erario circa 8 miliardi di euro l'anno.
CORRIERE DELLA SERA
Evasione fiscale, 300 miliardi all'anno
20 settembre 2008
È l'ammontare dell'imponibile. Imposte dirette evase per 115 miliari di euro, 40 per la criminalità organizzata. Pari a dieci manovre finanziarie.
MILANO - Dieci finanziarie ogni anno. È l'ammontare dell'evasione fiscale in Italia: ogni anno circa 300 miliardi di euro di imponibile vengono sottratte all’erario. Di queste, l'evasione di imposte dirette è 115 miliardi di euro, l'economia sommersa sottrae 105 miliardi, la criminalità organizzata 40 miliardi e 25 miliardi chi ha il secondo o terzo lavoro. La stima è stata fatta da Krls Network of Business Ethics per conto di Contribuenti.it, Associazione contribuenti italiani, elaborando dati ministeriali e dell’Istat.
CINQUE AREE - Le aree di evasione fiscale analizzate nello studio sono cinque: l’economia sommersa, l’economia criminale, l’evasione delle società di capitali, l’evasione delle big company e quella dei lavoratori autonomi e piccole imprese. I lavoratori in nero sono circa 2 milioni, di questi 800 mila sono dipendenti che fanno il secondo o il terzo lavoro (con un'evasione d’imposta di 25 miliardi di euro). La seconda area di evasione è quella dell’economia criminale realizzata dalle grandi organizzazioni mafiose che, in almeno tre regioni del Mezzogiorno, controllano buona parte del territorio. Il giro di affari della criminalità è di 120 miliardi di euro all’anno con un’imposta evasa di 40 miliardi di euro.
SOCIETÀ DI CAPITALI - La terza area è quella composta dalle società di capitali, escluso le grandi imprese: secondo i dati del ministero dell’Economia e delle Finanze, il 78% circa delle società di capitali italiane dichiara redditi negativi (52%) o meno di 10 mila euro (26%). In pratica su un totale di circa 800 mila società di capitali il 78% non versa quanto dovuto di imposte dirette. Si stima un’evasione fiscale attorno ai 15 miliardi di euro l’anno. La quarta area è quella composta delle big company. Una su tre chiude il bilancio in perdita e non paga le tasse. Inoltre il 92% delle big company abusano del «transfer pricing» per spostare costi e ricavi tra le società del gruppo trasferendo fittiziamente la tassazione nei Paesi dove di fatto non vi sono controlli fiscali sottraendo al fisco italiano 27 miliardi di euro. Infine c’è l’evasione dei lavoratori autonomi e delle piccole imprese dovuta alla mancata emissione di scontrini, di ricevute e di fatture fiscali che sottrae all’erario circa 8 miliardi di euro l’anno. «Di fronte a un fenomeno così diffuso», afferma Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it, «bisogna riformare la macchina dell’amministrazione finanziaria, puntare su interventi congiunti di tax compliance, incentivare i controlli da parte della Guardia di finanza ed estendere gli studi di settore a tutte le imprese».
Tra questi ho scelto RAINEWS24 e il CORRIERE DELLA SERA. Gli articoli hanno lo stesso contenuto e stesse cifre. Il totale della evasione arriva a €300 Miliardi annui con una dettagliata articolazione del fenomeno, che coinvolge perfino il crimine organizzato, ed è stata equiparata a più di dieci manovre finanziarie.
Una cosa inaudita ed unica rispetto ad altri paesi sviluppati che di fatto spiega la ragione che sta alla base delle difficoltà di questo nostro paese a diventare un paese normale come gli altri con i quali ci misuriamo.
É evidente che se non si risolve questo "problema" in modo serio e permanente, nessun altro problema potrà essere affrontato seriamente. Essendo questa la madre di tutti i mali, ne consegue che tutte le altre questioni dipendono direttamente dalla sua soluzione.
Il fenomeno è antico ed è ormai entrato nella "cultura" dei cittadini in particolare di coloro che stanno economicamente meglio, lo studio lo evidenzia. Lo Stato viene visto da questi come un "nemico" da combattere dimostrando che il loro "amore per la patria" in quanto “italiani” in realtà non esiste affatto.
Lo Stato, per parte sua, nella migliore delle ipotesi, fa poco per "giustificare" il prelievo e nella peggiore, lo ha “avallato” consentendo inauditi privilegi. Oscilla fra una timida lotta alla evasione ai più incredibili ed ingiusti condoni.
Per recuperare il terreno perduto c'è un lavoro enorme da fare, quasi al limite dell'impossibile, perchè si tratta di fare una seria lotta alla evasione che porti a "cambiare" la cultura di un popolo in particolare di quella parte che produce facendolo diventare "nazione".
Naturalmente per fare tutto questo bisogna cambiare registro. Ci vuole una classe politica autorevole di ambedue gli schieramenti al di fuori di ogni sospetto ed ineccepibile dal punto di vista sia della legalità che dell'amore di patria.
Purtroppo la classe politica attuale è al contrario troppo "screditata" per i troppi connubi e conflitti d'interesse da poter risolvere questo problema. Anzi, quella al governo, addirittura non lo pensa nemmeno!
Raffaele B.
RAINEWS24
La radiografia dell'evasione in Italia, mancati introiti per 300 miliardi di euro
Roma 20 settembre 2008
L'imponibile evaso in Italia e' di circa 300 miliardi di euro l'anno, mentre in termini di imposte dirette sottratte all'erario siamo nell'ordine dei 115 miliardi di euro. E' questa la stima calcolata da Krls Network of Business Ethics per conto di Contribuenti.it, elaborando dati ministeriali e dell'Istat.
Cinque sono le aree di evasione fiscale analizzate: l'economia sommersa, l'economia criminale, l'evasione delle società di capitali, l'evasione delle big company e quella dei lavoratori autonomi e piccole imprese.
L'economia sommersa sottrae al fisco italiano un imponibile di circa 105 miliardi di euro l'anno, con un esercito di lavoratori in nero composto da circa 2 milioni di persone.
L'economia criminale realizzata dalle grandi organizzazioni mafiose avrebbe un giro di affari non 'contabilizzati' sui 120 miliardi di euro l'anno, con un'imposta evasa di 40 miliardi.
La terza area e' quella composta dalle società di capitali, escluse le grandi imprese, per le quali si stima un'evasione fiscale attorno ai 15 miliardi di euro l'anno.
La quarta area e' quella composta dalle big company: una su tre chiude il bilancio in perdita e non paga le tasse.
Inoltre il 92% delle big company abusano del 'transfer pricing' per spostare costi e ricavi tra le società del gruppo trasferendo fittiziamente la tassazione nei paesi dove di fatto non vi sono controlli fiscali sottraendo al fisco italiano 27 miliardi.
Infine c'e' l'evasione dei lavoratori autonomi e delle piccole imprese dovuta alla mancata emissione di scontrini, di ricevute e di fatture fiscali che sottrae all'erario circa 8 miliardi di euro l'anno.
CORRIERE DELLA SERA
Evasione fiscale, 300 miliardi all'anno
20 settembre 2008
È l'ammontare dell'imponibile. Imposte dirette evase per 115 miliari di euro, 40 per la criminalità organizzata. Pari a dieci manovre finanziarie.
MILANO - Dieci finanziarie ogni anno. È l'ammontare dell'evasione fiscale in Italia: ogni anno circa 300 miliardi di euro di imponibile vengono sottratte all’erario. Di queste, l'evasione di imposte dirette è 115 miliardi di euro, l'economia sommersa sottrae 105 miliardi, la criminalità organizzata 40 miliardi e 25 miliardi chi ha il secondo o terzo lavoro. La stima è stata fatta da Krls Network of Business Ethics per conto di Contribuenti.it, Associazione contribuenti italiani, elaborando dati ministeriali e dell’Istat.
CINQUE AREE - Le aree di evasione fiscale analizzate nello studio sono cinque: l’economia sommersa, l’economia criminale, l’evasione delle società di capitali, l’evasione delle big company e quella dei lavoratori autonomi e piccole imprese. I lavoratori in nero sono circa 2 milioni, di questi 800 mila sono dipendenti che fanno il secondo o il terzo lavoro (con un'evasione d’imposta di 25 miliardi di euro). La seconda area di evasione è quella dell’economia criminale realizzata dalle grandi organizzazioni mafiose che, in almeno tre regioni del Mezzogiorno, controllano buona parte del territorio. Il giro di affari della criminalità è di 120 miliardi di euro all’anno con un’imposta evasa di 40 miliardi di euro.
SOCIETÀ DI CAPITALI - La terza area è quella composta dalle società di capitali, escluso le grandi imprese: secondo i dati del ministero dell’Economia e delle Finanze, il 78% circa delle società di capitali italiane dichiara redditi negativi (52%) o meno di 10 mila euro (26%). In pratica su un totale di circa 800 mila società di capitali il 78% non versa quanto dovuto di imposte dirette. Si stima un’evasione fiscale attorno ai 15 miliardi di euro l’anno. La quarta area è quella composta delle big company. Una su tre chiude il bilancio in perdita e non paga le tasse. Inoltre il 92% delle big company abusano del «transfer pricing» per spostare costi e ricavi tra le società del gruppo trasferendo fittiziamente la tassazione nei Paesi dove di fatto non vi sono controlli fiscali sottraendo al fisco italiano 27 miliardi di euro. Infine c’è l’evasione dei lavoratori autonomi e delle piccole imprese dovuta alla mancata emissione di scontrini, di ricevute e di fatture fiscali che sottrae all’erario circa 8 miliardi di euro l’anno. «Di fronte a un fenomeno così diffuso», afferma Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it, «bisogna riformare la macchina dell’amministrazione finanziaria, puntare su interventi congiunti di tax compliance, incentivare i controlli da parte della Guardia di finanza ed estendere gli studi di settore a tutte le imprese».
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