giovedì, ottobre 16, 2008

CAMORRA – GIUSTIZIALISMO O VOGLIA DI LEGALITÀ?

Il trasfugo Daniele Capezzone (nella foto) ex-radicale transitato a Forza Italia già in posizione di rilievo tanto che ne è il portavoce, fa di tutto per farsi notare dal capo come uno dei più assidui e servili maggiordomi.

Egli si affanna a dimostrare che l’attacco che fa Veltroni del PD al sottosegretario dell’economia Nicola Cosentino di FI non abbia niente a che fare con le vergognose minacce della criminalità dei Casalesi a Saviano e che così facendo Veltroni compie un atto politico grave. Insomma così si fa giustizialismo e non legalità.

Ora, a parte la solita retorica sulla presunta difficoltà politica dell’avversario che lo farebbe agire in modo frettoloso riproponendo la solita vecchia propaganda dalla quale ne sarebbe sempre preda povero lui, Capezzone non spiega perché i due eventi non sarebbero collegati. Nulla, solo miserevoli invettive tipico della più italica inciviltà politica.

Ma il portavoce di Forza Italia si guarda bene ad entrare nel merito, perché se lo facesse avrebbe l’arduo compito di “smentire” tutto quello che si dice del sottosegretario
Nicola Cosentino proprio in relazione alla criminalità dei Casalesi, la stessa che minaccia di morte Saviano, il loro grande accusatore.

Il sottosegretario nato a Casal di Principe è accusato da quattro pentiti di essere al servizio dei boss Casalesi originari della stessa città. In un momento in cui le forze dell’ordine sono impegnati ad una dura lotta per arrestare questi pericolosi criminali che non dimentichiamo, godono di appoggi politici, un minimo di decenza vorrebbe che Nicola Cosentino si dimettesse per facilitare il lavoro degli investigatori e della giustizia.

Invece costoro fanno “finta di niente” mentre con una bella faccia tosta “esprimono” a Saviano tutta la loro “falsa” solidarietà. Ma quale “giustizialismo” è voglia di “legalità” che purtroppo stenta ad affermarsi in questo nostro Paese.
Raffaele B.

VIRGILIO NOTIZIE
Camorra/ Capezzone: Da Veltroni un gravissimo attacco a Cosentino
Da lui solo giustizialismo, non lotta per la legalità

Roma, 16 ott. (Apcom) - "Capisco che Veltroni sia in una drammatica difficoltà politica, e ora, non sapendo che altro fare, cerchi di fare un po' di frettolosa propaganda anti-camorra e anti-mafia, tentando così di cambiare tema alla manifestazione del 25 ottobre". Lo dichiara in una nota Daniele Capezzone, portavoce di Forza Italia.

"Ma che il segretario del Pd metta in uno stesso frullatore le vergognose minacce della criminalità a Saviano da una parte, e dall'altra un suo attacco gratuito al sottosegretario Nicola Cosentino, sostanzialmente mischiando le cose, mettendo tutto nel medesimo calderone - rileva - è un atto politicamente gravissimo".

"Questa - osserva Capezzone - non è lotta per la legalità. Questo è giustizialismo. Questo è il solito tentativo di aggredire gli avversari politici attraverso le insinuazioni e gli attacchi alla loro immagine. Chi sperava che il Pd non riproponesse i soliti vizi antigarantisti, purtroppo si sbagliava. Il lupo perde il pelo ma non il vizio".

ESPRESSO
Sistema Cosentino
di Marco Lillo
ha collaborato Claudio Pappaianni
09 ottobre 2008

Quattro pentiti accusano: il sottosegretario era al servizio dei boss casalesi. Ecco tutti gli affari del politico di Casal di Principe. Con una holding di famiglia a cui avevano negato il certificato antimafia

E ora sono quattro. Un poker di pentiti di camorra accusa il sottosegretario all'Economia Nicola Cosentino, nato a Casal di Principe, di avere intessuto un rapporto organico con il clan più pericoloso d'Italia: i casalesi.

L'ultimo verbale è stato depositato il 30 settembre scorso in occasione dell'operazione 'Spartacus 3' della Procura di Napoli, una retata che ha raccolto il plauso del capo dello Stato. Il pentito Domenico Frascogna ha raccontato ai pm che Cosentino è stato il postino dei messaggi del boss Francesco Schiavone, detto Sandokan per una vaga somiglianza con l'eroe salgariano. L'attuale sottosegretario avrebbe trasmesso gli ordini del capoclan, poi condannato a tre ergastoli e decine di anni di galera per reati gravissimi che vanno dall'omicidio all'associazione camorristica…
CONTINUA

ESPRESSO-SPECIALE-CASALESI
Il clan dei Casalesi da Gomorra a Spartacus
Sono l'ultima mafia: quattro padrini per tre famiglie che dominano la più potente organizzazione criminale. Feroce come una gang sudamericana, capace di infiltrarsi negli appalti con creatività campana, solidale come una cosca siciliana. Ma la sentenza di appello con la condanna all'ergastolo della triade che governa la confederazione camorrista rischia di rimettere in gioco gli assetti di potere.
Ora i detenuti Francesco Schiavone detto Sandokan, Francesco Bidognetti e i due boss latitanti Michele Zagaria e Antonio Iovine possono solo sperare nella Cassazione per evitare il carcere a vita. E gli investigatori temono che i casalesi possano scatenare i killer. Gli stessi che nelle scorse settimane hanno ucciso familiari di pentiti e imprenditori che avevano rifiutato il racket. È massima allerta, perché ora potrebbero alzare il tiro. Per intimorire le istituzioni e gli avversari, lanciando un messaggio di violenza e di potenza.
L'espresso da due anni si è occupato spesso di loro, partendo dagli articoli firmati da Roberto Saviano sul giornale e dalle inchieste degli inviati. Ecco raccolti in un dossier testi e documenti sul gruppo criminale più potente nato nell'ultimo decennio
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Cosentino story: il video
Il business milionario di famiglia. I terreni comprati dai boss. Il mistero di un certificato antimafia negato e poi rilasciato. Carriera e affari del sottosegretario. Accusato da quattro pentiti. [9 ottobre 2008]

AGI
CAMORRA: SAVIANO, SU CASO COSENTINO BONACCIA ANZICHE' TEMPESTA

(AGI) - Roma, 25 set. - Opinione pubblica casertana "impassibile" sul 'caso Cosentino'. E' il commento sorpreso di Roberto Saviano, che sul settimanale L'Espresso in edicola domani scrive "In genere, quando si svelano i meccanismi della corruzione, la prateria prende fuoco da questa scintilla. Ma qui, oltre i titoli sui soliti giornali locali e alle relative pagine di rito, non ne e' scaturita nessuna discussione, nessun dibattito, nessun allarme".

La vicenda e' quella che, stando alle dichiarazioni del boss camorrista Gaetano Vassallo, vedrebbe Nicola Cosentino, oggi sottosegretario al ministero dell'Economia, destinatario nel tempo di tangenti in cambio di silenzio sul riciclaggio abusivo di rifiuti tossici. La gente di Caserta non può restare a guardare in silenzio, secondo Saviano: "Possibile che anche la gente abbia barattato il suo voto e il suo silenzio per una manciata di soldi come la plebe famelica e feroce dalla quale da sempre si sentono tanto diversi ed estranei?" A Caserta come a Napoli, continua il giornalista, "ci si sarebbe aspettati un vento di tempesta che gonfiasse onde di sdegno.Invece nulla: una grande bonaccia delle Antille, che stringe tutto in un'immobilità letale, rassegnata, asfissiante". Sono tutti, per Saviano delle "anime morte prima ancora che corpi”.

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