giovedì, ottobre 09, 2008

GIUSTIZIA – DOPO I LODI, LA SALVA MANAGER

Persino questa volta, sfruttando l’emergenza per la gravità del momento, si è tentata l’ennesima e truffaldina operazione di “salvare” dirigenti e amministratori di grandi imprese e banche che si siano resi responsabili di cattiva gestione tale da portare l’azienda al fallimento commissariata o ancorata ad un piano di salvataggio!

Si tratta dell'emendamento "salva-manager" passato in silenzio lo scorso 2 ottobre al Senato e presentato dai senatori del PDL Angelo Maria Cicolani e Antonio Paravia che tuttora difendono la loro "creatura". Dopo la norma salva-premier e poi salva-ministri che male c’è, devono avere pensato!

Ne hanno parlato vari giornali tra cui
UNITÀ, REPUBBLICA e ILSOLE24ORE e tanti altri, incluso “Report” con il suo servizio pronto, sollevando un vespaio che ha messo in seria difficoltà il Governo tra cui il massimo responsabile il ministro dell’economia Giulio Tremonti che ora viene allo scoperto denunciando apertamente la norma e minacciando le dimissioni qualora non venisse cancellata.

L’azione di Tremonti, anche se tardiva, (l’ha scoperto ieri?) è stata apprezzata dal leader dell’opposizione Walter Veltroni del PD ma che il ministro deve passare dalle parole ai fatti accettando il loro emendamento nella norma soppressiva che elimina il salvataggio dei manager previsto nel decreto Alitalia. In questo momento la moralità degli amministratori è un elemento di grande importanza specialmente per il Governo.

Ora l’emendamento della “discordia” verrà certamente ritirato, così assicura il ministro per l'Attuazione del programma, Gianfranco Rotondi chiudendo la questione che altrimenti, senza il necessario “rumore” sarebbe passata nel “silenzio” con buona pace di chi ora starà pagando o pagherà i costi della crisi della finanza e di Alitalia tuttora in corso!
Raffaele B.

**** AGGIORNAMENTO INSERITO IL 12/10/2008 *****

UNITÀ
Il mandante
Maria Novella Oppo
Pubblicato il: 12.10.08

Non era ancora ritornata in video con Report e già la Gabanelli aveva svelato un inghippo politico. Trattasi del famoso cavillo salva-manager che ha (quasi) spinto Tremonti a minacciare le dimissioni. Colpa di due peones senatoriali, autori del maldestro tentativo di graziare Tanzi e soci. Che poi, diciamo la verità, se la legge non è più uguale per tutti, che cosa c’è di male a fare qualche altro indulto ad personam? Nonostante ciò, si è scatenata una inutile corsa, anche nei dibattiti tv, a scoprire «il mandante». Bianca Berlinguer ne ha parlato perfino con Gasparri, come se il fatto che a sostenere in tv la politica del governo sia un economista del livello di Gasparri non dicesse già chi è il mandante. Ma è chiaro che, per i berluscloni, si è trattato di un mero errore. Noi però possiamo rivelare che il mandante è colui che, lo dice la parola stessa, ha mandato al Senato i due citati peones. E cioè non il popolo italiano (che ne ha già tante altre sulla coscienza), ma Berlusconi Silvio, elettore unico per effetto della porcata elettorale di Calderoli.
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UNITÀ
"Salva manager", Tremonti: «Ritiratela o me ne vado»
9/10/2008

«Se si immagina che la linea del governo sia quella prevista da un emendamento che prevede una riduzione della soglia penale per alcune attività di amministratori, si sbaglia». Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, va su tutte le furie. Non pare abbia digerito l'emendamento "salva-manager" contenuto nel decreto Alitalia che modifica la legge Marzano in modo da mettere a riparo i manager di grandi imprese o banche per le responsabilità di una cattiva gestione che ha portato l'azienda in fallimento.

Una norma che calza a pennello di alcuni alti papaveri che sono rimasti invischiati dal crack Cirio e Parmalat come cesare Geronzi, Calisto Tanzi e Sergio Cragnotti. Ma in prospettiva potrebbe far comodo anche per Alitalia, o per eventuali altre inchieste che potrebbero essere avviate per indagare sulle cause di crisi finanziarie.

La "salva manager" è come un velo che serve a coprire retroattivamente tutte le malefatte, azzerando la possibilità della magistratura di individuare le responsabilità di un fallimento di un'azienda che non sia definitivamente fallita. Basta che sia stata commissariata o ancorata ad un piano di salvataggio e tutti i manager che si sono succeduti alla sua guida vanno a finire sotto l'ombrello aperto dal governo. Non potranno essere perseguiti penalmente per mala gestione.

L'emendamento "salva-manager" è passato in silenzio lo scorso 2 ottobre al Senato. Ma a quanto pare senza l'avvallo del ministro dell'Economia. E Giulio Tremonti, parlando proprio a Palazzo Madama della crisi dei mercati e della moralità degli amministratori chiamati direttamente in causa nella gestione della crisi, lo boccia senza appello: «È un emendamento fuori dalla logica di questo governo». E addirittura minaccia: «O va via l'emendamento o va via il ministro dell'Economia».

«Questo elemento della moralità degli amministratori - aveva appena detto - è considerato di fondamentale importanza da questo governo».

«Prendiamo atto della risolutezza del ministro Tremonti contro il "salva-manager"- gli risponde da Montecitorio Andrea Lulli , capogruppo Pd in commissione Attività Produttive dove ora giace l'emendamento- Adesso però passi dalle parole ai fatti - è l'invito - e accetti il nostro emendamento che elimina il salvataggio dei manager previsto nel decreto Alitalia». Anche Anna Finocchiaro, presidente del senatori democratici, apprezza le parole del ministro «soprattutto il suo riferimento alla questione etica». Ma il ministro ombra dell'Economia Pierluigi Bersani sostiene che «Tremonti non dovrebbe andar via da solo, ma insieme a tutta la maggioranza che ha proposto e votato una norma del genere».

«Sono due giorni che assistiamo a divisioni interne al governo ma quella sulla norma "salva manager" nel decreto Alitalia è particolarmente grave e seria», fa notare il segretario del Pd Walter Veltroni conversando con i giornalisti a Montecitorio. E anche Veltroni invita la maggioranza «a votare l'emendamento soppressivo che il Pd presenterà». «Spero- dice Veltroni- che la norma venga cancellata e che tutta la maggioranza voterà a favore. O almeno- si corregge Veltroni- spero che voterà con noi la gran parte della maggioranza, visto che qualcuno, quella norma deve averla presentata».

Dopo la sfuriata di Tremonti e gli inviti del Pd, fonti della maggioranza si affannano a far sapere che l'emendamento della discordia alla Camera ora sarà ritirato. La conferma arriva da ministro per l'Attuazione del programma, Gianfranco Rotondi: «Non c`è nemmeno bisogno di ribadire che Tremonti parla a nome di tutti ed è scontata l`unità del governo e della maggioranza».

Nel frattempo i senatori del Pdl Angelo Maria Cicolani e Antonio Paravia relatori in Senato sul provvedimento Alitalia difendono la loro "creatura" sostenendo che l'amnistia per i manager non si applica alle inchieste Cirio e Parmalat perché la norma passata a Palazzo Madama nel decreto Alitalia «esclude dalla sua applicabilità i casi di "accertata falsità dei documenti posti a base della procedura". Quindi non si applica, dicono, ai casi di Cirio e Parmalat.

«L'emendamento - aggiungono - è mirato esclusivamente a tutelare le difficili scelte da parte dei commissari, operate in momenti oggettivamente straordinari, come è ad esempio nel caso di Fantozzi, che hanno l'esigenza di agire in modo certamente responsabile, ma discrezionale e flessibile, tendendo in primo luogo a garantire la continuità di un pubblico servizio».

I relatori perciò continuano a ritenere buono l'emendamento proposto perché a loro dire affronterebbe un tema «reale e ineludibile, in modo appropriato». E fanno notare che nell'aula del Senato «la stessa opposizione, nelle sue varie articolazioni, pur votando in modo contrario all'intero provvedimento, non ha eccepito né sulla forma né sulla sostanza dell'emendamento».
Aperti a «miglioramenti» del testo «nel normale iter legislativo», i due relatori difendono anche la formulazione della norma non limitata al caso Alitalia perché altrimenti viziata di incostituzionalità. Insomma per loro non ci sarebbe nessuno scandalo. Dopo una norma "salva-premier", anzi molte, del resto, e una proposta "salva ministri", perché tanto scandalo per lo scudo penale esteso anche ai grand commis e i manager?

REPUBBLICA
SALVA-MANAGER: TABACCI, NORMA GRAVISSIMA
9 ottobre 2008

"La norma che estende a tutti i casi di insolvenza una sorta di lavacro dalle conseguenze penali per il fatto che non si era determinata una condizione di fallimento e' una cosa gravissima". Lo dice a Radio Radicale il deputato dell'Udc Bruno Tabacci interpellato sulla norma contenuta nel decreto Alitalia che elimina le ricadute penali nei confronti dei manager che hanno guidato aziende finite in stato di insolvenza. "Le insolvenze accertate negli anni scorsi - dice Tabacci - hanno scaricato dei pesantissimi oneri sugli azionisti, sugli obbligazionisti, sui risparmiatori e questo non puo' negare le conseguenze penali che sono di tutta rilevanza. Tra l'altro c'e' un processo in corso che sulla base della ricostruzione fatta dal Pm conferma la connessione tra responsabilità di alcuni manager bancari e la gestione della societa' di Collecchio (la Parmalat,ndr), cosa che mi era apparsa del tutto evidente quando in sede di indagine conoscitiva delle commissioni industria e finanze di senato e camera promossa a ridosso del crack Parmalat avevano evidenziato tali connessioni. Questo non si puo' cancellare con un colpo di spugna". Tabacci poi si sofferma sul decreto varato ieri dal consiglio dei ministri. "Quello che il governo ha fatto ieri puo' essere considerato come una mossa preventiva perché in realta' ha definito delle procedure senza stanziare delle somme di bilancio da dedicare eventualmente a queste presunte attivita' di ricapitalizzazione delle banche. Ho l'impressione - conclude Tabacci - che sotto traccia ci sia una grande operazione di potere, il fatto che le banche siano cosi' fortemente intersecate con i giornali, che siano il centro di conflitti di interesse di clamorosa rilevanza, che siano dentro l'intreccio dei principali soggetti economici del Paese, penso a Mediobanca, le Generali. Questo mi preoccupa".


ILSOLE24ORE
Cosa prevede la norma salva-manager
di Nicoletta Cottone
9 ottobre 2008

La norma salva-manager inserita nel decreto Alitalia nel corso dell'esame in aula del provvedimento al Senato sarà cancellata. Lo fanno sapere fonti di Governo dopo l'aut aut del ministro dell'Economia Giulio Tremonti. «O via l'emendamento salva-manager, o va via io». L'emendamento salva-manager era stato approvato in aula al Senato, su proposta dei due relatori del provvedimento, i senatori del Pdl Antonio Paravia, relatore per la X commissione e Angelo Maria Cicolani, relatore per l'VIII commissione.

«Nel provvedimento varato dal governo per salvare Alitalia si nasconde un articolo che potrebbe evitare le condanne per i crac Cirio e Parmalat», ha scritto «La Repubblica» anticipando oggi i contenuti di un'inchiesta di «Report», il programma di RaiTre curato da Milena Gabanelli. «Secondo il provvedimento - scrive il quotidiano- se non c'è stato il fallimento delle società coinvolte negli scandali finanziari, i reati commessi dai manager non sono perseguibili»....
CONTINUA

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