BUSH, DOPO AVERE LEGALIZZATO GUANTANAMO SUPERA LE “GUERRE STELLARI”, IL SOGNO DI RONALD REAGAN ED INAUGURA L’ANNESSIONE DELLO SPAZIO ALL’AMERICA IN MODO UNILATERALE. CON QUESTO ATTO GLI STATI UNITI “RIVENDICANO” PER SE L’USO DELLO SPAZIO SENZA LIMITI E NELLO STESSO TEMPO LIMITARLO E O PERFINO IMPEDIRLO AD ALTRI PAESI CONSIDERATI “NEMICI”.
UN VERO SCHIAFFO AI TRATTATI INTERNAZIONALI. IN QUESTO MODO SI “PRESERVA” ANCHE IL VANTAGGIO TECNOLOGICO SPAZIALE A DISCAPITO DI ALTRI PAESI EMERGENTI.
NON C’È CHE DIRE UN VERO CAMPIONE DELLA “UNILATERALITÀ” CON TENDENZA A SPADRONEGGIARE IN TUTTO IL MONDO E NON SOLO NEL SUO PAESE GRAZIE ALLA COSIDDETTA “GUERRA AL TERRORISMO” INAUGURATA DOPO L’ATTACCO ALLE TORRI GEMELLE.
Raffaele B.
LASTAMPA
L'America si annette il sistema solare
19/10/2006 di Paolo Mastrolilli
NEW YORK. Tornano le guerre stellari. Non per costruire armi spaziali, almeno ora, ma per garantire agli Stati Uniti la libertà di accesso strategico a questo potenziale teatro di scontro. Mentre il Pentagono resta impantanato in Iraq, dove ieri sono morti altri dieci soldati americani, il presidente Bush guarda avanti. Alle cinque di pomeriggio del venerdì prima del Columbus Day, secondo il «Washington Post», la Casa Bianca ha pubblicato la nuova «National Space Policy». Il documento afferma che «la libertà d'azione nello spazio è importante per gli Stati Uniti come il potere aeronautico e navale». Quindi l'obiettivo di Washington è «rafforzare la leadership della nostra nazione in questo settore, e garantire che le capacità spaziali siano disponibili per migliorare la sicurezza degli Stati Uniti e favorire i nostri obiettivi di politica estera».
Il governo americano si ripromette di agire in modo da «consentire operazioni senza impedimenti nello spazio e attraverso esso, per difendere i nostri interessi». Ciò significa che l'amministrazione Bush accetta gli accordi internazionali esistenti su questa materia, ma «gli Usa si opporranno allo sviluppo di nuovi regimi legali o altre restrizioni che cercassero di proibire o limitare il nostro accesso o l'uso dello spazio». Il governo americano, invece, impedirà ai propri avversari di mettere piede sopra l'atmosfera, per riservare le sue opportunità strategiche a se stesso. Secondo fonti anonime dell'amministrazione citate dal «Washington Post», il presidente Bush «non ha intenzione di costruire armi spaziali».
La sua nuova politica, però, sollecita il capo del Pentagono a fornire strumenti tecnologici per installare sistemi di allarme missilistico fra le stelle, e anche «difese missilistiche integrate a diverso livello». La costruzione dello scudo spaziale era uno degli obiettivi originari di Bush, e queste parole lasciano trasparire l'intenzione o la possibilità di posizionare alcuni elementi dell'apparato sopra l'atmosfera...CONTINUA
REPUBBLICA
BUSH: ANCHE LO SPAZIO VIETATO AI NEMICI
19/10/2006 - 09:49
Roma, 19 ott. - Il documento 'U.S. National Space Policy', firmato dal presidente Bush lo scorso 31 agosto, stabilisce il diritto di Washington di negare a chiunque l' accesso allo spazio extra-atmosferico, se ritenuto 'ostile agli interessi americani'. E' - informa il Corriere della Sera - la nuova politica nazionale americana dello spazio, varata in sordina dall' amministrazione Bush e gia' accusata di essere la versione, ancora piu' bellicosa ed unilaterale, della controversa teoria delle 'guerre stellari' lanciata da Ronald Reagan negli anni 80. Soltanto venerdi' 6 ottobre, la Casa Bianca ha diffuso un estratto del documento; la vicenda e' finita solo ieri sulla prima pagina del Washington Post, che dopo avere esaminato il testo con attenzione, ha concluso che 'pone le basi per l' invio di armi in orbita. La Stampa, titolando L' America si annette il sistema solare, riferisce delle dichiarazioni di Bush, che ha motivato il testo affermando che 'serve a rafforzare la difesa e i nostri obiettivi sugli affari esteri'. Repubblica sottolinea che con le 'guerre extraterrestri' Bush 'supera il sogno di Reagan' e fa notare come sia stato 'abbandonato del tutto il multilateralismo di Clinton, che 10 anni fa subordinava ogni azione al rispetto di trattati internazionali'.
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