IL PRESIDENTE DI AN GIANFRANCO FINI, ATTRAVERSO L’ARTICOLO RIPORTATO DAL ILGIORNALE (PROPRIETÀ DI PAOLO BERLUSCONI) PRETENDE DI FARE LA MORALE A TUTTI “AFFERMANDO” CHE IL VOTO DEI SENATORI A VITA NON PUÒ ESSERE DETERMINANTE PER LA SOPRAVVIVENZA DI ALCUN GOVERNO E CHE IL LORO VOTO PUÒ VALERE SOLO PER QUESTIONI SPECIFICHE PERCHÉ ESSI RISPONDONO SOLO ALLA LORO COSCIENZA.
SAGGE PAROLE QUESTE!
SAGGE PAROLE QUESTE!
PECCATO CHE NON SONO STATE APPLICATE PER LA FIDUCIA AL SENATO AL PRIMO GOVERNO BERLUSCONI NEL 1994:
<<AL SENATO ALLORA NESSUNA DELLE TRE COALIZIONI RIESCE AD AVERE LA MAGGIORANZA ASSOLUTA DEI SEGGI. SOLO COL PASSAGGIO AL “POLO DELLE LIBERTÀ” DEL SENATORE GRILLO, DAL PATTO CENTRISTA USCITO RIDIMENSIONATO DAL VOTO, E AL VOTO TECNICO DI ALCUNI SENATORI A VITA SI RIUSCÌ A VOTARE LA FIDUCIA AL GOVERNO>>. WIKIPEDIA
AGGIUNGO CHE SE IL VOTO DEI SENATORI A VITA NON DEVE ESSERE DETERMINANTE PER SOSTENERE IL GOVERNO, NON LO DEVE ESSERE NEMMENO PER FARLO CADERE.
ANCHE IN QUESTO CASO SI SEGNALA UNA GRANDE CONTRADDIZIONE:
I SENATORI A VITA CHE VOTAVANO A FAVORE, ANDREOTTI, COSSIGA E PININFARINA, QUESTA VOLTA “ASTENENDOSI” (SI RICORDA CHE L’ASTENSIONE AL SENATO EQUIVALE AL VOTO CONTRARIO) FANNO CADERE IL GOVERNO PRODI SUSCITANDO L’ESULTANZA DA CURVA DA STADIO DEI SENATORI DEL CENTRODESTRA.
VEDO CHE LA MEMORIA FA BRUTTI SCHERZI. NON SAREBBE MALE CHE SPECIALMENTE I GIORNALISTI SE LA “RINFRESCASSERO” OGNI TANTO SE VOGLIONO FARE BENE IL LORO MESTIERE E POSSIBILMENTE “SMASCHERARE” I FALSI MORALIZZATORI DI TURNO.
Raffaele B.
ILGIORNALE
La ricetta di Fini: "I senatori a vita non siano decisivi"
di Anna Maria Greco - sabato 24 febbraio 2007, 07:00
Roma - Il governo Prodi non può riproporsi in Parlamento con la stampella dei senatori a vita. Gianfranco Fini lo dice chiaro e tondo a Giorgio Napolitano e lo ripete ai giornalisti, alla fine del colloquio al Quirinale con il capo dello Stato.
«L'Italia ha bisogno - afferma il leader di An - di un governo che sia guidato da una maggioranza politicamente coesa e numericamente autosufficiente». Vuol dire che a Palazzo Madama deve poter contare sui voti «unicamente dei senatori eletti», 158 per l’esattezza. Fini spiega di non contestare il diritto dei senatori a vita di votare, ma aggiunge che non possono essere determinanti per la sopravvivenza di un governo. Non lo dice anche, da costituzionalista, un Ds come Luciano Violante? «I senatori a vita - ricorda il numero uno della destra - non possono e non devono rispondere ad alcun patto politico o vincolo di programma, ma possono e devono esprimere un voto solo in base alle proprie valutazioni personali, alla loro coscienza»…CONTINUA
<<AL SENATO ALLORA NESSUNA DELLE TRE COALIZIONI RIESCE AD AVERE LA MAGGIORANZA ASSOLUTA DEI SEGGI. SOLO COL PASSAGGIO AL “POLO DELLE LIBERTÀ” DEL SENATORE GRILLO, DAL PATTO CENTRISTA USCITO RIDIMENSIONATO DAL VOTO, E AL VOTO TECNICO DI ALCUNI SENATORI A VITA SI RIUSCÌ A VOTARE LA FIDUCIA AL GOVERNO>>. WIKIPEDIA
AGGIUNGO CHE SE IL VOTO DEI SENATORI A VITA NON DEVE ESSERE DETERMINANTE PER SOSTENERE IL GOVERNO, NON LO DEVE ESSERE NEMMENO PER FARLO CADERE.
ANCHE IN QUESTO CASO SI SEGNALA UNA GRANDE CONTRADDIZIONE:
I SENATORI A VITA CHE VOTAVANO A FAVORE, ANDREOTTI, COSSIGA E PININFARINA, QUESTA VOLTA “ASTENENDOSI” (SI RICORDA CHE L’ASTENSIONE AL SENATO EQUIVALE AL VOTO CONTRARIO) FANNO CADERE IL GOVERNO PRODI SUSCITANDO L’ESULTANZA DA CURVA DA STADIO DEI SENATORI DEL CENTRODESTRA.
VEDO CHE LA MEMORIA FA BRUTTI SCHERZI. NON SAREBBE MALE CHE SPECIALMENTE I GIORNALISTI SE LA “RINFRESCASSERO” OGNI TANTO SE VOGLIONO FARE BENE IL LORO MESTIERE E POSSIBILMENTE “SMASCHERARE” I FALSI MORALIZZATORI DI TURNO.
Raffaele B.
ILGIORNALE
La ricetta di Fini: "I senatori a vita non siano decisivi"
di Anna Maria Greco - sabato 24 febbraio 2007, 07:00
Roma - Il governo Prodi non può riproporsi in Parlamento con la stampella dei senatori a vita. Gianfranco Fini lo dice chiaro e tondo a Giorgio Napolitano e lo ripete ai giornalisti, alla fine del colloquio al Quirinale con il capo dello Stato.
«L'Italia ha bisogno - afferma il leader di An - di un governo che sia guidato da una maggioranza politicamente coesa e numericamente autosufficiente». Vuol dire che a Palazzo Madama deve poter contare sui voti «unicamente dei senatori eletti», 158 per l’esattezza. Fini spiega di non contestare il diritto dei senatori a vita di votare, ma aggiunge che non possono essere determinanti per la sopravvivenza di un governo. Non lo dice anche, da costituzionalista, un Ds come Luciano Violante? «I senatori a vita - ricorda il numero uno della destra - non possono e non devono rispondere ad alcun patto politico o vincolo di programma, ma possono e devono esprimere un voto solo in base alle proprie valutazioni personali, alla loro coscienza»…CONTINUA
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