domenica, marzo 23, 2008

IL CAVALIERE E LA FURBATA ELETTORALE SULL'ALITALIA

NON SI SONO ANCORA SPENTE LE POLEMICHE SULLE SUE PRECEDENTI "USCITE", IL CAVALIERE NE FA UN'ALTRA, QUESTA VOLTA PIÙ GROSSA E AZZARDATA CHE MAI.

CON GIÀ DIMOSTRATA FURBIZIA DECIDE DI TRASCINARE NELLA CAMPAGNA ELETTORALE LA QUESTIONE ALITALIA CON I SUOI 11.000 DIPENDENTI, NEL TENTATIVO DI ACCREDITARSI COME L'UOMO DELLA PROVVIDENZA CHE, CONTRARIAMENTE QUANTO FATTO DAL GOVERNO PRODI, POTRÀ RISOLVERE IL PROBLEMA CON LA SODDISFAZIONE DEI DIPENDENTI SALVAGUARDANDO PERSINO L'ITALIANITÀ DELLA COMPAGNIA.

NATURALMENTE LA CORDATA CHE ANNUNCIA NON POTRÀ FARE UNA PROPOSTA CHE DOPO DI 3-4 SETTIMANE CIOÈ A ELEZIONI GIÀ FATTE. È UNA FURBATA DEGNA DEL PERSONAGGIO, FATTA SENZA SCRUPOLO AI DANNI DELLE "VITTIME" CUI PROMETTE DI "SALVARE" A PATTO, OVVIAMENTE CHE VINCA LE ELEZIONI.

DI TEMPO NE HANNO AVUTO ECCOME (15 MESI) ANCHE PER STUDIARSI TUTTA LA CONTABILITÀ E QUESTA AZIONE TARDIVA DIMOSTRA TUTTA LA SUA STRUMENTALITÀ ELETTORALE. SI VEDE AD OCCHIO NUDO!

UN CLASSICO NELLA STORIA ELETTORALE DEL NOSTRO PAESE. AI TEMPI DI LAURO, SINDACO MONARCHICO DI NAPOLI (ANNI 50), AGLI ELETTORI POVERI FACEVA "REGALARE" UNA SCARPA CIASCUNO E SOLO DOPO LA SUA VITTORIA CONSEGNAVA L'ALTRA. COME SI VEDE LA TECNICA SI È EVOLUTA! QUESTA VOLTA È FATTA SULLA PELLE E SULLE SPERANZE DI MIGLIAIA DI PERSONE E SUL DESTINO DELLA COMPAGNIA.

L'AZZARDO STA NEL FATTO CHE IN CASO DI VITTORIA, BERLUSCONI SI RITROVI NELLA IMPOSSIBILITÀ DI RISOLVERE IL PROBLEMA DELL'ALITALIA NELL'AMBITO DEL LIBERO MERCATO E "TENTI" DI REALIZZARE UN “FINANZIAMENTO STATALE” (A CARICO DEI CONTRIBUENTI) PUR DI TENERE LONTANO I FRANCESI E SALVARE COSÌ LA FACCIA DI FRONTE AL PAESE.

TALE "ATTO" PERÒ VERRÀ PRONTAMENTE BOCCIATO DALL'EUROPA CHE NON TOLLERA "AIUTI DI STATO" RIPORTANDO L'INTERA VICENDA AL PUNTO DI PARTENZA "SENZA" L'UNICA OFFERTA ESISTENTE. CON LE CASSE ORMAI COMPLETAMENTE VUOTE L'ALITALIA CHIUDERÀ I BATTENTI CON BUONA PACE DI TUTTI.

IL CAVALIERE E I SUOI ALLEATI TENTERANNO DI “COPRIRE” IL FALLIMENTO CON UN'ENNESIMA MENZOGNA! CANDIDAMENTE “DIRANNO” CHE AVRANNO FATTO DI TUTTO PER “SALVARE” L'ALITALIA LASCIATA IN PESANTE EREDITÀ DALLE SINISTRE, MA DOVRANNO FARE AFFIDAMENTO SOLO ALLA SCARSA MEMORIA DI QUEI POCHI ELETTORI CHE NON RICORDERANNO CHE LA SUA GESTIONE E QUELLA DI MALPENSA ERANO E SONO TUTT'ORA AFFIDATE A UOMINI DEL CENTRO-DESTRA E LEGA!
Raffaele B.

ZAFURMENT.BLOG.LASTAMPA
La cordata
20/03/08

La vicenda che in questi giorni sta coinvolgendo Alitalia è a dir poco surreale: temi come l'orgoglio italico e la sopravvivenza di Malpensa, messi in campo a sproposito, danno ancora l'impressione di una classe politica che, ben lungi dall'avere una visione realistica del presente, spera ancora e sempre di risolvere le questioni secondo vecchie logiche di spartizione e sotto il cappello dell'unità nazionale, alla faccia della globalizzazione per parlare della quale organizzano magari dei dibattiti. Però, di fronte alla possibilità che 11000 persone restino a casa quello che ci si aspetta come minimo è che la classe politica del paese metta da parte le polemiche maggioranza-opposizione e cerchi la soluzione meno indolore. Viceversa (e come poteva essere diversamente?) il tema è diventato un cavallo di battaglia elettorale dell'onorevole Berlusconi, il quale ha parlato di dilettantismo del governo nella gestione della situazione ed ha messo in campo una fantomatica cordata capeggiata da AirOne, con Banca Intesa alle spalle (la quale banca ha subito smentito) e, udite udite, addirittura i figli del Cavaliere. Il quale probabilmente ha considerato che se l'ultima volta ha perso le elezioni per circa duemila voti, questa volta le potrebbe vincere grazie all'appoggio dei dipendenti Alitalia, che sono in numero ben maggiore.

Vogliamo fare una previsione su come potrebbero andare le cose? Airfrance, dopo aver fatto la sua proposta, sentendo che le reazioni dei sindacati e di parte del mondo politico italiano sono ostili, attende l'esito delle elezioni per avere il via libera (e garanzie sufficienti) da parte del nuovo governo. Passano un paio di mesi durante i quali la situazione finanziaria di Alitalia, ormai senza guida, peggiora ulteriormente. Il centro-destra vince (di misura) le elezioni, Berlusconi nuovo premier pensa di mettere le mani sul vettore, unendo l'utile (personale) al dilettevole (passare per salvatore della patria). I francesi capiscono che il gioco si fa sporco e mollano la presa. La cordata vacilla, Berlusconi cerca di inventarsi qualche finanziamento statale per far tornare i conti che viene prontamente bocciato dall'Unione Europea. Dopo anni di accanimento terapeutico Alitalia esala finalmente l'ultimo respiro.
Berlusconi e i sindacati, come un chirurgo che abbia appena lasciato il proprio bisturi nel cuore di un cardiopatico, si trovano concordi nel sostenere che non c'era più nulla da fare, loro hanno fatto il possibile. Il primo aggiunge che è l'eredità lasciata dalle sinistre. Amen.

UNITA
Piersilvio Airways
Marco Travaglio
21.03.08


...Un tizio, uno a caso, mettiamo Berlusconi, diventa presidente del Consiglio nel 2001 e si incarica di mandare definitivamente a picco un’azienda pubblica già cagionevole di salute. Per essere sicuro che non ne resterà più traccia, la affida nelle mani sicure della Lega e di An, che ci giochicchiano per l’intera legislatura con i loro leggendari supermanager. Si comincia con l’ex deputato leghista Giuseppe Bonomi, promosso presidente di Alitalia e rimasto celebre per aver sponsorizzato i mondiali di equitazione indoor salto a ostacoli, ad Assago (Milano), dove lui stesso si esibì in sella al suo cavallo baio.
Poi Bonomi viene spedito alla Sea (Linate e Malpensa) e ad Alitalia arriva un fedelissimo di Fini: Marco Zanichelli. Ma subito Tremonti litiga con Fini: «Giù le mani da Alitalia, non c’è più una lira». Zanichelli, preso fra le risse di potere del Cdl, se ne va dopo appena 70 giorni, rimpiazzato dall’ottimo Giancarlo Cimoli, che aveva già fatto così bene alle Ferrovie. Il tempo di scortare la compagnia verso il burrone, poi anche lui leva il disturbo, con una modica liquidazione di 5 milioni di euro.

A quel punto, affondata la flotta, il Cainano se ne va in ferie per un paio d’anni. E al suo posto arriva gente seria, come Prodi e Padoa Schioppa che tentarono di riparare ai guasti suoi. Quando ce la stanno per fare, trovando Airfrance interessata a rilevare un bidone che brucia 1 milione e ha perso 15 miliardi in 15 anni, riecco l’Attila di Arcore che, travestito da Buon Samaritano, tenta di sabotare la trattativa con l’aiuto consapevole di Bobo Formigoni, Bobo Maroni e Morticia Moratti e l’aiuto inconsapevole dei soliti sindacati miopi. Dice che compra tutto lui, anzi «i miei figli», più il celebre Toto, naturalmente coi soldi degli altri: o delle banche, o dello Stato. ...
CONTINUA

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