lunedì, dicembre 01, 2008

CONFLITTO D’INTERESSI E LE STRANE MISURE ANTI-CRISI

Dopo la crisi finanziaria siamo entrati in crisi economica che deve ancora raggiungere il suo culmine. La “riduzione” del potere d’acquisto delle famiglie italiane, quelle cosiddette di ceto “medio” (numeroso) che “mantiene” il “consumo” e quindi il “mercato interno”, è arrivato al punto di non essere più capace di sostenerlo.

In questa ultima decade, grazie al “liberismo senza regole” più selvaggio, è avvenuto un impressionante spostamento di risorse a favore dei più ricchi (pochi) e la conseguenza di ciò è che si è creata una crisi di liquidità rispetto agli attuali costi della vita che si chiama “crisi di domanda”.

L’unico modo per riavviare l’economia è di immettere più “liquidità nel mercato” a favore innanzitutto della classe media la sola in grado di riattivare i consumi e quindi il mercato. Le famiglie “povere” vanno sempre aiutate, e durante le crisi anche di più ma solo per se stessi, perché dato l’esiguo numero, l’aiuto a loro non può tramutarsi in una ripresa economica.

Quindi l’operazione che si deve fare è quella di riequilibrare la ricchezza attraverso una minore tassazione per i ceti medi (95%) e maggiore per quelli ricchi (5%) come il nuovo Presidente USA Barak Obama insegna. Il 5% dei ricchi possiede quanto o addirittura più dei 95% di altri ceti.

Invece da noi il nostro governo non ridistribuisce affatto anzi vuole “aumentare” la tassazione ai ceti medi, non solo, ma trattandosi di un concorrente Sky ottiene il duplice scopo di avvantaggiare la sua azienda Mediaset che viene “colpita in misura cento volte minore” con il raddoppio dell’IVA. Si fa giustizia, dicono, sull’Iva di favore di cui Sky godeva (10%). Tale aumento si scaricherà però sul popolo della pay-tv, un ceto medio costituito da oltre 4,6 milioni di famiglie.

Ad onore del vero, l’Iva di favore alla pay-tv fatta nel 1995 (non c'era ancora Sky) fu proprio la norma che doveva incentivare l’uso dei nuovi media, ma soprattutto il grimaldello per convincere Telepiù ad abbandonare le frequenze terrestri per la nuova piattaforma nel gennaio del ’96, con lo “sconto” dell’Iva. E Telepiù era pure di Berlusconi insieme a Vittorio Cecchi Gori e al tedesco Leo Kirch. Quindi quel “favore” fu fatto proprio e sempre a lui, il Cavaliere! Leggi tutta la storia.

Poi, per Berlusconi che ha sempre “sbandierato” la riduzione delle tasse per tutti e che continua spudoratamente ad attaccare la sinistra per volerla “aumentare”, è proprio il massimo della “falsità” e “doppiezza” cui si spera che i cittadini gli presenteranno il conto prima o poi. Così non si esce dalla crisi e il governo con questa misura dimostra che è in totale confusione!
Raffaele B.

La guerra tra Sky e Berlusconi sull'Iva raddoppiata


ADNKRONOS
SKY: ''Il raddoppio dell'Iva è una tassa sulle famiglie''
La pay tv: se il provvedimento sarà confermato, a partire dal primo gennaio ogni cliente avrà un aumento sull'abbonamento pari al 10%. Poi invita a scrivere una mail al governo ''se credete che questa decisione sia sbagliata''

Roma, 1 dic. (Adnkronos) - SKY torna all'attacco del governo sul provvedimento approvato che prevede un
raddoppio dell'Iva per oltre 4 milioni di famiglie ''che hanno liberamente scelto di abbonarsi ai nostri prodotti'' ribadisce la pay tv in un comunicato. ''Si tratta - si precisa - di un aumento delle imposte per gli abbonati e dunque, come qualsiasi aumento dell'Iva, è integralmente a carico del consumatore. Ciò significa che qualora questo provvedimento fosse confermato dal Parlamento, a partire dal primo gennaio ogni cliente di Sky avrà un aumento delle imposte sul suo abbonamento pari al 10%''.

E' da oggi in programmazione sui canali della piattaforma uno spot di informazione agli abbonati sulla vicenda. Immagini di una conferenza stampa della Presidenza del Consiglio con Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti si succedono ad altre, tratte da programmi SKY, con il testo che recita: ''In una fase di crisi economica i governi lavorano per trovare una soluzione che aumenti la capacità di spesa dei cittadini e sostenga la crescita delle imprese. Il governo italiano ha annunciato invece una misura che va nella direzione opposta: il raddoppio delle tasse sul vostro abbonamento a SKY che va dal 10 al 20%''.
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''Un aumento delle tasse per 4 milioni e 600mila famiglie. Questo, anche se durante la scorsa campagna elettorale il governo aveva promesso di non aumentare le tasse alle famiglie italiane. Dal 2003 SKY ha costantemente investito in Italia trainando la crescita dell'intero settore televisivo, senza utilizzare sussidi da parte del governo, creando migliaia di nuovi posti di lavoro ma soprattutto offrendo a tutti gli italiani la possibilità di scegliere i programmi televisivi che preferiscono in piena libertà''.
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''Se il Parlamento non lo bloccherà - conclude lo spot - questo aumento delle tasse sul vostro abbonamento SKY entrerà in vigore il prossimo 1 gennaio. Se credete che questa decisione sia sbagliata scrivete una mail a: segreteria.presidente@governo.it. Per dire al governo la vostra opinione''.

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