Alla proposta francese all’ONU di mettere al bando le persecuzioni degli omosessuali nel mondo il Vaticano si oppone con un argomento che appare forse una “involontaria” ammissione: “vorrebbe dire mettere alla gogna i paesi che non riconoscono le unioni gay”. Sarebbe come dire di “mettere alla gogna i paesi che non rispettano la dichiarazione universale sui diritti della persona”.
Certo il Vaticano non vuole la pena di morte per gli omosessuali. Una cosa è condannare il “peccato” un’altra il “peccatore” fisicamente, dicono alla Santa Sede. Ma conferma lo stesso la sua “opposizione” al loro riconoscimento nella categoria dei “discriminati” da difendere perché altrimenti si dovrebbe riconoscere anche i matrimoni fra gay.
Il ragionamento è chiaro, la chiesa con queste parole afferma che è meglio la discriminazione dei gay nel mondo con tutte le conseguenze che ne derivano, che il matrimonio fra gay. Sarebbe a dire che se si comincia col salvare gli omosessuali dalla forca qualcuno poi finirà col pretendere di considerarli persone come tutti gli altri
Questa è una "clamorosa ammissione" che la chiesa cattolica “vuole” che gli individui abbiano trattamenti e diritti differenti a seconda del loro orientamento sessuale e si batte per questo nella sede dell’ONU. Per la chiesa di Ratzinger la forca e le discriminazioni per gli omosessuali che ancora perdurano in molti paesi possono “continuare” con buona pace di tutti i cristiani dell’alto valore della vita e della dignità umana, perché “male minore” rispetto al temibile “matrimonio gay”.
Ne deriva che il Vaticano "sceglie" così di non condannare quei paesi quali Mauritania, Arabia Saudita, Emirati Arabi, Yemen, Sudan, Iran, Afghanistan, Nigeria e Somalia dove per l’omosessualità è prevista ancora oggi la pena di morte. Quei paesi dove per l’omosessualità è previsto l’ergastolo: India, Pakistan, Birmania, Guyana, Sierra Leone, Uganda, Tanzania, Bangladesh, Barbados. Infine quei paesi dove l’omosessualità porta ai lavori forzati o a lunghe pene detentive: Guinea Bissau, Angola, Mozambico, Malawi, Malesia, Maldive.
Raffaele B.
OMOSESSUALITA': il Vaticano contrario alla depenalizzazione
La richiesta di depenalizzazione, che è stata sottoscritta anche dal nostro governo, vuole cancellare la vergogna per cui in ben 91 paesi del mondo sono previste sanzioni, torture, pene e persino l'esecuzione capitale (10 paesi islamici) contro le persone omosessuali".
Certo il Vaticano non vuole la pena di morte per gli omosessuali. Una cosa è condannare il “peccato” un’altra il “peccatore” fisicamente, dicono alla Santa Sede. Ma conferma lo stesso la sua “opposizione” al loro riconoscimento nella categoria dei “discriminati” da difendere perché altrimenti si dovrebbe riconoscere anche i matrimoni fra gay.
Il ragionamento è chiaro, la chiesa con queste parole afferma che è meglio la discriminazione dei gay nel mondo con tutte le conseguenze che ne derivano, che il matrimonio fra gay. Sarebbe a dire che se si comincia col salvare gli omosessuali dalla forca qualcuno poi finirà col pretendere di considerarli persone come tutti gli altri
Questa è una "clamorosa ammissione" che la chiesa cattolica “vuole” che gli individui abbiano trattamenti e diritti differenti a seconda del loro orientamento sessuale e si batte per questo nella sede dell’ONU. Per la chiesa di Ratzinger la forca e le discriminazioni per gli omosessuali che ancora perdurano in molti paesi possono “continuare” con buona pace di tutti i cristiani dell’alto valore della vita e della dignità umana, perché “male minore” rispetto al temibile “matrimonio gay”.
Ne deriva che il Vaticano "sceglie" così di non condannare quei paesi quali Mauritania, Arabia Saudita, Emirati Arabi, Yemen, Sudan, Iran, Afghanistan, Nigeria e Somalia dove per l’omosessualità è prevista ancora oggi la pena di morte. Quei paesi dove per l’omosessualità è previsto l’ergastolo: India, Pakistan, Birmania, Guyana, Sierra Leone, Uganda, Tanzania, Bangladesh, Barbados. Infine quei paesi dove l’omosessualità porta ai lavori forzati o a lunghe pene detentive: Guinea Bissau, Angola, Mozambico, Malawi, Malesia, Maldive.
Raffaele B.
OMOSESSUALITA': il Vaticano contrario alla depenalizzazione
La richiesta di depenalizzazione, che è stata sottoscritta anche dal nostro governo, vuole cancellare la vergogna per cui in ben 91 paesi del mondo sono previste sanzioni, torture, pene e persino l'esecuzione capitale (10 paesi islamici) contro le persone omosessuali".
Omocristiani 1-3 (Vaticano,Chiesa&Omosessualita')
Rotocalco su Vaticano, Chiesa, Clero e omosessualita'. Per loro c'e' posto, ma non nel sacerdozio????!!!! No ai preti gay dice la Chiesa, ma c'e' chi il sacerdozio ce l'ha nel sangue, quindi...non accetta regole.
REPUBBLICA
Depenalizzazione dell'omosessualità
No del Vaticano alla proposta Onu
1 dicembre 2008
La richiesta è stata presentata dalla Francia: "La sua approvazione
porterebbe "alla gogna" gli Stati che non riconoscono le unioni gay"
Poi la Santa Sede: "Non difendiamo la pena di morte contro i gay"
CITTA' DEL VATICANO - E' scontro tra Onu e Vaticano. La Santa Sede boccia, con decisione, il progetto di una depenalizzazione universale dell'omosessualità. Un' iniziativa presa dalla presidenza di turno francese dell'Unione europea, e accolta da tutti i 27 Paesi della Ue. Immediato il "no" della Santa Sede: "Gli stati che non riconoscono l'unione tra persone dello stesso sesso come 'matrimonio' - dice monsignor Celestino migliore - verranno messi alla gogna e fatti oggetto di pressioni".
Affermazioni che scatenano una serie di reazioni polemiche che, in serata, provocano una nuova presa di posizione del Vaticano. Che, però, nella sostanza è tutt'altro che una retromarcia. "Nessuno vuole difendere la pena di morte per gli omosessuali", afferma padre Federico Lombardi che ricorda come altri 150 paesi non abbiano aderito alla proposta - ma la proposta cerca di 'introdurre una dichiarazione di valore politico che si può riflettere in meccanismi di controllo in forza dei quali ogni norma che non ponga esattamente sullo stesso piano ogni orientamento sessuale, può venire considerata contraria al rispetto dei diritti dell'uomo''. In pratica il rischio paventato è che gli Stati che non riconoscono le unioni gay vengano "mesi alla gogna".
Toni non dissimili da quelli usati da monsignor Migliore che parla di "una dichiarazione di valore politico" che aggiunge "nuove categorie protette dalla discriminazione senza tener conto che, se adottate, esse creeranno nuove e implacabili discriminazioni".
Durissima la replica dell'associazione Arcigay: "È di una gravità inaudita che il Vaticano, e quindi, la Chiesa cattolica tutta, si adoperi affinché questa richiesta non passi e, si prefigura come un vero e proprio atto di condanna a morte contro i milioni di gay e di lesbiche che hanno la sfortuna di abitare in paesi sanguinari".
L'Arcigay ricorda che in decine di Paesi del mondo sono previste sanzioni, torture, pene e persino l'esecuzione capitale contro le persone omosessuali. "La scusa per cui la richiesta francese non dovrebbe passare perché da quel momento gli stati che non riconoscono le unioni gay sarebbero messi all'indice, - conclude l'Arcigay - non solo non ha alcun senso, ma è una studiata e cinica bugia per nascondere ciò che realmente il Vaticano vuole: mantenere la pena di morte e il carcere per le persone omosessuali".
ASCA
VATICANO: SE ONU DEPENALIZZA OMOSESSUALITA', MATRIMONIO DISCRIMINATO
(ASCA) - Citta' del Vaticano, 1 dic - Netta contrarieta' da parte di mons. Celestino Migliore, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite nei confronti di una proposta presentata dalla Francia a nome dell'Unione Europea, per la depenalizzazione in tutto il mondo dell'omosessualita'. ''Tutto cio' che va in favore del rispetto e della tutela delle persone fa parte del nostro patrimonio umano e spirituale'', argomenta il diplomatico vaticano in un'intervista all'agenzia francese I.Media, ricordando come nel Catechismo della Chiesa cattolica condanni ''ogni marchio di ingiusta discriminazione''nei confronti delle persone omosessuali.
Ma, aggiunge, il rischio di una simile ''dichiarazione di valore politico'' e' che creera' ''nuove e implacabili discriminazioni''. Ad esempio nei confronti ''gli Stati che non riconoscono l'unione tra persone dello stesso sesso come 'matrimonio' verranno messi alla gogna e fatti oggetto di pressioni''
Depenalizzazione dell'omosessualità
No del Vaticano alla proposta Onu
1 dicembre 2008
La richiesta è stata presentata dalla Francia: "La sua approvazione
porterebbe "alla gogna" gli Stati che non riconoscono le unioni gay"
Poi la Santa Sede: "Non difendiamo la pena di morte contro i gay"
CITTA' DEL VATICANO - E' scontro tra Onu e Vaticano. La Santa Sede boccia, con decisione, il progetto di una depenalizzazione universale dell'omosessualità. Un' iniziativa presa dalla presidenza di turno francese dell'Unione europea, e accolta da tutti i 27 Paesi della Ue. Immediato il "no" della Santa Sede: "Gli stati che non riconoscono l'unione tra persone dello stesso sesso come 'matrimonio' - dice monsignor Celestino migliore - verranno messi alla gogna e fatti oggetto di pressioni".
Affermazioni che scatenano una serie di reazioni polemiche che, in serata, provocano una nuova presa di posizione del Vaticano. Che, però, nella sostanza è tutt'altro che una retromarcia. "Nessuno vuole difendere la pena di morte per gli omosessuali", afferma padre Federico Lombardi che ricorda come altri 150 paesi non abbiano aderito alla proposta - ma la proposta cerca di 'introdurre una dichiarazione di valore politico che si può riflettere in meccanismi di controllo in forza dei quali ogni norma che non ponga esattamente sullo stesso piano ogni orientamento sessuale, può venire considerata contraria al rispetto dei diritti dell'uomo''. In pratica il rischio paventato è che gli Stati che non riconoscono le unioni gay vengano "mesi alla gogna".
Toni non dissimili da quelli usati da monsignor Migliore che parla di "una dichiarazione di valore politico" che aggiunge "nuove categorie protette dalla discriminazione senza tener conto che, se adottate, esse creeranno nuove e implacabili discriminazioni".
Durissima la replica dell'associazione Arcigay: "È di una gravità inaudita che il Vaticano, e quindi, la Chiesa cattolica tutta, si adoperi affinché questa richiesta non passi e, si prefigura come un vero e proprio atto di condanna a morte contro i milioni di gay e di lesbiche che hanno la sfortuna di abitare in paesi sanguinari".
L'Arcigay ricorda che in decine di Paesi del mondo sono previste sanzioni, torture, pene e persino l'esecuzione capitale contro le persone omosessuali. "La scusa per cui la richiesta francese non dovrebbe passare perché da quel momento gli stati che non riconoscono le unioni gay sarebbero messi all'indice, - conclude l'Arcigay - non solo non ha alcun senso, ma è una studiata e cinica bugia per nascondere ciò che realmente il Vaticano vuole: mantenere la pena di morte e il carcere per le persone omosessuali".
ASCA
VATICANO: SE ONU DEPENALIZZA OMOSESSUALITA', MATRIMONIO DISCRIMINATO
(ASCA) - Citta' del Vaticano, 1 dic - Netta contrarieta' da parte di mons. Celestino Migliore, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite nei confronti di una proposta presentata dalla Francia a nome dell'Unione Europea, per la depenalizzazione in tutto il mondo dell'omosessualita'. ''Tutto cio' che va in favore del rispetto e della tutela delle persone fa parte del nostro patrimonio umano e spirituale'', argomenta il diplomatico vaticano in un'intervista all'agenzia francese I.Media, ricordando come nel Catechismo della Chiesa cattolica condanni ''ogni marchio di ingiusta discriminazione''nei confronti delle persone omosessuali.
Ma, aggiunge, il rischio di una simile ''dichiarazione di valore politico'' e' che creera' ''nuove e implacabili discriminazioni''. Ad esempio nei confronti ''gli Stati che non riconoscono l'unione tra persone dello stesso sesso come 'matrimonio' verranno messi alla gogna e fatti oggetto di pressioni''
Nessun commento:
Posta un commento