giovedì, dicembre 18, 2008

LEGGI RAZZIALI – IL VATICANO NON SI OPPOSE

Nonostante il sacrificio e l’impegno eroico di molti prelati che si dedicarono a salvare molti ebrei ed altri cittadini discriminati dalle carceri e dalla deportazione, quando ormai era già tardi, il Vaticano, vale a dire la chiesa ufficiale, non assunse mai, sin dagli inizi, una posizione di condanna contro quelle leggi vergognose e quindi contro Hitler e Mussolini davanti a tutto il mondo in particolare quello cattolico di cui i due dittatori pure facevano parte.

Questo iniziale comportamento, ignominioso per la chiesa che si richiama ai valori del cristianesimo ha notevolmente contribuito a “frenare” la ribellione del mondo cattolico contro quelle leggi e quelle le due dittature che le avevano generato impedendo sul nascere la Shoah e quindi un diverso corso storico.

Solo dopo, quando il danno era divenuto planetario ed irreversibile molti cattolici dovettero intervenire, la chiesa e il vaticano medesimi, eppure, persino in quella situazione, la chiesa ufficiale nella figura di Pio XII non ebbe ancora il coraggio di pronunciare parole di condanna. Si limitarono soltanto a salvare gli ebrei superstiti in segreto! Vedi “
La chiesa e la canonizzazione di Pio XII

Invece alla fine della guerra e con la sconfitta del nazismo e fascismo la chiesa ufficiale si prodigò con grande impegno a mettere in “salvo” molti “criminali nazisti” inviandoli segretamente e con falsi passaporti in vari paesi allora sicuri come l’Argentina e il Sud Africa nell’ambito del famigerato progetto
ODESSA. Il cacciatore di nazisti Simon Wiesenthal spese tutta la sua vita per rintracciarli e per assicurare loro la giusta punizione.

La chiesa cattolica invece di “inveire” contro Fini rinfacciandogli un passato “fascista” per danneggiargli la credibilità, dovrebbe aprire l’archivio del Vaticano e dimostrare con documenti storici che al contrario ci furono le condanne ufficiali. Ma non lo fa perché quei documenti non esistono in effetti ed invece di fare il mea culpa riconoscendo gli errori come lo fa Fini coraggiosamente, preferisce perseverare nell’errore! Non è un bell’esempio per una istituzione millenaria.
Raffaele B.

GIANFRANCO FINI LEGGI RAZZIALI E CHIESA 16/12/2008

LASTAMPA
"La Chiesa si adeguò alle leggi razziali"
16/12/2008 (10:58) - FASCISMO E VATICANO - LA POLEMICA

Il presidente Fini accusa: l'ideologia fascista da sola non spiega l'infamia.
Veltroni: «E' verità storica, palmare». Ma il mondo cattolico difende Pio XI


ROMA
Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, torna a condannare duramente «l’infamia» delle leggi razziali, ma questa volta lo fa tirando in ballo l’inattivismo della società italiana e della Chiesa cattolica contro la legislazione antiebraica. «L’ideologia fascista - afferma Fini parlando alla Camera nel corso di una celebrazione a 70 anni dalle leggi razziali - non spiega da sola l’infamia. C’è da chiedersi perché la società italiana si sua adeguata nel suo insieme alla legislazione antiebraica e perché, salvo talune eccezioni, non siano state registrate manifestazioni particolari di resistenza. Nemmeno, e duole dirlo, da parte della Chiesa Cattolica».

«A giustificazione - ha aggiunto Fini - potremmo addurre il carattere autoritario del regime, oltre naturalmente alla propaganda pervasiva e al controllo totale dell’informazione e ancor più dell’educazione. Però dovremmo anche riconoscere che alla base della mancata reazione della popolazione ci furono altri elementi che può risultare scomodo riconoscere: penso alla propensione al conformismo, a una possibile condivisione, sotterranea e oscura, negata ma presente, di una parte della popolazione dei pregiudizi e delle teorie antiebraiche. Penso soprattutto a una vocazione all’indifferenza più o meno diffusa nella società di allora». Fini ha concluso: «Dobbiamo mantenere sempre desta e vigile la coscienza dei cittadini. Una democrazia vigile e attenta deve saper contrastare con efficacia l’antisemitismo nelle vecchie e nuove forme ideologiche che questo oggi assume».

Immediata la levata di scudi bipartisan dal mondo cattolico. Il Vaticano non ci sta e affida la propria risposta allo studioso di Civiltà Cattolica padre Giovanni Sale, che bolla l’uscita del presidente della Camera come «sconcertante» accusandolo di «non conoscere la pagina di storia nazionale che vede contrapposti Mussolini e Pio XI». Stessa reazione dagli storici della "Radio Vaticana", mentre anche "Avvenire" biasima quello che definisce uno «scivolone» di Fini. Non solo, i parlamentari cattolici del centrosinistra, ma soprattutto del centrodestra reagiscono in maniera durissima accusando di falso storico il numero uno di Montecitorio. «La Chiesa - attacca il vicepresidente della Camera, l’azzurro Maurizio Lupi - ha sempre con forza contrastato le leggi razziali. Spiace che anche il presidente Fini, di cui ho altissima stima, si sia adeguato a luoghi comuni che si sono imposti in questi anni». Le sue parole «non hanno un riscontro reale», anche per il presidente della federazione dei Cristiano Popolari, Mario Baccini.

«Gli storici non la pensano come lui», attacca dall’altro lato Enzo Carra, cattolico del Pd. Mentre per l’ex vicepresidente della Camera, il democratico Pierluigi Castagnetti, Fini «ha perso il senso della misura». Una levata di scudi pesantissima che il primo inquilino di Montecitorio non si aspettava. «Ho espresso un convincimento - dice più tardi - quasi banale, non pensavo che potesse determinare delle polemiche politiche». Polemiche che la terza carica dello Stato bolla come dettate da una clima da costante campagna elettorale. Non a caso accanto a Fini si schiera anche il leader del Pd Walter Veltroni, con il quale ieri il presidente della Camera ha avuto un colloquio sul tema delle riforme, che sottolinea che le parole del presidente della Camera «sono una verità storica, palmare». Ad applaudire Fini è anche la comunità ebraica: le sue parole sono «di difficile contestazione», dice il presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, Renzo Gattegna. E anche Amos Luzzatto dichiara il suo apprezzamento.

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