ALLA FINE ANCHE BERLUSCONI HA DOVUTO DIRE SI AL TANTO VITURPATO "ELECTION DAY" (ACCORPAMENTO DELLE ELEZIONI POLITICHE ED AMMINISTRATIVE) RICHIESTO DAL GOVERNO IN CARICA E SOSTENUTO DALLO STESSO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA PER DUE MOTIVI IMPORTANTI:
1. RIDUZIONE DEI COSTI PER LE ELEZIONI TRA I 300/400 MILIONI DI EURO
2. RISCHIO DELL'INVALIDAZIONE DELL'ANNO SCOLASTICO
IN TEMPI DI VACCHE MAGRE, IL PRIMO MOTIVO DA SOLO SAREBBE SUFFICIENTE. SE AGGIUNGIAMO ANCHE IL SECONDO, CREDO CHE LA SCELTA SIA OBBLIGATORIA E SENZA INDUGI PERCHÈ VIENE PRIMA LA NAZIONE POI LE NECESSITÀ DEI PARTITI.
I CITTADINI NON SONO “STUPIDI” E SI FARANNO GIUSTAMENTE "CARICO" DELL'ONERE DI AFFRONTARE UNA GIORNATA IN CUI CI SARÀ UNA CERTA "CONFUSIONE" PER POTER ESPRIMERE PIÙ VOTI, MA CREDO LO FARANNO VOLENTIERI PER SALVAGUARDARE QUELLE RAGIONI.
QUINDI SIN DAI PRIMI GIORNI IL "DINIEGO" DI BERLUSCONI CON LA SUA FRASE SULL'ELECTION DAY "PESSIMO INIZIO DI DIALOGO" APPARIVA "INSOSTENIBILE" A TUTTE LE PERSONE RESPONSABILI E CHE PERÒ "DENUNCIAVA" IN MODO CHIARO CHE AL CAVALIERE NON INTERESSA IL BENE DELLA NAZIONE MA SOLO QUELLO DEL SUO NEONATO E PERSONALISSIMO PARTITO DEL "POPOLO DELLE LIBERTÀ".
SI È CONVINTO PERCHÈ È RIMASTO “ISOLATO” DAI SUOI ALLEATI E HA DOVUTO ACCETTARE SUO MALGRADO PERCHÈ METTE LE MANI DAVANTI AVVERTENDO CHE SARÀ UNA “GRANDE CONFUSIONE” COME SE FOSSE LA COSA PIÙ IMPORTANTE!
Raffaele B.
UNITA
Sarà Election Day Anche il centrodestra si convince
12.02.08
Spendere il doppio quando si potrebbe risparmiare la metà. Il no del centrodestra all’election day rischiava di diventare una mannaia sui conti pubblici italiani. E di far finire smozzicato pure l'anno scolastico. Ma alla fine, anche An, Lega e Forza Italia hanno ceduto alla responsabilità nazionale.
La spiegazione ufficiale sui pro e i contro dell’accorpamento delle tornate elettorali la dà il ministro per le Riforme Vannino Chiti: il governo, ha spiegato, «auspica che possa esserci l'intesa» con l'opposizione per arrivare all'election day, nel caso invece non ci sia «dovrà risultare chiaro ai cittadini che il Governo intendeva farlo per due motivi: perché ci sarebbe un risparmio di risorse non banale e perché si eviterebbe il disagio nelle scuole». È quello che hanno fatto in Friuli Venezia Giulia, la regione a statuto autonomo che ha già approvato l’accorpamento di comunali, regionali e politiche, risparmiando circa due milioni e mezzo di soldi pubblici.
Il centrodestra aveva detto no, facendone più che altro una questione di principio: «Imporre l'Election day – aveva
spiegato Berlusconi – è un pessimo inizio di dialogo». «Noi siamo contrari all'Election day – aveva detto invece il leghista Castelli – perché crea confusione nell'elettorato».
«Secondo un calcolo fatto da Beppe Pisanu, quando era al governo», aveva ricordato il ministro Chiti, i risparmi ammonterebbero all'incirca a «400 milioni euro». «Questi soldi potrebbero essere usati per cose serie – gli fa eco il ministro della solidarietà sociale, Paolo Ferrero – come le spese sociali o la riduzione delle tasse sulle pensioni».
REPUBBLICA
"Senza intesa salta l'election day" no di Fi, governo verso la rinuncia
di ALBERTO CUSTODERO
(12 febbraio 2008)
Chiti: il Quirinale vuole l'accordo, ma il Cavaliere è contrario: "Un pessimo inizio di dialogo"
An possibilista. Giovedì Palazzo Chigi deciderà sull'accorpamento politiche-amministrative
ROMA - L'election day, l'accorpamento di elezioni politiche e amministrative il 13 e 14 aprile, potrebbe saltare. Silvio Berlusconi è contrario e giudica l'eventualità che venga "imposto dal governo un pessimo inizio di dialogo". Il senatore Altero Matteoli, capogruppo di An - mediatore, insieme a Gianni Letta, fra il ministero dell'Interno e l'opposizione - s'è detto invece possibilista: "Non siamo contrari a unificare le date delle elezioni politiche e amministrative - ha dichiarato - siamo perplessi, però, sulla confusione che potrebbe ingenerarsi nell'elettore in alcune grandi città, come Roma, dove nell'urna ci sarebbero 5 o 6 schede". "Favorevolissimo" all'election day, infine, Francesco Storace, leader della Destra e candidato alla poltrona di sindaco di Roma.
Sulle polemiche che si sono scatenate in questi giorni sul giorno delle amministrative (la mancata unificazione delle date potrebbe costare, secondo una stima del Viminale, circa 400 milioni di euro), è intervenuto, ieri, Vannino Chiti, ministro per i Rapporti con il Parlamento. Dopo aver precisato che "i contatti con la Cdl sono in corso da giorni", Chiti, riferendosi anche alle preoccupazioni del presidente della Repubblica, ha annunciato che "il governo non potrà adottare il decreto sull'unificazione della data elettorale in assenza di un'intesa su questo punto con l'opposizione"...CONTINUA
AGORANEWS
Election day, pessimo dialogo
(12-02-2008) -
1. RIDUZIONE DEI COSTI PER LE ELEZIONI TRA I 300/400 MILIONI DI EURO
2. RISCHIO DELL'INVALIDAZIONE DELL'ANNO SCOLASTICO
IN TEMPI DI VACCHE MAGRE, IL PRIMO MOTIVO DA SOLO SAREBBE SUFFICIENTE. SE AGGIUNGIAMO ANCHE IL SECONDO, CREDO CHE LA SCELTA SIA OBBLIGATORIA E SENZA INDUGI PERCHÈ VIENE PRIMA LA NAZIONE POI LE NECESSITÀ DEI PARTITI.
I CITTADINI NON SONO “STUPIDI” E SI FARANNO GIUSTAMENTE "CARICO" DELL'ONERE DI AFFRONTARE UNA GIORNATA IN CUI CI SARÀ UNA CERTA "CONFUSIONE" PER POTER ESPRIMERE PIÙ VOTI, MA CREDO LO FARANNO VOLENTIERI PER SALVAGUARDARE QUELLE RAGIONI.
QUINDI SIN DAI PRIMI GIORNI IL "DINIEGO" DI BERLUSCONI CON LA SUA FRASE SULL'ELECTION DAY "PESSIMO INIZIO DI DIALOGO" APPARIVA "INSOSTENIBILE" A TUTTE LE PERSONE RESPONSABILI E CHE PERÒ "DENUNCIAVA" IN MODO CHIARO CHE AL CAVALIERE NON INTERESSA IL BENE DELLA NAZIONE MA SOLO QUELLO DEL SUO NEONATO E PERSONALISSIMO PARTITO DEL "POPOLO DELLE LIBERTÀ".
SI È CONVINTO PERCHÈ È RIMASTO “ISOLATO” DAI SUOI ALLEATI E HA DOVUTO ACCETTARE SUO MALGRADO PERCHÈ METTE LE MANI DAVANTI AVVERTENDO CHE SARÀ UNA “GRANDE CONFUSIONE” COME SE FOSSE LA COSA PIÙ IMPORTANTE!
Raffaele B.
UNITA
Sarà Election Day Anche il centrodestra si convince
12.02.08
Spendere il doppio quando si potrebbe risparmiare la metà. Il no del centrodestra all’election day rischiava di diventare una mannaia sui conti pubblici italiani. E di far finire smozzicato pure l'anno scolastico. Ma alla fine, anche An, Lega e Forza Italia hanno ceduto alla responsabilità nazionale.
La spiegazione ufficiale sui pro e i contro dell’accorpamento delle tornate elettorali la dà il ministro per le Riforme Vannino Chiti: il governo, ha spiegato, «auspica che possa esserci l'intesa» con l'opposizione per arrivare all'election day, nel caso invece non ci sia «dovrà risultare chiaro ai cittadini che il Governo intendeva farlo per due motivi: perché ci sarebbe un risparmio di risorse non banale e perché si eviterebbe il disagio nelle scuole». È quello che hanno fatto in Friuli Venezia Giulia, la regione a statuto autonomo che ha già approvato l’accorpamento di comunali, regionali e politiche, risparmiando circa due milioni e mezzo di soldi pubblici.
Il centrodestra aveva detto no, facendone più che altro una questione di principio: «Imporre l'Election day – aveva
spiegato Berlusconi – è un pessimo inizio di dialogo». «Noi siamo contrari all'Election day – aveva detto invece il leghista Castelli – perché crea confusione nell'elettorato».
«Secondo un calcolo fatto da Beppe Pisanu, quando era al governo», aveva ricordato il ministro Chiti, i risparmi ammonterebbero all'incirca a «400 milioni euro». «Questi soldi potrebbero essere usati per cose serie – gli fa eco il ministro della solidarietà sociale, Paolo Ferrero – come le spese sociali o la riduzione delle tasse sulle pensioni».
REPUBBLICA
"Senza intesa salta l'election day" no di Fi, governo verso la rinuncia
di ALBERTO CUSTODERO
(12 febbraio 2008)
Chiti: il Quirinale vuole l'accordo, ma il Cavaliere è contrario: "Un pessimo inizio di dialogo"
An possibilista. Giovedì Palazzo Chigi deciderà sull'accorpamento politiche-amministrative
ROMA - L'election day, l'accorpamento di elezioni politiche e amministrative il 13 e 14 aprile, potrebbe saltare. Silvio Berlusconi è contrario e giudica l'eventualità che venga "imposto dal governo un pessimo inizio di dialogo". Il senatore Altero Matteoli, capogruppo di An - mediatore, insieme a Gianni Letta, fra il ministero dell'Interno e l'opposizione - s'è detto invece possibilista: "Non siamo contrari a unificare le date delle elezioni politiche e amministrative - ha dichiarato - siamo perplessi, però, sulla confusione che potrebbe ingenerarsi nell'elettore in alcune grandi città, come Roma, dove nell'urna ci sarebbero 5 o 6 schede". "Favorevolissimo" all'election day, infine, Francesco Storace, leader della Destra e candidato alla poltrona di sindaco di Roma.
Sulle polemiche che si sono scatenate in questi giorni sul giorno delle amministrative (la mancata unificazione delle date potrebbe costare, secondo una stima del Viminale, circa 400 milioni di euro), è intervenuto, ieri, Vannino Chiti, ministro per i Rapporti con il Parlamento. Dopo aver precisato che "i contatti con la Cdl sono in corso da giorni", Chiti, riferendosi anche alle preoccupazioni del presidente della Repubblica, ha annunciato che "il governo non potrà adottare il decreto sull'unificazione della data elettorale in assenza di un'intesa su questo punto con l'opposizione"...CONTINUA
AGORANEWS
Election day, pessimo dialogo
(12-02-2008) -
Così Berlusconi bolla l’abbinamento di politiche e amministrative nell’election day del 13 e 14 aprile. Sull’Udc: “dipende da loro”. Nessun accordo a sinistra tra Pd e ex rosa nel pugno “Un pessimo inizio di dialogo”. Ha commentato così Silvio Berlusconi l’imposizione per decreto dell’election day, ossia l’abbinamento di politiche e amministrative. “Una mossa per confondere le acque e nascondere le difficoltà tra Pd e sinistra”, secondo l’ex premier, che, intervistato dal settimanale “Tempi” lascia aperto uno spiraglio a ipotesi di larghe intese dopo il voto. Poi sull’Udc: “dipende da loro, la gente è stanca delle divisioni e dei giochetti politici di palazzo”…CONTINUA
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