sabato, febbraio 16, 2008

L'ASSURDA CONDANNA A MORTE PER STREGONERIA

CI GIUNGE ORA DALL'ARABIA SAUDITA LA INCREDIBILE NOTIZIA DI UNA CONDANNA A MORTE PER UNA POVERA DONNA ANALFABETA FAWZA FALIH ACCUSATA DI "STREGONERIA". UN REATO QUESTO CONSIDERATO TALE SOLO NEL MEDIOEVO E POI GRADUALMENTE ABBANDONATO DA TUTTI GLI STATI INCLUSO L'ARABIA SAUDITA PERCHÈ "INDIMOSTRABILE" PER DEFINIZIONE. NONOSTANTE CIÒ, ORA SI RENDE NECESSARIA LA GRAZIA DEL SOVRANO, RE ABDULLAH PER FERMARE LA SCIMITARRA DEL BOIA.

IN ARABIA SAUDITA NON ESISTE INFATTI IL CODICE PENALE SCRITTO PER CUI IL TRIBUNALE È ARRIVATO ALLA CONDANNA SU BASE "DISCREZIONALE" E CON LE ASSURDE MOTIVAZIONI DELL'INTERESSE COLLETTIVO E PROTEZIONE DELLE ANIME E BENI DEL PAESE.

LA CORTE D'APPELLO SENTENZIÒ LO SCORSO SETTEMBRE 2006 CHE FAWZA FALIH NON POTEVA ESSERE CONDANNATA PER "STREGONERIA" PERCHÈ RITENUTO UN CRIMINE CONTRO DIO E PERCHÈ AVEVA RITRATTATO LA SUA CONFESSIONE, PERALTRO ESTORTA CON LA TORTURA DA PARTE DELLA POLIZIA RELIGIOSA SINISTRAMENTE NOTA CON IL NOME DI "MUTAWEEN", CHE LE FECE APPORRE L'IMPRONTA DEL POLLICE SUL DOCUMENTO DI CONFESSIONE CHE NON POTEVA LEGGERE!
NON RESTA ORA CHE SPERARE NELLA CLEMENZA DEL SOVRANO.
Raffaele B.

QUOTIDIANO
MEDIOEVO IN ARABIA SAUDITA
Una donna è stata condannata a morte per stregoneria

La Ong, Human Rights Watch ha scritto al re saudita perché conceda la grazia a Fawza Falih. E' stata arrestata e interrogata dalla polizia religiosa e processata, senza mai avere diritto a provare la sua innocenza contro un accusa che non ha alcuna base giuridica.

Roma, 15 febbraio 2008 - Human Rights Watch scrive al re saudita perché conceda la grazia a Fawza Falih, condannata a morte per "stregoneria". La donna, denuncia l'ong, è stata arrestata e interrogata dalla polizia religiosa del Regno wahabita e poi processata nella città settentrionale di Quraiyat, senza mai avere diritto a provare la sua innocenza contro un accusa che non ha alcuna base giuridica.

"Il fatto che i giudici sauditi portino ancora avanti processi per crimini che non possono essere provati come la 'stregoneria', mette in evidenza la loro incapacità di condurre indagini penali obiettive" commenta Joe Stork, direttore per il Medio Oriente di Human Rights Watch. "Il caso di Fawza Falih è un esempio dell'impossibilità dei magistrati di fare il loro dovere, nonostante le tutele del quadro giuridico saudita".

Per arrivare alla sua condanna, nell'aprile 2006, i giudici si sono basati solo su una confessione estorta all'imputata con la forza e sulle dichiarazioni di testimoni che l'hanno accusata di averli "stregati". Falih ha ritrattato la sua confessione in tribunale, spiegando che le è stata estorta con la forza, e che essendo analfabeta non è nemmeno riuscita a leggere il documento che le è stato fatto firmare.

Nella sua testimonianza, ha anche denunciato percosse e maltrattamenti durante la detenzione di 35 giorni nelle mani della polizia religiosa; per questo, a un certo punto è stata anche ricoverata. I giudici non hanno mai indagato sull'attendibilità della sua confessione, né sui presunti poteri paranormali che avrebbero portato, per esempio, all'impotenza di un uomo, convinto di esserne stato "stregato". Stando alla ricostruzione fornita da Human Rights Watch, avrebbero anche infranto la legge a diverse riprese, ignorando le regole fondamentali di un giusto processo.

Oltretutto, una corte d'appello aveva stabilito nel settembre 2006 che Fawza Falih non poteva essere condannata a morte per "stregoneria", ritenuta un crimine contro dio, perché ha ritirato la sua confessione: e nonostante ciò, i giudici del tribunale hanno deciso di procedere con la condanna a morte su base "discrezionale", motivandola con l'"interesse collettivo" e la necessità di "proteggere le anime e i beni di questo paese".

"La condotta dei magistrati nel processo di Fawza Falih dimostra che erano interessati a tutto salvo che alla ricerca della verità" fa notare Stork. "Hanno calpestato ogni tutela legale che avrebbe potuto dimostrare l'assurdità dell'intero caso" ha aggiunto. Il 2 novembre, l'Arabia saudita aveva già condannato a morte per stregoneria Mustafa Ibrahim, un farmacista egiziano che abitava nella città settentrionale di Ar'ar, accusato di aver "usato i suoi poteri" per fare separare una coppia sposata, secondo un comunicato del ministero dell'Interno.

LASTAMPA
LA STORIA, UNA SENTENZA DA MEDIOEVO NEL REGNO SAUDITA
16/2/2008 (7:41)
Choc a Riad: "E' una strega decapitatela"
IBRAHIM REFAT
L'hanno picchiata a sangue Analfabeta, ha siglato il verbale con l'impronta del pollice

IL CAIRO
L’Arabia Saudita è di nuovo nell’occhio del ciclone per un altro caso di violazione dei diritti umani. Fawaza Falih, una donna analfabeta, condannata a morte due anni fa per stregoneria, rischia di essere decapitata. La sentenza potrebbe essere eseguita da un momento all’altro e l’organizzazione per i diritti umani Human Rights Watch, con sede a New York, si è appellata a re Abdullah affinché sospenda l’esecuzione del verdetto definito «assurdo e privo di fondamenti giuridici». La donna, residente in un piccolo paese nel Nord del regno, era stata arrestata nel 2005 con l’accusa di esercitare la stregoneria. Alcune persone l’avevano denunciata dicendo che aveva attirato influssi malefici su di loro. Un uomo aveva addirittura affermato di essere stato stregato fino a diventare impotente. Una donna le ha attribuito invece la responsabilità del suo divorzio...
CONTINUA

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