IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO HA GIÀ DATO UN “ASSAGGIO” DI COME INTENDE CONDURRE LA SUA CAMPAGNA ELETTORALE “OCCUPANDO” LETTERALMENTE LA RAI DI TG1 BEN OLTRE L’ORARIO PROVOCANDO LA PROTESTA DEI GIORNALISTI, FIGURIAMOCI COSA FARÀ UNA VOLTA FATTA “ABOLIRE” LA PAR CONDICIO! ARRIVA AD ACCUSARE PERSINO I SUOI ALLEATI DI AVERGLI “IMPEDITO” DI FARE TUTTO QUELLO CHE AVEVA PROMESSO E LA OPPOSIZIONE DI ESSERE “INAFFIDABILE” ED IN PARTICOLARE “DS” DI ESSERE COMPLICE DEI MILIONI DI MORTI DI “STALIN”, RISPOLVERANDO UN ARTICOLO DELL’UNITÀ DEL LONTANO 1953 SULLA MORTE DEL DITTATORE RUSSO. NEMMENO LA SUA PARTICOLARE AMICIZIA CON “PUTIN” (ATTUALE PRESIDENTE RUSSO ED EX KGB) GLI IMPEDISCE DI “PUNTARE” SULL’ANTICOMUNISMO VISCERALE NEL GRETTO TENTATIVO DI RACCATTARE QUALCHE VOTO DEI PIÙ ATTARDATI ELETTORI.
IN ULTIMO NON HA NEMMENO RESISTITO A VOLER RACCONTARE LA SOLITA BARZELLETTA RESPINTA CON DISAPPROVAZIONE DAL SUO PUBBLICO. INSOMMA EGLI, MENTRE RICONOSCE A SE STESSO TUTTI I MERITI, AGLI ALTRI INVECE ATTRIBUISCE TUTTE LE COLPE! UN MODO CLASSICO DI CONDURRE LA CAMPAGNA ELETTORALE, MA TUTTA IN “DIFESA” E CON “GRANDE AFFANNO”.
Raffaele
DAL CORRIERE DELLA SERA
Strategia d’attacco per scuotere gli incerti
Incognita par condicio, omaggio a Fazio e critiche di Casini
24 dicembre 200
Commento di Massimo Franco
Se l’unità di misura fosse la giornata di ieri, si dovrebbe dire che Silvio Berlusconi si prepara ad una strategia dell’onnipresenza. Il TgUno rinviato di un’ora per fare spazio alla conferenza stampa debordante del presidente del Consiglio; la sua partecipazione, subito dopo, ad una trasmissione radiofonica; e una «campagna di verità», come viene definita dal premier, puntellata da scelte mirate sui mass media. E’ un’offensiva d’inverno della quale si cominciano a intuire i contorni. Manca soltanto l’ultima arma: l’abolizione della par condicio sulla propaganda elettorale. Ma Berlusconi annuncia che ne ridiscuterà con gli alleati prima di fine anno…CONTINUA
E’ un linguaggio autodifensivo, rivolto alla massa dell’elettorato indeciso: una percentuale che il centrodestra deve cercare di scuotere per non rischiare un tonfo clamoroso, seppure attutito dal sistema proporzionale. E conferma il nervosismo di un leader ansioso di ripetere che il suo governo ha agito benissimo; ha acquistato statura a livello internazionale; ed è stato danneggiato non dai propri errori, ma da fattori esterni. Insomma, sembra proprio che Berlusconi ritenga di recuperare consensi comunicando un po’ meglio; e occupando ogni spazio possibile, a scapito degli stessi alleati. La litania su FI che «non ha il 51 per cento, e quindi...», è istruttiva.
In realtà, molto appare già sentito. Lo è la sicurezza ostentata sulla vittoria, sconfessata subito da Casini; il rifiuto di prendere in considerazione la sconfitta; gli attacchi all’opposizione; e perfino le lodi all’ex governatore di Bankitalia, Antonio Fazio, «persona proba e rispettosa delle leggi», secondo Berlusconi. Più sorprendente è stato il sarcasmo contro il presidente diessino Massimo D’Alema per la barca a vela in leasing. Ma il sorriso malizioso del premier è stato oscurato dal brusìo di disapprovazione della platea quando ha provato a raccontare una barzelletta. La noia dell’interlocutore è un dato su cui riflettere, quando si punta all’onnipresenza.
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