mercoledì, maggio 28, 2008

FINI ‘SPIAZZA’ ALEMANNO SU ALMIRANTE

LE DICHIARAZIONI DI FINI IN QUALITÀ PRIMA, DI PRESIDENTE DI AN E POI DELLA CAMERA DEI DEPUTATI, “SPIAZZA” IN MODO “INEQUIVOCABILE” E SENZA APPELLO LE INTENZIONI DI GIANNI ALEMANNO, SINDACO DI ROMA E SUO PUPILLO DELLO STESSO PARTITO, A DEDICARE AD ALMIRANTE, LORO LEADER STORICO SCOMPARSO, UNA STRADA DI ROMA SEPPURE INSIEME AD ALTRI LEADERS POLITICI.

INCREDIBILE! PERSINO “IL GIORNALE”, QUOTIDIANO DI PROPRIETÀ DI BERLUSCONI, HA SENTITO LA NECESSITÀ DI PUBBLICARE QUEST’ARTICOLO INTITOLATO “
Alemanno si occupi di faccende più serie” CHE GLI RIMPROVERA DI ABBANDONARSI AL FESTIVAL DELL’EFFIMERO ANZICHÉ DEDICARSI AI PROBLEMI REALI DELLA CITTÀ PER LA QUALE I CITTADINI L’HANNO VOTATO!

SENZA PARLARE POI DELLA
COMUNITÀ EBRAICA ROMANA CHE “CONDANNA” SENZA MEZZI TERMINI LA PROPOSTA PER LA “STORICA COMPLICITÀ DI ALMIRANTE CON LA PERSECUZIONE E LO STERMINIO DEGLI EBREI”.

IL NUOVO SINDACO, DOVREBBE INVECE AFFRONTARE I REALI PROBLEMI DI ROMA IN PARTICOLARE LA “SICUREZZA”. IN QUESTI GIORNI LE AGGRESSIONI DI MATRICE “NAZI-FASCISTA” SI STANNO FACENDO SEMPRE PIÙ FREQUENTI ED INQUIETANTI, ED ALEMANNO MENTRE “GIUSTAMENTE” CONDANNA QUESTI FATTI, ALLO STESSO TEMPO PERÒ “INGIUSTAMENTE” NON GLI RICONOSCE LA MATRICE POLITICA CHE NE “DIMINUISCE” LA GRAVITÀ ALIMENTANDO IL CLIMA D’IMPUNITÀ NEL QUALE QUESTE SQUADRE DI “STORICA MEMORIA” AGISCONO.
Raffaele B.

ADNKRONOS
Fini: ''Vergognose le parole di Almirante sulla razza''
Lo ha detto nell'Aula di Montecitorio

L'ex delfino del segretario del MSI critica gli scritti del leader della destra, scomparso nell''88: ''Le sue parole del 1942 esprimono un sentimento razzista che albergava in tanti, troppi, esponenti che in quegli anni, dopo la guerra si collocavano a destra''

Roma, 28 mag. (Adnkronos/ign) - Fini contro Almirante le cui frasi sulla razza ''sono certamente vergognose ed esprimono un sentimento razzista che albergava in tanti, troppi, esponenti che in quegli anni, dopo la guerra si collocavano a destra e in altri casi in altre formazione politiche''. Avviene in Aula, a Montecitorio, dove il presidente Fini (nella foto insieme allo stesso Almirante e a Maurizio Gasparri nel 1980) dà ragione a Emanule Fiano del Pd, critico nei confronti dell'iniziativa di dedicare una via a Giorgio Almirante a Roma. Nel suo intervento Fiano cita alcuni passaggi di articoli pubblicati ne 'La Difesa della razza', di cui era vicedirettore proprio lo storico leader del Msi.

In uno degli articoli citati da Fiano scriveva Almirante: ''Il razzismo ha da essere cibo di tutti e per tutti, se veramente vogliamo che in Italia ci sia, e sia viva in tutti, la coscienza della razza. Il razzismo nostro deve essere quello del sangue, che scorre nelle mie vene, che io sento rifluire in me, e posso vedere, analizzare e confrontare col sangue degli altri. Il razzismo nostro deve essere quello della carne e dei muscoli; e dello spirito, sì, ma in quanto lo spirito alberga in questi determinati corpi, i quali vivono in questo determinato paese; non di uno spirito vagolante tra le ombre incerte d’una tradizione molteplice o di un universalismo fittizio e ingannatore. Altrimenti, finiremo per fare il gioco dei meticci e degli ebrei; degli ebrei che, come hanno potuto in troppi casi cambiar nome e confondersi con noi, così potranno, ancor più facilmente e senza neppure il bisogno di pratiche dispendiose e laboriose - fingere un mutamento di spirito e dirsi più italiani di noi, e simulare di esserlo, e riuscire a passare per tali. Non c’è che un attestato col quale si possa imporre l’altolà al meticciato e all’ebraismo: l’attestato del sangue''.
Parole che -conclude Fiano- ''bastano per non far dimenticare il leader del movimento sociale'', senza bisogno di dedicargli una strada.

REUTERS
Roma,comunità ebraica contraria a intitolare strada ad Almirante
martedì, 27 maggio 2008 6.14

ROMA (Reuters) - Il presidente della comunità ebraica di Roma ha condannato oggi l'idea di intitolare una strada della capitale al leader storico del Movimento Sociale Italiano Giorgio Almirante, sostenuta invece dal neo-eletto sindaco di Roma Gianni Alemanno.

"La mia opinione, così come quella della nostra comunità, è di totale condanna", ha detto oggi il presidente della comunità ebraica romana Riccardo Pacifici, alla fine della visita di oggi del ministro dell'Interno Roberto Maroni alla Sinagoga di Roma .

"Io conservo a casa i documenti della (rivista) 'La Difesa della Razza': lui (Almirante) è stato complice di un regime tirannico che ha portato alla persecuzione e allo sterminio degli ebrei. Certo non è colpevole di aver ucciso nessuno, ma è stato complice di quel regime che credo non meriti di essere ricordato", ha continuato, riferendosi alla pubblicazione di epoca fascista di cui Almirante è stato segretario di redazione dal 1938 al 1942...
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ILGIORNALE
Alemanno si occupi di faccende più serie
mercoledì 28 maggio 2008, 07:00

La vicenda delle vie di Roma intitolate ai leader dei partiti della prima Repubblica - insieme ad Almirante anche Craxi, Fanfani e Berlinguer - sembra essere un altro festival dell'effimero su cui è inciampato il nuovo sindaco Gianni Alemanno, facendo quasi il verso al suo predecessore Veltroni.

Per anni i cittadini romani hanno dovuto sopportare la gestione del comune come politica dell'immagine mentre restavano irrisolti i grandi problemi della vita quotidiana di una città bellissima ma convulsa, deteriorata, e mai all'altezza delle sue funzioni. Noi intellettuali del centro storico apprezzavamo sì le iniziative culturali di Veltroni anche se orientate in maniera «strabicamente corretta», ma sapevamo anche che dietro di esse si nascondeva la realtà di un traffico impossibile, di trasporti pubblici primitivi, di una pulizia a singhiozzo, e di tanti altri gravi e meno gravi disservizi elementari che hanno reso Roma più vicina a Istanbul e al Cairo che non a Parigi, Londra e Berlino.

Con l'elezione di Gianni Alemanno, definitosi o definito il «Robespierre conservatore», speravamo che le fresche energie del sindaco si indirizzassero a quei problemi da sempre irrisolti, cominciando con il calibrare in tal senso le prime dichiarazioni che sono sempre significative del modo in cui un nuovo potere intende indirizzare la sua azione. Ed invece ecco che siamo qui a discutere dei nomi delle strade in un sorta di riffa tra gli eredi politici, ognuno dei quali vuole santificare anzitempo il suo illustre antenato. Il tutto condito con una retorica che non ha nulla da invidiare al veltronismo: «Città della solidarietà combinata alla sicurezza», «Roma città del festival del cinema, quello vero», «Città aperta al Mediterraneo» per finire con l'invocazione «Viva l'Urbe eterna» che ha il sapore del già sentito...
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